28 febbraio 2018

AxTO e altre porcherie...

Si aggiunge un altro capitolo nella poco rigogliosa sezione "pubblicizza immondo". Prima di arrivare al protagonista di questo articolo, mi vorrei togliere un sassolino dalla scarpa... il sassolino dalla scarpa è costituito dalla ignobile pubblicità della clearblue digitale in cui un uomo chiede (con movenze simili a quelle di una proposta di matrimonio "all'amerekana") alla propria donna se vuole fare un bambino con lui. Apre il cofanetto e dentro c'è, invece di un braccialetto o di un anello, il test di ovulazione digitale. Ah che bei momenti... che emozione una pubblicità non originalissima, ma tutto sommato carina... e staremmo qui a parlarne secondo voi?
Tutto bene tutto bello un par di testicoli (così usiamo i termini scientifici), infatti la proposta arriva in un ristorante piuttosto affollato di coppie e coppiette tutte bianche, o quanto meno monocromatiche, ad eccezione dei due protagonisti in cui lui è bianco e lei è scimmia. Perché proprio una coppia meticcia? Non potevi fare più versioni con la coppia di pellet, quella bianca e, se proprio ne sentivi il bisogno, quella mista? Francamente la cosa mi offende non poco ed ogni volta che passa in TV cambio canale (anche se il programma che sto guardando mi interessa), non so se questo comporta un abbassamento dello share del canale TV, non so nemmeno se si accorgano che cambio canale proprio durante quella pubblicità... ma almeno evito di vomitare la cena sul televisore.

Come promesso proseguiamo con il nuovo nemico "AxTO".
Perché questa sigla rappresenta il nuovo nemico? E' la sigla di un progetto comunale della riqualifica e la messsa in sicurezza delle periferie torinesi che si trasforma in: "Azioni per le PERiferie di TOrino" esattamente... non si legge AxTO, bensì APERTO (anzi l'Appendino vorrebbe che si leggesse "apertò" perché Torino vuole l'accento sulla prima "o"). Dal momento che il degrado delle periferie torinesi è sotto gli occhi di tutti, aggravata (perché purtroppo preesistente) dal flusso migratorio incontrollato, il comune ha presentato questo progetto classificatosi 8 sui 145 presentati. A parte il fatto che i manifesti pubblicitari al riguardo hanno uno sfondo arcobaleno, che immediatamente identifica l'area politico-culturale in cui tali associazioni si muovono, verrebbe in mente da chiedere perché l'iniziativa arriva adesso e non quando ad abitare le periferie erano in prevalenza famiglie italiane indigenti. Abbandonate a sé stesse da Chiesa ed Istituzioni, costrette spesso e volentieri ad arrangiarsi con mezzi al margine della legalità, quando non decisamente illegali.
Ora "chi mi conosce lo sa..." che mai tollero un reato, ma qualche volta lo giustifico quando lo Stato non ha risposte adeguate ad una diffusa situazione di disagio. Allora torno a chiedere perché si svegliano ora che la periferia è colma di pellet, mentre se ne sono infischiati quando erano italiane?
Non metto certo in dubbio il valore del progetto, anche se dei 45 milioni di euro che servono del progetto solo 18 sono stati finanziati dalla presidenza del consiglio dei ministri e gli altri 30 non so dove Chiara vada a prenderli... (forse sarebbe bene seguire la scia del petrolio arabo che 'sti "30 denari" si son lasciati alle spalle), quello che fa discutere è perché solo adesso? Perché proprio in campagna elettorale (il progetto è stato avviato ufficialmente il 9 febbraio)?
Nel frattempo arriveranno le "politiche" e vedremo se dopo le scuole torinesi saranno messe in sicurezza, insieme alle aree gioco dei bambini e le altre promesse fatte prima delle elezioni... o se salterà fuori la vecchia scusa che i soldi sono finiti.

27 febbraio 2018

Se nascessi in una stalla sarei un cavallo.

Di frontiere abbattute, nell'arco della mia lunga vita, ne ho viste davvero tante. Ma quella che identifica e, allo stesso tempo, distingue razzialmente due popoli è dura vederla scomparire.
Naturalmente mi riferisco non tanto al commento, alla campagna o allo pseudo giuramento pronunciato da Matteo Salvini, bensì alla lettera aperta scritta da "Mamma Adottiva". Nel delirio imperante del pensiero dominante la mamma, scrivendo su FB a Salvini (acquisendo visibilità e consensi tra gli ignoranti), dice che i "suoi" figli (africani) vivono nella paura in quanto ogni giorno sul autobus  portano a casa insulti quali "sporco negro", "negro di merda", "torna a casa tua", "Venite qui a rubare e ammazzare le nostre donne" questo succede al maggiore dei due figli, mentre per la più piccola la mamma sostiene: "prima di andare a letto mi chiede “ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa?”, e piange disperata" una persona coscienziosa risponderebbe... "lo volesse il cielo piccolina", ma "mamma ignoranza" si scaglia contro Salvini: "In “prima gli italiani” – spiega – c’è tutta l’ignoranza di colui che non ha ancora capito che l’italiano è colui che ama l’Italia, non chi ci è nato. Come io sono mamma perché amo i miei figli, non perché li ho partoriti", tecnicamente il punto è proprio quello lo stato può definirti madre anche se hai trovato la scappatoia giusta per importare clandestinamente due immigrati ed avere manodopera a basso costo per le faccende domestiche. Anche ammettendo che i sentimenti di "Mamma ignoranza" verso le due (malvagie) creature siano assolutamente sinceri... il fatto di aver pagato qualche decina di migliaio di euro fa di te la loro madre dal punto puramente giuridico, ma non certo biologico. Di fatto, a farla breve, per quanto tu li possa amare più dei loro genitori (cosiddetti) naturali, non fa di te la loro madre.
Concordo con la progressista su un unico fatto (mettendo ordine nel suo pensiero distorto) che si possono definire italiani solo quegli italiani che amano l'Italia. Di sicuro non quelle 4 zecche di merda che sfasciano tutto in nome dell'antifascismo, non i/le medio progressisti/e di merda che vorrebbero un'Italia (e un'Europa) color merda o color arcobaleno, non quei politicanti che si riempiono la bocca di parole come valore, Italia, italiani, sovranità e poi lo buttano in quel posto al popolo ogni volta che quella bocca la aprono. 
Sì "mamma ignoranza" non tutti gli italiani si possono definire italiani, ma non lo sono nemmeno tutti quelli che la amano (affermazione falsa per quanto riguarda i migranti a cui dell'Italia, della Sua cultura e della Sua storia non frega un cazzo)... se non sono Italiani.

