30 aprile 2019

Negli anni in cui uccidere un fascista non era reato.

La plebaglia dopo il 29 aprile 1975 scandiva, durante i loro cortei, "il 29 Aprile lo ha dimostrato. Uccidere un fascista non è reato!".
Per quei pochi che non conoscono o ricordano la storia di Sergio Ramelli, di cui ieri si sarebbe dovuto celebrare il ricordo con una marcia commemorativa silenziosa e ordinata com'è sempre stata negli anni passati, il 13 Marzo 1975 Sergio viene aggredito a colpi di chiavi inglesi (del peso di 2 chili ciascuna) sul cranio da alcuni militanti di Avanguardia Operaia, dopo 47 giorni di agonia Ramelli muore, ma per rintracciare e arrestare i colpevoli ci vorranno ben 10 anni.
Questa è l'italietta di chi predica pace e amore spaccando la testa di chi la pensa in maniera diversa e non solo non si vergogna della propria ipocrisia, ma continua a vantarsi e continua, seppur con parole diverse, ad intonare lo stesso slogan. 
Come ho detto più volte, compreso nella commemorazione dello scorso anno, quella che un tempo era una sinistra (per non dire comunismo) popolare stalinista e leninista talmente vicina ai bisogni del popolo da trovare punti di contatto con le tematiche più socialiste di "fascismo" e "nazismo", oggi (come 44 anni fa) non ha più nulla da spartire con la propria ideologia essendo, di fatto, diventata parte integrante e attiva di quella borghesia che tanto odiava e che oggi è nota con il termine, un tempo dispregiativo, radical chic. Com'è noto nel commando che compì l'azione contro Sergio vi erano diverse figure di spicco di quella che sarebbe diventata la Milano "bene". Gli aggressori materiali erano due studenti di medicina (divenuti due stimati medici all'epoca del processo), nel commando dispiegato nell'agguato erano impiegati il fratello di un magistrato ed una biologa-ricercatrice, ecc.
Oggi come allora la stampa di questo paese privo di senso e ragione continua a sputare su un passato che continua a temere in quanto è rimasto, nei decenni, fedele a sé stesso. Se la sinistra è stata tradita da sé stessa e dai suoi stessi militanti (diventando di fatto appetibile e funzionale al sistema), dall'altra c'è una destra, quella estrema e radicale (dove radicale ha ancora il suo valore originale) che nel cuore ha ancora uno slogan scolpito a fuoco "Contro il sistema boia chi molla!".
Per questo i codardi non mollano la presa, per questo non permettono che nemmeno il "centrodestrismo" all'acqua di rose di Salvini, Berlusconi e Meloni possa trovare spazio scevro dalla nomea infamante (nei nostri confronti) di "fascista".
Così ogni scusa è buona per provocare, o denigrare, l'unica parte politica che non abbassa mai la testa, in grado di affrontare ogni contestazione con la dialettica e con la forza (quando questa è richiesta) la cui reazione è sempre spietata e senza mezzi termini... una reazione che non fa prigionieri... non più.
Questa è l'italia di chi non solo non condanna, ma persino difende chi fa questo "Basta leggere e farsi raccontare da chi c’era in quale contesto maturò l’assassinio di Ramelli, che per il fatto di essere un militante del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Msi, era considerato semplicemente uno “sporco fascista”. Subì continue aggressioni, intimidazioni, minacce estese ai suoi familiari. Una terrificante sequela di violenze che lo costrinse a cambiare scuola, scelta che non gli salvò la vita, perché un suo ex compagno consegnò una sua fotografia agli universitari mazzieri di Avanguardia Operaia. Si pensi che persino una volta morto i suoi genitori, straziati com’erano dal dolore, furono oggetto di telefonate minatorie e altri messaggi raggelanti." (fonte Il Primato Nazionale) quei giornalai, politici e "pezzenti" danarosi che non sanno fare i conti con l'ombra di quel passato che, in quanto borghesi, ora li perseguita. Allora continuano la "lotta" a colpi di scritte indegne, soprusi ideologici e leggi che violano le libertà fondamentali di un individuo da quella di espressione a quella di pensiero. Così Fiano e Boldrini riescono a impedire alle persone di poter parlare di un determinato periodo storico (se non riportando le solite menzogne trite e ritrite), così Sala si nasconde dietro alla prefettura e vieta il corteo di commemorazione per Sergio Ramelli, così Gad Lerner sputa (in primo luogo su ruolo e sull'etica che dovrebbe avere un giornalista) sulla memoria di Ramelli scrivendo su twitter "Imbrattare la lapide di Sergio #Ramelli è stato un gesto spregevole. La memoria della sua morte ingiusta merita rispetto. Non forniamo alibi ai fascisti che, protetti dalla @LegaSalvini , infestano di nuovo l’Italia con azioni violente, razzismo e culto dell'uomo forte pic.twitter.com/9RbvT6a49I" (stessa fonte) a chi legge solo superficialmente può sembrare che condanni il gesto in sé "Imbrattare la lapide di Sergio #Ramelli è stato un gesto spregevole. La memoria della sua morte ingiusta merita rispetto.", ma la seconda parte indica chiaramente che la condanna non è tanto per la memoria di Sergio quanto "Non forniamo alibi ai fascisti che, protetti dalla @LegaSalvini , infestano di nuovo l’Italia con azioni violente, razzismo e culto dell'uomo forte".
Concludendo per quanti si sono presentati alla commemorazione non violenta, silenziosa e commovente di Sergio Ramelli sono stati accolti dalle manganellate delle forze dell'ordine in barba alla diceria che l'accusa di aggregazione sovversiva era roba da fascisti.

SERGIO RAMELLI... PRESENTE!!!

29 aprile 2019

Le religioni semitiche ed il morboso attaccamento alla morte.

Ben ritrovati, purtroppo non ho fatto in tempo a scrivere che sarei andato in ferie, in occasione dell'impalamento di Gesù, per cui vi ho lasciati orfani di articoli e spiegazioni per cui poteva sembrare che semplicemente non riuscivo a scrivere (una sorta di blocco dello scrittore). In verità in settimana avrei avuto tanti argomenti di cui parlare, anche degni di nota, ma in effetti poco "cicciosi" per cui sarebbero stati poco più che commenti sarcastici e citazioni di articoli presi in prestito (violando di fatto la nuova legge sul copyright che, in quanto artista, è l'unico "reato" che mi infastidirebbe commettere).
Probabilmente anche nell'articolo di oggi violerò tale legge*, ma d'altronde risulta difficile scrivere qualcosa senza riportare stralci di conversazione (nonostante scriva sempre la fonte citata per omaggiare il "genio" che ha scritto l'articolo o dato l'informazione).
L'articolo di oggi va ad inserirsi nella lunga serie ripresa più volte in passato che cerca di fare un maldestro parallelismo tra le religioni semitiche (cristiana in primis dato che come a tutti gli italiani di una certa età è stata inculcata a schiaffoni) e le religioni cosiddette "pagane" o precristiane, ecc.
Va detto che con tutte le volte che ho affrontato l'argomento in questi anni di "diario", avrei potuto scrivere direttamente un libro intitolato "100 ragioni per non essere cristiano!!!" anche se probabilmente avrei venduto più nel Maghreb che in Italia, ovviamente e assolutamente non compreso da questi ultimi fino alla lettura della prefazione in cui si faceva riferimento al paganesimo.
L'argomento di oggi a molti non giungerà nuovo, soprattutto per quelli che hanno letto "Eros e Thanatos" anche se ovviamente spero sempre di aggiungere qualcosa all'argomento, pur mantenendo lo stesso punto di vista, anziché ripetermi come i vecchi che vivono di ricordi (raccontando sempre la stessa storia di quella volta che...).
Ho scritto in precedenza riguardo all'attaccamento morboso che le religioni semitiche hanno nei confronti della morte, analizzandolo dal punto di vista dell'attaccamento alla materia. Ovvero i semiti  (mi riferisco ai fedeli di religioni semitiche e non alle spregevoli razze semitiche a cui appartengono ebrei e arabi su tutti) sono soliti seppellire i propri morti (in cimiteri, caverne o grotte sono dettagli insignificanti). Questa pratica punta alla separazione netta tra materia e spirito, infatti (fermo restando che per quanto venga masticato dai vermi un corpo decomposto non scompare totalmente lasciandosi alle spalle lo scheletro) lo spirito abbandona immediatamente il corpo e si presenta al cospetto di dio per essere giudicato, mentre il corpo viene "preservato" nella terra a cui appartiene.
Secondo la "genesi" della razza umana, comune a diverse religioni, dio e gli Déi crearono gli uomini in maniera molto simile, ma, secondo me, quanto riportato nell'Edda di Snorri, non è altro che la trasposizione del semitismo (religioso) sulle religioni pagane. Prendendo come esempio proprio la religione norrena e germanica (di fatto uguali sino alle gesta eroiche in cui compaiono le prime disuguaglianze) i 3 figli di Bor (Odino, Vili e Ve) crearono la stirpe degli uomini, ma mentre nelle religioni semitiche questi sono creati dal fango o dalla sabbia, nelle religioni "Indo-arie" hanno origine vegetale, infatti il primo uomo ha nome "Askr" (Frassino) ed "Embla" (Olmo dal norreno Elmla).
Citare la creazione può sembrare fuori "tema" se si parla della rispettiva concezione della morte, ma di fatto serve per spiegare come tali religioni (quelle desertiche) siano già alla loro origine estranee ad una terra (quella europea) che non può comprendere parole come "deserto".
Di fatto, sempre citando il libro della Genesi il "Paradiso Terrestre", luogo sacro da far invidia ai re, è descritto come un qualsiasi orticello europeo, ma ha un'attrattiva decisamente più simbolica nell'immaginario di un popolo che vive nel deserto tra le dune di sabbia dove non cresce niente di diverso dalle pestilenze. Infatti trasponessimo il giardino dell'Eden ai giorni d'oggi... se qualcuno venisse a raccontarci che nel paradiso terrestre crescono alberi, piante, ecc. "Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male." (Gen 2, 8-14) dal momento che l'albero della conoscenza, si scoprirà di lì a breve, essere un melo ci verrebbe facile pensare alla Val di Non con il pirla della pubblicità che tira mele in testa alla gente, altrettanto vale per gli altri alberi da frutto che crescono in Italia e nella parte centro-meridionale dell'Europa.
Ma torniamo a bomba sull'argomento.
Se pensiamo all'umanizzazione del figlio di dio (Gesù), e al suo ritorno in cielo, non è difficile immaginare quale sia la concezione che tali religioni hanno dell'aldilà, infatti lo stesso figlio di dio, risorto si presenta in forma incorporea ai discepoli e solo per Tommaso assume nuovamente consistenza prima di ascendere in cielo. Ma Gesù viene comunque sepolto in una grotta chiusa (male) da una pietra.
Resta ancora un mistero inspiegabile come mai i cristiani abbiano adottato la croce (sui cui il loro dio è morto) come simbolo della loro religione, tale scelta potrebbe effettivamente trovare spiegazione nel loro morboso attaccamento alla morte.
Per certi versi si potrebbe pensare che, recentemente, i "neopaganwicca" (l'equivalente religioso dei neo melodici napoletani) usano adornarsi il collo con una collana raffigurante "Yggdrasil" il frassino cosmico su cui Odino (Wotan) si immolò a sé stesso per 9 giorni e 9 notti al fine di poter bere dalla fonte della saggezza (ed imparare il significato delle rune) "Odino, è anche considerato il protettore degli uomini, dio della Sapienza e della Saggezza, sacrificatosi per rivelare all’umanità molti dei segreti della natura nascosti nelle Rune.
Egli si recò ai confini del mondo, fino all’albero Yggdrasil, il Frassino Cosmico, l’Albero dal quale, secondo la cosmogonia nordica è nata tutta la vita sulla terra. [...] Situata in vicinanza della terza radice del Frassino Cosmico, quella che si protende fino a Jötunheim, la terra dei Giganti, la fonte dona la Saggezza a chi si abbeveri, tanto che il suo custode Mìmir è l’essere più saggio del mondo poiché beve alla fonte tutti i giorni attraverso il proprio corno.
Per ottenere il permesso di bere, Odino dona un suo occhio al gigante, quindi si trafigge con una lancia perché il suo sangue sgorghi ed egli germogli e si appende per i piedi a Yggradasil affinché il sacrificio di sé stesso lo conduca alla Conoscenza. [...] “Nove notti, ricordo, restai appeso, scosso dal vento all’albero e di lancia trafitto ed a me stesso dedicato, Odino a Odino fu immolato”."
Quindi, per la fortuna di questi "neocialtroni", Odino, pur essendosi immolato a sé stesso, non è morto sul frassino cosmico, per cui ha potuto donare la conoscenza agli uomini, ma no ha saputo infondergli la saggezza. Infatti i vichinghi non erano soliti ornarsi il collo con "Yggdrasil", ma i guerrieri indossavano il "Mjǫllnir" e le fanciulle preferivano il "Triskele" (erroneamente associata in età moderna alla triplice dea wicca, anziché alla triplice "madre" le Norne).
Tutto questo peregrinare tra le sacre scritture conduce, oltre che alla conclusione di questo articolo, ad una constatazione poco amichevole del rapporto tra le religioni semitiche e la morte. Infatti, in mancanza di risposte, alla domanda "perché è morto?" i cristiani rispondono che è la volontà di dio... i pagani che è il fato (o destino) a cui tutti, Déi inclusi, sono assoggettati.
Teoricamente anche Gesù era destinato a morire sulla croce per salvare l'umanità, ma i cristiani hanno pensato bene di trasformare questo "destino", nell'accusa di deicidio agli ebrei... non fraintendetemi dar la colpa agli ebrei non è mai sbagliato e loro sicuramente hanno giocato un ruolo fondamentale nella morte del "salvatore", ma il destino di Cristo si è trasformata in volontà di dio per far sì che il cristianesimo (centrato sull'onnipotenza di dio) potesse attecchire tra popoli che credevano nella fatalità almeno (se non di più) quanto credevano agli Déi.
Si evince quindi una sorta di sadismo da parte di dio che, per sua volontà, uomini donne e bambini muoiono tra atroci sofferenze indipendentemente dalla loro fede.
Beh se dio mi odia così tanto da farmi soffrire così tanto... magari è un'altra ragione da aggiungere al libro "100 ragioni per non essere cristiano!!!".

