2 agosto 2019

Il buonismo porta al vittimismo.

Chiarisco subito che, con il termine vittimismo, non intendo il tanto inutile quanto patetico piagnisteo dei pellet che pretendono il culo (il più delle volte letteralmente e senza chiederne il permetto) dall'Europa e dagli europei. Piuttosto faccio riferimento al fatto che ad essere buoni si finisce per diventare vittime inermi di prepotenti ed arroganti che, coccolati da istituzioni compiacenti, immanicate e corrotte, garantiscono ai carnefici privilegi che non meritano, violando di fatto le leggi che hanno scritto o giurato di applicare, e diritti che non hanno.
Questo senso di impunità, ed in questo esplicito caso non faccio di tutta un erba un fascio, istiga i soggetti più violenti e codardi ad azioni criminose di particolare violenza.
Se accettassimo la spiegazione "stronza" di qualche psicologo al minimo sindacale, faremmo nostra la teoria secondo cui uno stupratore (o peggio un pedofilo) non sono criminali, ma sono malati mentali che non sanno porre un freno ai propri istinti. Ma quando una di queste viene violentata in un centro di prima accoglienza... al termine della violenza subite denuncia uno stupro, non prescrive certo un periodo di ricovero in una struttura di igiene mentale.
In altri casi mi sale la carogna quando letto notizie che riguardano l'uccisione di popolazione inerme, ovvero la sinistra (radical chic e non) accusa spesso i "fascismi" dell'omicidio (se il termine può essere applicato anche in tempo di guerra) della popolazione civile e chiedono l'immediato arresto, se non di peggio, di chiunque si rifaccia a tale ideologia. Quando si tratta però di reati commessi dai pellet ecco che invocano ed evocano ogni giustificazione, ogni associazione per i diritti umani, ogni patetica scusa umanitaria, culturale e storica che garantisca l'impunibilità del criminale. Come ho detto pocanzi la cosa mi fa incazzare, ma ancor di più mi fa incazzare il buonismo per cui si continua a piangere le vittime e con la stessa "bocca", che andrebbe sciacquata con l'acido muriatico, si addita tacciandolo di razzismo un decreto sicurezza che, ancora una volta, tutela una sola parte di popolazione come se le altre non ne avessero bisogno.
Nello specifico dalla Germania arrivano due notizie di una gravità sconcertante. "Un bambino di 8 anni è morto schiacciato da un treno ad alta velocità nella stazione centrale di Francoforte. Il piccolo e la madre sono stati spinti sui binari da un uomo. Stando a quanto riferito dalla polizia, si tratterebbe di un 40enne africano originario dell’Eritrea. La donna è riuscita miracolosamente a salvarsi. Alcuni passeggeri che hanno assistito alla scena hanno poi rincorso l’immigrato che è stato arrestato dalle forze dell’ordine. [...] La Bild riferisce che l’africano è sotto interrogatorio, ma non si conoscono i motivi del gesto criminale, anche perché in base a quanto trapelato dagli inquirenti non vi sono relazioni tra l’uomo e le vittime. Alcuni testimoni hanno raccontato che l’africano ha tentato di spingere sui binari anche altre persone. [...] Si tratta del secondo episodio di questo tipo. Sempre in Germania, infatti, nove giorni fa una donna di 34 anni è stata spinta sui binari a Voerde, Nord Renania Westfalia. In quell’occasione è stato arrestato un 28enne kosovaro. Neppure in quel caso l’uomo conosceva la vittima."  Giusto per non dare sempre la colpa ai negri.
Fin qui vi sto semplicemente raccontando un fatto di cronaca con il mio commento di cui, volendo (e se trovaste la notizia in altri giornali che non sia il primato), potreste anche fare a meno. Quindi il motivo di questo mio interesse non è sicuramente legato al fatto di cronaca in sé, su cui ho più volte puntato il dito, bensì contro l'idea "balorda" secondo cui la feccia basta integrarla che di colpo smette di essere feccia... Infatti l'eritreo in questione, residente in Svizzera (che non è certo il paese europeo più "razzista" al mondo), nella sua nuova patria fu testimonial per la campagna per la "buona integrazione", infatti "Secondo quanto riportato da Metro, Araya, padre di tre figli e operaio edile, nel 2017 aveva posato in abiti lavorativi per alcune fotografie che erano poi finite su una brochure della Swiss Workers Relief Agency, realizzata per favorire l’integrazione. [...] La brochure riportava alcune frasi dell’assassino che dichiarava “Della Svizzera mi piace quasi tutto”. Poi proseguiva:  “Quando sono arrivato, i primi tempi la comunicazione era difficile a causa della lingua. Ma ora non lo è più. Mi piace il fatto che tutti siano aiutati qui, indipendentemente dal fatto che siano ricchi o poveri. Per i miei figli voglio una vita migliore e più facile rispetto a quanto abbia mai avuto io”" (fonte Il Primato Nazionale) Per ringraziare l'Europa che è stata così generosa nei suoi confronti pensa bene di gettare una madre, col figlio, sotto ad un treno ad alta velocità. 
Per ora non sono emerse le ragioni del, definiamolo, "folle" gesto, se saranno diverse dall'essere causato dal retaggio della sua razza inferiore, valuterò un modo di riportarne notizia.

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