31 luglio 2019

Salvini e di Maio lo scontro sul TAV.

Partiamo dal presupposto che Gigino Di Maio non ha alcun senso critico (e a quanto pare neppure estetico) se è riuscito a definire Chiara Appendino "uno dei migliori sindaci" a loro disposizione... a me verrebbe da dire... "pensa l'artri!!!".
Dell'attuale sindaco di Torino, che grazie alla neo regola del "mandato 0" inventato dai 5 stelle (per restare aggrappati alla cadrega) rischiamo di riavere per altri 5 anni, ho raccontato le maggiori malefatte... ovvero la sua esplicita volontà di trasformare Torino nella Mecca economica degli arabi (una sorta di Dubai piemontese anche se continua a non essermi chiaro come concilierebbe i soldi dei petrolieri con la sua avversione per il combustibile fossile), il suo svanire nel nulla proprio nel giorno in cui la giunta comunale era chiamata a prendere una decisione sull'opera del TAV e ultima, solo in ordine di tempo, l'essere riuscita a privare il capoluogo piemontese della sua manifestazione più importante (sia in termini economici che turistici), ovvero il salone dell'automobile che è stato trasferito da Torino a Milano. Non fraintendetemi non è che Milano non abbia una sua tradizione automobilistica (peggio sarebbe stato mandarla a Roma o in qualunque altra città in cui le automobili sanno cosa sono solo a causa del traffico), in quanto l'Alfaromeo è nata lì, però direi che gli Agnelli hanno fatto abbastanza "mambassa" delle aziende automobilistiche italiane, l'unica che forse si salva è la Lamborghini che, da qualche tempo, fa parte del gruppo Audi. Piaccia o noi ai 5 Stelle la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) e la tradizione automobilistica italiana sono indissolubilmente legate al Piemonte ed, in particolare, a Torino.
Questo si va ad aggiungere alla sensazione avvertita dai torinesi che, facendosi abbindolare dalla campagna elettorale di Salvini, si sentono defraudati del TAV.
Dopo questo ennesimo "esproprio" da parte della Mignotta a 5 Stelle, i piemontesi, incazzati come bisce si sono scatenati sui social e domandano al sindaco "Appendino, ma almeno la Bagna Caoda ce la lasci?" (per quelli che non conosco il dialetto la pronuncia corretta è Bagna Cauda, ma si scrive con "Caoda").
Ormai tutti sostengono, come se avessero fatto loro i conti, che costerebbe di più smantellare l'intera opera che completarla. Forse molti, ripeto convinti dai "Sì TAV" come Salvini, credono che al completamento dell'opera manchi solo lo spaccare la bottiglia di Moscato sul muso del primo treno che percorrerà la tratta Torino-Lione, nonostante la buonanima di Paolo Villaggio, nel film "Fantozzi" abbia ampiamente dimostrato non essere la parte più facile dell'intera impresa, ma non è così. Oltre al completamento del tunnel (di cui non si vede ancora la luce), manca l'intera posa dei binari (che vuol dire creare l'opportuno corridoio rialzato e inclinato e non solo fissare a terra due sbarre di ferro), le barriere protettive, lo scavo delle gallerie (in particolare sotto quel cumulo d'amianto chiamato Musinè) per evitare di dover spostare due statali, un'autostrada e la precedente ferrovia ancora funzionante, costruire le stazioni (passeggeri e merci), le rampe d'accesso, abbattere le case che si trovano troppo vicine o sopra il percorso stabilito (e ce ne sono), ecc. Insomma l'opera è tutt'altro che completa anzi direi che forse è appena iniziata, ma se non completarla ha un costo per lo Stato è quello della restituzione delle sovvenzioni europee, la restituzione degli investimenti privati e delle tangenti pubbliche. Questo è il costo che vedo come maggiore rispetto a buttare un paio di palate (volutamente minimizzato) di cemento dentro ad un galleria appena iniziata.
Come commentato in precedenza, su altri articoli, ci è stata raccontata anche la fuffa che il TAV Torino-Lione serve per togliere o, quanto meno, diminuire il traffico su gomma dalla "valle", ma io vedo diversi problemi (o balle se preferite) su questo tema, il primo è il fatto che non riesco a immaginare alcuni tipi di merci caricati a bordo di un freccia rossa.
Il secondo riguarda i costi proibitivi, ad oggi, infatti, il trasporto ferroviario di merci è ridotti al minimo proprio per il costo che ha assunto spedire merce col treno, non oso immaginare cosa costerebbe inviare la stessa merce su un TAV. Un altro punto a sfavore del TAV "merci" è relativo al fatto che, in base al percorso che la ferrovia dovrebbe seguire, le uniche stazioni su cui sarà possibile caricare e scaricare merci (almeno per gli italiani) saranno Orbassano (alle porte di Torino) e Modane (ridente cittadina appena oltre il confine con la Francia)... per tutti quelli che sono in mezzo? Per l'altro centinaio di chilometri come si sposteranno le merci? manco a dirlo... su Gomma.
Se questi sono i presupposti direi che sul versante italiano possiamo continuare tranquillamente restare senza TAV Torino-Lione.

Nessun commento:

Posta un commento