19 aprile 2019

"Brutto periodo per i gobbi, ma l'italia fa sempre schifo uguale!!!"

Parto dalla battuta circolata sui social in cui al gobbo di Notre Dame, in fuga dalla cattedrale in fiamme, scappava dalle mani la Coppa Campioni (chiaro riferimento alla fortuna coincidenza tra i due lieti eventi)... "Brutto periodo per i gobbi"!
La Francia ci odia, ci deride, (facendo comunella con l'U(B)E) si fa beffe di noi, piegando a proprio piacimento gli accordi economici e facendoci la guerra sui nostri interessi nazionali o facendo la guerra ai paesi in cui noi, Italiani, abbiamo interessi economici e accordi commerciali incastrandoci con la storia dell'alleanza strategica.
E noi, Stato, coglioni tutte le volte corriamo in soccorso di chi ci tratta come pezze da piedi pur di non macchiarci più di tradimento, come invece abbiamo fatto, come governo, nei secoli addietro.
Di per sé nulla di nuovo sotto il sole, siamo abituati a fare gli zerbini del mondo (vista la "democrazia" che ci ritroviamo), per cui potrei risparmiarmi la fatica di scrivere e risparmiare a voi la fatica di leggere, ma il bello di avere un diario di dominio pubblico è il fatto che io posso scrivere quello che mi pare indipendentemente dal fatto che qualcuno lo legga oppure no.
Ciò detto a memoria non mi sembra che in occasione dei terremoti verificatisi nei selvaggi territori sotto al Po, dalla Francia, siano arrivate stracciature di vesti e manifestazioni pubbliche di solidarietà. O quando prese fuoco il Duomo di Torino, con "lo straccio per i piedi di Gesù" (la sindone) dentro , che tutti i campionati transalpini abbiano iniziato le loro partite intonando "l'inno di Mameli". Anzi probabilmente l'allora presidente Chirac si mise a giocare col "birillo" durante le lunghe ore in cui i "pompieri" lottavano contro le fiamme.
Mi risulta invece che la solidarietà per le vittime del terremoto arrivò tramite le pagine del "satirico" Charlie Hebdo che usò le vittime sotto le macerie di Amatrice come ragù per le lasagne.
Allora perché i campionati italiani dovrebbero intonare la "marsigliese"?
Dal mondo politico nessuna reazione all'iniziativa delle federazioni, ma a ricordare a lor signori di mostrare di possedere un po' di spina dorsale, ci pensano gli ultrà di basket. 
Infatti "“Non ce ne frega un c…o, pensate all’Italia“. Così le tifoserie organizzate del basket hanno reagito alla decisione (un po’ provinciale, a dire il vero) di suonare la Marsigliese al posto dell’inno di Mameli prima delle gare del fine settimana della Serie A1 e A2. La trovata della Lega Basket per commemorare il rogo di Notre Dame, avallata dalla Federazione, ha scatenato le ire dei tifosi. Gli Eagles Cantù 1990 hanno bollato l’iniziativa come “una buffonata” e hanno deciso di entrare nel palazzetto solo a inno ultimato. Tante altre sigle della tifoseria hanno comunicato che entreranno dopo l’inno e comunque hanno bocciato l’iniziativa. [...] Sulla stessa linea la tifoseria Vecchio Stile Virtus Bologna, che commenta così: “INNO FRANCESE, NO GRAZIE, TUTTI DI SPALLE!!”. La critica, al di là della trovata un po’ ipocrita e retorica, è proprio all’organizzazione: “Invece che salire sul carro della demagogia spiccia, sarebbe ora che controllaste la regolarità dei campionati e delle società che vi partecipano, come controllate allo stesso modo le multe insulse che emettete come federazione ogni maledetta domenica, il più delle volte per nulla, se non per la vostra mera cassa. È per tutto questo che ci gireremo di spalle sulle note della Marsigliese, non per manifestare contro l’inno, ma contro di voi insulsa e inetta Lega pallacanestro” [...] Duro comunicato anche degli Ultras Milano: “Gli Ultras Milano hanno deciso di andare contro la decisione della Legabasket di far suonare la Marsigliese prima di tutte le partite con un comunicato molto duro e senza mezzi termini. A NOI DI NOTRE DAME NON CE NE FREGA UN CAZZO, PENSATE ALL’ITALIA!!! Con tutti i problemi del territorio nazionale in cui viviamo e soprattutto coi bisogni ancora insoddisfatti delle vittime e delle località italiane colpite da sismi e calamità – affermano gli Ultras – , tutta questa patetica solidarietà per l’incidente che ha colpito la cattedrale francese ci pare solo l’ennesima dimostrazione dell’ipocrisia politica delle nostre istituzioni nazionali e sportive. Per questa ragione invitiamo tutti i tifosi milanesi in trasferta a Brescia a girarsi durante l’inno francese o quantomeno a replicare con quello italiano non appena terminerà quello transalpino”"
Per fortuna non tutta la politica italiana è così asservita e qualcuno che usa un po' la propria coscienza lo possiamo ancora trovare, ma ne parleremo in occasione dell'articolo commemorazione per Sergio Ramelli.


17 aprile 2019

Quando il nemico ne imbrocca una...

Ammetto la mia ignoranza e la mia totale incapacità (in questo caso) di potervi raccontare, per filo e per segno, la storia dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei. Proverò facendo appello a tutta la memoria di cui dispongo a riassumere, quanto meno per sommi capi, la vicenda.
Siamo nel 1973, sono gli in cui la lotta politica non è solo accesa... è rovente. Non sono i giorni d'oggi in cui per una lite si finisce in tribunale... sono gli anni per cui per un paio di occhiali da soli ci si becca una pallottola.
Mario Mattei era segretario locale del Movimento Sociale Italiano, quindi, per una certa sinistra, macchiato della colpa peggiore. La notte del 16 aprile (1973) alcuni membri del movimento extraparlamentare di Autonomia Operaia processano in contumacia (come loro abitudine) e condannano Mario alla pena capitale. 
Mario Mattei deve morire. 
A differenza di altri casi, in cui veniva colpito solo l'interessato, questa volta la punizione deve essere esemplare e invece di "gambizzare" o spaccare il cranio con una chiave inglese (vedi il caso Ramelli), si decide per il fuoco.
Coloro che, in seguito, saranno indicati ed indagati, decidono di appiccare un incendio all'appartamento posto al 3° piano dello stabile (se non ricordo male). La Famiglia Mattei è composta, oltre che da Mario, dalla moglie Anna Maria e da sei figli tra cui Stefano (8 anni) e Virgilio (22). Buona parte della famiglia riesce fortunosamente a salvarsi (chi passando dal balcone, scendendo su quello di sotto, chi riuscendo a passare sulle scale, ecc.), per i due fratelli invece non c'è nulla da fare restano intrappolati ed inghiottiti dalle fiamme. Chiaramente io non la reputo una colpa essere fascista e, a dispetto di quello che sostengono certe sinistre, almeno i nazisti prima di brasare i giudei li asfissiavano con il gas (o così dice la menzogna ufficiale). Per cui se Virgilio fosse incluso nell'elenco dei condannati è possibile, ma Stefano di sicuro non lo era o non doveva esserlo... perché a 8 anni anche se "giochi" a fare il fascista... non sei grande abbastanza da conoscere la differenza, fai le cose e dici le cose per emulazione.
Riporto di seguito la citazione de Il Primato Nazionale riguardo al muro di scudi levato dalla sinistra in difesa degli assassini... perché potrebbe farvi cambiare idea su un bel po' di nomi noti dello spettacolo.
"Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, i i componenti della cosiddetta Brigata Tanas, vennero accusati di strage. A sinistra si parlò invece di montatura, di “faida interna all’estrema destra”, un episodio “nato e sviluppatosi nel vermiciaio della sezione fascista del quartiere”. In favore di questa tesi si schierarono tutte le anime belle dell’élite rossa dell’epoca: Il Messaggero di proprietà dei fratelli Ferdinando e Alessandro Perrone (padre e zio di Diana Perrone, militante di Potere Operaio coinvolta nelle indagini) fu uno dei primi “veicoli” di questo depistaggio. Franca Rame, la moglie del bravo e buono Dario Fo, militante dell’Organizzazione Soccorso Rosso Militante, scrive in una lettera datata 28 aprile 1973 a Lollo: “Ti ho inserito nel Soccorso rosso militante. Riceverai denaro dai compagni, e lettere, così ti sentirai meno solo”. Parte degli innocentisti, ovviamente, lo stesso Dario Fo  e lo scrittore Alberto Moravia. Una levata di scudi, insomma, dell’intellighenzia rossa contro i figli di un popolo da loro disconosciuto. Ad oggi, la pena per i colpevoli è stata dichiarata estinta dalla Corte d’assise d’appello: intervenuta prescrizione alla data dal 12 ottobre 2003 e ancora inchiodata a quella data, nonostante i tentativi di riapertura del caso." Sì avete letto bene, la "povera" Franca Rame ed il "simpatico" Dario Fo... tra gli altri.
Ora che cosa ha fatto di buono il nemico sull'argomento di cui sopra?
Quasi sicuramente ereditato dall'amministrazione precedente "Arrivata oggi la notizia che la giunta di Virginia Raggi ne ha imbroccato una giusta: finalmente c’è stata la deliberazione ufficiale sull’intitolazione del parco del quartiere dove i due giovani Mattei hanno vissuto e purtroppo perso  la vita. Il parco sarà intitolato a: “Stefano e Virgilio Mattei: vittime della violenza politica”."
Perché dico, e non ipotizzo, che la decisione sia stata ereditata dall'amministrazione precedente?
Per due ottime ragioni, la prima nel momento in cui tutta Italia si scagliava contro gli abusivi del centro sociale in cui è morta Desirée la Raggi starnazzava (dal campidoglio) la chiusura della sede di CPI (CasaPound Italia). La seconda ragione è che con tutti i problemi che ha Roma (non ultimi i problemi di corruzione, di smaltimento rifiuti, di criminalità, ecc.) cosa pensa bene di fare? Semplicemente, da inizio mandato ad oggi, ospita in municipio riunioni settimanali dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia).
Secondo voi una persona così politicamente "scorretta"... può di proprio pugno decidere di dedicare un parco alla memoria di 2 "Fascisti" morti?

