3 dicembre 2020

"Il mio campo" - quarta parte a proposito di personalità e concetto di stato

Per quanti oggi sostengono che il, cosiddetto, Nazifascismo, appiattendo in "bello stile" come da abitudine degli "storici" politicizzati e schierati contro, che è la peggiore combinazione per chiunque dovrebbe approcciare la storia con senso assolutamente acritico due concetti simili nello spirito, ma assolutamente diversi nella forma, fosse un movimento di massa inteso nel senso in cui l'individuo fosse annientato ed amalgamato con tutto il popolo indistintamente, questo articolo potrebbe essere un po' scioccante... nel senso che probabilmente li farà apparire come sciocchi. Questa pratica, questa mistificazione, questa menzogna o, a voler esser generosi, questo fraintendimento è dovuto al fatto che ogni cittadino dell'Impero, fosse italico o germanico, si pose, volontariamente o meno, al servizio dello Stato, quindi, ogni suo intuito, fu posto al servizio di tutta la comunità. Questa è la parola chiave. Similmente a quanto avverrà, in seguito, negli anni '60 del secolo scorso, ogni bene intellettuale del popolo era posto al servizio del bene comune, con una sottile differenza, ovvero negli anni '60 veniva calpestato il concetto di proprietà privata (sul modello sovietico), mentre negli anni a cui l'autore si riferisce la proprietà privata era garantita ed il cittadino era chiamato, quando necessario, a donare i propri beni per il benestare della comunità stessa. A proposito dei meriti dell'individuo e delle sue "intuizioni" possiamo citare questo passaggio del IV capitolo "Forse per meglio intendere questo è opportuno gettare ancora una volta uno sguardo sull'origine e sulle cause reali della evoluzione civile dell'umanità
Il primo passo che allontanò in modo visibile l'uomo dall'animale fu quello dell'invenzione. In origine, la invenzione consiste nel trovare astuzie e simulazioni idonee ad agevolare la lotta con altri esseri per l'esistenza ed assicurarle buon esito. Queste primordiali invenzioni non lasciano ancora apparire chiara la persona perché l'osservatore successivo, l'osservatore moderno ne prende coscienza solo come fenomeni collettivi. Certi raggiri, certe scaltre misure che l'uomo può osservare nell'animale si offrono al suo occhio come un fatto sommario, ed egli non è più in grado di stabilirne l'origine o di indagarla: e se la cava chiamando 'istintivi' questi procedimenti.
Ma nel caso nostro 'istintivo' non dice nulla. Perché chi crede ad una più alta evoluzione degli esseri viventi deve ammettere che ogni manifestazione del loro istinto vitale e combattivo deve avere avuto principio un giorno, che un solo soggetto deve avere cominciato a manifestare tale istinto. In seguito, questo procedimento si ripeté sempre più spesso e si diffuse, finché trapassò nell'incosciente di tutti i membri d'una determinata razza e si rivelò come 'istinto'.
E' più facile comprendere e credere questo nell'uomo. I primi suoi saggi provvedimenti nella lotta contro gli animali, furono, certo, in origine, opera di soggetti forniti di doti particolari. Anche qui la personalità diede occasione a decisioni e ad atti che più tardi furono assunti, come cosa naturalissima, dall'umanità intera. Allo stesso modo, certe 'cose naturali' dell'arte militare sono oggi diventate la base di ogni strategia ma in origine dovettero la loro nascita ad una determinata testa e solo nel corso di migliaia d'anni furono accettate da tutti come perfettamente naturali.
L'uomo completa la sua prima invenzione con una seconda: impara ad assoggettarsi altre creature, perché lo servano nella lotta per l'esistenza; apprende altre cose; e così comincia la vera attività inventiva dell'uomo, oggi presente agli occhi di tutti. [...] Dunque, tutte le invenzioni sono il risultato della facoltà creatrice d'una persona. Queste persone sono nel loro complesso, si voglia o no, più o meno grandi benefattori degli uomini. L'opera loro dona, più tardi, a miliardi di creature umane mezzi e risorse per alleviare la loro lotta per la vita.
