29 aprile 2019

Le religioni semitiche ed il morboso attaccamento alla morte.

Ben ritrovati, purtroppo non ho fatto in tempo a scrivere che sarei andato in ferie, in occasione dell'impalamento di Gesù, per cui vi ho lasciati orfani di articoli e spiegazioni per cui poteva sembrare che semplicemente non riuscivo a scrivere (una sorta di blocco dello scrittore). In verità in settimana avrei avuto tanti argomenti di cui parlare, anche degni di nota, ma in effetti poco "cicciosi" per cui sarebbero stati poco più che commenti sarcastici e citazioni di articoli presi in prestito (violando di fatto la nuova legge sul copyright che, in quanto artista, è l'unico "reato" che mi infastidirebbe commettere).
Probabilmente anche nell'articolo di oggi violerò tale legge*, ma d'altronde risulta difficile scrivere qualcosa senza riportare stralci di conversazione (nonostante scriva sempre la fonte citata per omaggiare il "genio" che ha scritto l'articolo o dato l'informazione).
L'articolo di oggi va ad inserirsi nella lunga serie ripresa più volte in passato che cerca di fare un maldestro parallelismo tra le religioni semitiche (cristiana in primis dato che come a tutti gli italiani di una certa età è stata inculcata a schiaffoni) e le religioni cosiddette "pagane" o precristiane, ecc.
Va detto che con tutte le volte che ho affrontato l'argomento in questi anni di "diario", avrei potuto scrivere direttamente un libro intitolato "100 ragioni per non essere cristiano!!!" anche se probabilmente avrei venduto più nel Maghreb che in Italia, ovviamente e assolutamente non compreso da questi ultimi fino alla lettura della prefazione in cui si faceva riferimento al paganesimo.
L'argomento di oggi a molti non giungerà nuovo, soprattutto per quelli che hanno letto "Eros e Thanatos" anche se ovviamente spero sempre di aggiungere qualcosa all'argomento, pur mantenendo lo stesso punto di vista, anziché ripetermi come i vecchi che vivono di ricordi (raccontando sempre la stessa storia di quella volta che...).
Ho scritto in precedenza riguardo all'attaccamento morboso che le religioni semitiche hanno nei confronti della morte, analizzandolo dal punto di vista dell'attaccamento alla materia. Ovvero i semiti  (mi riferisco ai fedeli di religioni semitiche e non alle spregevoli razze semitiche a cui appartengono ebrei e arabi su tutti) sono soliti seppellire i propri morti (in cimiteri, caverne o grotte sono dettagli insignificanti). Questa pratica punta alla separazione netta tra materia e spirito, infatti (fermo restando che per quanto venga masticato dai vermi un corpo decomposto non scompare totalmente lasciandosi alle spalle lo scheletro) lo spirito abbandona immediatamente il corpo e si presenta al cospetto di dio per essere giudicato, mentre il corpo viene "preservato" nella terra a cui appartiene.
Secondo la "genesi" della razza umana, comune a diverse religioni, dio e gli Déi crearono gli uomini in maniera molto simile, ma, secondo me, quanto riportato nell'Edda di Snorri, non è altro che la trasposizione del semitismo (religioso) sulle religioni pagane. Prendendo come esempio proprio la religione norrena e germanica (di fatto uguali sino alle gesta eroiche in cui compaiono le prime disuguaglianze) i 3 figli di Bor (Odino, Vili e Ve) crearono la stirpe degli uomini, ma mentre nelle religioni semitiche questi sono creati dal fango o dalla sabbia, nelle religioni "Indo-arie" hanno origine vegetale, infatti il primo uomo ha nome "Askr" (Frassino) ed "Embla" (Olmo dal norreno Elmla).
Citare la creazione può sembrare fuori "tema" se si parla della rispettiva concezione della morte, ma di fatto serve per spiegare come tali religioni (quelle desertiche) siano già alla loro origine estranee ad una terra (quella europea) che non può comprendere parole come "deserto".
Di fatto, sempre citando il libro della Genesi il "Paradiso Terrestre", luogo sacro da far invidia ai re, è descritto come un qualsiasi orticello europeo, ma ha un'attrattiva decisamente più simbolica nell'immaginario di un popolo che vive nel deserto tra le dune di sabbia dove non cresce niente di diverso dalle pestilenze. Infatti trasponessimo il giardino dell'Eden ai giorni d'oggi... se qualcuno venisse a raccontarci che nel paradiso terrestre crescono alberi, piante, ecc. "Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male." (Gen 2, 8-14) dal momento che l'albero della conoscenza, si scoprirà di lì a breve, essere un melo ci verrebbe facile pensare alla Val di Non con il pirla della pubblicità che tira mele in testa alla gente, altrettanto vale per gli altri alberi da frutto che crescono in Italia e nella parte centro-meridionale dell'Europa.
