14 febbraio 2018

Vichinghi (saga degli uomini del nord)

La trama di questo film del 2014, diretto da Claudio Fäh, è abbastanza originale, riguarda sempre la storia trita e ritrita della fanciulla da salvare, ma 'sta volta la fanciulla va salvata dalla squadra di recupero a seguito di un rapimento. Ovvero dei feroci e brutali vichinghi che, seppur accusati, non saccheggiano chiese o monasteri, non stuprano donne, non uccidono nessuno, salvo gli uomini che li aggrediscono appena naufragati in Scozia. Dopo aver sconfitto (disarmati) un gruppo di soldati, più numeroso di loro, si ritrovano tra le mani la principessa di Scozia, decidono quindi di portarla con loro al fine di garantirsi, con il suo riscatto, l'ingresso in un loro insediamento sull'isola britannica.
Nel loro piano non avevano considerato che il padre, re Dunchaid, non avesse nessuna intenzione di pagare il riscatto per la figlia e che preferisse piuttosto farla uccidere dalla sua guardia personale.
L'élite di mercenari zingari si mette a dar la caccia ai normanni che, a costo di diverse vite sia proprie sia nemiche, non vengono mai sconfitti in battaglia. Trovano l'aiuto e la complicità di un monaco cristiano e, superati gli iniziali pregiudizi reciprochi, si unisce al gruppo in quanto egli stesso braccato dai "lupi" del re.
Come in tutte le trame più classiche tra la principessa ed il capo vichingo scossa la scintilla d'amore (così facciamo anche un omaggio alla festa degli innamorati), ma il film finisce prima di scoprire se infine, giunti all'insediamento normanno, cedono la fanciulla o se pagano in altro modo o ancora se infine decidono di non andarci proprio.
Il resto della trama la lascio scoprire a voi.
Il film è piacevole, ma certo non priva di messaggi preliminari e messaggi subliminali. Sicuramente il fatto che la trama sia penda palesemente verso i vichinghi, lo rende un film che si può gustare anche a cervello acceso (a differenza dei film peggiori per cui se usi la testa dovresti poi lavare il televisore con il lanciafiamme), ma non di meno vale la pena muovere qualche critica.
Innanzi tutto l'interpretazione di Leo Gregory (che molti di voi ricorderanno come l'imbecille traditore Bovver nel film Hooligans), seppur faccia parte di un gruppo di normanni in pieno medioevo, il suo atteggiamento è ancora quello da "gangsta" (gangster) della GSE londinese del west ham, strano che il regista non se ne sia accorto e spero che non lo abbia chiesto lui all'attore di interpretare così un vichingo.
Fa piacere che, per una volta almeno, i cattivi arrivino dai Carpazi (in Romania) e non dalla Foresta Nera (in Germania), anche se il fatto di proclamarsi lupi, le divise nere, ed il teschio sull'elmo... qualche "sospettuccio" lo insinua.
Infine il fatto che un monaco cristiano non solo non sia contro la violenza, ma sia addirittura un eccellente guerriero... "ma che davero davero?".
In ultima analisi il film non è di quelli stra miliardari, basti pensare che è una produzione "svizzero-teutonica-sudafricana" insomma non sapevano più a chi chiedere quattrini per poter girare il film, ma è comunque godibile e quindi ve lo consiglio.

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