26 febbraio 2018

Adriano 80

All'inizio di quest'anno (il 6 gennaio) Adriano Celentano ha compiuto 80 anni. Il canale televisivo Iris lo sta omaggiando con le pellicole più belle, da lui interpretate, degli anni 80...
I presupposti per un articolo ci sono tutti.
Inizierei col dire che anche se ora è quasi la brutta copia di sé stesso (anche se non mi risulta sia mai ricorso alla chirurgia plastica), è innegabile che in tutti i decenni, dagli anni 60 ad oggi, qualunque generazione conosca il suo nome.
C'è chi ne parla male, chi ne parla bene, chi lo ridicolizza, chi lo apprezza... ma innegabilmente è stato il punto di riferimento per la musica, la TV ed il cinema italiano sin dalla fine degli anni '50. Secondo vaccapedia il primo film a cui partecipa come attore è "i ragazzi del juke-box" (1959) di Lucio Fulci. Quelli, però, erano gli anni in cui i film servivano a dare visibilità ai cantanti, infatti anche Adriano non ha potuto sottrarsi alla lunga schiera di film (pseudo) musicali, ma senza i numeri per essere definiti musical, a cui si sono sottoposti i cantanti del periodo, da Al Bano e Romina a Gianni Morandi, passando inevitabilmente da Bobby Solo, Little Tony, Teddy Reno e Rita Pavone. Erano gli anni in cui per promuovere un disco si faceva un film per sottolineare le origini, e gli inizi, umili di un giovane artista fino ad arrivare al "colpo di fortuna" e alla svolta della carriera. Ispiratore delle canzoni c'era sempre una ragazza da cui, quando la vita da artista si faceva troppo "ipocrita" per il giovane artista del rock 'n' roll, ritornava.
Negli anni 60 lavora al cinema con registi d'eccezione quali Sergio Corbucci e Federico Fellini (con un cameo in "la dolce vita") arrivando a firmare una delle poche pellicole che vedono egli stesso alla regia.
E' negli anni successivi però che Celentano ha una svolta artistica impressionante. Nel 1971 infatti esce "Er più - storia d'amore e di coltello" con accanto l'immancabile moglie Claudia Mori, in cui Adriano recita con un improbabile accento romanesco. Un paio d'anni dopo recita nel film meno probabile di tutti "le cinque giornate" un film del '73 che racconta le sommosse anti-austriache del 1840 di Milano (storicamente noti con il nome di "le cinque giornate di Milano") quello che impressiona non è tanto la recitazione, piuttosto usuale, dell'attore milanese quanto il fatto che subentrò al posto di Ugo Tognazzi, il quale (dopo l'abbandono di Nanni Loy) impose che sarebbe rimasto nel cast a condizione che la regia passasse a Dario Argento. Il "maestro del brivido" accettò di staccarsi dal genere che lo aveva già immortalato agli allori cinematografici, ma questo non impedì a Tognazzi di abbandonare il cast venendo quindi sostituito da Celentano. In questa occasione vedremo all'opera l'icona stessa della comicità italiana con il maestro della suspense.
Lo stesso anno gira due pellicole con Pasquale Festa Campanile prima di firmare la pellicola che lo vede, per la seconda volta, alla regia ovvero "Yuppi Du" del 1975 di cui Adriano cura la colonna sonora (pubblicandola come LP nello stesso anno).
Da questo momento in poi la strada è un alternarsi di successi, tutti lo vogliono tutti lo cercano, o quasi parecchi suoi lavori sono famosi più per la presenza del suo nome che per la qualità del lavoro stesso. Caso a parte è il film "Joan Lui" del 1985, e suo quarto (nonché ultimo) lavoro alla regia, in cui interpreta niente meno che la parte di Gesù (anche se mai esplicitamente dichiarato, l'analogia con la figura biblica è piuttosto esplicita invece), il film è pressoché sconosciuto in Italia (chissà perché poi), ma segna l'ultimo della lunghissima carriera di attrice di Claudia Mori e la conferma delle doti artistiche (e fisiche non certo indifferenti) di Federica Moro, che aveva affiancato Celentano già nel film "segni particolari: bellissimo".
La fine degli anni '70 e gli anni '80 segnano la nascita della cosiddetta commedia sexy all'italiana, ma questo tipo di comicità si percepisce poco nei film interpretati da Celentano che, seppur sempre circondato da attrici di un certo livello estetico e artistico (oltre alla già citata moro ricordiamo Ornella Muti, Angela Finocchiaro, Carole Bouquet, Eleonora Giorgi, ecc.), ha sempre preferito una comicità più classica. Unica eccezione è fatta da "Asso" in cui è affiancato da Edwige Fenech, ma anche in questo caso la componente più "ammiccante" è marginale rispetto al resto della trama.
Agli inizi del '90 gira la sua ultima pellicola come attore con il film "Jackpot" 1992, concentrandosi alla carriera musicale firmando alcuni album di "denuncia" contro una classe politica e imprenditoriale ormai corrotta. Evidentemente, visto lo scarso interesse mostrato dal pubblico per il film "Joan Lui", ha voluto ribadire quanto espresso nella pellicola con due album in cui il tema "romantico", che ha sempre contraddistinto la sua musica, fu in parte accantonata o messa da parte... si tratta de "la pubblica ottusità" e "il re degli ignoranti" che contiene anche una traccia di denuncia contro il degrado della programmazione TV. Le sue apparizioni televisive si fanno sempre più rare e solo in programmi completamente "suoi" nel tentativo di portare di nuovo cultura e intrattenimento nel mezzo di diffusione di massa.
Quindi ritorna alla musica romantica, fa coppia artistica con Mina e, successivamente, escono alcuni album che, quanto meno dal punto di vista artistico, meritano l'ascolto quali "io non so parlar d'amore" ed "esco di rado e parlo ancora meno".
Insomma che vi piaccia o no Celentano è stato un pilastro della arte italiana dalla fine degli anni 50 ad oggi e anche se non è sempre stato oro quello che portava il suo nome inevitabilmente abbiamo riso ad almeno una delle sue battute, ad una delle sue scenette, abbiamo canticchiato uno dei suoi motivetti (magari inconsapevolmente, ma lo abbiamo fatto...) se sapete concludere questa frase "chi non lavora..." vuol dire che ho ragione.
Per cui "Auguri Adriano... buon compleanno!"

23 febbraio 2018

E come ogni "azione" quotidiana... guerriglia urbana.

Ah sì! Se ognuno si elegge a boia, giudice e giuria non c'è da stupirsi se poi qualcuno imbraccia le armi e si fa giustizia da solo convinto di esserne legittimato.
Al di là delle solite menzogne diffuse a mezzo carta stampata e online, lascia al quanto basiti la risposta (da quello che sembra un account ufficiale de "la stampa") data ad un lettore che, in seguito  alle violenze scatenatesi ieri in centro a Torino, chiede: “Odio queste cose!!!!!! Dov’è la libertà d’espressione se non permettiamo a un’altra forza politica di esprimersi?”. Domanda legittima come scritto in diversi articoli, se ci si definisce democratici, paladini di tutte le libertà, dei diritti, ecc. lo si deve fare a prescindere dalle idee espresse, dalle libertà richieste e dei diritti esercitati. Se, però, tutto quanto sopra è vale solo per chi si definisce democratico, liberale e antifascista, a cui si concede persino il diritto di linciaggio in nome della lotta partigiana (a cui si fa riferimento ogni volta che i delinquenti alzano il tiro). Vogliamo ricordare però quali erano le azioni compiute dalle brigate partigiane? Aggressione a quelle che, all'epoca, rappresentavano le forze dell'ordine, attentati terroristici con bombe artigianali, guerriglia, scontri a fuoco con l'esercito e le forze di polizia... qual è la differenza con i gruppi dei centri sociali che da sempre, e solo ultimamente si è aggravato, ha usato i toni della violenza per esprimere le proprie idee?
La risposta de "La Stampa" alla domanda legittima del/la lettore/lettrice lascia a dir poco allibiti: "L'apologia del fascismo, lo ricordiamo, è un reato in Italia", la risposta data dall'utente è la stessa che è venuta in mente a me "Anche lanciare bombe carta alle forze dell'ordine è reato" ed aggiungo, soprattutto con dentro chiodi ed altri oggetti metallici al fine di aumentarne la forza distruttiva. Anche i sindacati di polizia entrano nel dissennato schema del "c'è un incendio da spegnere... che qualcuno mi sporga una tanica di benzina"... infatti da un lato affermano "«Siamo vicini ai poliziotti feriti nella notte a Torino, alcuni dei quali colpiti addirittura da bombe carta con schegge di metallo. Potevano morire. Le violenze perpetrate in nome dell’antifascismo da gruppi di veri e propri delinquenti delle piazze sono doppiamente gravi perché tradiscono i valori di democrazia, libertà, pace e tolleranza che sono alla base della nostra Costituzione nata dalla Resistenza»" (come dimostrato storicamente e da me espresso poc'anzi), mentre dall'altro "«Da tempo denunciamo, purtroppo inascoltati - dice Tissone -, una rinascita dei rigurgiti fascisti e una ripresa di quel clima di violenza politica che ricorda purtroppo gli anni settanta. Finché si concederanno piazze, spazi e agibilità a chi professa idee razziste, omofobe e sessiste non riusciremo a fermare questa spirale»" Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.
Come dire, espresso da più parti, "condanniamo la violenza, ma finché ci sono i fascisti..." beh visto che a farvi la pelle sono gli antifascisti e voi "sbirri di merda" ve la prendete col più "debole" continuate a coccolare gli stessi esseri che hanno coniato, e non si vergognano di ricordarvi, lo slogan "10, 100, 1000 Nassiriya"... tanto anche il loro odio nei vostri confronti è colpa dei "fascisti".