Così all'origine dell'odierna civiltà materiale vediamo sempre singole persone in qualità di inventori: esse si completano a vicenda, l'uno continua a fabbricare sulle fondamenta poste dall'altro. [...] Una comunità umana appare organizzata bene se a queste forze creatrici  agevola come meglio può il loro lavoro e se lo impiega in modo utile alla collettività. Ciò che ha più valore in una scoperta materiale o ideale è, anzitutto, l'inventore quale persona. E' quindi primo e sommo compito dell'organizzazione, della comunità nazionale, quello quello di renderlo utile alla nazione. Sì l'organizzazione deve solo servire a tradurre in atto questo principio: con ciò resta pure liberata dalla maledizione del meccanismo e diventa cosa viva. Deve incorporare in sé lo sforzo di elevare le teste al disopra della massa e di subordinare la massa alle teste." In quest'ultima affermazione sembrerebbe trasparire una contraddizione con quanto da me affermato in precedenza, ma in verità la meritocrazia funziona in questo modo. Ovvero chi ha il merito, sia esso dato dall'esperienza, dalle capacità o dall'intelletto di adempiere ad un certo compito deve essere posto in condizione di svolgerlo. A differenza del nepotismo o delle cariche istituzionali elargite a manciate, come coriandoli a carnevale, per cui ci si ritrova un ministro degli esteri che non è in grado di parlare in italiano figuriamoci in inglese, un ministro all'istruzione senza la terza media od un ministro alla salute che (aldilà di chiamarsi "Speranza") non ha alcuna conoscenza medica. Pur non credendo che per fare il ministro di qualcosa sia necessaria una laurea specifica conseguita per la materia che si va ad amministrare, ma quanto meno potrebbe aiutare per non essere sballottati a destra e a manca dai pseudo esperti. Soprattutto quando questi formano una nutrita corte (chiamata con l'inglesismo Task Forse) in grado di contraddirsi a distanza di settimane prima di giungere a conclusioni sconclusionate.
Un esempio di questo può essere rappresentato, in epoca, dall'architetto Albert Speer amico personale dell'autore ritrovatosi, nel 1942 senza alcun tipo di esperienza in merito, Ministro degli Armamenti. "Nonostante le difficoltà e la novità dell'incarico, Speer lavorò alacremente per migliorare l'industria bellica e per fronteggiare la riparazione degli impianti danneggiati dai sempre più frequenti bombardamenti alleati. Speer ottenne ottimi risultati raggiungendo l'apice della produzione tedesca nel 1944, quando la situazione militare ed economica della Germania era già decisamente critica. Per arrivare a questi traguardi, Speer si circondò di un gruppo di giovani manager, limitando al minimo l'apparato burocratico." (fonte vaccapedia). Ovvero non avendo alcuna esperienza in merito scelse persone motivate in grado di consigliarlo nel modo migliore. Oggi si sceglie un mediocre assolutamente non in grado di svolgere l'incarico che gli viene assegnato, al solo scopo di perpetrate gli obbiettivi imposti dal mercato. Per quel che serve un ministro, oggi, in un governo, tanto varrebbe mettere tre scimmie ammaestrare a pigiare tasti a caso su di un computer e a berciare in TV. Se non lo fanno è solo per dare a noi plebaglia l'illusione che la politica italiana, e con essa quella dei paesi più deboli dell'Europa, sia ancora una cosa seria, ma, assicuro, era molto più seria quando ci ritrovammo ad avere in parlamento due attrici pornografiche Moana Pozzi Ilona Staller (alias Cicciolina perché dire due mignotte poteva essere fuorviante date la presenza della Carfagna e della Boldrini), almeno si sapeva che la politica era un troiaio.
