26 febbraio 2018

Adriano 80

All'inizio di quest'anno (il 6 gennaio) Adriano Celentano ha compiuto 80 anni. Il canale televisivo Iris lo sta omaggiando con le pellicole più belle, da lui interpretate, degli anni 80...
I presupposti per un articolo ci sono tutti.
Inizierei col dire che anche se ora è quasi la brutta copia di sé stesso (anche se non mi risulta sia mai ricorso alla chirurgia plastica), è innegabile che in tutti i decenni, dagli anni 60 ad oggi, qualunque generazione conosca il suo nome.
C'è chi ne parla male, chi ne parla bene, chi lo ridicolizza, chi lo apprezza... ma innegabilmente è stato il punto di riferimento per la musica, la TV ed il cinema italiano sin dalla fine degli anni '50. Secondo vaccapedia il primo film a cui partecipa come attore è "i ragazzi del juke-box" (1959) di Lucio Fulci. Quelli, però, erano gli anni in cui i film servivano a dare visibilità ai cantanti, infatti anche Adriano non ha potuto sottrarsi alla lunga schiera di film (pseudo) musicali, ma senza i numeri per essere definiti musical, a cui si sono sottoposti i cantanti del periodo, da Al Bano e Romina a Gianni Morandi, passando inevitabilmente da Bobby Solo, Little Tony, Teddy Reno e Rita Pavone. Erano gli anni in cui per promuovere un disco si faceva un film per sottolineare le origini, e gli inizi, umili di un giovane artista fino ad arrivare al "colpo di fortuna" e alla svolta della carriera. Ispiratore delle canzoni c'era sempre una ragazza da cui, quando la vita da artista si faceva troppo "ipocrita" per il giovane artista del rock 'n' roll, ritornava.
Negli anni 60 lavora al cinema con registi d'eccezione quali Sergio Corbucci e Federico Fellini (con un cameo in "la dolce vita") arrivando a firmare una delle poche pellicole che vedono egli stesso alla regia.
E' negli anni successivi però che Celentano ha una svolta artistica impressionante. Nel 1971 infatti esce "Er più - storia d'amore e di coltello" con accanto l'immancabile moglie Claudia Mori, in cui Adriano recita con un improbabile accento romanesco. Un paio d'anni dopo recita nel film meno probabile di tutti "le cinque giornate" un film del '73 che racconta le sommosse anti-austriache del 1840 di Milano (storicamente noti con il nome di "le cinque giornate di Milano") quello che impressiona non è tanto la recitazione, piuttosto usuale, dell'attore milanese quanto il fatto che subentrò al posto di Ugo Tognazzi, il quale (dopo l'abbandono di Nanni Loy) impose che sarebbe rimasto nel cast a condizione che la regia passasse a Dario Argento. Il "maestro del brivido" accettò di staccarsi dal genere che lo aveva già immortalato agli allori cinematografici, ma questo non impedì a Tognazzi di abbandonare il cast venendo quindi sostituito da Celentano. In questa occasione vedremo all'opera l'icona stessa della comicità italiana con il maestro della suspense.
Lo stesso anno gira due pellicole con Pasquale Festa Campanile prima di firmare la pellicola che lo vede, per la seconda volta, alla regia ovvero "Yuppi Du" del 1975 di cui Adriano cura la colonna sonora (pubblicandola come LP nello stesso anno).
Da questo momento in poi la strada è un alternarsi di successi, tutti lo vogliono tutti lo cercano, o quasi parecchi suoi lavori sono famosi più per la presenza del suo nome che per la qualità del lavoro stesso. Caso a parte è il film "Joan Lui" del 1985, e suo quarto (nonché ultimo) lavoro alla regia, in cui interpreta niente meno che la parte di Gesù (anche se mai esplicitamente dichiarato, l'analogia con la figura biblica è piuttosto esplicita invece), il film è pressoché sconosciuto in Italia (chissà perché poi), ma segna l'ultimo della lunghissima carriera di attrice di Claudia Mori e la conferma delle doti artistiche (e fisiche non certo indifferenti) di Federica Moro, che aveva affiancato Celentano già nel film "segni particolari: bellissimo".
La fine degli anni '70 e gli anni '80 segnano la nascita della cosiddetta commedia sexy all'italiana, ma questo tipo di comicità si percepisce poco nei film interpretati da Celentano che, seppur sempre circondato da attrici di un certo livello estetico e artistico (oltre alla già citata moro ricordiamo Ornella Muti, Angela Finocchiaro, Carole Bouquet, Eleonora Giorgi, ecc.), ha sempre preferito una comicità più classica. Unica eccezione è fatta da "Asso" in cui è affiancato da Edwige Fenech, ma anche in questo caso la componente più "ammiccante" è marginale rispetto al resto della trama.
Agli inizi del '90 gira la sua ultima pellicola come attore con il film "Jackpot" 1992, concentrandosi alla carriera musicale firmando alcuni album di "denuncia" contro una classe politica e imprenditoriale ormai corrotta. Evidentemente, visto lo scarso interesse mostrato dal pubblico per il film "Joan Lui", ha voluto ribadire quanto espresso nella pellicola con due album in cui il tema "romantico", che ha sempre contraddistinto la sua musica, fu in parte accantonata o messa da parte... si tratta de "la pubblica ottusità" e "il re degli ignoranti" che contiene anche una traccia di denuncia contro il degrado della programmazione TV. Le sue apparizioni televisive si fanno sempre più rare e solo in programmi completamente "suoi" nel tentativo di portare di nuovo cultura e intrattenimento nel mezzo di diffusione di massa.
Quindi ritorna alla musica romantica, fa coppia artistica con Mina e, successivamente, escono alcuni album che, quanto meno dal punto di vista artistico, meritano l'ascolto quali "io non so parlar d'amore" ed "esco di rado e parlo ancora meno".
Insomma che vi piaccia o no Celentano è stato un pilastro della arte italiana dalla fine degli anni 50 ad oggi e anche se non è sempre stato oro quello che portava il suo nome inevitabilmente abbiamo riso ad almeno una delle sue battute, ad una delle sue scenette, abbiamo canticchiato uno dei suoi motivetti (magari inconsapevolmente, ma lo abbiamo fatto...) se sapete concludere questa frase "chi non lavora..." vuol dire che ho ragione.
Per cui "Auguri Adriano... buon compleanno!"

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