21 febbraio 2018

La nuova frontiera dei film holliwoodiani

In questo articolo non sconsiglio un solo film, ma diciamo che sconsiglio un genere. Dopo aver sdoganato il cinema pellet dove gli sporchi negri sono i buoni, mentalmente aperti al dialogo e al confronto (aspetto che cozza non poco con la realtà quotidiana, ma essendo un film si sa trattarsi di opera di fantasia), intelligenti (e se sono tanto intelligenti da dover insegnare ai bianchi, com'è che sono fermi all'età della pietra o poco più?), ecc. Mentre i bianchi sono gli arrivisti, gli stronzi, i mai solidali, i sempre pronti al tradimento della propria stirpe (purtroppo coincide, nella maggior parte dei casi con la realtà dei fatti), incapaci di soddisfare (sessualmente) in modo adeguato la propria moglie, al punto che lei lo tradisce con il pellet, rammollito, ecc.
Dopo aver sdoganato la minoranza dei pellet, dei giudei e delle altre specie animali che ammorbano la nostra terra e dopo le femministe, è toccata l'ora del movimento lgbt (leccapassere, grattachecce o voltaculo, biadesivi e travoni). Con svariati film, quali ad esempio "Che mi dici di Willy" che ha battuto, di ben 4 anni, quello scempio di "Philadelphia" hanno voluto sensibilizzare l'opinione pubblica sulla "Malattia" sessualmente trasmissibile per eccellenza l'A.I.D.S. (già! andrebbe scritto così), dove mostrano l'innocenza e la bontà di chi è nato con un certo orientamento sessuale, ma dimenticandosi che potevano essere contagiati anche i tossicodipendenti che si scambiavano le siringhe infette per iniettarsi eroina. Ma diciamo che l'immagine che emergeva dai film non era proprio quella di persone monogame a rischio di infezione perché nate con un certo orientamento sessuale, bensì di persone che fanno sesso con il primo che capita senza alcun tipo di protezione (perché tanto servivano solo a impedire le gravidanze indesiderate). 
Ma anche in questo caso chiesa cattolica e pellet dimostrano la propria superiorità intellettuale la prima schierandosi apertamente contro l'uso di preservativi nelle zone dell'africa più infestate dalla malattia (essendo bestie non si può pretendere che una malattia trasmessa dall'atto sessuale si cui proteggendo l'atto sessuale o astenendosi dall'atto sessuale stesso con una persona malata o portatrice sana della malattia). Nel secondo caso quelle voci secondo cui un presidente africano avrebbe detto ai suoi connazionali di aver fatto sesso non protetto con due malati di A.I.D.S. e dopo aver fatto la doccia sta bene (probabilmente ora è morto, se era davvero appestate) o quell'altra teoria, che gira sempre in africa, secondo cui per guarire dall'A.I.D.S. è sufficiente "scopare" una donna bianca (ovviamente senza protezioni perché non sanno cazzo siano) preferibilmente bionda e con gli occhi azzurri, forse è questa la ragione per cui la Svezia è una terra selvaggia in cui gli sporchi negri (in tutti i sensi in cui la parola sporchi ha un significato).
Ad ogni modo tutte queste frontiere c'è stato il tentativo di sdoganare la clonazione umana (e direi che con gli ibridi maiale-uomo e pecora-uomo siamo a buon punto).
L'ultima frontiera è rappresentata dai robot e dalle intelligenze artificiali, ma non solo. Anche dalla possibilità di trasferire la propria coscienza (ammesso che ne se ne abbia una) in un corpo immortale.
Cosa distingue un robot dagli umani? Il fatto che il primo abbia un corpo pressoché immortale, facilmente riparabile e con parti di ricambio prodotte in serie. Il secondo possiede una coscienza, un intelligenza in grado apprendere dalle proprie esperienze e sia in grado di provare sentimenti. Sulla questione immagazzinare i propri ricordi è facilmente aggirabile... d'altronde già da diverso tempo sono le macchine a conservare i nostri ricordi più preziosi (le foto delle vacanze, i "filmini" dei viaggi emozionanti, i film che ci sono piaciuti di più, la musica che ci ha ispirato, ecc), per la possibilità di imparare dai propri errori ci sono già dei programmi per computer (che se non dico fesserie gira sui sistemi operativi microsoft più moderni) in grado di prevedere una possibile situazione dannosa per la macchina stessa e provvedere alla sua soluzione affinché la "capra" media non si accorga di nulla. Il trasferimento della coscienza è un po' complesso. Perché al di là delle implicazioni filosofico-religiose, non è assolutamente sufficiente che la macchina (il robot) abbia coscienza, ovvero consapevolezza, di sé... il difficile è fare in modo che qualcosa che non può essere spiegato scientificamente (i sentimenti) sia riprodotto scientificamente e artificialmente.
Ma tornando al nocciolo della questione pare che in più di un film quali "Humandroid" (o chappie), "Automata", "Trascendence" vengono espressi i concetti di macchine capaci di prendere coscienza, che sia possibile trasferirvi quella di un essere umano per raggiungere l'immortalità dell'individuo stesso (ma senza capacità riproduttive, ormai inutili) e, nei primi due casi sopraccitati, i buoni, i mentalmente aperti al dialogo, al confronto e al rispetto (persino dell'ecosistema del pianeta), intelligenti, ecc. robot contrapposti ai brutali, stupidi, rissosi, egoisti, ecc. umani.
Non so se sia questo o no il complotto finale con cui schiavizzare l'umanità, ma certamente vale la pena rifletterci.