Ora che gli eredi del marxismo (la sinistra radical chic) ha mostrato il vero volto del marxismo giudaico ovvero destabilizzare economicamente, politicamente e spiritualmente le civiltà evolute, si può vedere che la politica, ovvero il governo del popolo, ha un ruolo sempre più marginale rispetto alle "politiche" economiche sovrannazionali od internazionali. Anche questo aspetto fu chiaramente espresso attraverso le battaglie culturali di cui si fece portavoce e attraverso i suoi scritti l'autore. "Il Marxismo rappresenta il tentativo, trasferito nel campo della cultura, degli ebrei di eliminare in tutti i campi della vita umana la preminenza e la prevalenza della personalità e di sostituirle  il numero della massa. A ciò risponde in politica la forma parlamentare di governo, tanto funesta, dalle minime cellule del comune fino alla suprema direzione del Reich, e in economia un sistema sindacale che non serve ai reali interessi del lavoro ma soltanto ai distruttivi propositi del giudaismo internazionale. Nella stessa misura in cui l'economia viene sottratta all'azione del principio di personalità ed è abbandonata alla influenza e alle costrizioni della massa, essa deve perdere la sua capacità di prestazione che sta al servizio di tutti ed è per tutti preziosa, e a poco a poco retrocedere. I consigli di fabbrica che, invece di proteggere gli interessi degli impiegati, cercano di influire sulla produzione stessa, servono allo stesso scopo distruttore. Danneggiano la produzione complessiva e quindi anche l'individuo. Perché a lungo andare, gli appartenenti ad una nazione non restano soddisfatti da semplici frasi teoriche, ma dai beni della vita quotidiana spettanti a ciascuno e dalla convinzione che ne risulta, che una comunità nazionale assicura, nel complesso delle sue prestazioni, gli interessi dei singoli.
Poco importa che il Marxismo, basandosi sulla sua teoria di massa, appaia capace di assumersi e sviluppare l'economia già esistente. Per la critica sulla esattezza o inesattezza di questo principio non è decisiva la prova della capacità del Marxismo ad amministrare ciò che già esiste, ma la prova che esso sia capace di creare una simile civiltà. Il Marxismo potrebbe mille volte assumersi e svolgere sotto la sua direzione l'attuale economia, senza che un suo eventuale successo dimostrasse nulla contro il fatto che non sarebbe in grado di creare, impiegando il suo principio, ciò che oggi è creato e che esso si appropria.
E che non ne sia in grado, il Marxismo l'ha provato praticamente. Non seppe creare in nessun luogo una civiltà o almeno un'economia feconda e non seppe nemmeno svolgere secondo i suoi principi quelle già esistenti; già dopo breve tempo dovette mettersi sulla via delle concessioni all'idea della personalità, alla quale non poté sottrarsi nemmeno nella propria organizzazione. La concezione nazionale si distingue essenzialmente dalla marxista in questo, che essa riconosce il valore della razza e quindi anche il valore della persona e ne fa uno dei pilastri del suo edificio. Questi sono i più importanti fattori della sua concezione del mondo.
Se il movimento nazional-socialista non comprendesse la fondamentale importanza di questo riconoscimento di massima, e rattoppasse solo esteriormente lo Stato odierno e adottasse il punto di vista della massa, in realtà non sarebbe altro che un partito in concorrenza al Marxismo".
Infatti negli anni del secondo dopo guerra, e fino ai giorni nostri, la sinistra si è sempre vantata di essere la forza politica della cultura quella che ha difeso la libertà intellettuale (esclusivamente dei propri autori), mentre gli altri (i nazifascisti) non erano altro che picchiatori da stadio. Probabilmente oggi quegli stessi autori, ormai deceduti, scenderebbero in piazza col forcone per difendere la libertà che questi politicanti stanno devastando in nome di un capitalismo sregolato ed un edonismo controllato al fine da ridurre l'uomo (inteso come essere umano) in cenere o, peggio, ad una marionetta.
