Gli storici si domandano (o almeno dovrebbero farlo) come furono possibili le stragi di Capaci e via d'Amelio che coinvolsero, oltre agli uomini della scorta, rispettivamente i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
I due magistrati divenuti famosi per la strenua lotta alla mafia, che costò a entrambi la vita, vivevano da tempo sotto scorta e spesso i loro spostamenti erano segretati per evitare, appunto ritorsioni da parte della criminalità organizzata. Eppure, nonostante le dovute precauzioni, ai giudici non fu risparmiata una fine atroce. Dovrebbero appunto continuare a domandarsi, a pochi giorni dall'anniversario del giudice Borsellino (avvenuta il 19 luglio del 1992) su come fu possibile. Nel film "Giovanni Falcone", di Giuseppe Ferrara del 1993 interpretato tra gli altri da Michele Placido (Giovanni Falcone) e Giancarlo Giannini (Paolo Borsellino), viene ipotizzato o sostenuto che la mafia fosse in grado di intercettare le telefonate dei due magistrati, ma sottinteso che ci fosse più di un giudice, se non corrotto, quanto meno colluso con la mafia stessa.
Senza entrare troppo nei dettagli ve ne consiglio la visione poi, qualora riuscissi appena possibile ne farò una recensione completa.
A giudicare da quanto è emerso recentemente, la possibilità che ci fossero giudici collusi con la mafia nel pool antimafia, istituito dai due magistrati negli anni '90, non è del tutto campata in aria.
Infatti è di ieri la notizia di 5 arresti a Napoli per corruzione e contatti con la camorra "L’operazione condotta dalla polizia, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura di Roma, ha fatto emergere una situazione gravissima. I cinque arrestati sono infatti adesso indagati, a vario titolo, per corruzione nell’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, millantato credito, tentata estorsione e favoreggiamento personale. Una serie di reati ipotizzati dagli investigatori che lascia basiti. Gli agenti della squadra mobile di Roma hanno effettuato anche perquisizioni a carico degli indagati.".
Fin qui l'unica cosa a supporto della mia tesi è il fatto che in Italia c'è ancora qualcuno che ogni tanto arresta dei mafiosi, ma proseguendo l'articolo "A Napoli è finito in manette anche un giudice. [...] Il magistrato arrestato è Alberto Capuano, 60enne, del tribunale di Ischia. [...] Le indagini sono durate due anni, con almeno tre mesi di intercettazioni. Il giudice Capuano doveva intervenire domani pomeriggio* a un convegno antimafia, in programma nel Palazzo di Giustizia di Napoli. Non ha fatto in tempo, è stato arrestato prima per aver ricevuto biglietti aerei, tessere gratis per stabilimenti balneari e addirittura pastiere e bottiglie di vino. Il tutto in cambio di favori." (* quindi oggi pomeriggio) Cioè non solo sei un corrotto di merda, da mafioso vai anche a fare il relatore in un convegno antimafia?!? Spero che facesse la parte del contraddittorio diversamente avrebbe dovuto spiegare che la mafia è una brutta cosa a suon di mazzette.
Come ho detto più volte nel romanzo di Miguel de Cervantes io farei la parte di quello che indica a Don Chisciotte della Mancia dove sono i mulini a vento da combattere (tanto per rivangare l'articolo di ieri anche in Spagna non sanno costruire i mulini e allora se l'immaginano), però nel mondo in cui vivono io (che non corrisponde certo a quello attuale) il "do ut des", o scambio di favori, costituisce un reato di corruzione. Ovvero anche se presenzi ad un battesimo, ma in cambio chiedi una "pastiera napoletana" sei un poveraccio, ma resti comunque un corrotto... a meno di non essere un cazzo di cabarettista che, su compenso, va a fare serate ai matrimoni, ma il tuo mestiere, anche solo per arrotondare (ma sarebbe richiesto il pagamento delle tasse), a quel punto diventa quello del comico.
Vero che scambiare appalti in cambio di bottiglie di vino fa ridere, ma non di meno è da considerarsi corruzione. Questo soprattutto, ma non solo, se al fondo della catena "alimentare" c'è un pregiudicato per reati di camorra "“Tutto si può ottenere, tutto si può comprare attraverso il giudice Capuano, che vanta vere o presunte influenze su numerosi altri magistrati del tribunale e della Corte di Appello di Napoli ed è pronto a spendere i suoi rapporti in cambio di elargizioni di denaro e altre utilità anche di entità economica relativamente modesta oltre a lavori di ristrutturazione, biglietti aerei intercontinentali e pacchetti vacanze in Colombia a prezzi di favore, tessere gratis per stabilimenti balneari ma anche pastiere e bottiglie di vino, fino alle somme di denaro in contanti”. Così si legge nell’ordinanza del gip di Roma riguardo al giudice arrestato."
Ultima nota a margine è che tra gli indagati c'è anche un consigliere comunale che appoggiò l'allora sindaco di Napoli Luigi De Magistris che faceva tanto la morale a Silvio Berlusconi (quando lui stesso fu condannato a un anno e tre mesi per "Abuso d'ufficio" per aver ottenuto il tabulato telefonico di un parlamentare senza l'autorizzazione del parlamento). Furono mosse accuse di scambio di voto verso Casapound in quanto il clan Spada (zingari capitolini) avevano dichiarato che avrebbero votato per le tartarughine. Quando si tratta però di indagare un consigliere che aveva sostenuto un sindaco eletto... tali accuse non vengono nemmeno in mente.
Nessun commento:
Posta un commento