29 giugno 2020

L'america che non si inginocchia è tutta con lei.

Ormai dovrebbero aver fatto il giro del mondo i vari video e foto di donne e, a dire il vero pochi, uomini bianchi che presi da un artrite reumatoide agli attributi, anche detti "zebedei", si gettano in ginocchio per chiedere scusa di aver tirato giù le scimmie dagli alberi africani, averle vestite e dato loro lavoro e dignità. Mi verrebbe da chiedere se oltre ai negri, che vengono uccisi dagli sbirri bianchi per essere dei delinquenti e ostentando sempre una certa resistenza all'arresto, qualcuno sentirà finalmente il bisogno di chiedere scusa alle vere vittime del colonialismo americano... ovvero i pellerossa unici veri autoctoni delle americhe traditi, sterminati e cacciati nelle riserve come animali... non prima di averli spinti all'alcolismo e spappolato il fegato con l'acqua di fuoco, che ad essere onesti era poco più che petrolio liquido.
Forse si preoccupano per i negri per una ragione ovvero intendono destabilizzare l'ordine costituito dell'occidente con una causa che accomuni tutti i pellet del pianeta con la complicità degli autorazzisti, ovvero quelli che, da bianchi privilegiati, discriminano i bianchi "sovranisti" che hanno meno privilegi di un ferrotranviere (la cui famiglia può usufruire di uno sconto per viaggiare sui treni italiani).
D'altronde l'olocausto dei pellerossa non è certo un capo d'imputazione che si può far pendere sul capo dei padri fondatori, massoni giudaici che operarono per mezzo dell'esercito unionista. Inoltre di 4 relitti gestori di casinò in mezzo alle desertiche riserve del Nevada, non frega un cazzo nessuno... nemmeno a loro stessi che ora almeno possono vivere tranquilli lontano dai bianchi ed in santa pace.
Le proteste non si placano e anzi continua la destituzione di monumenti storici, e la prossima cancellazione della relativa storia, dei grandi uomini (guarda caso bianchi) a cui si sostituisce il nulla.
Come nella storia infinita, anche questa storia non sembra avere fine, i negri in rivolta non costituiscono un qualcosa che avanza, un qualcosa di sommerso che l'occidente bianco non voluto far emergere per una presunta supremazia intellettuale, bensì rappresentano il nulla. Il nulla in campo artistico, se non negli ultimi decenni di qualche ghetto style, che ha portato in auge generi musicali nati proprio nelle piantagioni di cotone quale il blues, mentre il jazz è nato nei bordelli. Il rap dove, più che cantare e suonare, l'artista sembra berciare parolacce e ciondolare a ritmo di bassi e basi campionate di batteria. Non è un caso se qualche fenomeno vorrebbe, o meglio, ha bisogno di far cambiare colore della pelle ai compositori classici come nel caso di Ludwig van Beethoven che qualcuno vorrebbe far diventare negro dato il ritmo presente nelle sue composizioni.
La presunta cultura africana, per cui Boldrini e compagni si inginocchiato e battono il petto, e la stessa che, con la mano libera dall'ideologia ma piena di denaro, cercano di combattere. Ovvero la cultura delle donne lapidate, per strada, con processo sommario accusate di adulterio. La cultura delle spose bambine, per cui oggi si imbratta la statua i Montanelli. La cultura millenaria della guerra santa e dei pedoni schiacciati con i camion. Per non opporre una civiltà degna di tale nome all'inciviltà di questi pellet, è necessario distruggere la civiltà, così che la loro inciviltà risulti più civile.
In questo piagnisteo generale non ci si può nemmeno opporre diversamente si viene messi alla gogna (mediatica e non), emarginati, infangati, accusati, aggrediti e linciati sui social senza darci nemmeno la soddisfazione di veder bruciare una croce sul prato di casa.
Così i pochi che hanno il coraggio di restare in piedi diventano degli autentici eroi.
"in questo marasma dittatoriale da politicamente corretto il vero coraggio l’ha invece avuto la giocatrice del North Carolina Courage (dovrebbe trattarsi del portiere Sam Leshnak) che in quel momento sedeva in panchina e quindi non è stata ripresa dalle telecamere. Ci ha pensato un fotografo dalle tribune a immortalarla mentre, unica della fila di riserve, rimaneva orgogliosamente in piedi durante l’esecuzione dell’inno, pur indossando la maglietta del movimento antirazzista. L’unica, nei fatti, ad aver compreso che la giustizia sociale non si ottiene oltraggiando i simboli della propria nazione [...] “Oggi ci siamo inginocchiati per protestare contro l’ingiustizia razziale, la brutalità della polizia e il razzismo sistemico contro i neri e le persone di colore in America”, si legge in una dichiarazione congiunta di Courage and Thorns. “Adoriamo il nostro Paese e abbiamo colto questa opportunità per mantenerlo ad un livello superiore. È nostro dovere chiedere che le libertà su cui questa nazione è stata fondata siano estese a tutti”. “Vogliamo mantenere l’attenzione sul movimento Black Lives Matter per tutto il torneo“, ha dichiarato il centrocampista della Carolina del Nord Samantha Mewis, la cui squadra ospita anche un’asta online a beneficio della National Black Justice Coalition. “Siamo davvero orgogliosi di noi stessi”" sostengono le giocatrici mentre Samantha sulla sua pagina instagram si definisce "nell’ordine: cristiana, moglie, atleta professionista, patriota, sognatrice. E’ lei Samantha Leshnak, il portiere di riserva del North Carolina Courage, unica a rifiutare di inginocchiarsi – pur avendo dichiarato il suo supporto al Black lives matter e indossandone la maglietta – durante l’esecuzione dell’Inno Usa prima della partita disputata contro il Portland Thorns FC."
Ancora una volta i nostalgici nostrani, invece di alzare la testa e difendere la propria storia, i propri monumenti e la propria Nazione, rivolgono lo sguardo oltreoceano aspettando che arrivi, dalla Nazione che ci ha distrutto e tolto tutto, il nostro salvatore. Ancora una volta i pavidi si mostrano per quello che valgono difendono, o fingono di sostenere, l'eccellenza italiana... ma se è anglofona è sicuramente meglio. Si aspettano che sia la stessa nazione, che ha ridicolizzato la pizza farcendola con l'ananas, a spiegarci il perché noi siamo migliori. Il guaio è che loro non si sognano nemmeno di spiegarcelo, anzi, pretendono di insegnare a noi il termine democrazia (dal greco demos e cratos) che mentre gli egizi sacrificano gli schiavi per la costruzione delle piramidi (che taluni vorrebbero attribuire agli alieni così da non dover fare i conti con il fatto che anche le popolazioni "medio orientali" ricorrevano spesso e volentieri alla schiavitù secondo il costume dell'epoca) noi si analizzava e dichiarava la democrazia "una cagata pazzesca" (con 20 secoli di applauso da parte di tutti i filosofi postumi). Ancora una volta non si ha il coraggio esporsi in prima persona (ed in questo mi ci metto anch'io che scrivo parole anziché andare in piazza del municipio a dar fuoco allo striscione che quelle 4 zecche del #nonunadimeno hanno affisso sotto la statua del conte verde) blaterano di eroismo e stirpe guerriera, ma nei fatti non fanno la guerra nemmeno a parole.

26 giugno 2020

Ancora una volta l'Italia si prostra ai carnefici degli italiani.

Non fosse così grave, non farebbe quasi notizia. Eppure "il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si recherà presso il monumento eretto ai 4 terroristi fucilati a Basovizza [...] per rendere omaggio congiunto con il presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor. A darne notizia è proprio quest’ultimo che dal sito istituzionale della presidenza della repubblica annuncia: “sta se predsednika Pahor in Mattarella dokončno dogovorila in potrdila program njunega srečanja v Trstu in obeležitve 100. obletnice požiga Narodnega doma” (i presidenti Pahor e Mattarella hanno finalmente concordato e confermato il programma del loro incontro a Trieste e la commemorazione del 100° anniversario dell’incendio del Narodni dom). Di detto incendio e della restituzione del palazzo oggi sede della Scuola Superiore Interpreti e Traduttori abbiamo già detto molto proprio qui, sulle pagine del Primato Nazionale" Prima di approfondire la storia dei 4 terroristi divenuti, in seguito vittime della ferocia nazifascista, è male far presente che quel PiDiota di merda di Mattarella il prossimo 13 luglio si recherà a Basovizza per rendere omaggio al monumento e, con l'occasione, far una capatina alle omonime foibe del comune sloveno. Le 4 vittime del nazismo non furono presi a caso per una rappresaglia in seguito ad un attentato contro le forze invadenti (al termine del conflitto), bensì... "Trieste, 1930. È il 10 febbraio quando alle 22.30 una bomba esplode nella sede de Il Popolo di Trieste, il principale quotidiano italiano della Venezia Giulia. Muore, all’età di soli 26 anni uno dei dipendenti dello stesso, Guido Neri. Restano invece gravemente feriti Giuseppe Missori, Dante Apollonio e Marcello Bolla. Una bomba identica, per costruzione e per particolari, a quella esplosa nel gennaio dello stesso anno al Faro della Vittoria, simbolo degli eroi caduti sul mare durante la Grande Guerra. Cominciano a circolare alcuni volantini deliranti, in cui si rivendicano molti attentati tra cui quello al faro “della falsa vittoria”. Anche quello in cui morì Carso Blasina “sotto il nostro piombo”, specificando che “s’è così salvata la nostra nazione della sua sporca presenza. […] maledetta l’Italia, il Fascismo, i Savoia, lo sposo stupido e la Principessa brutta”. Partono le indagini, i primi terroristi confessano, i testimoni parlano [...] La furia criminale continua ed il 1 marzo vengono date alle fiamme le scuole di Sgonico, a Trieste. Il 25 marzo è la volta di quelle di Cattinara ma la miccia fortunatamente si spegne. Forse era difettosa. Il primo dei due incendi deve essere un battesimo per uno degli attentatori, tale Obad. Con lui ci sono anche Spanger, Stoka e Rupel, molto più esperti del primo e che già avevano dato alle fiamme il ricreatorio della Lega Nazionale di Prosecco. Gli autori dell’attentato alla sede del Popolo di Trieste tentano di uccidere anche Giovanni Curet ed il centurione Grazioli. [...] Tutti i responsabili di questi attentati vennero comunque condannati. Nel 1930 si svolse, infatti, il processo ai membri del “Borba” Francesco Marusic, Milos Zvonimiro, Bidovec Ferdinando e Luigi Valencic. Vennero tutti condannati a morte. Per tutti gli altri 8 imputati, invece, le penne emesse andarono dai 30 anni di Luigi Spanger ai 2 anni e 6 mesi di Sofia Korze. In molti casi vi fu il rilascio anticipato dei condannati, come nel caso di Obad e Pertot. Spanger, addirittura, con una condanna a 30 anni, né scontò solo 9 per effetto degli atti di clemenza emessi dal Regime." Insomma questi i "santi" vittime della persecuzione Fascista della comunità slava della Venezia Giulia a cui Mattarella andrà a rendere omaggio. Questo lungo prologo, "saccheggiato" a Il Primato Nazionale, è per mostrare la viltà, la pochezza politica, l'opportunismo di una classe politica che ha trascinato, e trascina tuttora, l'onore dell'Italia e del popolo Italiano nel fango o peggio. Infatti continuano a dipingere, ed è la sensazione che si ha un po' tutti, che il popolo italiano sia rappresentato prima dal Tradimento dell'8 settembre del '43, quindi un'intero popolo incapace di mantenere fede agli impegni presi e alla parola data, e con la furbizia delittuosa rappresentata dalle macchiette napoletane. Sicuramente i pregiudizi verso i napoletani, per me, hanno trovato un valido  riscontro in alcuni personaggi autoctoni che incontrai nell'unico viaggio oltre confine che, a La Spezia, separa il sud Italia dal nord africa. Ciò nonostante non tutto il popolo napoletano è rappresentato dalle caricature elaborate ad arte dal Principe Antonio de Curtis noto ai più con il nome di Totò. Lo stesso discorso lo possiamo ampliare e applicare al resto del paese e del nostro popolo. Non tutti sono, ad oggi, figli di quel "ignobil 8 di settembre" e di quella classe politica che, già durante il fascismo, remava contro il DUCE per puro spirito carrieristico, arrivistico e di pusillanimità e che in vece di impegnarsi nei propri compiti per vincere la guerra restava immobile in attesa delle sconfitte che, almeno inizialmente, tardavano ad arrivare ed infine gioendo delle vittorie nemiche della rinvigorita arma bellica angloamericana che attraverso i bombardamenti sulle aree residenziali delle città italiane spinse il popolo, sin lì fedele ma stanco dei tanti sacrifici a cui era quotidianamente chiamato, a cedere le armi quando capì di essere stato abbandonato dal suo Re.
Nel libro "Giovanni d'Auria - Pilota" (il cui titolo richiama il nome del protagonista) il figlio del colonnello comandante racconta i giorni dei successi, quelli degli insuccessi e quelli del doppio gioco operato dal Re Piccolo (Emanuele III di Savoia) ed il furbo maresciallo Badoglio che, arricchitosi con il fascismo, ne abiurava l'appartenenza stringendo la mano, per ben 7 giorni, all'alleato tedesco mentre già  strizzava l'occhio al nemico inglese a cui avrebbe presto presentato una resa incondizionata. Nel libro viene presentato un popolo, quello italiano, capace di far fronte ai sacrifici per lungo tempo, lamentandosi (dato che la mancanza di libertà di parola è una menzogna della propaganda antifascista), ma facendo del suo meglio per sostenere lo sforzo bellico. Così, dato che siamo stati chiamati in guerra dal covid-19, l'italiano ha ancora una volta mostrato disciplina e senso del dovere, che molti scambieranno per codardia o per tale la faranno passare pur di non riconoscere l'orgoglio di noi italiani di essere italiani. Di essere in tutti i settori produttivi l'eccellenza del mondo intero. Uomini di genio il cui intelletto è offuscato dalla grottesca rappresentanza degli stessi discendenti di quel tradimento che, come un cancro, si è piazzato sulle poltrone d'Italia e ha poi plasmato, tramite sotterfugi, maneggi e leggi atte alla distruzione di quello spirito guerriero che ci ha contraddistinto per millenni, a propria immagina e somiglianza. Con il covid, come ho detto, l'italiano ha mostrato di non essere una caricatura da avanspettacolo, ma di essere invece un protagonista della storia recente e passata. Così è se l'intera Europa, con la complicità dei nostri governanti canaglia, ha impiegato oltre 70 anni e tutte le proprie energie pur di piegare la 5° potenza economica del paese, basata, secondo gli stolti storici nostrani e stranieri, sulla corruzione e sulla proliferazione della mafia.
Nostro è il compito di ricordare che essere italiani ed essere fascisti non è la stessa cosa si può essere uno senza essere l'altro, anche se per chi vuole svendere l'Italia sono sinonimi. Si può amare la propria nazione senza doversi per forza recare in pellegrinaggio a Predappio per comprare le ciabatte del DUCE. Si può essere italiani senza dover seppellire i propri nemici nei piloni di cemento dell'autostrada. Presidente Mattarella si può essere italiani senza dover andare a regalare un palazzo, sede di un prestigioso istituto superiore, alla minoranza slovena che lo consegnò alle fiamme senza troppi riguardi. "Carte alla mano, infatti, due giorni fa si è tenuta una conferenza presso la sala Tessitori di Trieste in cui si sono ripercorse le tappe fondamentali di quei fatti. A partire dall’omicidio di Giovanni Nini, giovane patriota di appena di 17 anni, trafitto a morte da due “slavisti” (come venivano definiti all’epoca). Il tutto accadde durante una manifestazione di solidarietà per l’omicidio di altri due patrioti, il comandante della nave “Puglia” Tommaso Gulli ed il motorista Aldo Rossi, avvenuto il giorno prima a Spalato. Successivamente all’omicidio del giovane Nini, gli “slavisti” si rifugiarono nell’allora hotel Balkan, rincorsi da una folla spontanea che aveva assistito alla morte del patriota. Qui le versioni cominciamo a dividersi ma la tesi più accreditata e supportata, secondo la Lega Nazionale e Renzo de’ Vidovich, dai documenti presenti presso l’archivio di Stato vuole che il secondo piano dell’hotel Balkan fosse stato trasformato in una vera e propria santabarbara, fornita di armi, munizioni ed esplosivi. E proprio dal secondo piano partì la granata che uccise Luigi Casciana, tenente del Regio Esercito presente sul posto per arginare l’insurrezione. Poco dopo cominciarono a divampare le fiamme, sempre dal secondo piano, che in breve tempo inghiottirono la parte superiore del palazzo. La causa? Forse uno scoppio accidentale avvenuto all’interno del Balkan, forse il tentativo di bruciare i documenti in possesso degli “slavisti”.
Il punto della questione è che secondo questa accreditata ricostruzione, l’evento non è attribuibile alla folla né, tanto meno, ai fascisti come sostenuto dall’Anpi e dalle altre sigle filo slovene."