STEFANO MATTEI... PRESENTE!!!
VIRGINIO MATTEI... PRESENTE!!!

16 aprile 2019

Essere o apparire (parte II)

Il discorso sull'essere e apparire potrebbe risultare banale, come fin qui espresso, oppure decisamente complesso. Questa differenza dipende esclusivamente dalla nostra capacità di banalizzare l'argomento, dalla nostra capacità di astrazione dell'argomento ma, soprattutto, dalla nostra capacità di dissociazione dall'argomento.
Filosofeggiando sulla differenza sin qui affrontata anch'io, come gli altri, ho puntato il dito accusatore contro la cosmesi, ma non è il solo metro di giudizio. Il problema non è assolutamente (anche se non è normale) che un uomo passi in bagno più tempo della propria dolce metà, non lo è semplicemente per il fatto che la cura estetica è semplicemente la punta dell'iceberg del vuoto cosmico che si cela al di sotto del guscio vuoto. Prendendo un esempio a caso i nazisti negli anni precedenti alla guerra tenevano in grande considerazione l'estetica e la cura di ogni dettaglio, le coreografie dei raduni di Norimberga, colori e taglio delle alte uniformi di soldati ed SS, i dettagli delle decorazioni per cui persino la "Mutterkreuz" (disegnata dallo stesso Hitler) era curatissima. 
Se non è l'estetica allora qual è il vero problema?
Intanto chiarisco che non sto negando quanto affermato ieri nella prima parte di questo scritto, infatti ho esplicitamente iniziato affermando che è la punta di un iceberg, ma la punta fa pur sempre parte della "montagna" di ghiaccio. L'eccessiva cura dell'estetica (fine a sé stessa) è sintomo di una eccessiva vanità, questo è apprezzabile in una donna in quanto è parte integrante del suo bagaglio, delle armi a sua disposizione per richiamare a sé l'attenzione del piccolo o grande mondo che la circonda, ma anche in questo caso nel momento in cui l'interlocutore si ferma al guscio (o la fanciulla stessa non ha altro da aggiungere) della vanità ci si stanca in fretta. O almeno così dovrebbe essere se non vivessimo in tempi in cui Essere sé stessi è considerato alla stregua di crimini contro l'umanità. Mentre Apparire è l'unico mezzo di sopravvivenza.
Infatti un tempo la specie umana veniva era perpetrata non dagli esseri più belli, ma dagli esseri migliori. Ed è la ragione per cui dall'eccellenza che abbiamo mostrato (in quanto Italiani) sino al 1945 si è andata via via (soprattutto dal '68 in poi) sostituendo una radicata mediocrità dell'umanità. Per cui non erano più gli esseri migliori a tenere le redini della nazione, ma quelli più "spregiudicati" (e spregevoli). Si andrebbe purtroppo ad aprire un discorso troppo complesso che porterebbe al domandare all'attuale classe politica (socialista) come sia possibile che tuttora difendano un attentatore condannato per avere commesso 4 omicidi più, dopo la cattura, ha confessato altri crimini simili e più spregevoli.
Tutto questo è possibile solo in un mondo in cui l'importante è apparire, tant'è vero che non ci si preoccupa nemmeno più di nascondere le proprie nefandezze, è sufficiente abbandonare il proscenio di prima linea il tempo necessario di mettere davanti agli occhi di noi plebaglia le malefatte di questo o quell'avversario politico ed ecco che la propria verginità è stata ricostruita.
In un mondo ideale (quello in cui io sono nato alla fine degli anni '80 dell'800) una persona viene giudicata dalle sue azioni e non dalle sue parole. Piaccia o no (e sicuramente non piacerà) alla gente. Hitler è stato l'ultimo uomo politico ad aver mantenuto le proprie promesse elettorali. Non gli è stato possibile costruire un Reich millenario per la premeditata scarsa collaborazione dei popoli europei (sovietici inclusi) che lo hanno portato alla rovina.
Alla base di qualunque azione umana vi dovrebbe essere la coerenza, che è ciò che distingue chi è da chi appare, una persona che riesce a contraddirsi 3 volte all'interno della stessa frase oltre ad essere confuso è anche vittima della propria apparenza... sostanzialmente esagera, con le parole, la propria Essenza per farsi più bello agli occhi degli altri, ovvero per assecondare la propria vanità.
Più o meno a tutti può essere capitato di raccontare fatti a cui si è assistito, come se li avesse vissuti in prima persona, da una lato è anche un mezzo (letterario) per accrescere l'interesse verso la storia stessa. Quanto saremmo interessati a stare ad ascoltare uno che inizia un racconto dicendo "L'amico di un amico di un mio amico, mi ha detto..." alla bocca del secondo amico da cui è uscito il racconto già non crediamo più. Mentre quanto saremmo affascinati da "Ero lì in curva per Inter-Atalanta quando dal nulla sbuca un motorino..." quelle immagini hanno fatto il giro del mondo, ma solo uno si è preso la briga di andare a chiamare i pompieri (venendo pure deriso dagli stessi) quando i tifosi hanno cercando di incendiare lo scooter del bergamasco...
La differenza sostanzialmente è tutta qui essere consapevoli della propria indole e conviverci oppure cercare in noi stessi la forza di cambiare per allinearci a quanto noi stessi abbiamo deciso di imporci. Mi spiego meglio. Chiaramente in un mondo come quello odierno non è possibile appartenere ad una religione come quella Norrena e andare in giro con un ascia bipenne in mano pronti a squartare chiunque ci si pari innanzi. Per due ragioni fondamentali, intanto verremmo arrestati prima ancora di aver ucciso il primo nemico, secondo sarebbe altamente improbabile ottenere la morte in battaglia che ci dovrebbe condurre nel Valhalla. Non mi illudo certo che scrivendo qualche migliaio di articoli io mi possa meritare il privilegio di combattere accanto a Odino e Thor nel Ragnarok, ma al momento non mi resta molta altra scelta, questo potrebbe farmi apparire agli occhi della gente come una persona incoerente (e per certi versi potrebbero aver ragione), ma gli stessi sarebbero propensi a darmi del folle e anziché del "Guerriero" se mi vedessero menar fendenti sulla testa dei pellet. 
Naturalmente il loro giudizio, che combattono solo contro le panche della palestra (e magari con l'aiutino di qualche siringata strategica), non mi tange né in un senso né nell'altro. Penso di avere molto da dare e da dire e se dovessi finire in prigione per difendere le mie idee, non me ne vergognerei.
Come già detto la differenza non è come si appare, bensì se all'apparenza che diamo di noi stessi corrisponde l'essenza senza la quale non valiamo nulla. Un esempio che faccio spesso (ma che recentemente mi è stato contestato da una mia neo lettrice, per cui merita un approfondimento e un'adeguata risposta in ogni caso) ho incontrato molti cialtroni nella mia vita che vedendomi vestito in una certa maniera (che certo non nascondo) si presentavano da me dicendo "io e te la pensiamo allo stesso modo..." porgendomi la mano libera dalla sigaretta di hashish... io che non sono stupido, e non ho le narici brasate dal fumo (mi spiace ma anche la nicotina di fatto rende inutilizzabili l'olfatto ed il gusto), rispondevo "Non credo!" lui non aveva nemmeno bisogno di farsi spiegare il perché di quella risposta, sapeva perfettamente a cosa mi riferivo aggravando la sua posizione con il disgustoso reato della patetica scusa... "dici questa?!? questa non è niente. Smetto quando voglio... se tu diventi il Duce io smetto!" e altre banalità simili.
Essere coerenti non è facile, come già detto, ma riconoscere i propri limiti e tendere alla perfezione che ci siamo imposti è un primo passo nell'arduo tentativo di allineare l'Essere con l'Apparire. I peggiori di tutti sono i pacifisti-guerrieri (i moralizzatori delle macchinette) e i guerrieri-pacifisti (quelli che si dichiarano guerrieri su FB).
I primi rispondono perfettamente all'assurda asserzione "bisogna fare la guerra pur di avere la pace".
I secondi sono quelli che pensano di essere guerrieri perché fanno simulazioni di softair, senza aver fatto un giorno di militare... certo per come si faceva la "naja" in Italia forse è meglio fare un po' di guerra simulata, ma il concetto è che per fare la guerra innanzi tutto bisogna stabilire una via gerarchica, non tanto per dar prestigio al proprio ego, ma più banalmente per differenziare una battaglia da una scazzottata in un bar.
Dettagli a parte... avviandomi alla conclusione di questo secondo capitolo... la vanità maschile è solo una parte anche minima del vuoto che ci stanno impiantando dentro e non ci dovremmo stupire più di tanto se le relazioni umane durano il tempo di "consumare" un rapporto sessuale. In quanto l'indomani mattina ci si è stancati del guscio che ci si è messi nel letto.
Chiaramente ora come ora la novità che giunge sui barconi risulta in vantaggio in quanto ha, nella memoria (marcia) della propria genetica, ancora dei valori che neanche troppo lentamente vengono sostituiti dal vuoto generato dal sottoprodotto del RAP da "ghetto" americano, presto quando prenderà piede quell'aspirazione dello stare al mondo senza alcun ideale anche loro cesseranno di essere "divertenti".
L'obbiettivo in definitiva non è, per quel che mi riguarda, far diventare loro (i pellet) peggiori di noi, ma far ritornare la nostra stirpe migliori di tutte le altre come è sempre stato fino poco più di 70 anni fa. Per farlo c'è una sola via ed è la via dell'Essere. Essere esempio, Essere farò, Essere coerenti con ciò in cui si crede. ESSERE.

