5 agosto 2020

Eichmann, la vera storia del processo... ovvero quando le puttanate iniziano con i titoli di testa

Sì!
Forse per lavarsi la coscienza o, più semplicemente, per raccontare la solita favola del feroce nazista crudele, mentre la povera vittima ebraica ha sempre e solo desiderato giustizia. Resta il fatto che Sì, è stato davvero realizzato un film sul processo a Ricardo Clement cittadino Argentino che, a tuttora, è stato processato, condannato e ucciso al posto di Adolf Eichmann che si è goduto la sua bella vita con la moglie e i figli.
Non entrerò troppo nei particolari, per non svelare parti salienti del libro che sto scrivendo con pigra dedizione, ma la prima schermata dopo quelle di produttori e distributori recita "Olocausto, (1933-45) lo sterminio degli ebrei europei e delle altre razze da parte del regime nazista in Germania. La persecuzione nazista raggiunse il suo culmine con la "Soluzione Finale", un programma di sterminio di massa adottato dal 1942, e messo in atto con feroce efficienza da Adolf Eichmann. Wolrd Encyclopedia, Oxford University Press". La fonte è confermata anche se per leggere il testo completo dovrei sottoscrivere un abbonamento al World Encyclopedia, ma se queste sono le premesse per la loro attendibilità, manco se fossero loro a pagare me.
Ripeto questa è la prima schermata del film e già hanno detto una stronzata, ovvero considerano "Olocausto" l'intero periodo di governo del partito Nazionalsocialista, nonostante il primo atto "ostile" nei confronti dei giudeacci zozzi fu la "notte dei cristalli" avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938 (quindi 5 anni dopo rispetto al succitato anno d'inizio dello sterminio) e nonostante che, come specificato nel testo stesso, secondo la storiografia ufficiale, la soluzione finale ebbe inizio solo nel 1942 con la liberazione del ghetto di Budapest (o comunque con la liberazione dell'Ungheria)*.
Ma siamo qui per parlare del film nel quale viene citata la frase più celebre di Eichmann che, da quanto emerge dalla pellicola, fu riferita ad un suo sottoposto, l'unico che lo accuso, dopo essere stato a sua volta arrestato, e che lo ha fatto passare da un semplice burocrate negli ingranaggi della macchina del Nazionalsocialismo a l'ideatore dell'intera soluzione finale. Addirittura talmente "potente" da potersi permettere di disobbedire al suo diretto superiore un tizio quasi sconosciuto di nome Heinrich Himmler, ma questo lo vedremo dopo come colpo di scena finale. Vi avviso che nell'articolo ci sono rivelazioni sul finale, ma se conoscete la storia di Ricardo Clement sapete già che la storia non finisce bene.
La frase che Eichmann avrebbe rivelato al suo assistente sarebbe "“All’occorrenza salterò nella fossa ridendo perché la consapevolezza di avere cinque milioni di ebrei sulla coscienza mi dà un senso di grande soddisfazione. Mi dà molta soddisfazione e molto piacere”" peccato che l'unica fonte di tale citazione, oltre ai film che la riportano, si trovi nel libro di Hannah Arendt "la banalità del male" che un po' come assumere l'innocenza della juve in calciopoli in funzione delle affermazioni di Luciano Moggi. Ciò detto durante il film viene mostrato l'interrogatorio da parte del "pubblico ministero" o dell'avvocato dell'accusa o dell'ufficiale incaricato delle indagini, non conoscendo la giurisprudenza israeliana immagino che fosse l'ufficiale del mossad Rafi Eitan, ma non ne sono certo. Durante il quale l'investigatore gli pone delle domande riguardo le accuse mosse dal suo (di Eichmann) assistente tipo aver avuto per lungo tempo una relazione sessuale con una ricca possidente ebrea, e qui parte un lungo spezzone in cui viene mostrato questo (con tanto di assistente che entra dalla porta semichiusa e li coglie sul fatto), al ritorno dal viaggio della memoria la risposta dell'imputato "non ricordo proprio una simile circostanza", lo stesso accade per la frase, la seconda più celebre, citata pocanzi anche in quell'occasione dopo un lungo Flashback "mi spiace, ma non ricordo proprio di averla mai pronunciata, infine quando gli viene imputata la relazione con una baronessa ungherese, parte un nuovo viaggio nei ricordi in cui insieme all'amante uccide, sparandogli, un neonato ebreo ancora in culla, davanti agli occhi atterriti della sua segretaria. Anche in questa occasione sembra che l'investigatore si allontani senza avere risposte, di conseguenza sono tutte testimonianze di terze parti di persone che erano state catturate e fecero il suo nome per salvarsi il culo senza che questo gli servisse a qualcosa, cosa che nel film sottolinea lo stesso Eichmann.
Nel film si fa solo accenno al processo, forse per evitare le imbarazzanti domande, e prove, ivi presentate durante il processo ad esempio una lettera che Eichmann indirizzò a tale RF. Una prova schiacciante che sarebbe certamente costata la condanna a morte dell'imputato... Scatta quindi l'indagine tra PM giudice e difesa per scoprire che fosse il "RF" destinatario della missiva... viene avanzata dal giudice (ammesso che lo fosse davvero giudice, probabilmente era stato nominato tale la mattina stessa) che si trattasse della Repubblica Francese (che nel '42 non esisteva praticamente più) allora il giudice chiede al pubblico ministero che chiede all'avvocato il quale ha il lampo di genio di chiedere al suo imputato. Ora se sei un avvocato della difesa vero, e non un netturbino messo lì tanto perché anche un criminale di guerra ha diritto ad un avvocato, non vai a fare al tuo assistito una domanda la cui risposta gli può costare la vita... ad ogni modo Eichmann (o meglio Ricardo Clement), che non aveva nulla da perdere in quella situazione rispose che si trattava del ReichsFührer Himmler suo diretto superiore con cui aveva occasione di scriversi spesso per scambio informazioni e ricezione ordini.
Il film la butta ancora sul patetico raccontandoci la storia della moglie di Rafi che, malata di cancro, sostiene eroicamente il marito sino alla fine... come no... infatti lo rimprovera di aver assunto il ruolo di investigatore e non aver lasciato che fosse ucciso senza processo (ah l'umanità degli ebrei è così commovente...).