23 giugno 2020

Io sto con la Dalla Chiesa.

Ovviamente non in senso erotico sentimentale. Ma visto che, negli ultimi anni, è di moda schierarsi pro o contro, a seconda del cortocircuito del momento, ho voluto anch'io utilizzare tale formula per dare il mio appoggio alla conduttrice televisiva figlia del fu Gen. Dalla Chiesa (di cui qualcuno avrà vicino a casa una via a lui dedicata senza magari sapere il perché) caduto vittima di un agguato di mafia.
Non so se vi ricordate, o semplicemente avete presente, il piagnisteo e relativo codazzo di condanne a morte quando, sui social, rimbalza la notizia del solito meschino, sia esso Tizio, Caio o Sempronio, che "palleggia" con un riccio, piuttosto che prende a scarpate un cane o qualche altra crudeltà verso animali indifesi? Bene da qualche millennio avreste potuto dare un'adeguata risposta a tale "tam tam" e, allo stesso tempo, dirottare la loro indignazione verso un sano e costruttivo razzismo biologico verso i cinesi. Avreste potuto, ma senza social non lo avreste saputo.
Infatti Rita Dalla Chiesa ha posto una semplice domanda in occasione dell'apertura del festival di Yulin nella cina meridionale.
L'ex conduttrice di Forum ha domandato "«È peccato mortale volere l’estinzione del popolo cinese?»" a me verrebbe da rispondere di no... semmai difficile da realizzare dato che l'attentato bioterroristico americano scatenato contro cina e corea del nord con il covid gli si è ritorto contro senza minimamente intaccare la popolazione cinese, che con 4.634 deceduti, confronto ai suoi quasi 2.000.000.000 di abitanti, è una barzelletta nemmeno una percentuale statistica. Mentre in corea alle 9:00 del mattino c'erano 3 contagiati alle 9:15... 0 contagiati e 3 deceduti.
Eppure questa domanda ha scatenato le ire funeste dei cortocircuiti da tastiera che si sono subito scagliati contro la presentatrice. "«Volere l’estinzione di un popolo si chiama genocidio… Basterebbe augurarsi e chiedere che queste pratiche venissero vietate»" e quindi ora che gli hai dato un nome scientifico ti senti meglio? "«Gli indiani dovrebbero volere la stessa cosa di noi perché mangiamo le mucche e gli arabi lo stesso perché mangiamo i maiali. Abbia pazienza, ma certe affermazioni sarebbe meglio evitarle»" ai primi non gliene frega un cazzo se ci mangiamo delle succulente bistecche, se prendiamo per vere i luoghi comuni della sit-com "The Big Bang Theory" il personaggio di origine indiana appena può si rimpinza di hamburger che non sono certo fatti col tofu, mentre il personaggio ebreo trangugia maiale "mu shu" ad ogni occasione e si ricorda di essere ebreo solo quando gli parlano della Germania (strano non capita mai nei film o nei telefilm). Deve essere come per i blDm loro si possono prendere per il culo, insultarsi e uccidersi a piacimento, ma se lo fa un bianco si incazzano. I secondi lo stanno già facendo, ma non per il maiale (se non ci si riferisce a Renzi o a Conte eventualmente almeno), bensì perché gli viene chiesto di farlo e a loro va bene così. Sono infatti estremamente convinti che la colpa della loro arretratezza culturale (sebbene i sumeri abbiano inventato la scrittura, e da qui la convinzione che incrociare due bastoncini in un certo ordine abbia dato origine alla matematica, all'astronomia, ecc. li elevi automaticamente a civiltà degne di essere ricordate nella storia attuale. Prima di tornare, e finalmente svelare cosa ha di caratteristico il festival di Yulin, permettermi ancora di ricordare che l'islam è quanto di più lontano ci sia dal concetto di società civile, se bastano i fasti del passato a mantenere un certo status sociale allora il mondo dovrebbe ancora baciare la terra su cui camminiamo noi italiani insieme ai greci e, perché no?, agli egizi. Eppure con la distruzione operata dalle religioni semitiche di civile nel mondo non è rimasto nulla se non il finto perbenismo che, come vedremo a breve, crea cortocircuiti a non finire.
Infatti la prossima volta che riceverete il solito piagnisteo contro il maltrattamento sugli animali, che non concepisco per puro sport, mostrate loro le foto del festival di Yulin "fiera che si tiene nella Cina meridionale e dove gli amanti della carne di cane possono consumare la loro vivanda preferita, molto spesso macellata e consumata sul posto".
Come ho detto non sono affatto a favore del maltrattamento degli animali per puro sport e, per quanto trovi moralmente disgustosa l'idea di mangiarmi la Belva (che per quanto mi ama sono certo si lascerebbe persino macellare ancora viva, domandandosi per tutto il tempo della sua sofferenza che cosa ha fatto di male per meritarsi questo), se alla fine i cinesi il cane se lo mangiano equivale a me che mi mangio una mucca, il maiale, ecc.
Quello contro cui mi scaglio è l'ipocrisia di chi chiede la condanna a morte per uno che prende a scarpate un cane (cosa per cui gli taglierei i coglioni, ma senza ucciderlo, la prima volta, così che abbia modo di ricordarsi che cosa ha fatto), ma nemmeno un accenno di protesta per il festival della macellazione canina. Magari sono gli stessi cortocircuiti che vorrebbero far chiudere tutti gli allevamenti di mucca perché le puzze delle mucche inquinano ed è inumano macellarlo, ma non si capisce come si fanno a chiudere gli allevamenti senza macellare gli animali dal momento che, a differenza del panda, gli altri animali non sono così pigri da non riprodursi allo stato brado.
In tutto questo perché sto con la Dalla Chiesa? Semplicemente perché alla furia dei social anziché pubblicare una contrita lettera di scuse o di spiegazioni a cazzo per cui lei intendeva un'altra cosa... ha banalmente risposto "«Non mi rimangio nulla. Pur sapendo che ci sono moltissimi attivisti in Cina che cercano di evitare questo genocidio questa cosa non è più accettabile!» [...] «Ho visto delle foto su Twitter – ha spiegato – che fanno orrore! Andiamo tutti a protestare sotto l’Ambasciata cinese e sotto i consolati. Questo tipo di manifestazioni non dovrebbero essere ammesse in una società civile anche perché loro [i cinesi] avevano detto che l’avrebbero sospesa». E ancora: «La mia è una provocazione, è una domanda. Poi, se non lo capiscono, peggio per loro! Dobbiamo fare casino. Con quello che hanno combinato poi [la gestione dell’epidemia da Covid-19] devono solo che stare zitti! Che mi attaccassero – ha concluso – non me ne può frega’ de meno!»" (fonte Il Primato Nazionale).

19 giugno 2020

Che si stia assistendo ad un balzo evoluzionistico o...

... o in Ghana hanno imparato a leggere per poter leggere i miei suggerimenti di questo mio diario?