15 aprile 2019

Essere o apparire (parte I)

Mi è capitato spesso, soprattutto in passato, di criticare la modernità di questo Mondo usando come punto di partenza la distruzione dei valori. Quello che reputo il "capra magna" (figura lavorativa emblematica che meriterebbe un articolo a sé, se ci fosse materiale a sufficienza) di tutti i mali è sicuramente la sostituzione dell'essere con l'apparire.
Cosa intendo con "apparire" è abbastanza intuitivo, per cui (se non siete degli spioni che sono capitati qui per caso) se state leggendo questo articolo è perché siete stati ritenuti degni di poterlo leggere e, di conseguenza, di poter comprendere il verbo coniugato all'infinito apparire.
Nello specifico quindi non vi spiegherò che il significato del termine, ma piuttosto l'uso disgustoso che si tale termine viene fatto... oltretutto inconsapevolmente da chi appare.
In senso stretto non si sta parlando di esseri incorporei (tipo fantasmi, gnomi, ecc.) che si palesano agli umani la notte di Valpurga (o notte delle streghe che cade a cavallo tra il 30 aprile ed il 1° maggio e non quella festa di halloween che spacciano per notte delle streghe), bensì di quegli esseri dotati esclusivamente di corpo che curano a discapito di tutto il resto (intelletto incluso). Non me ne vogliano le fanciulle, non mi riferisco alla loro vanità che è intrinseca della loro natura, infatti la Donna (uso la D volutamente) da perfetta predatrice attrae l'Uomo (uso la U volutamente) con il proprio fascino, ma lo "incastra" con il suo cervello.
Chiaramente non ritengo che tutta la nuova generazione sia completamente priva di organo cerebrale, ma penso che, per ereditarietà e ambiente sociale, dedichi alla sua cura molto meno tempo di quanto dedica al proprio corpo.
Va ricordata l'esistenza del detto "mens sana in corpore sano" che tradotto letteralmente significa "mente sana in un corpo sano", che non intende assolutamente che gli unici esseri senzienti sono i palestrati con i muscoli agli steroidi, ma nemmeno l'esatto contrario. A esser giusti come tendo sempre a fare la citazione di Giovenale (Satire X, 356) recita "Orandum est ut sit mens sana in corpore sano (Bisogna chiedere agli dèi che la mente sia sana nel corpo sano)" i filosofi classici infatti interpretavano questa locuzione come la ricerca dell'equilibrio fra attività intellettuale ed attività fisica, in quanto un essere umano che si dedica esclusivamente all'attività fisica spreca il suo potenziale intellettivo (ammesso che ne abbia), allo stesso tempo chi si dedica esclusivamente ad attività intellettuali, può essere portato ad un precoce distruzione del proprio corpo non adeguatamente preparato all'invecchiamento.
Mi sento in dovere di specificare (nel caso non lo avessi già fatto in passato, quindi risultando il solito vecchio che ripete 1000 volte la stessa storia) la distinzione tra cultura, intelligenza e arguzia.
La cultura (troppo spesso confusa con l'intelligenza) rappresenta il bagaglio di informazioni in possesso ad un essere vivente (non mi sento di escludere nemmeno le piante che hanno un loro sistema per immagazzinare determinate informazioni utili alla loro sopravvivenza).
L'intelligenza è la capacità della mente di costruire collegamenti tra le varie informazioni in proprio possesso, per questo spesso si ritiene (mostrando la propria stupidità) che una persona ignorante sia invece intellettivamente poco dotata. In verità non è il cervello poco incline a creare i collegamenti, di cui pocanzi, ma tale incapacità è data dalla mancanza di informazioni, ma mentre a questo si può ovviare semplicemente leggendo o informandosi alla prima non c'è scampo.
L'arguzia è la rapidità con cui la mente recupera le informazioni in proprio possesso e ne crea i legami di cui sopra. Anche in questo caso si confonde spesso la poca rapidità di pensiero con la stupidità, ma ancora una volta costituisce un errore. Infatti una lentezza di elaborazione dei dati non indica necessariamente tale incapacità. A volte infatti si sentono (o si sentivano ai miei tempi) frasi del tipo "è un po' lento, ma non è uno stupido" che fa riferimento proprio a questo aspetto, ovvero se hai la pazienza di aspettare la fine dell'elaborazione delle informazioni ricevute si avrà un'analisi lucida, chiara e piuttosto inconfutabile del problema sottoposto, ma questa è un'altra storia che va nell'archivio delle storie che un giorno racconterò.
Tornando a noi contro cosa punto il dito?
In un certo senso mi abbasserò, nello scrivere, ai livelli dello stereotipo che lega calciatori e veline... l'esempio più classico Totti e Ilary Blasi... ma anche su questo andrebbe aperto un mondo a sé, ma in parte lo vedremo dopo.
Piuttosto preferirei portare avanti la storia del "medioman" ovvero l'uomo (inteso come essere umano medio), infatti generazione dopo generazione i punti di riferimento del passato (anche grazie all'opprimente onnipresenza dell'american style) sono stati lentamente soppiantati dagli stereotipi dell'era moderna. Ad esempio, anche se è un esempio estremo, ci troviamo una Natasha Stefanenko modella e conduttrice russa, spesso in Italia usata come paralume (ovvero quasi come oggetto di scena), ma prima di finire da noi ha preso una laurea in ingegneria metallurgica all'università di Mosca. Abbastanza intelligente da capire che gli italiani l'avrebbero pagata di più per fare la scema che per essere intelligente. Questo è un primo esempio tra essere e apparire. Ovvero io non conosco le capacità intellettive della Stefanenko né i livelli scolastici delle università sovietiche, ma non penso che il padre (ingegnere nucleare sovietico, per davvero) le avrebbe permesso di dare via il culo per mantenere una media scolastica alta.
Il discorso qual è insomma?
Autocommiserarmi del fatto che non depilandomi il petto non becco una ragazza nemmeno per sbaglio? Assolutamente no. Per quello ho già preparato un "piano B"...
Ma in qualche modo centro inevitabilmente, nel senso che effettivamente in un mondo fatto di apparenze, una persona come me che oltre a viso e corpo ha in sé un intero mondo fatto di conoscenza e saggezza, non può trovare spazio. Di fatto, ormai, ci si ferma alle apparenze (e non faccio riferimento alle discriminazioni razziali) e se non appari nel modo giusto di fatto non vali nulla.
Questo preclude a me e a molti altri la possibilità di trovare il proprio spazio anche in una sfera affettiva, in quanto, apparenza per apparenza, le fanciulle (come i maschietti) sono portate/i, da milioni di bombardamenti mediatici quotidiani, a credere che l'apparenza sia la sostanza. Di fatto continuano a cercare bei gusci, rendendosi conto troppo tardi (o non rendendosene conto affatto) che sono gusci appunto, quindi completamente vuoti.
Sono rare, e preziose, le persone che, pur partendo dall'apparenza, si spingono oltre la soglia e scoprono che un intero mondo può essere contenuto in una sola persona. Ovvero scoprono l'essenza dell'essere. 
Come ho accennato all'inizio del termine apparire viene fatto un uso disgustoso, non tanto della parola, ma dall'applicazione che dalla parola ne deriva. Come detto in uno scritto precedente (se non ricordo male citando Hannibal Lecter il desiderio nasce dagli occhi ed è fisiologico, istintivamente siamo, come esseri umani, attratti dalla bellezza, o da quello che ognuno di noi ritiene sia la bellezza, che ovviamente può anche essere condizionato dai bombardamenti mediatici. Ragione per cui oggi una gran massa di donne trova così tanto affascinanti i pellet. Ammettendo che una minima parte li ritenga "belli" di suo (per quanto lo reputi disgustoso è pur sempre possibile). In questo caso punto il dito contro le donne per il semplice motivo che il bombardamento mediatico punta a loro. Da una lato gli dicono, tramite il femminismo, che avere figli è un reato contro il loro essere donna (che è la più grossa stronzata che il femminismo abbia mai prodotto), ma dall'altro lato punta alla famiglia in cui l'allogeno è sempre (o quasi, ma nella maggior parte dei casi) l'uomo. Infatti è raro che le parti siano invertite, ma il fatto in sé non mi disgusta meno, tant'è che avevo creato lo "specialone di Natale" proprio partendo dalla pubblicità per la diavoleria del test di ovulazione in Chiara era "chiara" solo di nome.
Questo ovviamente prescinde dal fatto che un altro tipo di bombardamento (promosso dalla Boldrini) vuole che le donne si battano per i propri diritti (innegabili) e che si emancipino dagli uomini europei ma accettino di porsi in schiavitù delle leggi islamiche (esempi di cronaca in cui la Boldrini stessa si è defilata dall'intervenire)... ma anche questo è un'altra storia che ho ampiamente raccontato in passato.
In definitiva insomma il meschino, nel vedere una coppia male assortita "Lei bellissima, lui un cesso con le gambe!" denigra la donna puntando il dito sui suoi attributi nelle mutande, sul suo conto in banca, ecc. ovviamente non posso dire che sia una menzogna i casi sono piuttosto lampanti (anche se poi magari scatta anche l'affetto, ma nel vedere Briatore e la Gregoracci... il dubbio viene... almeno sull'inizio, poi resta il dubbio su cosa succede a telecamere spente).
Così come avviene a parti inverse ovvero un ragazzo oggettivamente di bell'aspetto che invece di accompagnarsi ad una fotomodella, lo si vede in compagnia di una ragazza normale o, al limite, anche un po' bruttina. Ma la spiegazione non meschina sta proprio nella mia affermazione iniziale una donna attrae con il fascino, ma lo incastra con il cervello. Allo stesso tempo la donna è attratta dal guscio, ma se non c'è sostanza la donna si stanca facilmente... è vero che l'attrai con il cuore, ma la tieni stretta con il tutto (cuore, anima e mente). Dopo averle conquistato il cuore, devi rapirle la mente, se ovviamente la donna ha un cervello che deve essere conquistato (così come per l'uomo) e preservarne l'anima. Poi chiaramente menti semplici, hanno bisogno di meno sforzo per essere conquistate, menti complesse hanno bisogno di uno sforzo maggiore per essere mantenute interessate.
In un mondo dove apparire è tutto... l'essere diventa superfluo, peccato però che nel gioco delle parti noi desideriamo ciò che vediamo, ma poi cerchiamo la sostanza.

12 aprile 2019

"Sono 100 anni che...

... la CGIL promuove il fascismo!!! CGIL sogna ancora... ciò che fece il DUCE allora!"

Innanzi tutto chiedo scusa agli amici Granata per aver parafrasato una canzone che i gobbi maledetti sono soliti intonare contro di loro a memoria del fatto che il Toro non ha mai vinto una competizione internazionale pur essendoci andata vicino molte volte.

L'argomento di oggi, inutile specificarlo eppure sempre piacevole ricordarlo, riguarda le lotte e le conquiste ottenute dalla sigla sindacale presente a detta loro, da almeno 100 anni.