"Lo Stato nazionale deve provvedere al benessere dei suoi cittadini, riconoscendo in ciascuno e in tutti il valore della persona e promuovendo in tutti i campi quell'alta capacità di produzione che garantisce al singolo un'alta misura di compartecipazione. [...] La costituzione statale e la forma statale migliore è quella che, con naturale sicurezza, attribuisce valore direttivo e influenza suprema alle migliori teste della comunità nazionale.
Ma come nella vita economica gli uomini capaci non possono essere determinati dall'alto ma debbono farsi strada da sè, e come in questa vita esiste una lunghissima scuola che va dalla più piccola bottega alla più grossa azienda, una scuola dove la vita dà gli esami e fa la scelta; così non è possibile che le teste politiche vengano 'scoperte' ad un tratto. Il genio straordinario non è un argomento che si adatti all'umanità normale." Confrontando questo principio con la situazione attuale, troviamo ministri che non dicono nulla (pur parlando in continuazione) al solo scopo di non dover affrontare, un giorno, le conseguenze delle loro parole. Vi pongo questa domanda... Dal momento che il 40% delle aziende italiane e delle attività commerciali stanno chiudendo i battenti per sempre... chi provvederà a pagare il MES a cui questo governo, con Gualtieri in testa che (senza un mandato parlamentare) si arroga il diritto di firmare la riforma dello strumento stesso di fatto aggravando la nostra situazione, tende così ansiosamente?
Per questi politicanti si poteva, sino a febbraio di quest'anno, invocare l'incapacità di intendere e volere ovvero non sono capaci, non intendono (inteso non capiscono un benemerito...) e vogliono poggiare il culo sulle comode poltrone di palazzo Chigi. Già dal mese di marzo tale difesa è venuta meno in quanto persino un pellet, come il senatore negro della Lega, riesce a capire che se la gente non lavora non può pagare le tasse. Se non può pagare le tasse tu "stato" come ripaghi il debito? Facile! Pignorando il conto corrente di chi ha in banca quattro luridi euro, pignorandogli i beni mobili e immobili dei malcapitati che possiedono ancora qualcosa. Sempre secondo voi questo è uno stato che si prende cura dei propri cittadini?
Qualcuno si è preso la briga di contare quanti diritti costituzionali questo "collettivo" abbia calpestato per garantire quello che loro stessi, con tutti questi meccanismi di stabilità e austerità, hanno contribuito a rendere inadeguato, ma sicuramente l'articolo uno della costituzione (della costituzione antifascista come la definiscono sempre loro) recita che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro... e non una dittatura basata sulla salute o l'economia.
Insomma questo Stato, ancora una volta, uccide i cittadini in nome della salute dei cittadini, ma in realtà lo fa in nome delle banche, dell'economia e dei vari Fondi Monetari siano essi europei o internazionali.
Per concludere "Per principio, lo Stato nazionale non tollera che su un affare di genere particolare (per esempio, economico) sia chiesto un consiglio o un giudizio a uomini che, per l'educazione ricevuta o per il modo della loro attività, non si intendono di quell'affare. Perciò esso dispone e ordina i suoi corpi rappresentativi in camere politiche e professionali.
Per garantire una comune vantaggiosa azione delle une e delle altre, sta sopra di esse uno speciale Senato, composto del fiore della nazione.
In nessuna Camera, in nessun Senato hanno mai luogo votazioni. Essi sono istituti di lavoro e non macchine per votare. Il singolo membro ha voto consultivo, ma non decisivo. Voto decisivo hanno solo i presidenti responsabili."
Oggi fingono di fare un programma, sulla base del quale vengono eletti, poi tradiscono quel programma e decidono senza più consultare la base che li ha eletti... ovvero il popolo. Questo è ciò che spacciano per democrazia.

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