A quanto pare il governo del paese africano ha preso in seria considerazione gli inviti e gli appelli lanciati nei miei articoli e rivolti ai pellet di tutto il Mondo. "Tornatevene in africa a lavorare!!! Scrocconi bastardi!" mi sembra fosse il meno ingiurioso che abbia rivolto loro.
Come ho sostenuto sempre con forza, e senza timore di affrontare l'eventuale contraddittorio (mai incontrato), l'unica spiegazione che potevo dare al fatto che, nonostante l'africa possedesse una tale ricchezza di materie prime da attrarre la "golosità" degli ottocenteschi imperi europei, alla fine del colonialismo i "neoritrovati" millenari stati africani fossero tornati al livello infrastrutturale ed economico dell'uomo delle caverne fosse un segnale forte della loro inferiorità, se non razziale quanto meno evolutiva. Eppure dal 2019 lo Stato del Ghana ha lanciato diverse iniziative per un ritorno degli afroamericani nel continente nero "Con il ritorno degli africani in Africa si punta dunque anche a incentivare il turismo e a sviluppare l’economia in settori sinora quasi esclusivamente appannaggio degli occidentali. D’altronde il Ghana, come abbiamo spiegato già ad aprile su questo giornale, negli ultimi anni è emersa come una delle nazioni africane maggiormente in crescita.". Se si pensa alla situazione degli afroamericani, come loro stessi la dipingono, nei ghetti delle città americane, sorge il dubbio che quella del Ghana sia una soluzione che sarà accolta dai pellet con risate sguaiate e brindisi col bonga nelle fumerie di crack. Oppure che il Ghana conosca meglio di noi la situazione dei "nigga" e quindi sappia che tramite le attività di spaccio, traffico d'armi e umano e con lo sfruttamento della prostituzione gli abitanti del ghetto non sono così poveri e perseguitati come vengono dipinti dai blDm. O ancora che il governo punta non ai poveracci scansafatiche, ma alla classe abbiente negra che ha realizzato il "sogno americano" e, tornando in africa, non rinuncerebbe certo alla piccola fortuna che si è conquistato e ha creato negli States. Fortuna che verrebbe, inevitabilmente, riversata nelle casse dello stato. Certo anche il crimine, se portato a certi livelli, paga bene, ma la maggior parte di loro, che fa davvero i "big money" (i soldoni), come piace dire a loro, è gente che ha una certa "abilità" in ambito professionale (avvocatura, medicina, ecc.).
Nell'articolo di aprile, citato poc'anzi da Il primato Nazionale leggiamo "Negli ultimi anni il Ghana è stata una delle nazioni africane a crescere di più. Ciò è stato possibile grazie agli incentivi che il governo ha offerto per favorire gli investimenti. Alla basa di tale politica troviamo il programma “One district, one factory”, che si pone come obiettivo quello di favorire la nascita in ognuno dei 216 distretti del Ghana di almeno una fabbrica che possa trasformare le materie prime in prodotti finiti ad alto valore aggiunto. [...] I risultati di questa politica cominciano a vedersi, basti pensare che una società indiana sta costruendo la più grande acciaieria dell’Africa occidentale, oppure allo stabilimento cinese recentemente inaugurato nella regione di Accra volto alla trasformazione dei pomodori coltivati in loco, a dimostrazione che investitori importanti ritengono il Ghana un Paese dove si può investire con tranquillità. Tra questi ci sono anche imprenditori maltesi." Ovvero il colonialismo economico (quando non è possibile fondare colonie con la popolazione, come ho descritto più volte), forse, a differenza del colonialismo europeo, quello asiatico, oltre ad avere imparato dagli errori occidentali in terra d'africa, sta puntando appunto all'istituzione di rapporti economici e relativo sfruttamento delle risorse naturali e delle materie prime, anziché "conquistare un posto al sole" eppure ricordo che il colonialismo italiano in eritrea fu davvero simile, prima la stipula di accordi economici, poi, data l'assoluta incapacità degli autoctoni di adattarsi alle esigenze produttive dell'industria, la somministrazione di manodopera italiana capace, quanto meno, di non perdersi in chiacchiere al "pozzo" lungo il tragitto dalla capanna di merda alla fabbrica.
Verrebbe da supporre, che si stia appunto assistendo ad un balzo evolutivo di alcuni africani che, finalmente, prendono coscienza di sé "“Continuiamo a tenere le braccia aperte e invitiamo tutti i fratelli e le sorelle a tornare a casa. Il Ghana è la vostra casa, l’Africa è la vostra casa” [...] Un appello rivolto agli africani che vivono negli Stati Uniti e che magari si sentono discriminati. [...] Parole che potrebbero facilmente mandare in cortocircuito chi giudica razziste la politiche di rimpatrio, perché in questo caso il rimpatrio è evocato direttamente da una nazione africana che punta a far tornare “a casa” gli africani. Nessuna richiesta di aiuto dunque e neppure un invito all’integrazione, tutto il contrario". Secondo il mio modesto parere indiani e cinesi, abituati a vedere i ritmi frenetici ed ai turni massacranti a cui sottostanno i propri "schiavi", non riescono ad abituarsi invece alla rilassata vita che, i "lavoratori" svolgono in africa durante il turno. Un'operatrice di viaggi, che conoscevo un tempo, al ritorno da un viaggio, in qualche paese di merda, mi raccontò della flemma con cui nei villaggi turistici (gente abituata ad avere a che fare con gli occidentali) il personale autoctono servisse al bar o ai tavoli con una lentezza esasperante, nonostante l'assenza di ressa che potrebbe far pensare ad una sorta di saturazione di richieste per un esiguo numero di addetti al servizio. Eppure per fornire una semplice bottiglia d'acqua naturale rischiavi di aspettare anche 30 minuti e se per sbaglio davi cenni di impazienza l'attesa poteva protrarsi all'infinito sino alla desistenza del "comandante". Ciò porterebbe appunto tali investitori a cercare di "riportare a casa" quei negri d'america che, secondo loro, hanno almeno la produttività americana ed il vantaggio dell'appropriato colore di pelle per l'africa. Quello che ignorano, dato che a "Bollywood" e a "Cinacittà" i titoli americani faticano ad arrivare, prediligendo invece le produzioni locali, non sanno che nel ghetto si lavora ancor meno che nei villaggi turistici e che in buona parte la fiorente economia agricola degli Stati Confederati d'America (i sudisti) si basava sul delicato equilibrio che si andava creando tra gli schiavi africani e la frusta del loro padrone... diversamente quei fannulloni avrebbero continuato a fissare l'orizzonte pregando il dio banana che cresceva sugli alberi o il dio merda che defecavano dal culo.

18 giugno 2020

Un altro fallimento delle risorse Boldriniane

Come mia abitudine, almeno dal 2010 (dalla finale di Coppa Campioni vinta dall'INTER) ad oggi, non seguo più le partite di calcio nemmeno quelle della nazionale, in quanto non abbiamo una squadra Nazionale di calcio bensì un rappresentanza delle etnie, razze e specie subumane che si sono accomodate nello stivale. Di conseguenza anche ieri mi sono perso la finale di coppa Italia disputata tra napoli e juventus.
Cosa che francamente non mi provoca alcun dispiacere, aldilà del fatto che un 4-2 dopo i calci di rigore con cui la juve perde un'altra finale e non vince una coppa, sia stata una partita combattuta, piena di episodi salienti o una partita piatta. Onestamente non guarderei più una partita di calcio, ma se proprio dovessi ricominciare a guardare le partite e/o a seguire il calcio non inizierei certo da napoli-juve a meno che non si accoltellassero sugli spalti allora potrei pensare di guardare. Giocherei ancora al pallone dal momento che ho passato quasi l'intera vita a rincorrere la sfera sui campi di gioco che vanno da quelli in cemento armato, a quelli in asfalto con "ghiaietta fina" sopra che se per sbaglio scivoli metà del campo te lo porti a casa dentro la ferita e i rarissimi campi in erba, tanto rari che spesso si finiva per buttare 4 zaini in un prato e giocare (con gli amici) l'intero campionato per la gioia dei contadini che da quei prati ricavavano il foraggio per le bestie. Almeno, per una volta, il malcapitato portiere di turno, il portiere volante, il semi "professionista" che si divertiva a giocare in porta perché con i piedi era più le volte che mangiava i chilometri per andare a prendere il pallone finito nel giardino della casa dei vicini.
Ad ogni modo, aldilà dei miei ricordi d'infanzia, per fortuna mi sono perso la partita perché non riesco a guardare una partita senza tifare e tra napoli, juve ed un pellet chiamato ad intonare il nostro inno Nazionale avrei potuto fare il tifo solo per i piccioni che, fatto il nido nella struttura dell'olimpico durante la pandemia, si alzassero in volo per cagare in testa ai giocatori, alla terna arbitrale (corrotta) e a bercianti canidi ululanti.
La partita si è svolta a porte vuote, quindi non si è potuto dare la colpa ai tifosi per gli "uh uh uh" intonati da Sergio Sylvestre, sulla musica dell'inno di Mameli. Non fosse altro che il pellet non parla nemmeno italiano, se proprio vogliamo considerare italiano chi non è nato qui... almeno che berci nella nostra lingua, il subumano, che ha pure saltato un'intera strofa, è un sottoprodotto di Amici di Maria de Filippi. D'altronde solo in quei "talent show" (anche se visto il talento espresso mediamente nel programma sarebbe meglio chiamarli "tangent show", in cui si va avanti a mazzette) certi incapaci possono trovare uno spazio in cui esibirsi e chissà come abbia fatto il mezzo haitiano di origine messicana a ritrovarsi lì.
Purtroppo la ragione per cui ci siamo ritrovati un semianalfabeta, della nostra lingua sicuramente, a cantare il nostro inno non è un mistero tipo il volo di Rudolf Hess in Scozia nel maggio del 1941, di cui ancora oggi gli storici discutono (anche se vaccapedia conosce la verità), bensì viene mostrato apertamente al termine dell'esecuzione il pugno sinistro verso il cielo e la pronuncia a voce alta del motto dei blDm. Dopo la sguattera di Montecitorio genuflessa per protesta, anche il nostro calcio, che da anni schiavizza i calciatori negri con stipendi miliardari e costringendoli a fare il lavoro che milioni di ragazzini e non in tutto il mondo svolgono quotidianamente per passione (senza beccare €1) non vogliono fare, si è genuflesso al potere negro con questa iniziativa che, non solo non c'entra un cazzo, infatti è la prima volta che (sullo stile del superbowl) l'inno viene intonato da uno pseudo-cantante, anziché dagli altoparlanti gracchianti dello stadio mezzo rovinato dalla prestazione canora degli sportivi (calcistici prevalentemente). Inoltre dato il "battesimo" di questa iniziativa a stelle e strisce, potevano prendere un cantante che abbia fatto la storia della nostra canzone... "ma che davero?!? pizza, mafia e mandolino e di punto in bianco nun c'avemo più un cantante in Italia?!?" Aldilà dei defunti (ad esempio un Nino Reitano che cantava "Italia" ogni qualvolta si ritrovasse un microfono sotto al naso o passava vicino alla telecamera...), non c'era un cantante vivo in grado di intonare tutte le strofe, almeno, del nostro inno? Un Celentano, un Tozzi, Raf, Vasco, Ligabue... to un Al Bano. Costavano tutti troppo per cui ci siamo ritrovati questo scimmione a berciare e rovinare il nostro inno nazionale?
In più le scuse che ha twittato sono peggiori della prestazione "“Due cose molto veloci. E’ stata serata molto emozionante, non sono mai stato così emozionato nemmeno ad Amici e Sanremo“, spiega Sylvestre in un video diffuso sui social. “Una cosa incredibile”, prosegue nel suo italiano incerto il cantante di origini messicane e haitiane, “vedere uno stadio così vuoto e sentire questa eco fortissima guarda” [...] “E’ stato incredibile, mi sono bloccato perché mi veniva una tristezza molto forte, sono una persona molto sensibile queste cose qui quando sono sul palco mi coinvolge tanto. Quindi mi sono bloccato ma non perché ho dimenticato le parole”"  Però di fare propaganda te lo sei ricordato benissimo... lì non ti sei bloccato per l'emozione... a merda!
"L’ultima delusione arriva da Sergio Sylvestre, chiamato a trasformare l’inno di Mameli in una sorta di «Motherfucker of Italy» prima della finale di Coppa Italia e franato rovinosamente sull’elmo di Scipio davanti agli sguardi perplessi di mezza Italia (e a quello di Leonardo Bonucci, impietosamente ripreso dalle telecamere mentre alzava il sopracciglio dal disappunto). Una performance degna dell’Enrico Pallazzo di Una pallottola spuntata, che ha bruciato sul nascere questa maldestra marchetta a Black lives matter, brillante capolavoro della Lega calcio, che ha così completato la sua serata di gloria dopo la partita cominciata inspiegabilmente in ritardo e la grottesca coreografia posticcia a coprire gli spalti vuoti. [...] niente da fare, il colored italiano destinato a redimere le recalcitranti folle italiche per portarle nell’eden antirazzista e multirazziale ancora ha da venire. Sylvestre, americano di madre messicana e padre haitiano ma italiano di adozione, anche perché la vittoria di Amici di Maria de Filippi dà più punti di italianità del passaporto, ha fallito la grande occasione. Non solo ha violentato l’inno, ma, non contento, si è anche esibito nel pugno chiuso e nello slogan del ghetto, senza riflettere sul fatto che il naufragio canoro avrebbe portato a fondo anche qualsiasi messaggio politico susseguente".