Andiamo con ordine.
Sul sito della CGIL si può leggere, poi dopo il mio articolo scomparirà come già successo in passato tra cui con il sito dell'INPS: "La Confederazione Generale del Lavoro (CGdL) nacque al primo Congresso di Milano del 29 settembre – 1° ottobre 1906. Il primo Segretario generale fu il riformista Rinaldo Rigola, già in precedenza a capo del Segretariato Centrale della Resistenza, la struttura costituita nel 1902 con l’obiettivo di trovare la sintesi politica tra le spinte radicali dei rivoluzionari, che guidavano gran parte delle Camere del Lavoro, e le posizioni moderate dei riformisti, a capo delle principali Federazioni di mestiere e industriali." ah sì che bello... i più attenti di voi avranno notato che pur essendo una citazione ho volutamente evidenziato la sigla CGdL ed il nome di Rinaldo Rigola, il perché è presto detto, ma prima bisogna fare una precisazione. Le sigle sindacali, a me ne vengono in mente almeno 4 (CGIL, CISL, UIL, UGL ma sicuramente possono essere di più), fanno tutte capo ad un determinato partito politico "storico". Ad esempio UGL (Unione Generale del Lavoro ex CISNAL) era vicina al MSI essendo, la CISNAL, stata fondata e presieduta da Giovanni Roberti e avente come segretario Giuseppe Landi (il primo deputato del MSI il secondo tesserato, sin dal '21, al Partito Nazionale Fascista). La CISL dovrebbe essere vicina agli ambienti cristiano-cattolici (quindi alla ex DC - Democrazia Cristiana), mentre la UIL più vicina alla seconda ondata socialista (ovvero non il socialismo storico cui appartenne il Duce originariamente). La CGIL invece è comunista senza remore... cioè talmente comunista che persino a Stalin verrebbe da chiedere se non stanno esagerando un po'.
Partendo da queste premesse, secondo i responsabili della CGIL, loro sono i diretti discendenti CGdL fondata da Rinaldo Rigola... sul sito ufficiale, per ora, spiegano anche cosa è successo nel frattempo (ed eventualmente lo riporto in seguito), ma quella sigla sindacale è stata sciolta nel 1926 dalla legge n. 563 del 3 aprile di quell'anno "La crisi vissuta dal regime nei mesi successivi venne superata da Mussolini all’inizio del 1925 – pochi giorni dopo il VI Congresso della CGdL, tenuto a Milano nel dicembre 1924 –, quando il duce decise una svolta in senso “totalitario” attraverso una serie di provvedimenti liberticidi (le “leggi fascistissime”), che annullarono qualsiasi forma di opposizione al fascismo. Sul piano sindacale, con gli accordi di Palazzo Vidoni del 2 ottobre 1925, Confindustria e sindacato fascista si riconoscevano reciprocamente quali unici rappresentanti di capitale e lavoro e abolivano le Commissioni Interne. La sanzione ufficiale di tale svolta arrivò con la legge n. 563 del 3 aprile 1926, che riconosceva giuridicamente il solo sindacato fascista (l’unico a poter firmare i contratti collettivi nazionali di lavoro), istituiva una speciale Magistratura per la risoluzione delle controversie di lavoro e cancellava il diritto di sciopero.".
Quindi saremmo portati a credere, che se non fosse stato per il fascismo di Mussolini il CGdL sarebbe sopravvissuto a quegli anni "terribili" arrivando ai giorni nostri con tutte le conquiste che avrebbero sicuramente fatto loro non ci fosse stato il DUCE. ... o così dicono loro "Il 4 gennaio 1927, in seguito ai provvedimenti emessi dal fascismo, il vecchio gruppo dirigente della CGdL, tra cui Rinaldo Rigola e Ludovico D’Aragona (quest’ultimo Segretario generale dal 1918 al 1925), decise l’autoscioglimento dell’organizzazione. Contro tale decisione Bruno Buozzi, Segretario generale della CGdL dal 1925, nel febbraio 1927 ricostituì a Parigi la CGdL, la quale aderì, insieme ad alcuni partiti, alla Concentrazione d'azione antifascista. Nello stesso mese, durante la prima Conferenza clandestina di Milano, i comunisti dettero vita alla loro Confederazione Generale del Lavoro. In questo modo, dalla fine degli anni ‘20 e fino alla caduta della dittatura fascista, convissero due CGdL: una di ispirazione riformista, aderente alla Federazione Sindacale Internazionale; l’altra comunista, aderente all'Internazionale dei Sindacati Rossi." il come sia derivata la CGIL dalla CGdL, non è argomento di discussione e francamente non lo trovo nemmeno così interessante. Quello invece che più mi interessa è la sorte toccata dal socialista Rinaldo Rigola il quale, divenuto cieco per un incidente sul lavoro, aveva fondato il sindacato in questione. Che sia stato fucilato come nemico del popolo? Che sia stato messo al "confino" come gli avversari politici? Che sia stato deportato in Germania come prigioniero di guerra? Quest'ultima se è avvenuta non è certo accaduto negli anni a cui ci stiamo riferendo... ma come sempre c'è un buco temporale (chissà perché ne manca sempre un pezzo) "Fino alla metà degli anni ‘30 i rapporti tra le due Confederazioni si mantennero tesi, soprattutto a causa della decisione presa dalla Terza Internazionale di contrastare i riformisti, accusati di “socialfascismo”. Quando però il pericolo fascista divenne assai concreto, soprattutto in seguito alla presa del potere da parte di Hitler in Germania (gennaio 1933), le diverse componenti della sinistra riuscirono a trovare un terreno comune di iniziativa, evidente nella politica dei Fronti popolari in Francia e Spagna. Gli effetti si fecero sentire sia sulla politica italiana, con la firma nel 1934 del Patto di unità d'azione tra PCd'I e PSI, sia sul sindacato. Il 15 marzo 1936, infatti, Buozzi e Di Vittorio si incontrarono a Parigi per firmare la “piattaforma d’azione della CGL unica”.

I successivi avvenimenti internazionali (soprattutto la vittoria di Franco nella guerra civile spagnola e la firma del patto di non aggressione tra Germania e URSS) sembrarono annullare l’efficacia di quelle intese. Tuttavia, durante la seconda guerra mondiale, scoppiata con l’invasione della Polonia da parte dei nazisti nel settembre 1939, e parallelamente alla crescita della resistenza antifascista, furono proprio quelle intese degli anni ‘30 a rappresentare la base di partenza per l’unità sindacale.

6. La seconda guerra mondiale e la Liberazione (1940-1945)

Già prima della caduta di Mussolini, avvenuta il 25 luglio 1943 in seguito al voto del Gran Consiglio del Fascismo, settori importanti delle classi lavoratrici del nord erano tornati a scioperare contro il regime nel marzo-aprile 1943;"

Rinaldo Rigola cosa fa nel frattempo? ci risponde vaccapedia "Rinaldo Rigola (Biella, 2 febbraio 1868 – Milano, 10 gennaio 1954) è stato un sindacalista e politico italiano, primo segretario generale della Confederazione Generale del Lavoro (CGdL) dal 1906 al 1918 e presidente fondatore durante il regime fascista dell'Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro.

Rigola, figlio di un tintore tessile e di una stiratrice, dopo aver frequentato una scuola professionale nella città di nascita, Biella, iniziò a lavorare a soli 16 anni come operaio nell'industria tessile e si iscrisse, in giovane età, al Partito Socialista Italiano. Primo deputato operaio, fu eletto nel 1900 nel collegio di Biella. Il 15 agosto 1895 fondò il foglio socialista Corriere Biellese e nel 1906 la CGdL - Confederazione Generale del Lavoro, di cui fu Segretario Generale fino al 1918.

Era cieco per un infortunio sul lavoro. Con queste idee guidò la CGdL dalla sua nascita fino alla fine della prima guerra mondiale lavorando per rendere l'organizzazione indipendente dal PSI. Nel 1922 diede vita con Filippo Turati e Claudio Treves al Partito Socialista Unitario e fu inizialmente contrario al fascismo.

Dopo lo scioglimento della CGdL, nel 1926, fu il principale fondatore dell'Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro, un centro studi politico-culturale di estrazione sindacalista socialista che finirà per appoggiare parte della politica sociale del corporativismo fascista, dati i progressi in materia di giustizia sociale che la Carta del Lavoro del 1927 sembrò attuare.

Nel dopoguerra, dato il suo appoggio al regime fascista, venne emarginato, finendo per ritirarsi dalla scena politica italiana."... iniziò a lavorare a soli 16 anni Negli anni '80 del 1800 direi che ha iniziato a lavorare da vecchio dal momento che i bambini iniziavano a lavorare a 8-10 anni, quelli che vivevano in città perché i contadini iniziavano appena erano in grado di camminare.
Resta il fatto che, nonostante quanto sostenuto dalla CGIL "nel 1926, fu il principale fondatore dell'Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro, un centro studi politico-culturale di estrazione sindacalista socialista che finirà per appoggiare parte della politica sociale del corporativismo fascista, dati i progressi in materia di giustizia sociale che la Carta del Lavoro del 1927 sembrò attuare." che sembrò attuare... parliamone. Come ho scritto in passato, abbiamo visto le molte riforme sociali introdotte dal Fascismo che elenco brevemente, le pensioni per limiti d'età, le pensioni di invalidità, la mutua, le 8 ore giornaliere, la settimana corta (di 40 ore), ecc.
Gira voce che tali "conquiste" siano state ottenute dall'organizzazione sindacale con le lotte di classe negli anni '70... ciò significa che, a fronte delle dichiarazioni di un'organizzazione para-politica che fa propaganda antifascista, le riforme introdotte da Mussolini negli anni '20-'30 sono state gettate alle ortiche negli anni successivi al '45 (e meno male che erano tutti partigiani rossi).
"Dopo il 25 aprile, la CGIL unitaria dette un contributo fondamentale per la ricostruzione economica, sociale, politica e istituzionale dell’Italia, rappresentando uno degli interlocutori privilegiati dagli Alleati. Fino al 1948 l’impegno del sindacato si concentrò soprattutto su due piani. In primo luogo, CGIL e imprese firmarono una serie di accordi interconfederali che annullavano gran parte delle norme fasciste e disciplinavano istituti contrattuali molto importanti: dalle Commissioni Interne alla scala mobile, dai licenziamenti alla cassa integrazione guadagni. In secondo luogo, all’indomani del voto del 2 giugno 1946, che aveva sancito la vittoria della Repubblica sulla monarchia e aveva eletto i deputati per l’Assemblea Costituente, il sindacato giocò un ruolo politico di assoluto rilievo nella elaborazione della Costituzione, che all’articolo 1 definisce l’Italia “una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”." (fonte http://old.cgil.it/CGIL/Storia/Storia.aspx#C1)
Grazie per il prezioso contributo, visto che l'articolo 1 viene tradito proprio dai sindacati ogni volta che aprono bocca e parlano di lavoro.
Arriviamo ai fatidici anni '70 e alle lotte di classe, prima di avviarci alla conclusione, "Il 1969 fu l’anno dell’affermazione definitiva del sindacato come soggetto politico. La stagione congressuale mostrò segnali evidenti di maturità. La CGIL, nel VII Congresso di Livorno (giugno), scelse l’incompatibilità tra incarichi sindacali e di partito, rafforzando la propria autonomia politica. L’apice fu raggiunto con “l’autunno caldo” dei metalmeccanici, quando la categoria riuscì a rinnovare il contratto ottenendo grandi conquiste in tema di democrazia (assemblea), salario (aumenti uguali per tutti), orario (40 ore settimanali), diritti e potere nei luoghi di lavoro." a questo punto qualcuno potrebbe obbiettare, ma se è stato introdotto negli anni '70 allora è una stronzata che lo avesse fatto il fascismo... mi spiace, ma "qui casca l'asino" infatti un'affermazione simile può arrivare solo da chi non conosce le attività "ludiche" proposte dal fascismo. Infatti in precedenza, all'instaurazione del regime "totalitario" in Italia, non era difficile imbattersi in persone che facessero turni di 7 giorni settimanali per non si sa bene quante ore. Fu con la stipulazione dei patti lateranensi (accordi tra Stato Italiano e stato pontificio) che introdusse la domenica come "festa" religiosa. A questo punto siamo comunque di fronte ad un problema matematico, in quanto 8 ore giornaliere per 6 giorni (la domenica è appena stata santificata) lavorativi, fa 48. Esatto... se non si tiene conto del sabato "fascista" ovvero la giornata dedicata al partito, giorno in cui si scendeva in piazza per ascoltare i discorsi del DUCE, si scendeva in piazza per svolgere attività ginnica (non per combattere l'obesità che tra la fame ed il duro lavoro in fabbrica non c'era il pericolo di fallire la "prova costume") oppure si potevano fare piccole gite fuori porta o vacanze nelle colonie "Fasciste" a carico dello Stato con cui anche gli operai erano in grado di fare villeggiatura.
Un'ulteriore colpa dei sindacati è stata, come espresso in altri scritti, quella di rinunciare alla scala mobile in un momento di flessione dell'inflazione. La "scala mobile" era un sistema salariale, per come l'ho capita io, che alzava gli stipendi con l'aumento dell'inflazione (e relativo costo della vita), ma lo riduceva quando l'inflazione diminuiva (con relativa diminuzione del costo della vita). Chiaramente l'imprenditore ha giocato sull'ignoranza degli operai e degli operai che nel frattempo erano diventati sindacalisti "rionali", per cui hanno ritenuto più saggio, a fronte di una (secondo me dolosa) eccessiva contrazione dell'inflazione che ha fatto crollare gli stipendi. Invece avrebbero dovuto combattere per modificarla in maniera tale da mantenere gli stipendi alla quota massima raggiunta con il punto maggiore di inflazione ovvero, poniamo il caso, che oggi l'inflazione salisse del 3% (una legnata) gli stipendi salgono del 3% (una miseria per l'operaio, una mezza legnata per l'imprenditore), se domani l'inflazione dovesse scendere nuovamente del 3%, non avrebbe dovuto seguirne la diminuzione salariale. In questo modo si sarebbero escluse le manovre pirata da parte dei potenti per speculare sulla pelle dei poveracci e soprattutto gli stipendi dei lavoratori erano svincolati dagli yo-yo dei mercati.
Un'altra tragedia fu la distruzione della partecipazione dei lavoratori nelle imprese che Mussolini (e una piccola minoranza della nuova destra radicale) chiamava Socializzazione. Nello specifico il lavoratore era parte attiva della politica aziendale, ma non solo come organo produttivo, bensì come organo decisionale (era chiamato a dare il proprio contributo sulle decisioni dell'azienda, anche a livello di cessioni e investimenti), era partecipe anche di una parte degli utili, quindi era suo interesse lavorare bene (e magari tanto) in modo tale da aumentare il fatturato della propria azienda in modo tale da guadagnare di più (anziché timbrare il cartellino passare 8 ore alle macchinette del caffè e andare a casa). I nostri affezionatissimi sindacalisti sono andati oltre. Sempre rincorrendo le orme mussoliniane alla "vorrei, ma non posso", pensano di introdurre, nuovamente, la partecipazione del lavoratore nell'impresa... (che figata!!!) già... ma ho detto alla "Vorrei ma non posso", infatti i lavoratori parteciperanno attivamente in tutti gli aspetti delle aziende, ma non alla divisione degli utili. Di conseguenza lavoreranno gratuitamente.
Meno male che la c'è la CGIL.