20 febbraio 2018

Da un lato all'altro... il pendolo passa sempre di lì

Per vedere quale sia lo specchio dei tempi basta sentire, vedere e leggere le notizie che passano attraverso i, cosiddetti 'Media mainstream' (ovvero i mass media con maggiore diffusione).
Qual è quindi lo specchio di questi tempi oscuri? Una totale e indiscriminata mancanza di idee.
Arriviamo in questo modo a svelare quale sia il pendolo che rimbalza da un lato all'altro seguendo sempre la stessa traiettoria e che inevitabilmente lo porta sempre a passare per quel punto. Il pendolo è rappresentato dai vari schieramenti politici (di destra e di sinistra) che ormai hanno finito il fumo da gettare negli occhi degli elettori, ma, allo stesso tempo, non possono 'semplicemente' affermare "Signore e Signori, sono 70 anni che non abbiamo più uno straccio di idea nostra, qualunque promessa vi facciamo non vale la carta igienica su cui è scritta perché tanto saranno poi le banche a dirci come incaprettarvi". Dicessero questo non beccherebbero né più né meno i voti che beccherebbero adesso (tanto chi li vota ancora non sono gli indecisi, ma sono i fedeli... perché gli 'indecisi' sono indecisi se annullare o stare a casa a guardare la TV).
Come ultima speranza, come ultimo colpo di coda di una mastodontica creatura che ha fallito nel rapporto con l'elettorato e ha smarrito il contatto con la realtà, questa politica si rifugia nella lotta tra fascismo e antifascismo. Da un lato Berlusconi cerca gettare acqua sul fuoco dicendo che non esiste nessun pericolo fascista (perché non esistono più le figure chiave del fascismo stesso), cercando di accattivarsi quell'elettorato "nostalgico" (come lo definisce "la Stampa"). Dall'altro lato la canea rossa con in testa la "sgualdrini" ed in coda i vari Fiano, Sala, Saviano, ecc. che puntano il dito non su tutti i partiti della destra (quali FI, FdI, LN, ecc) o dell'estrema istituzionalizzata (quali FN, FT, ecc.), che ormai hanno stretto accordi con i partiti della destra moderata, bensì solo e sempre contro Casapound che rappresenta il vero pericolo, non per la democrazia bensì per le loro poltrone.
Pronti via i "grillini" hanno dimostrato di essere più "traffichini" dei democristiani. Perché fa paura questa forza politica? "Banalmente" perché non si vergognano nel dichiarare di poter applicare le idee, tutt'ora valide e attuali, del fascismo epurarle dalla componente più "violenta" e applicarle per governare il paese. Riuscire a fare una cosa del genere non è solo da persone di una certa levatura intellettuale, ma soprattutto uno schiaffo morale in faccia a tutte queste forze politiche che si sono piegate al volere ed al potere del vil denaro. Non a caso, Boldrini e soci, continuano a sbraitare ed inveire nei confronti di CPI chiedendo "lo scioglimento di tutte le formazioni neo-fasciste" anche quando queste operano alla luce del giorno, anche se non si nascondono dietro ad un simbolo senza metterci mai la faccia, anche quando si sottopongono alle regole della democrazia e vengono promosse a pieni voti in quanto non violano nessuna legge antifascista imposta dallo Stato democratico. Aldilà che "democrazia" non significa libertà (come molti sostengono o addirittura credono), ma semplicemente "comando al popolo" letteralmente o "potere al popolo" più semplicemente. Se costoro si rifanno al modello democratico greco dovrebbero ripassare la "lezioncina" di storia delle elementari quando hanno studiato l'età classica in quanto la libertà era garantita a tutti i cittadini (sia di pensiero, di parola e di espressione) e non a "tutti tranne..." l'uguaglianza innanzi alla legge era uguale per tutti e non "uguale per tutti tranne..." la parità di concorrere alle cariche pubbliche valeva per tutti e non "per tutti tranne...". Se ci si vuole riempire la bocca con delle parole altisonanti è meglio impararne il significato, anziché sottintendere una velata accusa di incompetenza verso gli organi dello Stato preposti a garantire l'uguaglianza, la libertà e la parità di diritti con cui ci si fa belli di fronte una massa informe di ibridi tra uomini e pecore comunemente detti pecoroni.

16 febbraio 2018

Tempo di carnevale... e non si capisce più quali pagliacci sono in maschera e quali no.

Stamane sono stato buttato giù dal letto, o quasi (che tu sia maledetto lettore accanito), da un messaggio in cui mi si proponeva un articolo sulla scomparsa (a quasi un anno di distanza) di Gianduja, la maschera "cavernalesca" interpretata per decenni da Andrea Flamini. L'articolo che mi è stato inviato stamane non è ancora disponibile su "la bugiarda" on-line di conseguenza non potrò commentare il fatto che Torino abbia deciso di mettere o non mettere una targa in memoria della persona/personaggio che è stata l'icona stessa della maschera torinese.
Però per non tradire troppo il titolo va fatto presente che ad interpretare Gianduja, e a preservarne la memoria storico culturale, erano in due il primo, il sopraccitato Flamini, un secondo (presentato da una seconda associazione culturale piemontese) veniva invece eletto ogni anno. Insomma il primo era una figura costante nel tempo anno dopo anno, l'altro era un volto che si rinnovava annualmente. Per chi conosce davvero i piemontesi, e non si limitano a leggere i tabelloni elettorali delle "amministrative", sa che dietro alla maschera sinistroide batte il cuore di una popolazione che è fortemente legata al suo territorio (proprio come la terra stessa) e alle sue tradizioni, quindi contrapporre una figura mutabile ad una stabile fa esclamare ai piemontesi: "sì è arrivato Gianduja, ma non è il vero Gianduja!", ma le associazioni hanno sempre convissuto e ognuna ha presentato la propria maschera con la propria tradizione mutevole o immutabile nel tempo che fosse. Finché non si è affacciato un terzo pretendente, Marco Grilli che si occupa di rappresentazioni teatrali con le marionette e, come capita ad esempio a Napoli, da vita anche alla marionetta di Gianduja. Grilli tuona che solo lui è il vero volto della maschera torinese perché lo interpreta da anni, perché lo ha portato in giro per il mondo, ecc. ma soprattutto perché lui interpreta il volto social-democratico di Gianduja... in verità a guardar bene sarebbe più un populista, ma oggi è usato come dispregiativo, nel senso che faceva gli interessi del popolo, si contrapponeva al "malgoverno", non al governo e spinse, storicamente, la popolazione torinese verso l'unità d'Italia (definirlo social-democratico mi sembra troppo... ma dalle parole dello stesso Grilli si capisce meglio il suo pensiero... forse... "Grilli dice, in sintesi: «Io sono il Gianduja vero». Del tipo: so tutto di Gianduja, lo rappresento a teatro da anni, ho studiato il personaggio, l’ho portato in giro per il mondo, parlo quattro lingue e ho tradotto gli spettacoli e l’ho fatto amare ovunque. Voglio farlo diventare il «Guignol» di Lione." Per la Treccani... "Burattino creato a Lione, a imitazione dei burattini italiani, da Laurent Mourguet negli ultimi anni del 18° secolo." sostanzialmente il burattino francese divenne talmente famoso in patria da diventare il termine per indicare il burattino un nostro equivalente potrebbe essere la "cristallina" che è, o era, quella bustina di "non so quale diabolica sostanza" che trasformava l'acqua del rubinetto in acqua frizzante. Anche se c'erano e ci sono altre marche per i piemontesi, e credo anche in altre regioni, quelle bustine chimiche sono diventate "cristallina" anche se non prodotte dalla Ferreo.
ma il grilli dice ancora: "Aspettando un’elezione a furor di popolo Grilli tuona: «Io rappresento l’anima social democratica di Gianduja. Gli altri, e quelli della “Famija” sono i salottieri e la borghesia. Io sono l’essenza stessa del personaggio. Questa è la mia mission»." Sostanzialmente il Grilli definisce coloro che tengono in piedi un'associazione culturale (tipicamente senza fini di lucro) come salottieri e borghesi... e tu che interpreti una maschera per denaro cosa sei? Senza considerare, ma facendotelo pesare, "perché sono bastardo dentro!", che essendo la tua "Mission" dimostri di essere un'arrivista aziendalista... d'altronde il Grilli è "Quarantenne, una candidatura tra i supporter fassiniani, gestisce un teatro che è il tempio della marionetta in città." ahhh è del PD... bastava dirlo... ed essendo del PD pensi di essere ancora un "verginello" della politica? Un duro e puro della lotta di classe? In quanto piddino mi ricordi più la sindacalista diciannovenne con vestiti e accessori firmati da capo ai piedi, che ci teneva farci presente che non eravamo lavoratori di serie B, ma che dovevamo lottare e che lei ci era vicina... sostanzialmente una presa per il culo!
Poteva finire qui macché "C’è un nuovo Gianduja in città. Anzi, no, ce ne sono due e stavolta sono entrambi «legittimi» e «legittimati» ad indossare parrucca e giacca e scarpe retrò nelle occasioni ufficiali. Uno è vecchio (di costume) eppure è tornato in auge. Il suo nome è Giovanni Mussotto ha ottanta e rotti anni, ed è una delle figure di riferimento della «Famija Turineisa». L’altro lo hanno nominato ieri. Con bolla notarile"... ma due Gianduja vuol dire anche due Giacomette (Giacometta è la fedele compagna di Gianduja) che come vuole la tradizione piemontese (come la scimmia a rappresentare la tipica bellezza finlandese) la prima è una narcotrafficante scimmiesca ehm... intendevo una cittadina peruviana, l'altra una battona zingaresca ops... intendevo una badante ehm... una cittadina romena. Insomma due che non saprebbero indicare dove si trova il Piemonte sulla cartina appesa in consiglio regionale.
Ma ho parlato anche di pagliacci non in maschera.
Ieri mi è capitato di vedere un paio di interventi di Di Stefano, invitato (per la par condicio) in un paio di trasmissioni fuffa. Nella prima veniva accusato di essere a capo di un partito di pura violenza. Solo perché gente come Spada ha prima votato per Casapound dopo ha aggredito un inviato Rai, quindi perché il candidato di Lucca è sotto processo per rissa. Inutile dire che dare il voto ad un partito non significa rappresentarlo, diversamente bisognerebbe capire tutti quelli che sono chiusi in carcere al momento che cosa hanno votato... ma col suo solito flemma Simone ha risposto che il militante di CPI è stato aggredito dai "bravi ragazzi" dei centri sociali, ma invece di scappare ha difeso la propria postazione e ha fatto presente che in una delle città governate dal PD (scusate non ricordo quale, anche se lui l'ha citata) c'è il consigliere "Sti Cazzi" condannato per stupro... ma nessuno accusa il PD di essere un partito violento.
Inoltre il filmato rimandava ad un altro video in cui, questa volta, contro Di Stefano erano schierati una folta accozzaglia di comunisti (letteralmente... erano un gruppo di rappresentati del "partito Comunista") e quel giudeo, comunista e voltaculo di Alessandro Cecchi Paone (a cui manca di essere della juve per completare la collezione di disgrazie), mentre a proteggere il fianco di Simone c'era Nina Moric e anche lei a disgrazie non è da meno... partendo dal fatto che sia croata, per finire col fatto che ha fatto un figlio con Fabrizio Corona, colpa che ha pagato con il coinvolgimento nell'inchiesta "Vallettopoli" e con l'accusa (poi caduta) di riciclaggio di denaro. Ha da farsi perdonari parecchi errori, ma almeno ci prova lavare l'onta. Nella puntata di quinta colonna in questione Cecchi Paone (classe '61 che la guerra neanche l'ha sentita) sbraita contro Casapound calando ancora una volta la carta degli "stermini" nazi-fascisti, dall'altra la Moric sbraita contro il giudeo, scendendo un po' troppo al suo livello, sventolando la carta dei crimini rossi e della dittatura di Tito (che ha vissuto per i primi 4 anni della sua vita, ma si è gustata tutto il periodo dittatoriale comunista della Jugoslavia), ricordando come si viveva male sotto il comunismo. Tra uno strillo e l'altro arriva la domanda insidiosa del conduttore... "perché ha aderito a Casapound e perché non ha deciso di candidarsi?" affermazione più negazione nella stessa domanda potrebbero ingannare anche i più esperti conoscitori della lingua italiana, ma la Moric (che si esprime ancora come una bambina di 5 anni croata), dimostra, con mia somma sorpresa lo ammetto, di non usare la testa solo per separare le orecchie, ma anche di saper ragionare. La risposta è eloquente: "ho aderito a casapound perché abbiamo idee e ideali comuni, perché sono gli unici che hanno ancora contatto con il loro popolo e non hanno perso contatto con la realtà del paese..." grida incomprensibili del giudeo che sulla carta l'italiano dovrebbe parlarlo meglio della Nina... il conduttore ripete la seconda parte della domanda "non ho aderito a casapound, perché in politica sono entrati tutti da Cicciolina a Gerry Scotti, saltando sul carro dei vincitori... io non mi sono candidata perché in casapound c'è gente come Simone e altri ragazzi che sanno quello che fanno e sono sicuramente più capaci di me..." sbalorditivo! ulteriori grida di Cecchi Paone sulla questione che CPI è vicina alla gente in cerca di voti di scambio porta la Moric a dire "Loro sono vicini alla gente e difendono l'Italia anche da gente come voi..." "come noi chi? sbraita il giudeo... "come voi governo abusivo!" con chiaro riferimento che l'unica vera repubblica era quella "Sociale" di Mussolini.

