Era passato forse un po' troppo in sordina, per cui riprendo in questo articolo, dedicato al Libro, la mia intenzione di chiudere il blog al termine della recensione di questa "guida" sull'agricoltura. Naturalmente non si parla di una cosa imminente, tant'è che ho deciso di suddividere suddetta recensione, e relative considerazioni, in più parti che saranno pubblicate man mano che procederò con la lettura.
La necessità di fare una recensione in più parti nasce soprattutto dal fatto di quanto sia specchiante la situazione attuale, ma anche dal fatto che in ogni pagina o quasi è riscontrabile uno spunto di riflessione che, riservandole tutte per una recensione finale, rischierei di perdere e/o essere costretto a scrivere un libro parallelo per considerazioni, commenti e confronti.
Nonostante i principi dell'agricoltura risalgano all'antichità, questo particolare compendio è stato scritto quasi un secolo fa, ma, come avrete modo di leggere, vi sembrerà una raccolta di pensieri e considerazioni scritte all'inizio di quest'anno disastrato e disastroso.
Un'ulteriore considerazione, prima di cominciare la recensione dei primi due capitoli del libro, va spesa per la decisione, tutt'altro che casuale, di smantellare tutti o quasi i decreti sicurezza che il precedente governo (rosso-verde) aveva promulgato aprendo nuovamente le porte, manco ce ne fosse bisogno o se ne sentisse la mancanza, a pellet, ONG (che non saranno né multate né private, tramite confisca, dei mezzi da sbarco per l'invasione d'Italia e d'Europa) e compagnia cantando, in concomitanza con la nuova enciclica papale in cui Gesù il cristo e la misericordia di dio sono nominati pochissime volte in quello che sembra essere, a tutti gli effetti, un programma politico dello Stato Vaticano, piuttosto che una guida spirituale della "santa"sede.
Di questo forse ci sarà modo di parlare più avanti, ma oggi ho preferito condividere con voi il pensiero di questo noto agricoltore austriaco.
Sull'autore è stato detto di tutto e tutto, o quasi, era falso, mistificato, esagerato o frutto della fantasia di qualche fervido scrittore che ha deciso di ambientare il proprio romanzo fantasy nella Germania di qualche decennio fa. Va da sé che oltre a mancare di fantasia per l'ambientazione sin troppo reale di un mondo fantastico, la fantasia di questi autori è davvero lodevole... quasi.
Come detto fu scritto molto sull'autore, nelle frasi più significative, ma meno denigratorie, fu chiamato con l'appellativo l'imbianchino, il caporale Boemo (nonostante fosse austriaco e non ceco), ecc. sarà accusato di essere coprofago (sostanzialmente un compagno di merende di Gianni Morandi), satanista (nonostante fosse cattolico), un depravato sessuale, un assassino, ecc.
Il nome di questo autore è talmente famoso che lo citerò solo nell'ultimo articolo, in modo che non possiate essere influenzati in alcun modo dal nome, quando leggerete, come avevo indicato in precedenti scritti, gli stralci di questo libro che tutti conoscono, ma nessuno ha mai letto davvero se non dalle accusatorie testimonianze di certi loschi individui.
Pronti via! Dal primo capitolo "Concezione del mondo e del partito": "Le commissioni si adunano e rivedono il vecchio programma e ne foggiano uno nuovo. E nel far ciò, quei signori cambiano le loro convinzioni come il soldato al campo cambia la camicia, cioè quando quella vecchia è piena di pidocchi. Nel nuovo programma è dato a ciascuno il suo. Al contadino è data la protezione dell'agricoltura, all'industriale quella dei suoi prodotti; il consumatore ottiene la difesa dei suoi acquisti, agli insegnanti vengono aumentati gli stipendi, ai funzionari le pensioni. Lo Stato provvederà generosamente alle vedove e agli orfani, il commercio sarà favorito, le tariffe dei trasporti saranno ribassate, e le imposte, se non verranno abolite, saranno però ridotte. Talvolta avviene che un ceto di cittadini sia dimenticato o che non si faccia luogo ad una diffusa esigenza popolare. Allora si inserisce in gran fretta nel programma ciò che ancora vi trova posto, fin quando si possa con buona coscienza sperare di avere calmato l'esercito dei piccoli borghesi e delle rispettive mogli, e di vederlo soddisfatto. Così, bene armati e confidando nel buon Dio e nella incrollabile stupidità degli elettori si può iniziare la lotta per la riforma (come si suol dire) dello Stato." (Il mio campo di... suo. XIV. Edizione 1941 Bompiani la prima edizione era del 1925) prosegue poi parlando dell'assenteismo dei parlamentari che ricevono un indennizzo, "indennità parlamentare", per il solo sforzo di essersi recati al parlamento e aver iscritto il proprio nome sul registro dei presenti posto nell'anticamera del parlamento. Ciò detto in questo la sinistra è andata oltre, infatti riceve voti senza presentare, prima