10 aprile 2019

Pro USA o pro URSS?

Il mondo della politica italiana, e internazionale, è talmente allo sfascio che sembra di essere tornati agli della guerra fredda. L'Italia, sempre in mezzo come il prezzemolo, si trova "schiacciata" tra il blocco a stelle e strisce, per ragioni militari (NATO), ed il blocco sovietico, per ragioni economiche (GAS). La questione sostanzialmente è sempre la stessa una nazione che, anche quando non era Nazione, ha rappresentato il faro culturale, stilistico, politico dell'Europa e del Mondo (incluso quello orientale anche se, soprattutto la Cina che oggi fa copie d'autore, perfettamente in grado di progredire con i propri mezzi e forze), per colpa di alcuni pavidi non siamo in grado, oltre che avere un peso politico, di immaginare un ruolo che non sia di mera schiavitù nei confronti di chiunque altro... persino di quello "stuprabambini" del papa. Così, sia di comodo o per convenienza, gli stessi giornalisti non si pongono la domanda quale sarà il protagonista italiano della futura scena politica internazionale, bensì a quale politico internazionale si ispira il burattino di turno.
Sono davvero rare le eccezioni in cui un uomo politico (onestamente parlo di quelli italiani perché gli altri non li conosco e tendenzialmente non mi interessa conoscere) sia perfettamente in grado di mettere assieme due neuroni giusto per fare una "Briscola" di tanto in tanto.
Anche a me è stato chiesto, nella mia veste di opinionista (che per fortuna non richiede né intelligenza né cultura) di esprimermi su Putin e Trump. Bene la mia opinione è che non mi interessano.
Nel senso che ci sono alcune cose che potrei trovare interessanti in entrambi i presidenti, ma la totalità di nessuno dei due lo vedrei adatto per un paese come il nostro.
Da un lato c'è Putin, le sue politiche di "salute" pubblica (arrivando a decretare l'alcolismo un reato anziché una malattia) sono encomiabili, ma considerando che L'Italia vanta una storia millenaria di produzione di vino e birra, di cui il mercato interno dovrebbe essere quello più promettente, l'introduzione di un simile reato sarebbe distruttivo per la nostra economia. Andrebbe semmai distinto l'alcolismo cronico (dovuto o indotti effettivamente da problemi psicologi gravi) da quello che è "l'alcolismo" adolescenziale (ma il problema, in entrambi i casi si estende anche all'uso di droghe) dovuto alla mancanza di alternative, siano esse di modelli di comportamento, di valori o semplicemente di "cose da fare". In età preadolescenziale era più facile divertirsi con poco, anche solo la fantasia "giocava" un ruolo fondamentale. Aldilà del fatto che oggi i bambini sono già stressati all'asilo, in quanto sono chiamati alla competizione malsana del capitalismo, crescendo la frustrazione del fallimento diventa ancora più evidente e ad essa va aggiunta l'aver già sperimentato qualsiasi cosa.
Ovvero con la scusa che la curva di apprendimento dei bambini è decisamente più ripida (imparano più cose rispetto ad un adulto) si costringono i bambini a fare di tutto, come se ogni bambini debba essere il prossimo Mozart, il prossimo Leonardo o il prossimo Ronaldo. Questa senza considerare minimamente che stiamo parlando di "fenomeni" che avrebbero raggiunto la grandezza a prescindere dal fatto che avessero o meno iniziato a lavorare nei propri ambiti in età infantile. Tanto per fare dei nomi, Mozart all'età di 4 anni teneva i suoi primi concerti (insieme alla sorella) presso la corte imperiale austriaca, ma a 35 muore malissimo per cause, a tuttora, sconosciute. Era comunque nato in una famiglia nobiliare ed il padre era il suo insegnante di musica.
Ad ogni modo. I problemi societari che portano al problema dell'alcolismo adolescenziale cronico (o abuso di droghe), a mio avviso, è dovuto soprattutto al fatto che si confonde la disciplina con l'educazione... oltre al fatto che molti genitori non conoscono né l'una né, tanto meno, l'altra di conseguenza trasformano i figli in auto parcheggiate, per cui devono fare mille cose per imparare la disciplina e l'educazione... così vengono "educati" dal maestro di karate, dalle maestre dell'asilo (tipicamente comuniste per cui il bambino deve essere libero di esprimersi come meglio crede) ed impara a bestemmiare come turco dal padre ad ogni semaforo.
Per tornare al discorso di Putin. Oltre a trattare l'alcolismo come reato, allo stesso modo tratta gli omosessuali (o almeno così era un tempo), ovvero magari in casa propria uno è libero di farsi trapanare da ciò che più gli aggrada, ma di sicuro non vai in giro per mosca sventolando il "birillo" come fosse l'elica di un aereo.
Ciò detto Putin non fa altro che gli interessi di Putin e di chi lo fa eleggere tutte le volte che si presenta alle elezioni. Se gli frega qualcosa dell'Europa o dell'Italia è solo perché è suo interesse o quello sovietico. Idem vale per la Siria, l'Iran, la Cina, ecc.
Se fanno "cose" per questi paesi è perché conviene a loro.
Lo stesso discorso si adatta perfettamente a Trump. Con la differenza che Donald è un bimbo minchia di 72 anni. Sulle sue doti imprenditoriali nulla da dire, ha comunque di fatto costruito un impero economico (privato), ma esattamente come per Berlusconi, un conto è governare un'azienda tua dove se qualcuno diventa un peso te ne sbarazzi (licenziandolo) e lo sostituisci, tutt'altro conto è quando i tuoi "dipendenti" sono i cittadini che, se licenziati continuano ad essere un costo per l'azienda Stato.
Probabilmente qualcuno (leggasi il PD) vorrebbe sostituire i dipendenti dell'azienda statale (Italia) per sostituirli con chi ha un costo inferiore... il problema è che il problema si risolverà a breve termine. In quanto, detto, onestamente e ragionando da azienda, gli italiani hanno effettivamente un costo superiore rispetto ai pellet... finché rimangono pellet.
Infatti nel momento in cui li si rende cittadini a tutti gli effetti, quindi non godono più dei privilegi da nigga (vitto e alloggio gratis, diaria statale, donazioni dalle coccolose ONG, ecc.) ma dovranno pagare l'affitto o ripagare il mutuo di una casa ad una banca (non più gestita da bianchi razzisti, bensì da negri altrettanto intoccabili, vedi in Sudafrica) incominceranno a pretendere stipendi adeguati al costo della loro vita che, se si mantiene sullo "ghettoStyle", lo stipendio di €200 mensili gli dura mezza giornata.
Molti in Italia pensano che Trump o Putin siano la nostra salvezza o quanto meno lo sia il loro modo di governare, ma entrambi ci hanno portato sull'orlo di una 4° guerra mondiale. Il primo aggredendo verbalmente la Corea e mostrando i muscoli, salvo poi supplicare un accordo (e negare di averlo siglato), l'altro aggredendo l'Ucraina in Crimea (ragione per cui Sovietici e Cosacchi si sparano ancora nel silenzio più assoluto della stampa mondiale).
Trump continua ad appoggiare Israele che ogni 3x2 bombarda installazioni militari (Iraniane) in Siria... ora la Siria gioca, probabilmente, il ruolo dell'Italia nella Nato, per cui non si incazzerà se i missili israeliani cadono sulle basi iraniane, ma (esattamente come se qualcuno iniziasse a bombardare le basi militari americane in Italia), prima o poi qualcuno si incazzerà e dal momento che se dietro ad Israele ci sono gli USA, dietro a Siria ed Iran c'è l'URSS.
Lascio a voi indovinare invece chi c'è nel mezzo, visto che siamo parte della NATO, ma dipendiamo, per molti aspetti della nostra quotidianità (non ultimo il riscaldamento invernale, ma anche per cucinare, scaldare l'acqua, ecc.) dalla Russia.
Tutto questo senza considerare che gli stati del Gruppo Visegrad, ad eccezione della Polonia che è a tutti gli effetti territorio del Reich della Merkel, sono filo sovietici.
La situazione geopolitica non è certo delle migliori (parlando di quel che mi frega l'Europa), ma a peggiorare la situazione c'è il fatto che noi siamo in mezzo alle due super potenze che stanno di nuovo dando di matto. Ovviamente non mi sono dimenticato dei Cinesi che stanno lentamente conquistando (economicamente il mondo), ma se deve scegliere un alleato militare sicuramente ne sceglierà uno che gli permette di avere almeno un confine protetto anziché il nemico più potente fuori dall'uscio.
Pro USA o Pro URSS? sarebbe un errore in entrambi i casi... potendo scegliere farei la Svizzera (in questo momento) se non è possibile... creare una coalizione con i paesi scandinavi, Grecia e Spagna, Paesi Bassi e Ucraina, seppur separati sulla carta eviteremo di allearci con i francesi che continuano a farci atti di guerra già da alleati, con la Germania che ci vede come una vacca da mungere (con le tasse) e quegli altri due che si vorrebbero spartire le nostre ossa.

5 aprile 2019

AAA supereroe cercasi.