14 febbraio 2018

Vichinghi (saga degli uomini del nord)

La trama di questo film del 2014, diretto da Claudio Fäh, è abbastanza originale, riguarda sempre la storia trita e ritrita della fanciulla da salvare, ma 'sta volta la fanciulla va salvata dalla squadra di recupero a seguito di un rapimento. Ovvero dei feroci e brutali vichinghi che, seppur accusati, non saccheggiano chiese o monasteri, non stuprano donne, non uccidono nessuno, salvo gli uomini che li aggrediscono appena naufragati in Scozia. Dopo aver sconfitto (disarmati) un gruppo di soldati, più numeroso di loro, si ritrovano tra le mani la principessa di Scozia, decidono quindi di portarla con loro al fine di garantirsi, con il suo riscatto, l'ingresso in un loro insediamento sull'isola britannica.
Nel loro piano non avevano considerato che il padre, re Dunchaid, non avesse nessuna intenzione di pagare il riscatto per la figlia e che preferisse piuttosto farla uccidere dalla sua guardia personale.
L'élite di mercenari zingari si mette a dar la caccia ai normanni che, a costo di diverse vite sia proprie sia nemiche, non vengono mai sconfitti in battaglia. Trovano l'aiuto e la complicità di un monaco cristiano e, superati gli iniziali pregiudizi reciprochi, si unisce al gruppo in quanto egli stesso braccato dai "lupi" del re.
Come in tutte le trame più classiche tra la principessa ed il capo vichingo scossa la scintilla d'amore (così facciamo anche un omaggio alla festa degli innamorati), ma il film finisce prima di scoprire se infine, giunti all'insediamento normanno, cedono la fanciulla o se pagano in altro modo o ancora se infine decidono di non andarci proprio.
Il resto della trama la lascio scoprire a voi.
Il film è piacevole, ma certo non priva di messaggi preliminari e messaggi subliminali. Sicuramente il fatto che la trama sia penda palesemente verso i vichinghi, lo rende un film che si può gustare anche a cervello acceso (a differenza dei film peggiori per cui se usi la testa dovresti poi lavare il televisore con il lanciafiamme), ma non di meno vale la pena muovere qualche critica.
Innanzi tutto l'interpretazione di Leo Gregory (che molti di voi ricorderanno come l'imbecille traditore Bovver nel film Hooligans), seppur faccia parte di un gruppo di normanni in pieno medioevo, il suo atteggiamento è ancora quello da "gangsta" (gangster) della GSE londinese del west ham, strano che il regista non se ne sia accorto e spero che non lo abbia chiesto lui all'attore di interpretare così un vichingo.
Fa piacere che, per una volta almeno, i cattivi arrivino dai Carpazi (in Romania) e non dalla Foresta Nera (in Germania), anche se il fatto di proclamarsi lupi, le divise nere, ed il teschio sull'elmo... qualche "sospettuccio" lo insinua.
Infine il fatto che un monaco cristiano non solo non sia contro la violenza, ma sia addirittura un eccellente guerriero... "ma che davero davero?".
In ultima analisi il film non è di quelli stra miliardari, basti pensare che è una produzione "svizzero-teutonica-sudafricana" insomma non sapevano più a chi chiedere quattrini per poter girare il film, ma è comunque godibile e quindi ve lo consiglio.

12 febbraio 2018

La Boldrini sarà orgogliosa di questo post.

