9 luglio 2019

Se saltelli denunci Balotelli.

Non userò la frase "Spoiler Alert" perché la gente tende a non leggere l'articolo pensando che gli rovinerò il finale di un film (che normalmente se finisce nel mio diario. non ha un finale che possa essere rovinato), per cui, facendo finta di niente, vi butto lì il fatto che la "balotellata" di oggi è solo un pretesto per parlar male di un calciatore che se fosse stato italiano avrei odiato anche di più.
Per chi non lo sapesse Mario Barwuah si è reso protagonista dell'ennesimo gesto stupido quanto sentirlo parlare in bresciano (lui che è nato a Palermo, solo perché la madre è caduta dal barcone davanti alle nostre coste). Infatti è diventato virale un video in cui promette (e paga) €2.000 ad un suo "amico" affinché quest'ultimo si gettasse con uno scooter da un molo (in acqua) a Napoli.
Mario è inutile che esponi le magliette "perché sempre io!" (immagino riferito all'essere bersaglio di cori razzisti), basterebbe farsi due domande, quelle giuste però, ed anche la risposta a questo tuo interrogativo troverebbe risposta.
Aldilà del fatto che sei un pellet, il campione (non il bravo giocatore) non si valuta solo con le pagelle truccate di "TuttoJuve" (alias TuttoSport, ma che praticamente parla solo della Juve, poi di calcio ed infine, se compri l'allegato, anche di altri sport) o della "gazza" (alias gazzetta dello sport che a seconda di chi lo legge favorisce una delle due milanesi). Il vero campione, a mio avviso, si riconosce anche nel quotidiano. Questa la ragione per cui un Pelè (per quanto sporco come te) risulta essere un campione, mentre un Maradona è poco più di uno scugnizzo della camorra (nonostante la differenza di carriere che favorisce, sul campo, decisamente quest'ultimo), per questo a Roberto Baggio si perdona di essere passato dalla Fiorentina alla Juve e dal Milan all'Inter (con una brevissima parentesi al Bologna) per il semplice fatto che, a testa bassa, hanno fatto il loro lavoro (accontentandosi anche di squadre che non avevano grossi obbiettivi), si sono distinti sul campo di gioco per le loro prodezze e non sulle pagine della cronaca scandalistica (anzi il campione brasiliano, insieme a Zico, denunciò il presidente della federcalcio carioca per corruzione).
Se non altro Barwuah è stato denunciato per una serie di reati che vanno dal gioco d'azzardo ("Scomettiamo che...") all'istigazione a delinquere... in questo caso non è stato sufficiente, infatti si sono ricordati anche dell'ambiente è hanno denunciato il calciatore di "violazioni del Testo unico dell’ambiente, l’abbandono di rifiuti pericolosi (liquidi motore, carburante) e il getto pericoloso di cose in mare." per bontà d'animo Il Primato Nazionale fa riferimento ai liquidi contenuti nel motore, ma io ci metterei anche l'amico napoletano dell'attaccante che, in quanto tale, si lava giusto quando piove ("Chisto 'o  paese d 'o sole!!!").
Sì io non parlo mai di calcio, se non in queste occasioni, perché al calcio ho dato tanto, sia in termini di soldi, di passione e di "becerume" (senza entrare nelle questioni giudiziarie su cui si potrebbe scrivere un libro, anche se meno interessante di quello di Nino dei Viking)... come quella volta in cui con la curva ci siamo presentati in trasferta a Bologna e nel settore affianco a quello ospiti, che ci era stato assegnato, un ragazzo (con evidenti problemi fisici) inizia a insultarci a sputarci addosso (senza per altro riuscire a superare nemmeno il cordone di sicurezza delle forze dell'ordine, ai miei tempi non c'erano tessere a punti o steward bensì sbirri e madama), facendoci gestacci per attrarre la nostra attenzione e dimostrare ai suoi amici di essere un duro che (dietro al cordone di polizia e carabinieri, dietro ad una recinzione di plexiglass e punte anti scavalco) poteva sfidare la "Curva Nord". Beh lo devi sapere che se stuzzichi la belva alla prima occasione quella ti morde... e così è successo dopo 20 minuti di gioco la squadra ospite (noi), come spesso capitava in quegli anni, stavamo già perdendo... quindi il mutismo serpeggiava tra gli spalti... l'unica cosa che si sentiva erano gli insulti del ragazzo (con evidenti problemi psico-fisici) alla nostra destra... inevitabilmente scatta l'ignoranza ed una curva, in quanto a ignoranza, non è seconda a nessuno. Così, per il resto del primo tempo, 25' più recupero, l'istigatore si sente cantare "Ma che colpa abbiamo noi se sei nato mongolo... mongolooooo... mongoloooo???" inspiegabilmente si ammutolisce e nel secondo tempo non lo si vedrà tornare sugli spalti.
Certo è un reato ed è un'atto becero, ma se si pensa alla giustizia italiana... direi che si può perdonare un simile gesto dato che per crimini più pericolosi di uno sfottò si resta impuniti e, anzi (se sei un pellet), si ottiene anche un risarcimento.

"Condannato per spaccio di droga ma in realtà vittima di un illecito “demansionamento”. E’ insomma crollato psicologicamente perché l’azienda in cui lavorava non lo ha fatto sentire importante come meritava. Un’incredibile sentenza del Tribunale di La Spezia ha riconosciuto a un 37enne tunisino, giudicato di fatto frustrato e deluso, un risarcimento di 52mila euro. “Pur se inquadrato come autista – sostengono i giudici – godeva in azienda di una posizione di rilievo, essendo autista del presidente e almeno per un certo periodo persona di sua fiducia (del datore di lavoro, ndr), in grado di interloquire con la clientela (parlava più lingue)” [...] “Il fattore scatenante del disturbo – dicono i magistrati – non è stato il super lavoro in sé, ma la discrepanza e la connessa “ingiustizia” che l’interessato ha percepito vedendo frustrato il proprio sforzo di soddisfare in elevata misura il datore di lavoro”."  sostanzialmente l'essere passato dal dormire al volante al dormire nel gabbiotto è stata la causa scatenante del suo diventare un criminale.
Quindi, per lo stesso principio, ogni volta che al lavoro mi cambiano mansione io dovrei essere legittimato ad aprire il fuoco sulla folla tanto, alla fine, anche la droga uccide, ma a differenza dello spaccio non porta un vantaggio economico a chi compie l'omicidio (se non lo fa di professione).

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