Nel frattempo un'altra batosta arriva per i sostenitori dell'innocenza dei negri (parliamo di quelli americani), infatti la nuova vittima della polizia bianca era, tanto per cambiare, uno stinco di santo secondo le leggi islamiche, un po' meno secondo quelle dello Stato della Georgia.
"Chi era [...], l’afroamericano ucciso dalla polizia di Atlanta per aver resistito al proprio arresto durante un’operazione di controllo? I media statunitensi, le autorità e l’establishment sono pronti a spergiurare che [...] fosse un padre esemplare di tre figli, una persona amorevole, un lavoratore instancabile; e che il suo comportamento durante il fatale controllo delle forze dell’ordine, avvenuto in un parcheggio, fosse «gioviale» e «cooperativo» – queste le parole del procuratore distrettuale di Atlanta Paul Howard. [...] A far cadere il castello di carte della presunta «santità» di [...] ci ha pensato ancora una volta la giornalista e attivista conservatrice afroamericana Candace Owens.
La Owens era balzata agli onori della cronaca già settimana scorsa, dopo aver pubblicato un video in cui affermava di non voler considerare [... quello censurato qui è quello di Minneapolis gli altri sono quello di Atlanta...] un martire, elencando tutti i suoi precedenti penali. Ebbene la giornalista ha replicato il gesto, pubblicando su Twitter le condanne di [...], che nel corso degli anni è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, violenze e crudeltà su moglie e figli e sequestro di persona". Santo subito cazzo.

17 giugno 2020

Il delirio antirazzista non tiene conto della realtà.

Come in altre occasioni, e per altri articoli, anche oggi avrei potuto intitolare l'articolo in diversi altri modi, ma per la gioia di grandi e piccini il più gettonato, da me, diventa il sottotitolo di quello utilizzato. Per cui "Il delirio antirazzista non tiene conto della realtà. Quando i ricordi d'infanzia diventano una scelta politica ben precisa."
Con questo sottotitolo penserete alle allegre passeggiate per la via centrale di Predappio mentre, da infante, giocavo a fare l'altalena con le braccia di mamma e papà (i genitori hanno un nome comune ben preciso e non un numero di targa) a caccia degli ultimi cimeli del ventennio quali l'accendino del Duce, il vino del Duce, le pantofole del Duce, ecc. Niente di tutto questo, la mia infanzia era già felice quando mamma mi "viziava" comprandomi i Kellogg's "coco pops" che, tuttora, ghiotto di cioccolato ho sempre preferito ai Kellogg's "Rice Krispies". Oppure quando, con la mia paghetta, mi permetteva di comprare in edicola "Il Giornalino" che, ho scoperto oggi, essere stato ideato da un sacerdote Giacomo Alberione, sì un sacerdote ma in compenso, pubblicato la prima volta in Italia (e quella lo era) nel 1924 dalle edizioni San Paolo. Non mi vergogno a sostenere di aver letto, di fatto per anni, una rivista cattolica e per di più Fascista?!? Francamente all'epoca della mia infanzia, non ce ne fragava un cazzo di niente, non si badava ai colori e alle bandiere (tranne nel caso della juve), se ti piaceva leggere un fumetto (ed Il Giornalino ne era pieno anche di certi titoli importanti) lo leggevi senza curarti se fosse stato fascista, comunista, anarcocattocomunista o berlusconiano (che era appena sbarcato dalle tournée in crociera).
Ricordo ancora che aspettavo con ansia che ci fossero i fumetti di Larry Yuma, personaggio chiaramente ispirato ai personaggi cinematografici interpretati da Clint Eastwood nella trilogia del dollaro. Luky Luke, in seguito portato al cinema da Terence Hill. I Puffi, Asterix, Braccio di Ferro, ecc. Mi sembra di ricordare, ma potrei sbagliarmi essendo passati tanti anni, che a volte venissero pubblicate le storie di Cocco Bill del compianto autore Benito Jacovitti.
Questi erano gli anni della mia giovinezza, in cui ogni cosa sembrava "pura", perché pura era l'animo del fanciullo che si affacciava alla vita. Purezza di lì a poco distrutta per sempre dal "Drive In" e da altre trasmissione più o meno sessualmente esplicite (vedi "Colpo Grosso" e altre) quando ancora non c'era tutta questa attenzione verso i minori, ovvero niente bollini rossi da ignorare accanto al logo dell'emittente televisiva.
"L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai." e con essa anche l'ingenua visione del mondo e allora cerchi nella merda in cui affondi, ormai fino al mento, qualcosa che ti riporti indietro, che ti permetta di correggere i troppi sbagli che hai commesso in vita tua, i torti che non hai mai restituito, quando a te li hanno fatti pagare a prezzo pieno, sempre! Allora ti aggrappi a qualunque cosa ti ricordi quel periodo felice della tua vita per darti l'illusione di poter ancora raddrizzare le cose, ma poi i Pan di Stelle, del Mulino Bianco (chissà per quanto ancora potrà o riuscirà a mantenere questo nome prima di essere tacciato di razzismo e costretto a scegliere tra "Mulino nero" e "Mulino Arcobaleno, con particolare attenzione alla causa LGBT") ti piazza sulla confezione il disegno di una bambina negra sottintendendo che l'acquisto del prodotto, un giorno, le garantirà un costosissimo biglietto verso l'Europa con cui verrà insieme alla metà dell'africa che ancora non è arrivata.
Ed i coco pops vengono accusati di razzismo perché in copertina hanno una scimmia (disegnata) così come i corn flakes hanno un gallo, i frosties hanno una tigre e i Chocos (mai visti in Italia ad essere sincero) hanno un elefante. A completare lo zoo, prima che la linea Coco pops fosse unificata alle barchette e alle palline, c'erano anche un ippopotamo e un coccodrillo.
"Anche i Coco Pops sono razzisti. Perché? Perché sono neri e hanno una scimmia come simbolo. Si chiama Coco the Monkey, e noi tutti l’abbiamo sempre vista senza attribuirle particolarità “razziali”. Ma di questi tempi tutto è sospetto, e i cereali sono stati criticati dall‘ex deputato laburista Fiona Onasanya, che ha scritto alla Kellogg chiedendo perché hanno scelto quell’animale per rappresentare il cereale al cioccolato quando invece, ad esempio, i Rice Krispies hanno come mascotte “tre ragazzi bianchi”" (fonte Il Primato Nazionale) la risposta alla domanda posta dalla deputata si troverebbe nello specchio a lei più vicino, ma si sa che non brillano certo per acume, come ho ampiamente dimostrato in questi anni, quindi aspettiamo di leggere la lettera di scuse della Kellogs nella quale assicureranno, a stretto giro, il cambio di mascotte dove al posto della scimmia disegnata metteranno la foto di un negro o qualche altro animale della giungla del ghetto. "L’ex deputata in seguito ha twittato: “Bene, dato che John Harvey Kellogg ha co-fondato la Race Betterment Foundation (lo scopo principale della Fondazione era di  curare la “degenerazione della razza”), mi sarebbe dispiaciuto non chiedere …”. Un portavoce della Kellogg ha dichiarato al MailOnline: “È importante parlare di più su come possiamo costruire l’uguaglianza razziale. Kellogg sostiene la comunità nera”. E ancora: “La mascotte della scimmia che appare su Coco Pops sia bianca che al cioccolato al latte, è stata creata negli anni ’80 per evidenziare la personalità giocosa del marchio”. Dunque, finisce qua la polemica, dato che la scimmia è mascotte anche di quelli non …. “neri”." e così scopri che, senza saperlo, hai per anni finanziato una fondazione contro la degenerazione della razza, molli il lavoro e vai immediatamente a fare un'altra scorta di coco pops neri con la scimmia sopra sin dagli anni '80 quando nemmeno ai negri fregava un cazzo di essere negri.
E dopo i Kellogg's non puoi non apprezzare il fatto che uno dei tuoi eroi preferito dell'infanzia è anch'esso accusato di razzismo, "Contro il Black lives matter depone le armi e si arrende anche Lucky Luke, il cowboy solitario che “spara più veloce della sua ombra”. Il prossimo album a fumetti del celebre e assai longevo – la sua prima avventura venne pubblicata nel 1946 – pistolero concepito e disegnato dal fumettista belga Morris, sarà tutto dedicato agli afroamericani, che avranno un posto di assoluto primo piano nella sceneggiatura. “Le storie di Lucky Luke dovrebbero svolgersi durante la guerra civile americana e oltre, eppure gli afroamericani non sono mai rappresentati negli album, se non in modo marginale” [...] Disegnato come i precedenti da Achdé, uscirà il 23 ottobre da Lucky Comics. “È stato concepito molto prima della morte di [...]”, ha dichiarato Jul. Ma chissà per quale strano motivo, esce proprio ora. Nella copertina è disegnato Lucky Luke nel bel mezzo di un campo di cotone, a fianco di uno sceriffo di origini afroamericane. Sullo sfondo, quattro figuri incappucciati, membri del Ku Klux Klan, brandiscono delle torce accese. La storia, spiega Jul, è ambientata in Louisiana, dove Lucky Luke ha ereditato un’enorme piantagione di cotone."
Giudicate voi, ma a me più che negro sembra messicano...


Grazie... mi avete regalato una magnifica infanzia e nemmeno lo sapevo.
Allora qual è la realtà di cui il delirio antirazzista non tiene conto?
Banalmente il fatto che nel sud della Francia (da Digione a Nizza) sono ormai 5 giorni che ceceni e marocchini si stanno affrontando, i primi armati di coltelli, mazze e spranghe i secondi di pistole e kalashnikov. I giornali ne parlano pochissimo, ma voi starete pensando che i ceceni abbiano aggredito i marocchini per le tensioni blDm... macché ai ceceni non gliene frega un cazzo se i monumenti francesi vengono abbattuti e le chiese arse... no semplicemente un ragazzo ceceno, intervenuto per soccorrere un ragazzo di origine balcanica che stava subendo un aggressione da parte di spacciatori nordafricani, è stato a sua volta massacrato dagli stessi marocchini, appresa la notizia la comunità cecena è insorta ed ha iniziato una vera e propria caccia allo spacciatore nella città di Digione che a loro volta si sono organizzati ed ora sono 5 giorni che si scornano. Gli scontri si stanno propagando anche in altre città dove la comunità cecena è abbastanza forte per affrontare i negri. "Mentre tutto il mondo è impegnato ad accusare l’uomo bianco di razzismo e atrocità commesse contro neri e immigrati, in Francia i suddetti immigrati si scannano tra di loro mettendo a ferro e a fuoco proprio quelle città in cui l’uomo bianco li ha accolti [...] Ieri, lunedì, è stata la quarta serata di scontri sanguinosi tra diverse etnie per le strade di Digione. Protagonisti sono un gruppo di giovani ceceni, arrivati anche da altre città della Francia per vendicarsi del pestaggio subito da un 16enne ceceno avvenuto lo scorso 10 giugno. Secondo quanto riportato da Le Figaro, l’adolescente avrebbe aiutato degli amici di origini balcaniche a difendersi contro un gruppo di spacciatori maghrebini, e questi per risposta lo avrebbero massacrato di botte. La locale comunità cecena ha dichiarato guerra ai nordafricani e da quattro giorni 150 uomini armati di coltelli, mazze da baseball e altre armi battono la città, con l’approvazione di non pochi residenti, secondo quanto riporta il sito News-24 France, per punire uno per uno gli spacciatori (che si sono a loro volta organizzati con pistole e AK-47)." Se questa è la "pacifica" convivenza nelle nazioni multietniche... aspettiamoci il peggio anche qui da noi.

16 giugno 2020

A non guardare i canali vaticani...