Nel fine settimana si è svolta a Torino la doppia commemorazione (di Casapound e Forza Nuova) ricordare i martiri delle foibe e gli esuli giuliano-dalmati che dopo essere stati cacciati dalle loro terre (i sopravvissuti) sono diventati profughi e assorbiti dal resto d'Italia.
Ho personalmente partecipato a diverse edizioni di questa commemorazione, quest'anno purtroppo non ce l'ho fatta ad andare, che si svolge sempre in maniera tranquilla, pacata e rispettosamente silenziosa. Non ci sono cori ad inneggiare un movimento politico o l'altro, né cori a denigrare gli assenti. I grandi assenti sono sempre le istituzioni che, senza pensarci su molto, ogni gennaio ci frantumano i coglioni con la morte degli ebrei nei campi di concentramento, ma dopo aver fatto lo sforzo di istituire la "giornata del ricordo" (per non "infangare" con il genocidio degli Italiani la "memoria" del genocidio ebraico) non partecipano mai ad una commemorazione, non la organizzano nemmeno, non fanno dichiarazioni pubbliche, ecc.
A differenza degli altri anni però, la "marcia" svoltasi a Torino, non è stata silenziosa e non è passata in sordina sotto ai servizi televisivi. In quanto gli antifascisti hanno organizzato una loro contro-manifestazione finendo poi a fare scontri con la polizia. In tutto questo si sono messi in mezzo anche i commercianti del mercato rionale che si sono arrabbiati con la polizia per aver blindato la piazza.
Con buona probabilità i due schieramenti avrebbero apprezzato molto l'assenza delle forze dell'ordine. Chissà però se i commercianti e i loro clienti, trovandosi di fatto su un campo di battaglia, avrebbero apprezzato quanto, invece, hanno detestato avere la piazza "invasa" dagli schieramenti delle forze dell'ordine in assetto antisommossa.
La marcia di commemorazione sì è svolta ugualmente e al termine i "terribili" fascisti hanno "rotto le righe" e se ne sono andati a casa, mentre si verificavano scontri tra antifascisti e polizia conclusi con il fermo di un militante antagonista.
Bollettino diverso invece a Piacenza dove sempre loro, i cosiddetti "antifa" hanno manifestato contro l'apertura di una sede di Casapound, il risultato della pacifica manifestazione? 5 carabinieri feriti di cui 1 è stato isolato, accerchiato e picchiato selvaggiamente dai manifestanti. Guardando bene le immagini si rilevano due errori e almeno due responsabilità. Il primo errore è da parte di chi ha valutato il rischio di una simile manifestazione infatti, sempre dalle immagini, risulta che le forze dell'ordine non fossero in numero adeguato a contrastare la frangia violenta dei "violenti"... e qui ci metterei anche una responsabilità. Il secondo errore, da parte dei carabinieri, è stato quello di scappare innanzi al nemico. Chiunque capisce un minimo di strategia militare vi dirà che in caso manifesta inferiorità, non si scappa mai, bensì si indietreggia ordinatamente fronteggiando il nemico restando compatti per limitare le perdite ed mantenere un fronte compatto. La "rotta" dell'unità ha permesso ai manifestanti di sgambettare, o almeno così sembra, un soldato che, successivamente ha subito l'aggressione.
Il genio che ha girato le immagini ha piazzato il suo "ditone" sull'obbiettivo della fotocamera o del cellulare e quindi non si capisce bene se i gendarmi si sono accorti di averne lasciato uno indietro, quindi sono andati a salvarlo, oppure se il poveraccio è dovuto uscire da solo da quella situazione disperata (dopo essere stato colpito più volte con il suo stesso scudo).
La Boldrini sarà orgogliosa del comportamento dei suoi amati antifascisti... che anche quando manifestano a favore dei pellet (nella splendida Macerata) non si dimenticano di insultare le vittime delle foibe, dimostrando, ogni volta, quali sono i toni politici alimentati, fomentati e coccolati dalle istituzioni Boldrini in testa.

8 febbraio 2018

Once were warrior... una volta erano guerrieri.

Dopo che mi è stato consigliato questo film, la prima volta che l'ho guardato l'ho trovato di una bruttezza impensabile, ma, come spesso accade, con una seconda visione magari a distanza di anni, con una diversa maturità, una diversa mentalità, ecc. mi sono reso conto che la mia prima impressione era errata. Infatti il film è di una bruttezza raccapricciante. Direi che come bruttezza è secondo solo al filmino di insediamento della Boldrini alla presidenza della Camera.
Innanzi tutto è un film neozelandese che non ha una trama vera e propria, ma dovrebbe essere uno scorcio di vita di una famiglia di maori. Praticamente tutto il film è uno zoo senza gabbie.
Racconta le vicissitudini di Beth Qualcosa "la prescelta" (nobile discendente di una tribù aristocratica) e del marito Jake Qualcosa "la furia" (nobile discendente di una tribù di schiavi) che si intrecciano con le storie della loro discendenza (i figli), che tra disagio, microcriminalità e gang affrontano il disagio di un padre alcolizzato, spesso disoccupato e che affronta i suoi problemi a suon di pugni verso chi lo infastidisce (sia esso un tipo incontrato in un bar o la moglie). Sicuramente il film sarebbe caro alla su citata Presidente, se solo parlasse di uomini bianchi e non di pellet.
Storicamente i maori erano, effettivamente un popolo di guerrieri fiero e temibile, ma con la dominazione inglese hanno via via perso la loro identità adagiandosi nell'assistenzialismo che le associazioni sinistrorse hanno strappato al governo di sua maestà per acquietare la propria coscienza nell'aver distrutto quella che, a tutti gli effetti, era una Nazione.
Se questo film ha un pregio, e almeno uno ce l'ha, è quello di far riflettere su quello che capita ad un popolo quando abbandona le proprie radici, le proprie tradizioni a favore di una minoranza dominante e la complicità di una classe politica compiacente e criminale. Almeno nel caso dei maori sapevano che quelli che arrivavano erano il nemico e hanno avuto la possibilità di combattere, anche se a conti fatti hanno perduto tutto. Nel caso delle civiltà occidentali molti non vedono il nemico perché non arriva armato, ma si arma sul nostro suolo, alcuni vedono e riconoscono il nemico, ma non gli è data la possibilità di difendersi da uno Stato delinquenziale che dichiara apertamente, e senza mezzi termini, criminale difendere la propria terra, il proprio popolo, la propria storia e la propria cultura.
Questo l'unico pregio di un film che onestamente né arricchisce, con la sua presenza, né impoverisce, con la sua eventuale assenza, il panorama cinematografico mondiale. Ma apre una finestra su un mondo lontano come quello dei maori, ma essendo una finestra non è dato sapere quanto sia realtà e quanto fiction.

7 febbraio 2018

L'amore non ha età.

Una simile affermazione è usata principalmente per giustificare, da parte di una certa classe benpensante (di moralizzatori delle macchinette), ogni comportamento libertino. Certo, per ora, non è ancora stata legalizzata, né sdoganata, la pedofilia (a differenza delle coppie omosessuali), ma ciò non toglie che sia in progetto.
D'altronde l'antifascismo tiene banco, sui giornali, per giorni interi, mentre la notizia di un prete che usa l'olio santo per facilitare un rapporto sessuale con i bambini... dura poche ore ed è sepolta in coda ad altre notizie, non strappa certo le prime pagine.
Quella del titolo sarà la giustificazione con cui si assolveranno (spero solo moralmente) i pedofili da qui a breve.
Ovviamente la domanda nasce spontanea... Se l'amore non ha età (per i pedofili), non ha confini (per gli immigrazionisti), non ha forma (per quelli che si sposano con la propria auto), ecc... perché devono essere colpevolizzati coloro che amano la propria razza, la propria nazione e la propria cultura?
Se davvero l'amore non ha limiti non è ammesso alcun limite. Così l'amore può diventare amore per le armi, amore nel recare la morte al prossimo, amore per la guerra... d'altronde già l'amore (inteso come rapporto sessuale) verso i cadaveri, non è che suscita chissà che scalpore, se non tra i più "bacchettoni", ma si dice da 'ste parti "anche quello è amore".
L'amore è un sentimento nobile, anzi sicuramente il più nobile che possa esistere ed è per questa ragione che non va confuso con l'attrazione fisica e/o sessuale. Perché l'attrazione è un istinto primordiale che spinge l'uomo al rapporto carnale ai fini della procreazione (ed in questo caso la dubbia moralità della chiesa cattolica non c'entra) per la preservazione della specie. Ma come tutti gli istinti possono essere repressi dagli esseri intelligenti o quanto meno pilotati. Così non fosse, non esisterebbero i "vecani" e i "vegetacani", perché anche l'istinto alla nutrizione è primordiale.
Sostanzialmente quello che viene imputato agli uomini privi di acume gli si dice (dopo avergli dato dell'animale) "quello?!? capisce solo mangiare, dormire e scop..e!".
Antropologicamente, quindi prima che certi loschi individui distruggessero tutto, si era portati a stare con le persone della propria tribù, della propria città, della propria nazione, della propria razza. Mentre ora basta che respiri (in alcuni casi non è importante nemmeno questo aspetto), senza badare troppo al fatto che "respiri" nella nostra lingua e sorvolando sul fatto che appartenga al sesso opposto.
Quanto è vero che l'amore è un sentimento irrazionale che ad ogni età ci fa compiere gesti folli e disperati (come se avessimo sempre 15 anni), tanto è vero che gli istinti possono essere controllati e, dal momento che non è né giusto né sano reprimerli, pilotati onde evitare di provocare danni irreparabili a noi e agli altri.