Romanticamente mi piace pensare che le ultime parole di Eichmann fossero state quelle di spregio nei confronti dei suoi carcerieri poco prima della sua esecuzione "«Spero che tutti voi mi seguiate presto»", ma conoscendo la fedeltà ai propri ideali di questi uomini immagino che le vere ultime parole siano state "«Lunga vita alla Germania. Lunga vita all'Austria. Lunga vita all'Argentina. Questi sono i paesi con i quali sono stato associato e io non li dimenticherò mai. Io dovevo rispettare le regole della guerra e la mia bandiera. Sono pronto»."

Insomma film da guardare? Se lo guardare in ottica delle nuove comiche assolutamente sì, se lo volete guardare come documentario sul "Contabile di Hitler" o sul "burocrate della morte", vi consiglio piuttosto "Uno specialista" edito prodotto dall'istituto Luce e pubblicato, l'ultima volta in Italia, da l'unità (probabilmente censurato) il che non impedisce di capire quanto fosse una farsa il suo processo. In verità ci sono diversi film che parlano di Eichmann, ma quanti siano storicamente attendibili non lo saprei proprio dire, questo che ho recensito in questo articolo, non lo è di sicuro.

*Tempi e numeri, forniti dalla storiografia ufficiale stessa, basterebbero a smentire l'intera puttanata del cosiddetto olocausto, ad esempio secondo la matematica, e tralasciando completamente prove e testimoni oculari della difesa, 6.000.000 / 1096 (giorni intercorsi tra, diciamo, la messa in pratica delle decisioni della conferenza di Wannsee, in cui si dice venne stabilita la soluzione finale, 27/01/1942 e la liberazione di Auschwitz da parte dei sovietici) / 9 che sono i campi di sterminio presenti in tutto territorio occupato dal Terzo Reich.
Quindi 6.000.000 / 1096 / 9 = 608,27 (di media) morti al giorno per ciascun campo di sterminio. Può sembrare una cifra fattibile, ma andrebbe considerato inoltre che camere a gas e forni crematori avrebbero dovuto lavorare incessantemente per 24 ore (per raggiungere quella cifra, ma secondo le specifiche della Bayer (sì proprio l'azienda farmaceutica) che produceva lo zylon B dopo ogni gasazione si rendeva necessario l'areazione dei locali per almeno un ora. ciò significa 608 / 12 = 50 gasazioni l'ora, ma considerando che i "testimoni" oculari hanno sempre riferito di veder entrare gente e non uscirne, vuol dire che il compito di sgomberare le camere dai corpi era svolto dai soldati del campo... possibile che con tali ritmi nessuno (al di fuori del campo sapesse nulla)?
A questo link https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_campi_di_concentramento_nazisti#cite_note-museoauschwitz-5 trovate, in rosa l'elenco dei campi sterminio anche se, per la mia ignoranza e dopo la visita al museo dell'olocausto di Londra sapevo che i campi di sterminio fossero 3 Auschwitz, Treblinka e Solibor (il che ridimensionerebbe maggiormente le cifre di pocanzi se non si considera quel dettaglio per cui ad Auschwitz (con un 1.100.000) morti e la presenza dei forni crematori, non furono trovate ceneri, mentre a Treblinka furono trovate le ceneri ma non i forni crematori... dettagli vero?

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