Ma torniamo a bomba sull'argomento.
Se pensiamo all'umanizzazione del figlio di dio (Gesù), e al suo ritorno in cielo, non è difficile immaginare quale sia la concezione che tali religioni hanno dell'aldilà, infatti lo stesso figlio di dio, risorto si presenta in forma incorporea ai discepoli e solo per Tommaso assume nuovamente consistenza prima di ascendere in cielo. Ma Gesù viene comunque sepolto in una grotta chiusa (male) da una pietra.
Resta ancora un mistero inspiegabile come mai i cristiani abbiano adottato la croce (sui cui il loro dio è morto) come simbolo della loro religione, tale scelta potrebbe effettivamente trovare spiegazione nel loro morboso attaccamento alla morte.
Per certi versi si potrebbe pensare che, recentemente, i "neopaganwicca" (l'equivalente religioso dei neo melodici napoletani) usano adornarsi il collo con una collana raffigurante "Yggdrasil" il frassino cosmico su cui Odino (Wotan) si immolò a sé stesso per 9 giorni e 9 notti al fine di poter bere dalla fonte della saggezza (ed imparare il significato delle rune) "Odino, è anche considerato il protettore degli uomini, dio della Sapienza e della Saggezza, sacrificatosi per rivelare all’umanità molti dei segreti della natura nascosti nelle Rune.
Egli si recò ai confini del mondo, fino all’albero Yggdrasil, il Frassino Cosmico, l’Albero dal quale, secondo la cosmogonia nordica è nata tutta la vita sulla terra. [...] Situata in vicinanza della terza radice del Frassino Cosmico, quella che si protende fino a Jötunheim, la terra dei Giganti, la fonte dona la Saggezza a chi si abbeveri, tanto che il suo custode Mìmir è l’essere più saggio del mondo poiché beve alla fonte tutti i giorni attraverso il proprio corno.
Per ottenere il permesso di bere, Odino dona un suo occhio al gigante, quindi si trafigge con una lancia perché il suo sangue sgorghi ed egli germogli e si appende per i piedi a Yggradasil affinché il sacrificio di sé stesso lo conduca alla Conoscenza. [...] “Nove notti, ricordo, restai appeso, scosso dal vento all’albero e di lancia trafitto ed a me stesso dedicato, Odino a Odino fu immolato”."
Quindi, per la fortuna di questi "neocialtroni", Odino, pur essendosi immolato a sé stesso, non è morto sul frassino cosmico, per cui ha potuto donare la conoscenza agli uomini, ma no ha saputo infondergli la saggezza. Infatti i vichinghi non erano soliti ornarsi il collo con "Yggdrasil", ma i guerrieri indossavano il "Mjǫllnir" e le fanciulle preferivano il "Triskele" (erroneamente associata in età moderna alla triplice dea wicca, anziché alla triplice "madre" le Norne).
Tutto questo peregrinare tra le sacre scritture conduce, oltre che alla conclusione di questo articolo, ad una constatazione poco amichevole del rapporto tra le religioni semitiche e la morte. Infatti, in mancanza di risposte, alla domanda "perché è morto?" i cristiani rispondono che è la volontà di dio... i pagani che è il fato (o destino) a cui tutti, Déi inclusi, sono assoggettati.
Teoricamente anche Gesù era destinato a morire sulla croce per salvare l'umanità, ma i cristiani hanno pensato bene di trasformare questo "destino", nell'accusa di deicidio agli ebrei... non fraintendetemi dar la colpa agli ebrei non è mai sbagliato e loro sicuramente hanno giocato un ruolo fondamentale nella morte del "salvatore", ma il destino di Cristo si è trasformata in volontà di dio per far sì che il cristianesimo (centrato sull'onnipotenza di dio) potesse attecchire tra popoli che credevano nella fatalità almeno (se non di più) quanto credevano agli Déi.
Si evince quindi una sorta di sadismo da parte di dio che, per sua volontà, uomini donne e bambini muoiono tra atroci sofferenze indipendentemente dalla loro fede.
Beh se dio mi odia così tanto da farmi soffrire così tanto... magari è un'altra ragione da aggiungere al libro "100 ragioni per non essere cristiano!!!".

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