6 febbraio 2018

Il sistema va in tilt... ma lo si ricorda sempre dopo.

Dopo l'attentato di Macerata, perché mi rifiuto di chiamare strage un atto di violenza con numero di morti inferiori a 1, continuano a tenere banco le notizie di chi scopre l'acqua calda e di chi bolla tale scoperta come blasfemia e/o opera del demonio.
L'acqua calda è identificabile nelle affermazioni del sindaco di macerata che ha scoperto, a sue spese, che non importa quanto tu sia aperto, tollerante, politicamente corretto, ecc. quando il circo mediatico si mette in motto chiunque finisce nel trita-rifiuti. Così l'indignazione del sindaco, che ha dato prova di fedeltà al pensiero unico aprendo le porte ad ogni pellet che gli capitava sottomano, esplode quando la sua città viene dichiarata complice di suddetto attentato.
Pamela in tutto questo? Ancora una volta mi trovo diviso tra il voler impalare un efferato assassino di italiani ed l'accantonare la vicenda con una scrollata di spalle l'accaduto perché ha trovato quello che cercava.
Ma oggi mi sento di buon umore, sarà perché il Grinch (uno dei moralizzatori delle macchinette) ci ha restituito il natale. O perché una ragazza giovane (appena 18 anni) tossicodipendente da 2, non può sapere quali sono i problemi così tanto grandi da spingerla verso una fine simile.
Quello su cui mi voglio soffermare oggi non è la fine che meriterebbe o meriterebbero (stando alle ultime notizie) i pellet coinvolti in questa vicenda, ma voglio soffermarmi su un sistema che ha fallito.
Un sistema che con la scusa del nazionalismo ha barattato comunità e valori, con una presunta libertà che si palesa solo nella facilità di rimediare sostanze psicotrope che hanno il solo scopo di riempire quel vuoto che il sistema stesso ha lasciato. Ovviamente il mio è un discorso generico che non si applica ad ogni singolo individuo, ma, in senso generale, ad una comunità che col tempo a smarrito, ritrovato e infine cancellato quel senso di appartenenza ad una nazione.
Non mi sento di condannare (come meriterebbe) una giovane che nei momenti di difficoltà famigliari, a cui tutti gli adolescenti vanno incontro, non ha trovato nel mondo che la circonda un modello da seguire, una figura che potesse guidarla, proteggerla e ricondurla sulla via smarrita dell'affetto dei suoi cari, ma anzi l'ha gettata in pasto a delle iene già distrutte dalla propria vita e non si fanno scrupoli a distruggerne altre.
Mi rifiuto di credere che una ragazza di 16 (al momento dell'allontanamento dalla via maestra) avesse problemi così grandi da non poter essere affrontati e superati con la compagnia di amici e amiche, di un fidanzato (per quanto lo possa essere un ragazzo a quell'età), ma almeno in grado di capire e condividere parte di quei problemi e dare risposte comprensive anziché riempire il vuoto "esistenziale" con le risposte facili (alcol e droghe).
Risposte che alla fine hanno portato una diciottenne a scappare da una comunità di recupero e finire nelle mani di schifosi senza scrupolo che, il sistema non mi darà certo ragione, per farle avere quello di cui aveva bisogno hanno preteso in cambio il suo corpo (ragione per cui il pube della fanciulla è stato asportato e fatto sparire).
Tutte le chiacchiere che ne seguono sulla presunta innocenza di due pellet che qui non hanno diritto di starci o sui presunti mandanti ideologici di chi, altrettanto solo come Pamela, sceglie la via delle armi da fuoco a quella della droga... forse solo perché, in un'ideologia da tutti osteggiata, ha trovato delle risposte, ma non sapeva con chi condividerle.

5 febbraio 2018

Rimpiangere gli anni '90... dell'800

Ci fu un tempo, prima delle cosiddette squadracce nazi-fasciste, in cui in opposizione alle manifestazioni sovversive di piazza, alle questioni di ordine pubblico, ecc. non si mandavano 2 poliziotti di pattuglia sperando che fossero sufficienti a far fronte ad una possibile sommossa.
Esistevano, per carità, i quartieri poco raccomandabili, ma questi erano "tollerati" quando si verificano piccoli furti o l'omicidio di un affermato delinquente (finché s'ammazzano tra loro). Nella maggior parte dei casi però a sedare le "risse" si mandava l'esercito. Così come avvenne l'8 maggio 1898 quando il Generale Beccaris da ordine all'artiglieria di aprire il fuoco sulla folla, radunata a Milano, per disperderla e alla fanteria di sparare sugli assembramenti di persone superiori a 3 unità (non vi ricorda qualcosa?).
Questo piccolo preambolo per dire che in certe situazioni, non serve mandare due volanti della polizia armate di pistola d'ordinanza berretto di tela cerata, ci devi mandare l'esercito.
Soprattutto quando la folla inferocita è composta da diverse centinaia di persone divisa per etnia e danno luogo ad una "rissa" (così è stata definita dai media) di diverse ore in cui sono spuntate armi da fuoco. Il bilancio alla fine dello "scambio di opinioni" tra le etnie di Calais ha provocato 22 feriti.
La polizia svedese ha ammesso candidamente l'esistenza delle "no-go area" ovvero zone in cui il tasso di criminalità è talmente elevato che la polizia non ci entra (e dove ognuno può fare il cazzo che gli pare). Ovviamente man mano che la popolazione pellet cresce di numero in Europa queste zone si fanno sempre più ampie e pericolose. Il nostro cazzo di governo non solo non è in grado di proteggerci, ma attua delle leggi severissime (nei confronti di noi cosiddetti autoctoni) in modo da impedirci l'autodifesa. sostanzialmente siamo merce alla mercé di bande allogene che fanno il "brutto e il cattivo" tempo... perché di buono non portano nulla.
Non sono minimamente una risorsa, come allegramente li definisce quella malata di mente che occupa abusivamente il seggio di Presidente della camera dei deputati, non essendo regolari non hanno la possibilità di trovare un lavoro se non grazie alla promulgazione di leggi speciali che permetta loro di scavalcarci, quindi non pagheranno la pensione né ai nostri vecchi, né, tanto meno, a noi (che non ci andremo mai). 
Uno squilibrato fa a pezzi una giovane donna, ne mette i resti martoriati in due valigie e le scarica in stazione, ma appena si scopre che è uno sporco negro, scatta la solidarietà e la comprensione perché è "sicuramente" disturbato.
Nella stessa città un altro squilibrato (e per giunta incapace) apre il fuoco sui pellet che infestano come ratti la sua città e scatta immediatamente il processo mediatico. Nessun appello, nessuna comprensione per un pazzo che si dichiarava rettiliano e che uno psichiatra ha definito "border-line", fatto di cui si vantava al 'baretto'. Il processo mediatico più che al losco è fatto all'intera area politica che sia appena un po' più scura del rosso sovietico.
La parte preoccupante è che, fino ad oggi, non avevo letto la notizia della sparatoria di Macerata, avevo solo letto i titoli e ovunque c'era scritto "strage" pensavo che il rettiliano avesse ucciso una trentina di pellet (mi sarei accontentato anche di qualcuno in meno, purché si trattasse di una strage), invece 'sto incapace ha sparato 30 colpi e non ne ha freddato nemmeno uno... cazzo 30 colpi 4 feriti... ma dove cazzo stavi mirando? ti sei messo a sparare come i "nigga" dei videogiochi? Con la pistola di traverso e la testa voltata dall'altra parte per non vedere?
Si aggiunga l'ennesimo episodio di "tolleranza" (zero) dimostrato dagli antifascisti che hanno aggredito, a Genova, un ragazzo (che si è scoperto dopo avere problemi psichici) perché si è rifiutato di "ammainare" il tricolore che si portava in spalla. Ora le istituzioni, almeno teoricamente giurano sul tricolore, perché non si è schierato nessuno a favore di un cittadino colpevole di aver portato sventolato la bandiera della propria nazione?
Domanda retorica, in quanto la bandiera di quelle merde (che rubano lo stipendio in parlamento) è quella della U(B)E... il pigiama azzurro con le stelle gialle.