A non guardare i canali vaticani sicuramente si guadagna in salute mentale, vista la brutta piega che la chiesa cattolica ha preso negli ultimi anni (soprattutto con il pontificato di Bergoglio... ridateci il tedesco), ma a volte si possono perdere delle vere e proprie chicche televisive.
Infatti nella serata di ieri, sul canale vescovile "TV2000", mentre andava in onda il solito film su Gesù, è apparsa la scritta "MUSSOLINI HA SEMPRE RAGIONE". Puntualmente e immediata è giunta la risposta dell'emittente che parrebbe poter essere stata hackerata "“Stiamo effettuando delle verifiche. Il contenuto di queste didascalie non corrisponde ovviamente al pensiero dell’emittente. Da esse ci dissociamo con fermezza e ci scusiamo con i nostri telespettatori”".


L'emittente assicura che indagherà sull'accaduto e darà la caccia ai responsabili, ma nel frattempo, noi non possiamo fare altro che apprezzare l'iniziativa dell'emittente. D'altronde i poteri della Chiesa in Italia furono proprio ristabiliti dal Duce con i patti lateranensi dell'11 febbraio 1929 e dal momento che la prossima foto arriva direttamente da Vatican news non sarà facile smentire un tale accadimento storico.

Infatti la persona che, con pochi capelli (che diventerà noto come "il pelato" per usare uno dei nomignoli meno sgradevoli che gli vengono quotidianamente rivolti) seduto accanto al Cardinal Gasparri è proprio lui il DUCE d'Italia Benito Mussolini, "Gli Accordi del Laterano del 1929, d’altra parte, e più tardi la loro recezione nell’articolo 7 della Costituzione della Repubblica italiana, nel contesto di un inquadramento teorico dei rapporti tra Chiesa e Stato che richiama alla mente proprio un passaggio del par. 76 della Gaudium et spes, completarono e perfezionarono un assetto nuovo. Alla Santa Sede vennero date le più ampie garanzie per lo svolgimento della sua missione nel mondo;" (fonte Vatican News https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-02/editoriale-osservatore-romano-11-febbraio.html).
Infatti non è un caso se i fascisti italiani (sia i più nostalgici che i fascisti di nuova formazione) si rifanno al motto "Dio, Patria, Famiglia!!!" che mi aspetto di veder comparire prossimamente sull'emittente vaticana al prossimo incontro tra il pontefice e la cinese che cerco, come un emissario di "tana delle tigri" di lanciare il pontefice contro le corde del ring il quale rispondeva con una serie di schiaffi alla mano per liberarsi dalla dolorosa morsa dell'avversario. Il pontefice, giurano i fedeli presenti in piazza, quando non visto dall'attento sguardo dell'arbitro popolare (i fedeli in mondo visione) ha infilato i piedi in due grossi secchi di metallo e si è scagliato contro "Maschera d'oro" (muso giallo) colpendolo al volto. Interrogato sull'accaduto nel dopo incontro ha affermato "la rinascita dell’umanità è cominciata dalla donna. Le donne sono fonti di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità". D'altronde si sa che Jorge "Naoto" Bergoglio è pur sempre un lottatore addestrato alla tana delle tigri.

15 giugno 2020

Devasta tu che devasto anch'io

Le proteste non sembrano placarsi né negli USA né, a quanto pare, in Europa che con la violenza della polizia di Minneapolis non c'entriamo nulla, abbiamo, mio malgrado, accolto ogni sottospecie umana e subumana nei nostri territori. L'abbiamo nutrita, vestita e mantenuta. Non gli abbiamo dato fuoco, picchiato o fatto alcun altro tipo di aggressione fisica o verbale. Non li abbiamo rapiti come schiavi dalle loro case di merda e fieno. Eppure protestano per aver subito un trattamento iniquo, distruggono le statue che costituiscono la nostra storia, cultura e religione (che continuo a non abbracciare) coadiuvati e coordinati da vili traditori che non si guardano allo specchio, diversamente saprebbero che le loro proteste contro la "supremazia" bianca in Europa, la loro classe privilegiata da figlio del questore, del sindaco, del dottore, ecc. (anche loro radical chic), andrebbe rivolta contro sé stessi e non contro la statua di Indro Montanelli.
Facciamo un po' d'ordine.
Le proteste sono sbarcate nel vecchio continente nelle isole britanniche, per essere precisi nella multietnica e multirazziale città di Londra e altre realtà (quali Bristol), dove della feccia a caso sta abbattendo e/o imbrattando pezzi di storia del Regno Unito. Se da un lato potremmo (a livello di logica) comprendere l'abbattimento della statua di Colton (lo schiavista che fece la fortuna di una città inutile come Bristol) altrettanto, come già detto, non capiamo le ragioni per l'accanimento contro quella di Churchill.
Secondo diverse fonti il sindaco pellet della città di Londra (a dimostrazione del fatto che il Regno Unito e xenofobo e razzista) ha stabilito che una commissione deciderà quale parte della storia cittadina, ma presto la vedremo allargare a tutto il paese e giungere sino a qui facendo così felice la Boldrini che potrà finalmente rimuovere l'intero secolo del '900 italiano o quanto meno i suoi primi 43 anni*, dovrà e potrà essere salvata e tramandata.
Sono abbastanza sicuro che Churchill non se la caverà, quindi avremo che il nazifascismo, che presto non esisterà più, non sarà stato in alcun modo combattuto dall'impero britannico. Sempre che non salti fuori che anche Roosvelt era un razzista, in tal caso avremo, fino a quanto gli ebrei smetteranno di fingere di non sapere il trattamento riservato a loro in Russia, che la seconda guerra mondiale fu combattuta tra Russia e Germania (dal momento che il nazifascismo non esisterà più).
Sempre dal regno unito giunge la notizia strappa lacrime del negro (superpalestrato, esperto di arti marziali e muscolosamente enorme) che salva dal linciaggio un feroce estremista di destra. Secondo la stampa nostrana questo gesto è quello che ci vuole per distendere gli animi... "Il manifestante anti-razzismo che aiuta l'estremista di destra: l'immagine simbolo delle proteste di Londra [...] È un'immagine che infonde speranza e fiducia nonostante le lacerazioni razziali e le ferite sociali di questi ultimi giorni, riapertesi oltremanica dopo le manifestazioni antirazziste di Black Lives Matter due weekend fa, gli scontri che ne sono scaturiti, lo sfregio alla statua di Churchill, vergata da un giovane manifestante nero con "era un razzista" fino alla contromanifestazione di hooligan ed estrema destra di ieri: scontri con la polizia, giornalisti picchiati (tra cui l'italiano Corrado Amitrano) e l'oltraggio della targa a Keith Palmer, il poliziotto inglese ucciso dall'Isis nel 2017 a Westminster, che un dimostrante (poi arrestato) ha scambiato per orinatoio. [...] Dell'uomo bianco soccorso ancora non si conosce il nome. Di chi lo ha aiutato sì: si chiama Patrick Hutchinson, londinese, padre di due figli ed esperto di arti marziali. Questa sua passione e il fisico roccioso lo hanno facilitato nell'impresa. "Ma non sono un eroe, mi hanno aiutato anche altre persone", ha raccontato alla tv britannica Channel 4. "Stavano pestando quell'uomo. Era in pericolo di vita. Così ho deciso di agire".

"È stato un attimo, non ti rendi davvero conto di quanto sia pericoloso", continua Hutchinson. "Ho visto una persona in grossa difficoltà allora mi sono buttato a terra anch'io e, sotto calci e pugni, ho provato a tirarla fuori da lì, proteggendola con il mio corpo. Ho ricevuto moltissimi colpi anch'io ma per fortuna altri mi hanno fatto scudo. Non sono un eroe. È stato un lavoro di squadra"." (fonte republica.it) Già forse il nome dell'estremista di destra non è noto perché non è un estremista di destra, né un hooligan, ma semplicemente lo hanno visto bianco e rasato e lo hanno aggredito? Chiedo eh... Come si scoprì che i razzisti ad aver lanciato le uova nell'occhio della scimmia discobola a Torino non erano di Casapound, ma del PD? Chiedo eh...
Ad ogni modo le proteste stanno arrivando anche da noi, alla lista di vittime della barbarie negroide e "negrofila" (Re Umberto I e Vittorio Emanuele II) si è unita anche la statua di Indro Montanelli accusato di essere un razzista e uno stupratore in quanto, prese in moglie una giovane abissina. Aldilà della possibile accusa di pedofilia, dato che si trattava di una sposa bambina di 12 anni (pratica tuttora in uso in quei paesi di merda, ma come recita un meme di questi giorni finché lo fanno loro va tutto bene, ma s'incazzano quando a farlo è un bianco),  ma Montanelli in abissinia non ci andò da vecchio era un soldato italiano di poco più di circa 25 anni (allego un articolo dal titolo fuorviante https://www.bufale.net/precisazioni-indro-montanelli-e-lacquisto-di-una-moglie-12enne-in-abissinia-era-un-bel-animalino/), non si capisce appunto come faccia uno che si sposa una negra ad essere accusato di razzismo. Bah!
Ad ogni modo la vicenda delle rivolte in cui, accanto alle illegittime proteste per maltrattamenti subiti solo nella loro mente o dai loro progenitori centinaia di anni fa, vengono devastati i nostri monumenti e stralci della nostra storia, mi ricorda fin troppo l'avvicendamento tra i sostenitori del dio semita padre del cristo con la vecchia religione pagana europea, infatti costoro non si limitavano a distruggere statue e tempi pagani, ma si accanivano (come successe ad Alessandria) anche e soprattutto sulla cultura e sulla storia passata. Questo viene ben descritto dal film "Agorà" del regista spagnolo Alejandro Amenábar, in cui buona parte dei testi contenuti nella biblioteca furono distrutti da "parabolani" il braccio armato e violento del cristianesimo. Sostanzialmente non venitemi a raccontare che questa non è una sostituzione di popolo in piena regola e che ai pellet, qui sbarcati, non è stato dato l'ordine o, quanto meno, passata l'idea che questa è terra di conquiste dopo che i nazionalismi sono stati opportunamente ammanettati e imbavagliati, dai partiti democratici.

Non è un caso che i soldi donati al movimento dei bl(D)m (black lives Don't matter: la vita dei negri non conta un cazzo), finiscano direttamente nelle tasche del partito democratico americano. "Segui il denaro, follow the money, e scoprirai qualcosa anche del movimento Black Lives Matters, che sta incendiando le piazze d’America e non solo. [...] Le piazze si sono incendiate in tutti gli States e si sono innescati due fenomeni paralleli. Il primo sono i veri e propri saccheggi e guerriglie urbane. Il secondo è la critica al presidente Donald Trump che ha subito chiesto, e non ottenuto, l’intervento dell’esercito [...] Ma, dicevamo, occorre seguire i soldi. Quelli che il movimento si è subito affrettato a chiedere al pubblico degli inginocchiati. [...] Per seguirli occorre andare sul sito Blacklivesmatter.com. Dalla prima pagina, e ovviamente in bella evidenza, c’è un bottone, giallo, con su scritto «Donate». Dopo averlo cliccato si viene indirizzati in una pagina sicura organizzata da una piattaforma di raccolta fondi che si chiama ActBlue. E qui che nell’apposita casellina potete inserire la cifra della donazione. [...] Opensecrets.org che tiene traccia di come le diverse organizzazioni spendono i quattrini raccolti dal vasto pubblico, spesso in risposta ad ondate di indignazione di massa. Digitando nell’apposita casella di ricerca Actblue (ripetiamo l’organizzazione scelta dal Blm) vediamo subito dove sono andate a finire le loro donazioni nel 2020. Compare una classifica dei primi dieci. Il primo della lista è il candidato presidenziale, avversario di Trump, che si è beccato circa 190 milioni di dollari. Secondo in classifica sempre Joe Biden, con 119 milioni, ma in questo caso si dovrebbe trattare della sua organizzazione elettorale. Al terzo posto un’altra democratica, la senatrice Elizabeth Warren, senatrice democratica che ora appoggia Biden. Seguono Pete for America, cioè Pete Buttigieg il giovane trentasettenne che infiammò sempre le primarie democratiche, e così via." (fonte https://www.nicolaporro.it/i-soldi-di-black-lives-matter-finiscono-ai-dem-usa/).
Quindi già sappiamo chi c'è dietro e quale sia lo scopo delle proteste, indebolire Trump. Se poi ci unisci queste notizie "A Seattle gli anarco-black lives matter-radical chic-antifa-gender fluid-fighetti in rivolta hanno istituito una specie di comune anarchica e radical chic in centro città denominata CHAZ (Capitol Hill Autonomos Zone). Il sindaco del partito democratico d'accordo con il governatore del partito democratico ha deciso di lasciarli fare ritirando la polizia dalla zona. In pratica hanno autorizzato un colpo di stato. Ma come tutte le belle storie dei radical chic la cosa non pare andare come speravano.

