30 luglio 2019

Alan Dershowitz perché non ci parli di Guantanamo?

In queste ore sta girando il mondo, o l'ha già girato, la foto di uno dei due delinquenti, che hanno ucciso ad accoltellate il vice brigadiere dell'arma Mario Cercielli Rega, ritratto ammanettato e bendato in caserma. 
Non so se sono due avvenimenti separati o se si tratta dell'evoluzione dello stesso fatto, ma inizialmente sembrava che i responsabili dell'omicidio fossero due pellet nigeriani o zone limitrofe, ora salta fuori che sono 2 "bimbiminchia" drogati americani. Partiamo subito col dire che io non gioisco per la morte di un carabiniere, non sono una zecca da centro sociale che "viva la democrazia... 10, 100, 1.000 Nassirya!". La morte di un carabiniere mi tocca quanto la morte di un qualsiasi altro lavoratore, ma diciamo che se scegli un mestiere ad alto fattore di rischio (per quanto possa dispiacere umanamente) non se ne deve fare un affare di Stato. 
Come ho letto tra i commenti di un famoso social (non farò il nome, ma è di proprietà di giudeaccio zozzo... lo so che la cosa non vi aiuta in quanto sono tutti o quasi di proprietà di giudeacci zozzi), non è che l'Italia si ferma ogni qualvolta che un muratore si ammazza cadendo da un impalcatura (sorvoliamo sul fatto che statisticamente la maggior parte sono rumeni e, sempre statisticamente, di solito cadono perché sono ubriachi già alle 6 del mattino).
Il professore emerito (pezzo di merda) Alan Dershowitz, docente di legge all’Harvard University, già prepara il caso per l'estradizione dei due ragazzi e lo svolgimento del processo negli USA (putacaṡo qualcuno lo ingaggiasse) "«prova senza ombra di dubbio che il ragazzo arrestato ha subito un trattamento illegale» e «Se io fossi l’avvocato dei due ragazzi arrestati a Roma, userei subito quella foto per invalidare l’intero procedimento legale». [...] «Negli Stati Uniti – insiste il legale – qualunque confessione o prova raccolta con quei metodi sarebbe inammissibile al processo», e si dice sicuro del fatto che anche in Italia «esiste la possibilità di usarla per andare ben oltre l’invalidazione della confessione o di altre prove raccolte». C’è un’altra strada che i legali del fermato potrebbero intraprendere e gioca tutta sul piano europeo. «L’Italia fa parte dell’Unione Europea, e quindi di tutti i suoi organismi giuridici, come la Corte di giustizia. Inoltre è membro di altre istituzioni continentali, come la Corte europea dei Diritti dell’Uomo, che ha proprio lo scopo di garantire i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini»".
Immagino che il professorone sia attivo per la scarcerazione dei "terroristi" detenuti a Guantanamo, sì è stato svelato qualche scandalo, ma dubito che la carcerazione coatta sia stata abbandonata del tutto. Soprattutto in virtù del fatto che, dall'11 settembre 2001 ad oggi, negli States sono in vigore le leggi straordinarie antiterrorismo che prevedono, anche per i cittadini americani, la carcerazione preventiva fino ad un massimo di 48 ore in assenza di un capo d'accusa. Ovvero, per quelli che guardano alla democrazia americana come ad un modello da adottare per non incorrere nuovamente nel pericolo fascista, che un cittadino americano se viene sospettato di coinvolgimenti in presunte o reali minacce terroristiche, se si sospetta che abbia legami con cellule terroristiche, se è amico di un musulmano (anche se cittadino americano) e quest'ultimo è sospettato o sotto controllo per sospetta attività terroristica, suddetto americano può essere trattenuto in carcere sino a 48 ore (e fanno la morale a noi). Qualora poi venisse accertato il coinvolgimento in attività terroristiche di matrice islamica un soggiorno in un carcere "speciale", che suona tanto di campo di concentramento, è garantito con l'azzeramento totale dei diritti umani garantiti dalla convenzione di Ginevra a cui gli States non hanno aderito o se ne fottono allegramente.
Ma gli americani non sono nuovi a guardare la pagliuzza nell'occhio degli altri Stati mondiali ignorando la trave che li acceca, prova evidente della loro affinità e dipendenza da israele (volutamente minuscolo in forma dispregiativa), che si fa bellamente beffe degli accordi internazionali e attacca gli Stati di confine tra i quali Siria e Iran.
Ma di diritto dell'uomo il professor Dershowitz, il cui nome suona sinistramente giudaico e infatti... "da attivista di origine ebraica ha accusato il cardinale polacco Józef Glemp di avere fomentato l'antisemitismo nel proprio Paese; in precedenza lo stesso Glemp era stato coinvolto in una causa per diffamazione intentatagli da un rabbino, patrocinato in giudizio proprio da Dershowitz." (fonte vaccapedia), ne parla solo quando si tratta di infangare uno stato sovrano infatti difende la libertà d'espressione nelle cause di pornografia (non è dato sapere se difende anche i pedofili, ma di sicuro e avvezzo agli assassini pellet come O. J. Simpson) e si scaglia contro il secondo emendamento della costituzione americana che garantisce ai privati cittadini il diritto di possedere armi da fuoco.
Tornando all'inutilità nostrana dopo la vicenda del delinquente (o presunto tale sino alla conclusione del processo) ammanettato e bendato, anche se non escludo si trattasse di un giochino sadomaso (visti i tempi che corrono) a cui l'indiziato si sottopose spontaneamente, la sinistra riscopre Pietro Grasso ex magistrato e presidente del Senato per conto del PD (fu anche presidente della Repubblica nel periodo intercorso tra le dimissioni di Napolitano ed il giuramento di Mattarella), che, a sproposito, parla dell'arresto di Provenzano paragonandolo al caso attuale. Indicando, agli agenti dell'arma, la via da seguire in questi casi e di non abbassarsi al livello dei delinquenti che perseguono.
Facile parlare per lui che dall'alto del suo scranno in ufficio non doveva battere le campagne siciliane, con il rischio di una "luparata" in agguato dietro ad ogni porta, non è lui che dopo ore e ore di appostamenti, intercettazioni, compromessi con piccoli consumatori, arriva l'arresto di uno spacciatore che viene rimesso in libertà da un giudice che dice "è colpa dell'azienda che lo ha declassato se si è messo a spacciare", non è lui che viene preso a insulti o peggio a cui viene augurata la morte ogni volta che polizia e carabinieri vengono chiamati a fare il loro mestiere senza essere difesi dalle istituzioni (che anzi fomentano l'odio accusando gli avversari politici di essere fomentatori) o dagli stessi sindacati che non vedono e non si riconoscono in una divisa, ma pensano solo a fare politica anche quando i colleghi muoiono.
Ho detto all'inizio che non mi tocca, se non umanamente, la morte di un carabiniere perché è un lavoro che si è scelto... e le barzellette su di loro si sprecano compresa "quante barzellette ci sono sui carabinieri?" risposta "Una sola le altre sono tutte storie vere." eppure quando siamo messi alle strette da dei criminali e non abbiamo con noi le armi garantiteci dal decreto sicurezza è nell'intervento delle forze dell'ordine in cui confidiamo.
Certo è, come mi è stato detto, che nel momento in cui ci si fa giustizia da soli, è sintomo che lo Stato ha fallito, ma nel momento in cui uno Stato da priorità alla tutela dei delinquenti piuttosto che ai suoi cittadini è sintomo che lo Stato non esiste più.

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