2 febbraio 2018

Stiamo conquistando l'Europa... (completo)

Intanto vi ringrazio per la risposta in visite ottenuta. Mi spiace non essere riuscito a completare il compito nei tempi previsti, ma le forze democratiche hanno tentato in tutti i modi di bloccare l'intervento di Simone Di Stefano, candidato premier di Casapound Italia, in una conferenza, organizzata da "Alba Dorata", tenutasi in una delle sale del parlamento Europeo... l'intervento del nostro connazionale, del presidente di Alba Dorata, e relative domande è durato oltre 45min per cui, per poterlo visionare tutto ho consumato la maggior parte del tempo a disposizione per la stesura dell'articolo.
Ma veniamo al nocciolo della questione...
Sicuramente io sono di parte, ma francamente spero che il programma di Casapound non sia relativo solo ai primi 2 anni di un loro ipotetico governo. Insomma se andare a rileggere alcuni miei vecchi articoli, io per gioco ho trovato almeno una ventina di punti critici per cui la Nazione con una storia plurimillenaria sta affondando velocemente e inesorabilmente. Mentre i 3 punti trattati da Simone non sembravano fornire tutte le risposte necessarie per andare oltre all'immediato futuro.
Il tema della conferenza, ripeto tenuta nel palazzo del parlamento europeo, era incentrato sulla necessità e possibilità, per alcune Nazioni quali Grecia e Italia, di uscire dall'U(B)E e dalla zona euro. Quindi sicuramente l'intervento del candidato premier alle prossime elezioni del 4 marzo non è andato fuori tema. Come anticipato però mi aspetto che il loro programma sia un po' più vasto.
Di Stefano ha iniziato dichiarando la propria fiducia nel riuscire, reailisticamente da soli (come CasaPound Italia CPI), a raggiungere e, se possibile, superare il 3% di sbarramento imposto dalla legge elettorale per entrare in parlamento. Meno realisticamente, ma ipoteticamente, "svela" il programma di quello che accadrebbe se le urne, il 5 marzo (il giorno successivo alle elezioni), dichiarassero l'ottenimento, da parte di CPI, del 51% dei seggi al parlamento. Vi ricordo che non serve riceve realmente tale percentuale di voti, ma con la legge elettorale attuale, per garantire la governabilità del paese, al partito che "vince" viene regalato il premio di maggioranza. Il proclama di CPI si basa sostanzialmente su pochi punti cruciali, uscire dall'U(B)E; uscire dall'euro; statalizzare, per un breve periodo, le banche Nazionali; ripagare il debito pubblico, con la moneta nazionale, nei tempi e coi modi più congeniali allo Stato italiano.
Negli interventi successivi ha ribadito la ferrea volontà di stroncare questa crescente tendenza delle industrie italiane nel delocalizzare la produzione in veri e propri "paradisi" della concorrenza sleale. Ha parlato inoltre anche di agricoltura, ad esempio trovando insensato che le nostre arance (per fare il suo stesso esempio) finiscano sotto le ruote dei trattori e sulle nostre tavole finiscano le arance che arrivano dalla Spagna o, addirittura, dall'Australia. O che i nostri produttori di olio non possano produrre, mentre il nostro mercato è invaso dall'olio del nord africa.
Ha parlato di immigrazione, ma non è entrato nei dettagli di come intende sbarazzarsi dell'oltre mezzo milione di pellet entrati clandestinamente nel nostro paese... però se chiedesse a me ho un paio di idee (per altro già espresse), ma sto anche prendendo contatti con quei ricercatori tedeschi che sono stati ingiustamente accusati di gasazione su cavie umane, certo sarebbe la "soluzione finale" nel caso in cui i pellet si rifiutassero di andarsene o di seguire la strada che ha tracciato per loro la Boldrini definendo sto peso morto una risorsa.
Ad ogni modo in oltre 45min di intervento i temi trattati sono stati molti, ivi incluso incentivare le famiglie italiane che mettono al mondo figli (mmm... questo mi ricorda qualcosa... mmm... bah l'avrò sentito da qualche parte), ecc.
Forse troppo ottimisticamente, oltre alla remota ipotesi di diventare il partito di maggioranza, ha sottovalutato gli effetti della coraggiosa, ma indispensabile, scelta di voltare le spalle alla "setta" U(B)E. Perché a mio avviso ha tutte le caratteristiche per essere una setta. Se ci pensate bene una volta entrato, tu (Stato) membro doni tutti i tuoi averi alla setta (nella figura leader di parlamento e commissione europea). Una volta entrato sottostai alle regole della setta senza discutere, pena punizioni (sanzioni). Una volta entrato non esisti più come individuo, ma esisti solo all'interno della comunità. Una volta entrato lavori esclusivamente per gli interessi della setta e non per i tuoi sordidi interessi personali. Soprattutto una volta entrato, uscirne è facile solo sulla carta, perché nella realtà dei fatti (Brexit docet), non lo è affatto in quanto la setta non solo ti volta le spalle, e sarebbe già un sollievo, ma ostacola la tua uscita in tutti i modi (secondo me anche con minacce non troppo velate) Grecia docet. Infatti cosa è successo alla Grecia? In passato abbiamo già affrontato lo "strano" volta faccia di Tsipras che, (come Renzi) a fronte della sconfitta nel referendum del luglio 2015, aveva proposto ai tre porcellini (la commissione europea, la banca centrale europea ed il fondo monetario internazionale) una proposta alternativa "all'inchiappettamento della Grecia con la sabbia" ovvero "l'inchiappettamento con la vasella", opzione che i tre porcellini hanno respinto in blocco e posto Tsipras di fronte ad una scelta... "Inchiappetare la Grecia con la sabbia" oppure "la libertà" (uscire dall'eurozona), in prima battuta aveva fatto una serie di sparate del tipo noi abbandoniamo questa nave che affonda, andremo avanti da soli, ecc. ma poi, e qui sta il mistero, ha ricoperto il proprio membro di sabbia e s'è inculato la Grecia ed il referendum che aveva perso con l'oltre 60% di voti contrari... dopo questo s'è dimesso lasciando cocci, lacrime e sabbia in culo al governo successivo. Per far fronte alla trojka imposta alla Grecia il governo ellenico ha dovuto svendere aeroporti e porti nazionali, cosa ribadita anche dal presidente di alba dorata.
Concludo dicendo che lasciare questa setta, non solo è possibile, ma è un dovere se vogliamo fornire un qualsiasi futuro a questo mondo delirante. In quanto, per stessa ammissione dell'unico membro del parlamento europeo presente alla conferenza, l'U(B)E ha fallito. Ha fallito nelle intenzioni (almeno quelle ufficiali) di creare l'Unione degli Stati Europei, uguali tra loro con pari diritti e doveri. Ha invece creato un sistema in cui Germania e Francia spadroneggiano e si arricchiscono (i capi della setta) e gli altri membri subiscono i loro capricci.
Però per quanto sia un atto dovuto non illudiamoci... non sarà affatto facile, ma più restiamo dentro più difficile sarà uscirne... e restandone dentro andrà sempre peggio, in quanto ogni anno aumentano i costi dei servizi di cui abbiamo bisogno, mentre dall'altro lato il governo continua ad effettuare tagli garantendoci sempre meno il servizio che stiamo strapagando... ma questo è un altro tema che affronteremo un'altra volta.