Prima di tutto sono venuti i senza tetto che hanno rubato tutto il cibo dei fighetti rivoltosi. Questi ultimi hanno tentato inizialmente, buttando terra su dei cartoni in piazza e piantando vasetti di verdure, di creare un'agricoltura. Fallito miseramente il tentativo (che strano!), si sono dati agli appelli via Twitter perchè i "progressisti solidali" del paese inviassero loro cibo rigorosamente vegano.

Ma non è finita qui: ieri il rapper afroamericano Raz Simone si è autoproclamato capo della zona e con una banda di armati ha comiciato a smazzolare di botte i radical chic e chiedere il pizzo alle attività e alle persone. Ora i fighetti radical chic antiarmi hanno fatto un appello, sempre su Twitter, affinchè i progressisti armati del resto del paese venissero a liberarli.

Trump intanto pare si stia stufando: ha intimato al sindaco di riprendere il controllo della città sennò interverrà lui con l'esercito.

Tre considerazioni:
1) tanti in Italia ridevano degli americani che all'inizio della pandemia facevano la fila per comprare armi. Gli americani evidentemente conoscono meglio l'America di noi. I fessi alla fine sono risultati quelli che non si sono armati;

2) complimenti al rapper Raz Simone che si è messo a insegnare l'anarchia vera agli anarchici fighetti da salotto;

3) alle prossime elezioni americane da un lato c'è Trump e la civiltà, dall'altra una schifezza inenarrabile. Ma non prevalebunt, il bene vincerà."

*Infatti si potrà parlare del fascismo solo negli ultimi due anni di vita dove la RSI (Repubblica Sociale Italiana) passerà dall'essere la strenua difesa della nazione ad un "ridicolo" tentativo di colpo di Stato, "facilmente" soppresso nel sangue dai partigiani dell'ANpI.

10 giugno 2020

Ma qualcuno lo ha mai chiesto ai pellet?!?

La domanda è legittima, ma invece che arrivare da me dovrebbe arrivare dai giornalisti (scientificamente accreditati) per il governo nella brutta figura di Teresa Bellanova. Infatti il ministro all'agricoltura avrebbe dovuto fare i conti con l'oste, anziché lanciare lì cifre, sperare e frignare quando le hanno detto di non dir cazzate.
Secondo il ministro, la manovra di regolarizzazione di oltre 600.000 pellet (come avevo scritto tempo fa è norma di legge per dcpm, alla faccia del fatto che era pericoloso dare in mano il potere assoluto a Orban, quando qui la dittatura va in prima serata ad attaccare democraticamente le opposizioni) avrebbe risolto due problemi. Il primo quello del mancato accesso in Italia, causa corona virus, degli stranieri stagionali preposti a lavorare nei campi. Il secondo quello del lavoro nero che, nella mente vaneggiante della Bellanova, affligge proprio gli oltre 600.000 pellet presenti sul territorio. Forse per la PiDiota ministro all'agricoltura avrebbe risolto anche il disagio sociale, la disuguaglianza economica, la lotta di classe, la fame nel mondo, trovare una cura per tutte le malattie (ma facendo in modo che le case farmaceutiche abbiano comunque il proprio tornaconto), far revocare i 32 scudetti rubati dalla juve e i 3 vinti da dopati, far resuscitare Gandhi e madre Teresa di Calcutta (mai capito tale titolo dal momento che era un albanese di merda), cancellare dalla memoria storica il fatto di aver avuto come segretario PiDiota gente del calibro di Renzi e Zingaretti e infine avere la possibilità di fare la guerriglia al fianco del "Che", ma questa è più una cosa sua più che per l'interesse della nazione.
La realtà, inutile dirlo, è ben lontana dalla realtà, la juve allo stadium continua a sventolare scudetti tricolore con impresso il numero 37. A parte questo il resto è andato tutto come aveva previsto lei... o quasi.
In effetti andando ad analizzare alcuni dettagli specifici, la realtà non è esattamente come l'aveva immaginata il "nostro" ministro in uno dei settori più critici di qualunque nazione si tratti (l'agricoltura). Nella sua mente alla pubblicazione della legge sanatoria orde di pellet avrebbero preso d'assalto gli uffici dell'immigrazione, mentre le uniche cose ad essere prese d'assalto sono state, ancora una volta, le nostre coste e, recentemente, i nostri monumenti (ma questa storia la racconteremo più avanti se il filo del ragionamento mi ci condurrà). Delle 600.000 domande previste ne sono state presentate appena 9.500. Mmm... ma qualcuno ha chiesto ai pellet se a loro stava bene rinunciare per sempre alla propria cittadinanza di Fanculonia o zone limitrofe per diventare tutti italiani? Riguardo alla figura di merda... oops... riguardo a quello che Il Primato Nazionale, ed i giornalai allineati al regime, definisce un flop, la Bellanova dichiara che "“Questa norma costruisce condizioni per la giustizia sociale: quale che sia il risultato, non sarà mai un flop. Fosse anche una sola la persona che viene strappata all’invisibilità e a condizioni di lavoro oscene, lo considero comunque un successo. Per me è sempre stato chiaro: mai con la mafia dei caporali”: dice così il ministro Teresa Bellanova in un’intervista a Repubblica. Insomma, non importano i numeri, importa … il sentimento." la mafia dei caporali... ma quant'è che non si usa più tale espressione?!? Sarà almeno dagli anni '70?!?
Come dicevo quello che non è stato considerato, quello che non viene mai considerato è chiedere ai pellet che cosa vogliono fare. Ovvero, aldilà delle ONG che vedono una vittima nel negro che sta, cappello alla mano, tutto il giorno a elemosinare davanti al supermercato, qualcuno gli ha mai chiesto "se avessi un'alternativa preferiresti romperti "la schiena" per 12 ore in mezzo ad un campo per €500-600 (lordi) al mese o continuare a fare l'elemosina per una cifra variabile (nell'imprenditoria è così) compresa tra i 50 e i 150 euro al giorno? Sono sicuro che, dal momento che scappano dalla guerra, dal momento che il loro (verso l'Italia) è un viaggio della speranza, ecc. Saranno ben felici di fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare per una cifra che gli italiani non si possono più permettere il lusso di accettare. 
"“Ho registrato il fabbisogno di lavoro stagionale indicato dalle organizzazioni agricole tra i 270 e i 350 mila lavoratori. E ho affermato, sulla scorta dei dati di molti Osservatori indipendenti, l’esistenza nel nostro paese di circa 600 mila invisibili. Nel lavoro di cura e domestico, in altri settori, costretti a vivere in insediamenti informali, alla mercé del caporalato e del lavoro nero che significa spesso riduzione in schiavitù”"... ancora i caporali e siamo a 2, ma la domanda torna prepotente, ma qualcuno se l'è fatto due domande? Si è, per caso, domandato il perché l'agricoltura si rivolge agli stagionali (principalmente stranieri perché con i nostri stipendi da fame a casa loro fanno i signori da ostriche, aragoste e Champagne a Cortina, mentre se un italiano dovesse vivere con lo stipendio 600 euro al mese per 3 mesi all'anno si ritroverebbe al posto del pellet con il cappello in mano davanti al supermercato, ma in quanto tale (ovvero non appartenente ad una delle categoria protetta dalla sinistra borghese e radical chic) non "tirerebbe su" la stessa cifra. La risposta può sembrare banale, ma la natura ha dei tempi ben precisi e, con l'introduzione di macchine per la mietitura, la raccolta, ecc. non c'è bisogno di avere 250-300.000 lavoratori fissi tutto l'anno perché non saprebbero che cosa fare. Inoltre i "600 mila invisibili. Nel lavoro di cura e domestico, in altri settori..." non sono assolutamente i 600.000 pellet caduti dal barcone dal 2014 ad oggi, bensì sono zingari e indocinesi (chiamati da me affettuosamente cinghios, visto lo stato di deperimento con cui arrivano in Italia). Un pellet nigeriano (o qualsiasi altra nazione africana), con in testa le pellicce e i "catenazzi" d'oro dei rapper americani, non si "abbasserebbe" mai a lavare il culo ad un vecchio nemmeno di fronte all'opportunità di fregargli mensilmente la pensione e infliggergli quotidianamente umiliazioni e maltrattamenti. 
Ma la Bellanova non demorde e crede che chi offre lavoro in nero sia fortemente motivato a pagare uno stipendio maggiore allo schiavo (di cui ha disperatamente bisogno per restare a galla), di pagare più tasse (cosa di cui ha disperatamente bisogno di evitare) e di beccarsi una denuncia per evasione fiscale che, secondo le leggi tuttora in vigore promulgata dal M5S(tronzi), frutta più anni di galera che l'associazione a delinquere di stampo mafioso... e dichiara "“E’ interesse di tutti garantire l’emergere del lavoro irregolare, italiano e straniero. In quest’ultimo caso per ragioni legate all’emergenza e alla sicurezza sanitaria loro e nostra, e perché solo svuotando la platea del lavoro sommerso e clandestino si toglie acqua ai caporali e alla concorrenza sleale che avvelena e inquina i rapporti. È necessaria una informazione quanto più corretta e capillare possibile rivolta a questi lavoratori. Chi di dovere si muova di conseguenza. La norma non va boicottata ma sostenuta“. E chi è di dovere, se non il governo?" e caporali e 3... ma suo padre/padrone era un caporale dell'esercito borbonico che gli stanno così tanto sulle ovaie rinsecchite i caporali?!?
Ancora una volta sto governo dimostra di non capire un cazzo. O meglio, per non essere troppo volgare, non è capace di colmare il divario che c'è tra la realtà della vita della nazione e la loro moderna idealizzazione dell'unione sovietica in cui i proletari erano criminali populisti e sovranisti, mentre la borghesia di commercianti, banchieri e latifondisti erano gli eroi del comunismo stalinista.
Per fortuna ci pensano i pellet a far cadere nel vuoto le loro manovre di negrizzazione del paese diversamente saremmo già alle rivolte popolari che, come abbiamo visto, stanno arrivando anche qui da noi.
Riguardo a questo argomento in tutta Europa si stanno moltiplicando gli assalti al monumento dei regnanti e/o governanti resisi responsabili di atti di razzismo e colonialismo. Così secondo la colta sinistra dei rivoltosi Churchill era un razzista a tal punto da combattere, anziché allearsi, ad un governo che ha fatto della purezza razziale il fulcro del proprio programma politico (il resto è stata una conseguenza di mantenere le promesse elettorali). Anche in Italia non siamo nuovi a certi episodi, infatti se da un lato, come denunciato ieri, si può riconoscere una certa logica (mai un consenso) nello sfregiare la statua di Umberto I re d'Italia e Imperatore (data la conquista dell'Eritrea dichiarata ufficialmente colonia Italiana nel 1890 proprio sotto il regno "umbertino"), avvenuto a Napoli, non si capisce l'accanimento contro il "colonialismo" di Vittorio Emanuele II avvenuto a Torino. Ho il sospetto, ma è solo un sospetto, che i "colti" e sinistri rappresentati dei centri sociali (il gesto di sfregio con una bomboletta nera è stato rivendicato dalla sezione torinese del KSA - Kollettivo Studenti Autorganizzati Torino) "Quando la giunta comunale di Torino si indigna per una sbombolettata nera sulla statua di un colonialista di merda noi rispondiamo che questa statua NON È IL NOSTRO "PATRIMONIO CULTURALE"!", abbiano confuso Vittorio Emanuele II con il nipote, figlio di Umberto I, Vittorio Emanuele III che effettivamente regnò dal 1900 (alla morte del padre ucciso dall'anarchico Gaetano Bresci a Monza episodio di cui, se ben ricordo, avevo parlato in uno dei primi articoli) attraverso le due guerre mondiali e alla colonizzazione dell'Etiopia, dell'Albania e della Libia (oggi colonia di tutto il mondo, ma guai a parlare del periodo fascista). L'alternativa a questa ipotesi in cui i centri sociali fanno la figura degli ignoranti senza dio è che considerano la parte della penisola italiana, che si estende oltre a La Spezia, africa... in questo caso, allora, il loro accanimento è legittimo dal momento che, insieme a quel razzista di Garibaldi, si rese colpevole della colonizzazione dei territori africani sullo Stivale. Spero che sappiano che in questo modo danno ragione alla fu Lega Nord che sosteneva che Garibaldi non avesse unito l'Italia, bensì separato l'africa... ma io sono un fascista picchiatore da stadio ignorante... lascio volentieri a loro le battaglie culturali.