Inevitabilmente i fatti di cronaca, o comunque di attualità, prima o poi ci raggiungono come una randellata sul cranio. L'unico modo che rimane per evitare la randellata è quella di vivere completamente isolati dal mondo, il che significa non solo non accendere la televisione dove, ormai, i notiziari si susseguono con cadenza oraria, ma anche niente giornali, radio, internet, cellulari, ecc. Insomma isolamento completo vuol dire tornare al tempo precedente alla comparsa dell'uomo sul pianeta in quanto, dato e non concesso che siano esistiti per davvero, anche gli uomini preistorici raccontavano fatti di cronaca attraverso le pitture rupestri.
Quindi, seppur abbia fatto il possibile per evitare di commentare i recenti sviluppi di Torre Maura, vengo travolto dal tam tam delle informazioni e, di conseguenza, non posso più evitare di sputare (volendo anche veleno e sentenze) sul nuovo eroe della sinistra.
Da quando gli abitanti di Torre Maura, che (ripeto quanto già espresso ieri) non ha mai fatto registrare atti di violenza e razzismo (sicuramente non sul mio diario per cui l'Italia finisce a La Spezia a sud e a Porto Re ad est, anche se con nomea italiana esisterebbero Novi e Segna ancora più a est) nelle cronache Nazionali ospitando per una decina d'anni un centro d'accoglienza, ha deciso di rivoltarsi contro gli zingari, la Raggi compare nei servizi riguardanti il tema solo per insultare Casapound per il resto, compreso rispondere ai cittadini infuriati... non pervenuta. "Viene da chiedersi, comunque, come mai la sua presenza non sia stata registrata, in nessun video, sul luogo degli avvenimenti." (fonte Il Primato Nazionale) Infatti tanto per cambiare quando la "gente si incazza" chissà come mai non c'è mai il politico di turno a prendere gli schiaffi che si meritano o, quando lo fanno, si lasciano andare a gesti che non vorresti veder fare a chi si fa portavoce delle leggi che vorrebbero bandire la violenza negli stadi.
Così Simone, il quindicenne che da solo "sfida Casapound" con una dialettica e una padronanza del linguaggio degni di un premio nobel per la letteratura (infatti anche la sarda Grazie Deledda è riuscita ad intascarne uno nonostante non abbia mai "spiccicato" una parola d'italiano), infatti, come potete verificare sul video raggiungibile al link in calce all'articolo, le argomentazioni con cui il ragazzino ha fermato il feroce assalto dialettico di CPI sono state "“A me ‘sto fatto che bisogna andare sempre contro la minoranza non sta bene. Nun me sta bene che no. Siamo sessanta milioni e non ci possono creare problemi settanta zingari”" (peccato che il primato abbia italianizzato buona parte del discorso decisamente più coatto).
La sinistra ancora una volta si trova spezzata in due, tra chi vorrebbe capire qual è il disagio delle piazze italiane ed eventualmente sfruttarla politicamente e chi teme di scoprire che la gente non è fascista perché gli frega qualcosa di Mussolini e del ventennio, ma semplicemente non è più di sinistra perché si sente tradita quotidianamente. Infatti i "salottari" radical chic (che sono passati dalla guerriglia armata del '68 a costituire loro stessi la borghesia che il comunismo stalinista ha cercato di estirpare.
Infatti i sessantottini, e la loro discendenza, cresciuti nel mito di Ernesto "Che" Guevara hanno pensato non esserci nulla di male nella borghesia, medio-bassa dal momento che lo stesso "Che" era medico. La differenza però consisteva nel fatto che il rivoluzionario era sì borghese (di fatto), ma quanto meno "esercitava" sui campi di battaglia (quando non giocava a golf  e non uccideva i voltaculo).
Ma da allora la sinistra non ha solo perso progressivamente contatto con l'elettorato e con la realtà, ma ha perso soprattutto contatto con le proprie origini ideologiche. Infatti se allora aveva, quanto meno, argomenti (per quanto errati) da opporre alla dialettica della controparte fascista. Oggi non gli restano nemmeno più quelli. Infatti ogni argomento che tirano fuori, ius soli, immigrazione selvaggia, U(B)E, ecc. gli fa perdere voti, se dessero retta all'elettorato dovrebbero adottare slogan quali "prima gli italiani" di Salviniana memoria... così la maggior parte delle volte finiscono per restare immobili venendo così schiacciati oppure in uno dei loro soliti cortocircuiti cerebrali.
Ecco che in loro aiuto compaiono gli adolescenti che, in qualche modo, subiscono le influenze esterne e credono di essere nel giusto. Ma gli avvoltoi affamati sono pronti ad avventarsi sulla carcassa prima che la loro carne imputridisca.
La Raggi elogia il gesto dell'unico vero cittadino di Torre Maura (Simone appunto) mentre gli altri, quelli incazzati, "non so manco cittadini" figuriamoci se sono residenti del quartiere "“Ecco i veri cittadini di TorreMaura. Grazie Simone. I giovani sono il nostro futuro. A Roma non c’è spazio per gli estremismi di Casapound e Forza Nuova”.". 
Il consiglio che darei a costoro sarebbe di ritornare ad ascoltare le piazze, ma il discorso non vale solo per la Raggi e la sinistra che, oltre agli sbarchi in calo (dopo che è stata riaperta la rotta balcanica), vuole vedere i rimpatri, mentre sembra che i crimini siano commessi con maggior frequenza da chi è in Italia senza alcun titolo o il cui titolo è scaduto da tempo e avrebbe dovuto essere rispedito al mittente in quanto merce avariata.
In definitiva smettetela di cercare supereroi che combattano le vostre battagli, iniziate a combatterle in prima persona e ad armi pari. Se la Raggi avesse creduto davvero che l'idea di mettere settanta zingari in un quartiere dissestato, disagiato e abbandonato ci sarebbe dovuta andare di persona a parlare con gli abitanti di Torre Maura a sentire le loro ragioni, invece di demandare, ogni suo commento, a social e ai media in generale, mentre CPI e Forza Nuova (tanto per non citare solo un partito) ci si sono presentati di persona, hanno dato voce al quartiere, hanno ascoltato anche chi, evidentemente antagonista, intendeva esprimere la propria opinione da abitante del quartiere e, come vedrete nel video (dura un'ora ed è interessante guardarlo intero, ma per chi non ha tempo e vuole solo vedere integralmente la scena con Simone dal minuto 47 in poi ), nessuno lo ha spintonato, preso a schiaffi, zittito, minacciato o insultato. Gli hanno lasciato fare il suo intervento e ribattuto alle sue considerazioni quando non corrispondevano alla verità o quando erano evidentemente solo slogan.

4 aprile 2019

Questa la ricetta della felicità...

... ma se non sei felice la colpa è tua.

Tutti voi miei accaniti lettori siete a conoscenza della mia passione per i complotti, le congiure della storia, e gli intrighi di palazzo per cui già ce li vedo (Gigino, Matteo, Lauretta, Silvio, Giorgina, l'altro Matteo quello toscano, Maurizio e compagnie cantando) riuniti attorno ad un tavolo che pianificano quali sono i temi fuffa da gettarci negli occhi mentre, sotto banco, passano le peggiori porcate in grado di gettare nella disperazione il popolo italiano.
Per cui potrei parlare di come Torre Maura, quartiere (a me sconosciuto) di Roma, che dopo 10 anni di sopportazione dei pellet ripescati in mare da Renzi oggi si vede accusare di razzismo perché non vuole gli zingari... potrei tentare di rispondere alla domanda, "giustamente" posta, di uno degli abitanti del quartiere "Razzisti de che??? gli zingari qua non sono italiani? allora io non so razzista se preferisco li negri a sti 4 zozzi?!?" mi avete beccato la parte in corsivo ce l'ho aggiunta io...