9 giugno 2020

"Signore e Signori ecco a voi Laura Boldrini!!!"

In uno spettacolo televisivo o teatrale si presenterebbe così un personaggio che sta per fare un numero sia esso comico, canoro, drammatico, recitativo o musicale.
Di tutto questo il numero della Boldrini e compagni, che oggi si sono inginocchiati alla camera in segno di remissiva colpevolezza, già è colpa del parlamento italiano se uno o più sbirri di Minneapolis ha ammazzato [...]  (continuo a rifiutarmi di farne il nome). Come scritto in una chat... la Boldrini inginocchiata in camera non è strano... lo strano è che ci siano le foto. 
Oltre alla genuflessione rituale, seppur poco liturgica, di parte della nostra politica, "l'intervento" della ex presidente della camera (ma quando si parla della Boldrini c'entra sempre un riferimento ad una camera?!?), costituito da "8 minuti e 46 secondi" si conclude col grido "«I can’t breathe» (non riesco a respirare)".
Lungi da me contestare la solidarietà espressa attraverso un gesto, seppur così, platealmente, ben diretto da un ottima regia (seppur non accreditata in quanto occulta) anche indegnamente interpretata dagli attori in scena. Lungi da me il non condannare il maltrattamento sugli animali, di cui si son resi responsabili gli sbirri di Minneapolis, ma ciò che contesto è l'ammissione di colpa per una colpa che in Italia non abbiamo. Alcuni vorrebbero farci credere che noi si dovrebbe chiedere scusa per il colonialismo bianco, ma, come ho già detto, se i pellet sono ancora così tanto incazzati per il colonialismo bianco, perché sentono l'esigenza di venir a vivere al nostro fianco? Hanno forse nostalgia della frusta del padrone?
E, dato e non concesso che la popolazione europea possa avere una colpa di qualche tipo nel colonialismo, anche se le scelte furono politico-economiche quindi lontane anni luce dalla vita della plebaglia, non stiamo pagando già abbastanza con il colonialismo inverso? Con la sola differenza che i bianchi a negrolandia hanno portato la civiltà con servizi, infrastrutture e cultura, mentre i pellet portano malattie, da noi debellate da decenni quando non da secoli. Lo so sono ripetitivo, ma giusto per mantenere la monotonia... perché non ho visto nessuno genuflettersi in aula per le vittime dei pellet? Perché la Boldrini sempre presente in TV (nonostante gli allora impegni istituzionali), sinistramente, scompariva ogni qual volta che una donna bianca (anche quando non necessariamente italiana) veniva seviziata?
Così come per gli italiani uccisi dalle "preziose risorse" della Boldrini, lascio alle parole di Cristina Gauri (giornalista de Il Primato Nazionale) l'elenco delle vittime per cui la Boldrini e compagni non si sono mai inginocchiati nonostante la loro responsabilità diretta tramite scellerate politiche migratorie e disastrose politiche economico-sociali. 
"Non l’abbiamo vista inginocchiarsi per Desirée Mariottini, 16 anni, drogata, stuprata da vergine in un tugurio pieno di siringhe ed escrementi e infine uccisa da spacciatori africani nel quartiere romano di San Lorenzo; non lo ha fatto nemmeno per Pamela Mastropietro 18 anni, drogata, stuprata, presa a coltellate, sezionata mentre era ancora viva e poi abbandonata fatta a pezzi in due valigie sul ciglio della strada dal nigeriano Innocent Oseghale. Nessun pugno alzato per Ermanno Masini, Daniele Carella, Alessandro Carole’, massacrati dalle picconate frutto della furia del ghanese Adam «sentivo le voci» Kabobo, né per Stefano Leo, sgozzato a Torino dall’egiziano Said perché italiano, per «togliergli tutte le sue idee, il suo futuro, le promesse e l’amore dei genitori». Nessuno alla Camera è rimasto in silenzio per 8 minuti e 46 secondi per poi gridare «I can’t breathe» (non riesco a respirare) per David Raggi, a cui Amine Assoul detto Aziz ha pure tagliato per sempre il fiato, sgozzandolo con un coccio di bottiglia. Non si è prostrata per i morti dell’Aquila, per quelli del Ponte Morandi, per i quasi 35mila deceduti (dati ufficiali, ma sono probabilmente di più) a causa del coronavirus, loro sì veri martiri di politiche criminali che hanno ridotto al lumicino la sanità italiana."
Concludendo lo ribadisco ancora una volta, io non mi inginocchio innanzi ai pellet e non fuggo... morire per morire tanto vale lottare.

8 giugno 2020

Resa incondizionata. Due parole che sono stufo di sentir pronunciare.

Siamo al capolinea della civiltà come noi la conosciamo. La città di Minneapolis, teatro della morte di un delinquente negro e dei conseguenti scontri più violenti inscenato dal movimento "La vita dei negracci conta (un cazzo)!", ha firmato la resa incondizionata nei confronti di rivoltosi e delinquenti che hanno colto la scusa delle proteste per arricchire il proprio guardaroba di vestiti firmati (Nike su tutti), televisori e altri elettrodomestici o dispositivi elettronici. Nelle proteste veniva chiesto lo smantellamento del dipartimento di polizia ed il consiglio municipale, oggi, ha preso l'insana decisione di capitolare e di provvedere a tale smaltimento. "«Ci siamo impegnati a smantellare la polizia così come la conosciamo nella città di Minneapolis e a ricostruire con la nostra comunità un nuovo modello di sicurezza pubblica che mantenga davvero la nostra comunità al sicuro», ha così dichiarato la portavoce del Consiglio comunale, Lisa Bender." (partito democratico) "In concreto che cosa cambierà? Gli agenti subiranno un ricollocamento in una non ben specificata nuova forza di ordine pubblico, le cui regole e gerarchie saranno riscritte dalle fondamenta. L’obiettivo è quello di creare un sistema procedurale «in cui gli agenti debbano rispondere del loro operato ai cittadini». Si tratta di una decisione senza precedenti, motivata dalla irriformabilità del corpo di polizia cittadino", (Fonte Il Primato Nazionale)
Quindi gli agenti continueranno ad essere gli stessi (se non direttamente responsabili quanto meno della stessa estrazione sociale), ma invece di rispondere ai capricci al municipio, eletto dai cittadini, risponderà ai cittadini... mmm... "sarà ma a me, me pare 'na strunzata!!!"
Si avviano insomma verso il modello distopico di "Robocop" e la sua OCP (Oh Che Palle, come dicevano gli stessi agenti) e altri film novecenteschi in cui la polizia di fatto è privata e, conseguentemente, in vendita ai più facoltosi, se il municipio può pagare bene, se non può pagare resta senza.
"La percezione di insicurezza determinata dallo smantellamento di una forza di polizia porterebbe inevitabilmente un maggior numero di cittadini ad armarsi e a praticare l’auto-difesa. D’altro canto, uno scenario di forze dell’ordine soppresse o pesantemente limitate appare come il sogno bagnato non solo di qualche anarco-teppista facinoroso, ma anche dell’iper-capitalismo libertarian che potrà così privatizzare agevolmente le funzioni di polizia, appaltare la sicurezza dei distretti urbani più ricchi ad agenzie di protezione, (sul modello delle gated-communities), mentre i poveracci rintanati nei loro sobborghi industriali e nei palazzoni di periferia sopravviveranno senza più nemmeno una parvenza di ordine costituito; ma non vi sarà «nulla» da temere – si fa per dire – perché con tutta probabilità il territorio verrà gestito e «protetto» da gang e bande assortite." (fonte Il Primato Nazionale).
Nell'articolo si fa riferimento al telefilm "the Purge" nato, sul successo di "La notte del giudizio" diretto da James DeMonaco, ma onestamente questo genere di iniziativa da più l'impressione di portarci verso la "finzione" descritta da Luc Besson produttore dei 3 film con la stessa trama, ovvero "Banlieue 13" diretto da Pierre Morel, "Banlieue 13 ultimatum" diretto da Patrick Alessandrin  e "Brick Mansion" diretto da Camille Delamarre quest'ultimo è il rifacimento del primo e vede l'ultima apparizione (in vita) di Paul Walker. Tutti e 3 i film, le cui sceneggiature sono opera dello stesso Besson (per cui almeno due ce li potevamo risparmiare,  mostrano delle megalopoli (nei primi due Parigi nell'ultimo Detroit) vedono la città divisa, da muri di cinta, in quartieri (ghetti per dirla in altri termini) in cui solo le aree urbane più ricche sono sotto il controllo della polizia (privatizzata), mentre le aree più povere hanno un "chioschetto" per gli hot dog con un numero inadeguato di agenti persino per raccogliere una denuncia. La, a quanto pare, profetica visione di Besson sta diventando realtà, anche se, nella Minneapolis di oggi, per ora si punterà probabilmente ad una privatizzazione graduale mantenendo la copertura attuale, ma dopo un primo contratto, la polizia privata alzerà i prezzi e le casse pubbliche non saranno più in grado di mantenere un simile dispiegamento andando, progressivamente, a ripiegare in quelle aree già sotto il controllo delle bande di predoni.
Finché succede in America... "in god you trust... god bless you!" (credete in dio... che dio vi benedica!), ma le avvisaglie della protesta più violenta, aldilà delle genuflessioni generali per cui noi italiani dovremmo chiedere scusa ai pellet perché un paio di sbirri di Minneapolis erano presenti alla morte di un negro affetto da covid-19, si incominciano già a vedere sia in Europa che da noi. La statua di Churchill (di cui francamente) è stata imbratta in Inghilterra, in Belgio hanno devastato la statua del re responsabile della colonizzazione dell'africa, da noi hanno imbrattato una chiesa fiorentina ed il monumento di Umberto I a Napoli, insomma le avvisaglie ci sono già... per cui se non intendete combattere state a casa.

5 giugno 2020

Incitamento alla genuflessione generale

Lo dico subito, così da fugare ogni dubbio a Boldrini e compagni, semmai qualcuno venisse a chiedermi di genuflettermi per chiedere perdono ai pellet per i miei privilegi da bianco... prima gli meno e poi gli do fuoco.
Da quanto sta emergendo dai video, che i media continuano a non mostrare se non censurati per nascondere il vero volto della protesta USA (saccheggiare e picchiare selvaggiamente a prescindere), c'è una tendenza sempre più diffusa alla totale sottomissione di quella parte compiacente di popolazione bianca ad una non ben definita popolazione nera. Non ben definita in quanto da un #tag su twitter ne è seguito un movimento che oggi sta trasformando (visto che non risultano dissociazioni di sorta) essere attiva più nei saccheggi e nelle violenze, che nelle proteste per una parità di trattamento.
Sul tema dell'equità di trattamento mi sono già espresso nell'articolo "Black lives don't matter" di mercoledì scorso, ma resta da capire le ragioni che spingono dei bianchi, che non centrano nulla con le aggressioni e le violenze perpetrate dalla polizia (o alcuni privati cittadini) contro i negri americani, a inginocchiarsi e a chiedere perdono per i propri privilegi da bianchi.
Sento spesso parlare di discriminazione e odio razziale, ma sempre in maniera unilaterale. Continuo a non capire il perché non costituisca discriminazione privilegiare i negri. Ovviamente non mi riferisco solo all'america, ma restando confinati al nuovo mondo... siamo qui a dire che i negri dovrebbero essere trattati in modo equo, in modo rispettoso, ecc. eppure continuano a comportarsi da negri ben sapendo che la polizia non prende bene la resistenza all'arresto. In un video si vede una coppia (un uomo e una donna) di ragazzi bianchi baciare gli stivali ad un gruppo di negri che ha improvvisato uno spettacolo in mezzo alla strada, la ragazza arriva, persino, a inginocchiarsi per terra pur di baciare lo stivale di uno di questi, mentre gli altri, quanto meno, avevano alzato il piede su una transenna per rendere più agevole la sottomissione.
Venendo "A Noi!" anche in Europa, dove di sicuro non sono i bianchi a godere di privilegi, si sta assistendo ad uno "sciaquettio" di gente dello spettacolo che posta foto nere (come ordinato dalla nuova convenzione sociale), che si inginocchia a chiedere scusa per i propri privilegi e/o, probabilmente, per essere bianchi. Ma se penso alla situazione a parti inverse, se ad esempio (prima di venir preso a schiaffi dal vescovo durante la cresima) mi fossi recato in Marocco, giusto per non andare a cercare i paesi più fondamentalisti dell'area islamica, credete che lo stato magrebino avrebbe promulgato una legge per far affiggere un crocifisso, al quale ero abituato, in classe? Che avrebbero cercato un prete cattolico per farmi praticare la materia "religione" obbligatoria ai miei tempi? Credete che, se ci fossi andato da adulto, il governo marocchino mi avrebbe mantenuto a vita fin tanto che persistesse lo stato di rifugiato (stato a cui non avevo alcun diritto)? La risposta è banale quanto scontata... col cazzo!!! E venitemi a dire che queste argomentazioni sono qualunquiste, ma di cosa dovrei chiedere, qui, scusa ai pellet? Di averli accolti? Di averli vestiti? Di averli nutriti? Di averli mantenuti? Di averli lasciate delinquere impunemente?
Sul discorso qualunquismo immigrati delinquenti apro una lunga parentesi.
Ho effettuato una breve ricerca, purtroppo per me non è sempre facile trovare le fonti aggiornate o "scientificamente" accreditate, ma dei siti che ho guardato, cercando il numero di omicidi commessi dagli stranieri (anche se cercavo specificatamente quelli commessi dai negri), è risultato che nella maggior parte dei casi le statistiche sono ferme al 2017 (governo Gentiloni), come se si volesse sorvolare sui numeri prodotti da una legge che prevede l'arresto per i criminali (anche se "discriminati" come i pellet). Emerge però un altro dato interessante, ovvero che su circa 60.000 delinquenti che attualmente compongono la popolazione carceraria circa 20.000 (cioè un terzo) sono stranieri. La stessa percentuale si riscontra tra i soli denunciati (quindi non condannati perché giudicati da una toga rossa che ha applicato la legge non scritta "so risorse, non sanno quello che fanno".
"La popolazione straniera residente nel 2017  in Italia era di 5.144.440 persone, che rappresentavano l’8,5% del totale della popolazione. Le forze di polizia, nello stesso anno, hanno riscontrato 262.235 segnalazioni, riferite a persone denunciate ed arrestate, a carico degli stranieri resisi responsabili di attività illecite, pari al 29,8% dello specifico totale generale  di tutte le persone denunciate ed arrestate in Italia; il dato risulta in aumento rispetto a quello del 2016 allorquando le segnalazioni erano state 261.244, pari al 29,2% del totale. Nel 2015 però sono state 307.781 pari al 32,9% del totale.

La stessa percentuale delle denunce/segnalazioni di stranieri si registra anche fra le persone condannate. Infatti, gli stranieri condannati costituiscono il  30% del totale (2015)." (fonte welforum.it)
La cifre e percentuali possono confondere, perché un terzo non sembra poi così alto rispetto ai due terzi della popolazione carceraria e dei denunciati totali. Bisognerebbe però considerare il fatto che 5.144.440 è meno del 10% della popolazione italiana (8,5% come dice welforum). Ciò significa che su 60.360.000 italiani (in cui immagino ci siano anche quelli considerati italiani da Stato e zecche) a compiere reati sono circa 400.000 delinquenti
La proporzione è facilmente calcolabile se 262.235 equivale al 29,8% vuol dire che il totale dei reati denunciati in Italia è di 879.983, di cui 617.748 imputabili a italiani (e di nuovo bisognerebbe indagare meglio sulle origini di questi italiani, ma non voglio fare l'ipocrita sostenendo che gli italiani sono tutti santi, mentre i pellet sono tutti delinquenti, anche se bisognerebbe almeno escludere tutti i camerati, condannati per reati di opinione). Quindi la percentuale di italiani che delinquono è 1,02% della popolazione (sarà sicuramente per colpa del razzismo della polizia bianca). Giusto per scrupolo calcoliamo la stessa percentuale dei reati commessi dai pellet rispetto alla presenza straniera in Italia? Tale percentuale è 5,1% ovvero 5 volte tanto. Ma dal momento che la sanatoria della Bellanova riguarda circa 600.000 clandestini... il sospetto che tale percentuale si aggiri attorno al 40% dei caduti dai gommoni resta.

In conclusione io non mi sento di dover chiedere scusa di niente, anzi costoro dovrebbero ringraziarmi ogni volta che gli ignoro davanti al PAM anziché rispedirli in africa a calci nel culo fino in Sicilia e poi a nuoto (e frustate) sino a Fanculonia. Per cui siete avvisati, che nessuno venga a chiedermi di genuflettermi innanzi ai pellet dal momento che ho messo in discussione 2000 anni di cultura religiosa della mia terra perché trovavo disgusto il dovermi inginocchiare, tutte le domeniche, innanzi a un ebreo in croce.

3 giugno 2020

black lives don't matter

Il titolo, tradotto secondo il dizionario "inglese-Brambi", significa "le vite dei negri non contano un cazzo!" avrei potuto aggiungere "...esattamente come quella di chiunque altro", ma sarebbe stato una sottolineatura inutile dato che a molti sarà sufficiente fermarsi al titolo per schierarmi, anche senza una mia esplicita presa di posizione, quale appartenente all'altro schieramento. Faccio evidentemente il verso al "nuovo" (o pseudo tale) movimento "petaloso" che, in seguito all'uccisione di un pellet in america (di cui mi rifiuto di fare il nome per non dargli più importanza di quella che gli riserva la cronaca) dagli sbirri bianchi, ha praticamente innescato una protesta che è la solita occasione per i negri di fare i negri e per il resto del mondo (o per quel poco che è rimasto "bianco") di abbassare le brache nei confronti di gente che ha la delinquenza nel DNA.
Va innanzitutto specificato che, come accennato all'inizio, il non prendere posizione non è tollerato, se non prendi posizione a favore sei automaticamente contro. Vieni automaticamente inserito nella schiera opposta. Ci deve essere per forza uno schierarsi, per far sì che, a chi non frega un cazzo delle iniziative "petalose", vengano identificati e di conseguenza isolati quelli non allineati al "bipensiero" orwelliano (o corto circuito mentale come piace dire a me).
"Proseguono in molte città degli Stati Uniti le proteste – unite a saccheggi, violenze e devastazioni – per la morte di [...], avvenuta durante un fermo di polizia a Minneapolis. Sale a undici il bilancio delle vittime. Scontri tra polizia e manifestanti a New York, in particolare nell’area di Manhattan, correlati da episodi di saccheggio di svariati negozi di beni di lusso del centro. Lo riporta la Cnn." Dato e non concesso che la protesta sia giusta, o ritenuta tale, gli episodi da corredo, da cui i manifestanti "pacifisti" non si sognano mai di prendere le distanze (anzi spesso danno protezione e asilo ai delinquenti), fanno sì che ogni protesta diventi un pretesto.
Ma di sicuro non vi tedio solo  riportare le prime pagine dei giornali, che siete assolutamente in grado di leggere da soli, ma il problema del razzismo istituzionale (così lo definiscono i soliti speculatori alle spalle del movimento "black lives matter" la vita dei negri conta) è un problema della democratica repubblica degli Stati Uniti d'America... a noi che cazzo ce ne frega? Da noi semmai si verifica il problema opposto, ovvero, i negri ammazzano i bianchi e, se chiami gli sbirri, ti prendi pure le bastonate perché a loro non possono darle. Giudici, politici e "scassa cassi vari" (come direbbero quelle zecche dei "Pitura Fresca") non solo non puniscono i casi più gravi, ma tendono persino a fornirgli alibi e giustificazioni ignobili tirando in ballo la questione dell'integrazione. Ad esempio "la mancata integrazione ha fatto si che non sapesse che lo stupro in Italia è reato", quando al loro paese però gli stupratori vengono legati mani e piedi ad un asse, gli viene legato un masso alle parti "intime", diciamo, fatto penzolare nel vuoto (il che spiegherebbe l'origine di una certa "virtù" di cui pare siano dotati i negri) e con il "boia" che un po' bastona il pellet e un po' prende a scarpate il masso. Venitemi ora a raccontare che non sapessero che lo stupro è una cosa ignobile ed è sbagliato, anche se commesso nei confronti di una donna bianca o dei ragazzini (ambosessi).
Anche il mondo dello spettacolo dagli artisti, di diversi generi musicali, alle case discografiche, le case editrici, ecc. si sono accodate alla protesta de "la vita dei negri conta", di conseguenza anch'io, in quanto artista, non potevo esimermi dallo schierarmi dal momento che, date le premesse, non schierarsi equivale a schierarsi contro... e preferisco spendere il mio tempo a  fugare il dubbio piuttosto che cercare di convincere i devoti seguaci del "bipensiero" del mio totale disinteresse nei confronti di un pellet che è riuscito a farsi ammazzare dai pochi poliziotti bianchi rimasti negli stati uniti... forse non saranno pochi (statisticamente parlando) i poliziotti bianchi rispetto a quelli neri, ma di sicuro i bianchi sono sempre meno anche lì.
Nel mondo dello spettacolo, dicevo, è un susseguirsi di patetici piagnistei per un accusato di aver "spacciato" banconote false in un mercato locale. "In questi giorni moltissime celebrità stanno facendo a gara per omaggiare la memoria di [...], l’afroamericano ucciso dalla polizia di Minneapolis lo scorso 25 maggio, scatenando le proteste che stanno mettendo a ferro e fuoco l’intero Paese. [...] David Guetta, uno dei più famosi dj del mondo. Dalla cima di un grattacielo di New York, infatti, il disc jockey francese ha campionato nientemeno che I have a dream, il famoso discorso di Martin Luther King, dedicando il brano a Floyd." Sicuramente il Dj si pregustava il plauso facile della folla "festante" qualche centinaio di metri più sotto... "Mal gliene incolse. Perché molti utenti di Twitter non hanno affatto gradito la ruffianata di David Guetta, e glielo hanno fatto notare senza girarci troppo intorno. Le proteste nascono da un fatto evidente: ha senso remixare Martin Luther King, cioè una personalità sacra per la comunità afroamericana, per darla in pasto a una folla di discotecari che si stanno sballando? Ovviamente no, tanto che le critiche sono piovute numerose e impietose. «In questo fine settimana ci sono stati molti crimini contro la mia gente in America, ma quello di David Guetta li supera tutti», ha commentato ad esempio un utente afroamericano con grande indignazione. [...] Ma Guetta può comunque consolarsi dopo la clamorosa gaffe: con la sua esibizione di sabato ha incassato la bellezza di 670mila dollari."
Poraccio... fa 'na pena!!!
Ad ogni modo fin qui sono stato sin troppo politicamente corretto, infatti va fatto presente che, se i telefilm che ci arrivano dagli states sulle storie poliziesche sono veri anche solo per metà, ogni pellet in america hanno una lista di precedenti penali lunga un chilometro (la prima delle cento pagine del fascicolo), e sicuramente non saranno tutti errori giudiziari. Di conseguenza se i negri sono stufi di farsi ammazzare dagli sbirri per strada... la smettano di fare i negri e incomincino ad essere gli uomini che scimmiottano di essere da decine di migliaia di anni. Ci sarà una cazzo di ragione se i discendenti degli schiavi, portati in america con la forza, si comportano allo stesso modo dell'immondizia che ogni giorno ONG e polizia francese scaricano tanto sulle nostre coste quanto nei nostri boschi.
Se non hanno ancora capito che l'unico modo per non farsi ammazzare da uno sbirro è quello di non opporre resistenza, fate anche il remix dell'intervista a Cassius Clay (sì continuo a chiamarlo con il suo nome da schiavo), quella in cui diceva che "i passerotti blu devono accoppiarsi con i passerotti blu", con evidente riferimento alla mescolanza biologica che alcuni "afroamericani" continuano a perpetrare perché schiavi della società bianca, che impone loro una certa sub-cultura, nascosta dietro all'idea di rubare la donna ai bianchi che non sanno più "farlo".
Quindi "black lives don't matter", la vita dei negri non conta un cazzo.