Potrei appunto se non sapessi quanto può essere vile la politica e quelli che la governano. A molti di voi, ormai non risulterà nuova la piramide, posta sulle nostre teste, che vede i governi nazionali, e sovranazionali (vedi parlamento europeo), al gradino immediatamente superiore a quello in cui siamo relegati noi poveri mortali che facciamo parte, consapevolmente o meno, di questo gioco perverso. Al di sopra dei governi si trovano le banche (d'investimento), quindi i fondi monetari, le multinazionali, l'élite, gli illuminati, gli ebrei, il cazzo che ti frega, l'occhio onniveggente che cerca l'anello del potere e poi la mia vista non è così buona da sapere chi ci sia al di sopra di questo.
Resta il fatto che noi siamo schiavi di questo sistema, nonostante il sistema giuri e spergiuri che non esiste alcun "Sistema" e che sia frutto di pochi malati di mente. Eppure non ci vuole un amico compiacente che riesce a farsi assumere dal FMI, avendo così accesso al foglio del blocco note posto immediatamente sotto a quello degli appunti in cui si decideva "chi vuole panini per pranzo?"... per sapere che un sistema esiste e sa benissimo come vuole che noi ci comportiamo.
Una volta si diceva che le campagne pubblicitarie rispecchiavano la moda del periodo, attrici pettinate in un certo modo facevano sì che le ragazze si pettinassero in un certo modo, quindi la pubblicità presentasse modelle pettinate in un certo modo.
Partiamo dal presupposto... chi ha detto all'attrice di pettinarsi in un certo modo? La moda? O lei stessa facendosi esplodere dei mortaretti in testa?
Da quando il mondo ha scoperto i mezzi di comunicazione di massa inevitabilmente qualcuno o qualcosa li usa per far passare un messaggio, se il messaggio non passa, non significa che il messaggio sia sbagliato, ma semplicemente che non è stato ripetuto un numero sufficiente di volte.
Goebbels diceva (o almeno così ci dicono) che se ripeti una menzogna 1000 volte quella bugia diventa vera. I media usano ovviamente questa frase per mostrarci quanto fosse falso e bugiardo il nazionalsocialismo ed il messaggio che ci ha tramandato (anche in questo caso ci piaccia o no), eppure continuano ad usare tale insegnamento per facilitare il passaggio di determinati messaggi.
Può darsi che cambi il mezzo, ma il messaggio e sempre lo stesso. 
"Se non sei felice come diciamo noi... Allora non sei felice affatto!" quindi passi la vita a fare cose, vedere gente, ti crei il nucleo familiare giusto (che sia politicamente corretto), compri la macchina giusta che faccia i 5000km/h anche se poi quando la usi "fai prima, seconda, benzinaio e prima, seconda, coda!" in casa usi l'arredamento giusto, quello da rivista patinate e poi ti domandi perché ogni volta che entri in casa ti prende l'angoscia. Allora cerchi di passare in casa meno tempo possibile ed il tempo che non passi in ufficio (perché fare un lavoro da schiavo è impensabile con il tuo tenore di vita) lo passi al bar a "inquartarti" cosicché, tornando a casa, sarai talmente ubriaco da non sentire l'angoscia per un arredamento che ti fa cagare. Perché con quello che le hai pagate ti rode il culo di prendere quelle cazzo di statuine da biafra di merda che hai comprato in Kenya e gettarle nel camino (rigorosamente acceso anche se fuori ci sono 40° "perché è luglio brutto coglione!!!").
Continui a chiederti come mai avendo fatto tutto quello che era politicamente corretto e presentato sulle riviste patinate tu sia ancora infelice...
Ovviamente non esiste una verità assoluta magari davvero qualcuno sarà felice di avere in casa le statuine della fertilità hawaiana... ma vorrei capire che cazzo te ne fai se poi mastichi contraccettivi come caramelle o sei talmente pieno di preservativi da poterci organizzare feste di compleanno. La vera questione, e con questo ritorniamo un po' alle origini di questo blog, è che bisogna ragionare con la propria testa. La felicità è uno stato d'animo non uno stato sociale, dobbiamo essere noi a scovare dentro di noi cosa ci rende felici e fare in modo di ricreare quella situazione, ma la felicità può anche essere una droga e, in quanto tale, non bisogna mai abusarne. Essere felici va bene, chiaramente, ma la felicità dev'essere un di più rispetto alla serenità. Spesso si col confondere la felicità col divertimento, per cui si diventa edonisti andando alla ricerca del piacere effimero, chiaramente la serata alcolica in cui si cancellano i pensieri e per una volta si mollano i freni inibitori la si può anche fare, ma sempre in un ambiente controllato dove non si corra il rischio di lasciarci la vita. Come ho detto però come tutte le droghe da assuefazione quindi, se non si ha alle spalle una solida base di serenità, non si trova la felicità e si rischia di correre continuamente dietro alla sensazione effimera data dal divertimento. A lungo andare ci si abitua alla "trasgressione normale" (o abituale se preferite) e ci si lancia allora alla ricerca di quel brivido in più di quell'emozione in più che ci dia ancora una volta l'illusione di essere felici. Queste controindicazioni non te le dicono e non te le diranno mai, perché l'edonismo è l'unica forma di "felicità" che conoscono. Tu cerchi di adeguarti ed insegui quel miraggio fino a quando ti accorgi di avere 40-50-60 anni e che non puoi reggere a quella vita ancora per molto allora ti poni la domanda che cosa posso fare ed ecco la crisi di mezza età (o cosiddetta) hanno dato persino un nome al momento in cui realizzi che quel "Sistema" è fallace, ma cosa ti dicono? Trova altri modi per continuare ad essere edonista... anzi felice!
Entri nel tuo ufficio che, dopo anni in cui hai sacrificato tutto (dai tuoi figli ai tuoi 2 o 3 matrimoni), e realizzi che quella vita non fa per te, che quello non è il tuo posto, allora ritorni alla terra, ma lo fai da imprenditore perché sei pur sempre una persona di successo assumi gente che spali la merda al tuo posto perché non avevi capito quanto puzzasse la mucca che si strizza le mammelle da sola per riempirti il cartoccio di latte pastorizzato che succhi al mattino senza nemmeno sapere perché.
Chiaramente questo discorso prende d'esempio una categoria di persone facilmente etichettabile ed inquadrabile, ma purtroppo si applica a tutti noi. In quanto siamo tutti incastrati in una società che ci fornisce la ricetta della felicità senza dirci quali sono le controindicazione... ovvero che sono tutte stronzate, perché il modello che ci propongono è basato sull'individuo e non sulla comunità o sulla società, se comunità (nonostante sia un termine antico e Tradizionale) suona troppo da Hippy. Ve lo dico onestamente e senza troppe mezze misure, non ho nessuna stima verso il genere umano, ma riesco a comprenderlo piuttosto bene ed al mondo esistono davvero poche persone in grado di essere felici stando sole. Qualcuno potrebbe avanzare l'ipotesi... "sicuramente in India, i guru, sanno meditare nel modo giusto per essere felici da soli!" come ho detto può darsi che qualcuno sia in grado, ma è difficile essere soli in un paese grosso 10 volte l'Italia e abitato da una popolazione pari a 22 volte la nostra (di pellet).
Tendenzialmente tutti gli animali sono sociali (anche il lupo solitario caccia in branco), però ci vengono a raccontare (travisando completamente il detto popolare) "meglio soli che male accompagnati", il che significa effettivamente, che piuttosto di trovarsi in cattiva compagnia è meglio viaggiare da soli (altro detto ereditato dal periodo medievale), ma non vuol dire che l'essere umano debba restare da solo.
Nonostante le enormi potenzialità offerte dall'immorale società moderna, alcune persone, assolutamente incompatibili tra loro, continuano a sposarsi per raggiungere la "felicità" proposta dai media, ma il problema è che per i media (e le pubblicità da essi proposte) la famiglia è mono-genitoriale ovvero ci sono un uomo o una donna con i figli, è sempre più raro che la famiglia sia rappresentata al completo e quando succede è sempre politicamente corretta... coppia gay, coppia mista, ecc.
Non entriamo nei dettagli delle pubblicità degli assorbenti dove, pare, che il problema di una donna in pieno ciclo sia il fatto di non poter fare la ruota, deltaplano, ballare la salsa sino all'alba successiva perché schiave dell'assorbente e non perché in preda ad atroci dolori addominali e crisi mistiche religiose per cui se "l'arcagnelo Gabriello" scendesse ad annunciare una gravidanza rimedierebbe anche delle sediate sui denti.
Sostanzialmente, e concludo, ci illudono che i prodotti da loro proposti siano la risposta a qualsiasi afflizione, per cui stress, sonnolenza, stanchezza, ecc. non sono frutto di frustrazione per un lavoro di merda o orari del cazzo, ma cali di questa o quella sostanza che un buon integratore risolve.
Ai nostri figli danno talmente tanti compiti da non lasciargli più il tempo di "giocare" (che è diverso naturalmente da allenarsi a pallone, frequentare corsi di nuoto, judo, karate, chitarra, pianoforte, ecc. che sono tutte attività che richiedono disciplina, poi strano che a 16 anni questi non vedano l'ora di finire sbronzi sotto ad un tavolo... ma il giocare... giocare a pallone senza regole o schemi semplicemente rincorrere un pallone, tornare a casa con le ginocchia sbucciate per essersi arrampicati su un albero, ecc. Invece il potenziale energetico sprigionato dalla tempesta ormonale della crescita viene convogliato, represso, così le maestre possono non insegnare più un cazzo e gli studenti sono costretti ad imparare (da soli o con i genitori) tramite i compiti, ma se un bambino ha troppa energia da scaricare cosa succede? Semplice viene bollato come iperattivo spedito (a 6-7-8-10 anni) da uno psicologo infantile che lo rincoglionisce di psicofarmaci fino a friggergli il cervello.
Così hanno formato una società di drogati sin dall'infanzia, che si sfoga, in modo controllato fino a quando esplode e a 16 finisce stuprata da 10 negri in centro sociale mentre cerca una dose, a 18-19 in due valigie nelle campagne maceratesi...
Lo so che ripeto troppo spessi questi fatti di cronaca e probabilmente ne avrete le palle piene, ma non voglio che vengano dimenticati dal momento che gli ipocriti (i media, i politici, ecc.) non si chiedono nemmeno più come può essere successo, ma cercano solo una scusa per giustificare l'accaduto affinché la plebaglia (noi) non si ponga troppe domande e si continui a "vivere" felici e drogati fino alla crisi di mezza età quando saremo troppo stanchi e disillusi per fare qualcosa di concreto e affideremo alla nuova generazione cresciuta con gli oppiacei del pensiero unico che non conoscerà nemmeno il significato della parola "problema" e si distruggerà perché nessuno, vedendola (la generazione) in lacrime si è fermato a chiedere "tutto bene?".

3 aprile 2019

Se saltelli muore Balotelli, ma Kean come lo uccidi?

Innanzi tutto, con immenso piacere vi comunico che all'indirizzo:
potrete trovare il fumetto, a cui vi accennavo qualche mese fa sulle avventure della Belva (è stato sottoposto all'attenzione di un pubblico campione ed è stato apprezzato molto per cui spero che lo possiate trovare divertente quanto me. Sul blog dedicato al fumetto potete esprimere la vostra opinione per farmi sapere se vi è piaciuto oppure no... chiaramente non possiamo seguire i suggerimenti di tutti, qualora ci fossero, per migliorare la serie, ma faremo il possibile di cogliere quei suggerimenti per portare il fumetto ad un livello di qualità (e poi "lo state avendo gratis, vi pare ninti" parafrasando "Mio cugino Vincenzo".

Ma veniamo all'articolo.
Il tema sarà sicuramente calcistico... o quasi, ma partirà da lontano.
C'è una stuola di ben pensanti e di moralizzatori delle macchinette che vorrebbero trasformare gli stadi un salotto per bene in cui persone composte che gustano il tè mentre sul terreno di "giuoco" 22 giocatori si sfidano lealmente senza mai commettere fallo.
A prescindere che già da tempo il calcio è diventato (ahimè) uno sport da "fighette" che hanno paura di spezzarsi le unghie, di spettinarsi e di avere macchie di fango sui capi colorati. Ma lo stesso stormo di piccioni non manca di trasformare ogni discussione politica in una carrellata di slogan elettorali, attacchi personali, ecc. Non ultimo il caso del congresso mondiale della famiglia (tenutosi a Verona) in cui "Il primo cittadino veronese ha ricordato che il ministro dello Sviluppo economico ha definito Verona come un ritrovo per la “destra degli sfigati” per aver ospitato un congresso che vedrebbe la donna esclusivamente come madre e che negherebbe diritti agli omosessuali. Parole inaccettabili per il sindaco Sboarina che – ricordando il prossimo appuntamento per il quale Verona sarà sotto i riflettori, ossia il Vinitaly, attacca Di Maio.
“Non capisco perché chi ha definito noi veronesi fanatici e sfigati debba venire nella nostra città – ha detto Sboarina nel corso di una conferenza stampa ripresa anche dal Tg Verona – quando deve farsi le passerelle elettorali in un contesto come quello del Vinitaly”." (fonte Il Primato Nazionale) Pensando alle affermazioni di Di Maio e compagni, non dovrebbe scattare una denuncia per discriminazione territoriale? O quella vale soltanto se ad essere offesi sono i napoletani? Evidentemente sono considerati, dalle istituzioni, alla stregua dei negri ovvero una manica di scrocconi che si fanno forza quando tutelati da leggi ad hoc e/o in gruppo... avvezzi alla frusta quando al padrone viene riconosciuto il diritto di alzare la voce.
Nel frattempo il calcio italiano (4 volte campione del mondo senza pellet tra le sue file) è diventato uno strano miscuglio di merde di vari colori e miscele, dall'ingresso di "Supermario" in poi, ma sicuramente è solo una coincidenza, abbiamo fatto sempre più cagare arrivando a mancare l'ultima qualifica alla fase finale dei mondiali.
Presto, quando con i giocatori in campo l'italia sembrerà il Camerun, ci concederanno di vincere qualcosina, magari proprio quel titolo europeo che la nostra Nazionale non è mai riuscita a conquistare, così verrà definitivamente centrato l'obbiettivo di dimostrare che le società multietniche sono migliori di quelle "mono". Poco importa se dentro gli spogliatoi e fuori dal campo di calcio si tenderà a formare gruppi per somiglianza etnica e culturale in cui gli stessi stranieri (salvo rare eccezioni) sentono propria la razza d'origine piuttosto della nazionalità scritta sulla carta d'identità fotocopiata da qualche poveraccio a cui è stata rubata.
Ieri sera quindi, a Cagliari, è andato in scena il solito teatrino per cui certi episodi vengono scomposti, esaminati ed analizzati con la lente d'ingrandimento al fine di poter puntare il dito contro gli italiani (non ditelo ai sardi se no mi menano) e sorvolare invece sull'ennesima colpa di chi fa il gioco (da scolaretta dell'asilo) "Toccami Ciccio, mamma Ciccio mi tocca!".
Quindi la nuova "promessa" del calcio italiano (che suppongo verrà mantenuta come quella della Juve di regalare al padre due trattori Fiat) Kean che, dopo il gol, prima va ed esultare sotto la curva del Cagliari (che fino a quel momento non si aveva fatto alcun cenno di razzismo nei confronti di nessuno) e, quando, ricoperto da fischi ed insulti (tutti meritati), gioca la carta del razzismo... "i cagliaritani mi odiano perché sono negro!"
Fosse vero quanto sostenuto da certi ben pensanti (ovvero che il fatto di essere stato cagato in Italia fa di te un italiano) allora i sardi ti odiano perché sei piemontese (ancora non hanno digerito di essere stati inglobati, dai Savoia, nel regno di Sardegna... il Piemonte), ma più probabilmente se vai sotto ad una curva con aria di sfida se rimedi solo insulti ti è andata ancora di lusso... io ti avrei tirato in testa un seggiolino spaccandoti quella tua testa di cazzo negra (mi fossi mai trovato in una situazione simile). Ad ogni modo va anche detto che dalla sintesi della partita dopo la provocazione del pellet non si sentono gli ormai noti "ululati razzisti" quindi oltre ad essere malpensanti, sti buonisti sono anche visionari.
Anche Mario Barwuah (noto ai più con il suo nome da bianco Mario Balotelli) giocava la carta del razzismo, quando era al Brescia, da parte della tifoseria atalantina... peccato per lui che i bergamaschi lo odiassero in quanto bresciano e non per l'odore (di merda) della sua pelle. L'unico bresciano che è riuscito a non farsi odiare è stato il divin codino Roberto "Roby" Baggio, ma lui era un patrimonio mondiale del calcio... l'unico giocatore che io abbia mai stimato persino quando fu di Juve e Milan.
Il Primato Nazionale, che deve giocare un ruolo istituzionale, invita Kean a non fare il Balotelli... io gli chiedo solo... "che succede se saltelli"?