delle elezioni, alcuno straccio di programma, infatti sarei proprio curioso di vedere in faccia chi è quel pirla che voterebbe un partito che gli promette... Immigrazione selvaggia senza regole, innalzamento dell'età pensionabile e abbassamento della pensione percepita, innalzamento delle tasse e decremento dei relativi servizi (a cui le tasse sarebbero destinate), ecc. non ho volutamente citato la cessione della nostra sovranità Nazionale, l'abbattimento dei nostri confini e la distruzioni dei nostri interessi nazionali, in quanto, se inseriti in un programma, qualche "antifa" li voterebbe per davvero perché il termine Nazione gli ricorda troppo il nazismo... come quella zecca di merda che, ai tempi in cui Emma Bonino si era appena staccata dal partito radicale di Marco Pannella (considerato dalla prima troppo di destra), ammetteva candidamente "Non ho di certo votato per quella fascista della Bonino", "Fascista?!? Tecnicamente la Bonino è per l'abbattimento dei confini nazionali, la legalizzazione della droga, l'aborto e l'eutanasia come libera scelta dell'individuo!" "Dici che ho sbagliato?" Oggi come allora ti direi "Dipende da quali erano le tue intenzioni" pensando con gioia "che almeno un proiettile ha mancato la nostra amata patria". Tornando invece alla prima citazione, non sembra il programma elettorale del centro destra degli ultimi 26 anni? Ovvero dalla prima vittoria di Silvio Berlusconi sino all'ultimo comizio di Matteo Salvini?
Il punto è proprio questo. Quando questi individui vengono definiti fascisti i Fascisti inorridiscono perché questi sono proprio i rappresentati dello Stato che l'autore di questo libro ed il suo corrispettivo italiano, cercavano di combattere facendo davvero una rivoluzione e non rivoluzionando (neanche troppo spesso) le poltrone in parlamento. Infatti compresi che era ora di lasciare una certa associazione, che stava per formare un movimento politico, quando il futuro segretario (convinto sostenitore dell'autore de "Il mio campo") del futuro movimento dichiarò che avremmo dovuto cercare l'appoggio della borghesia... Annamo bene... proprio coloro che tradirono e fecero di tutto per abbattere le riforme sociali che l'autore proponeva per la Germania.
Ancora dal primo capitolo si può leggere un'altra situazione che si sta verificando in quest'anno sciagurato: "E così rende omaggio all'idea fondamentale della Natura, che è aristocratica, e crede che questa legge abbia valore fino al più umile individuo. Essa riconosce non solo il diverso valore delle razze ma anche il quello degli individui. Estrae dalla massa l'individuo di valore, e opera così da organizzatrice, di fronte al marxismo disorganizzatore. Crede nella necessità di idealizzare l'umanità, ravvisando solo in questa idealizzazione la premessa dell'esistenza dell'umanità stessa. Ma non può concedere ad un'idea etica il diritto di esistere se questa idea costituisce un pericolo per la vita razziale dei portatori di un'etica superiore; perché in un mondo imbastardito e negrizzato sarebbe perduto per sempre i concetti dell'umanamente bello e del sublime, nonché ogni nozione d'un avvenire idealizzato del genere umano.
Nel nostro continente, la cultura e la civiltà sono connesse, in modo indissolubile, con la presenza degli Arii. Il tramonto e la scomparsa dell'Ario ricondurrebbe sul globo terrestre tempi di barbarie" (stessa fonte)
Oggi può far sorridere o peggio inorridire pensare che un tempo, a differenza di oggi, si considerasse un pericolo la negrizzazione del globo, ma basti pensare alla storia dei continenti dove, a parte che nei film hollywoodiani che pretendono di insegnarci l'uguaglianza quando loro li hanno trattati come schiavi (come giusto che sia) sino agli anni '60, ogni spinta tecnologica è arrivata dall'Europa nei, tempi antichi, dai continenti bianchi nei secoli successivi. Certo mi obbietteranno cose rispetto alla scrittura cuneiforme, alle piramidi, eccetera... ma vanno considerate due cose... quei popoli non esistono più pensare agli iracheni oggi come ai sumeri o mesopotami di allora, così come gli attuali egizi i diretti discendenti di quelli dei faraoni è un errore madornale, soprattutto a seguito dell'arabizzazione di tutta l'africa cis-sahariana persino la Persia (rimasto regno di Persia sino alla fine della seconda guerra mondiale) ora divenuto Iran, era stato soggiogato dai europei (i greci) che con Alessandro Magno avevano creato un impero che andava dalla Grecia all'India. Pensando invece alle conquiste tecnologiche, a quelle in campo artistico culturale e di civilizzazione, direi che i negri sono rimasto all'età della pietra o poco più avanti. Questo non significa che il loro stile di vita sia più giusto o sbagliato rispetto al nostro, ma da un momento che certi politicanti si riferiscano a costoro come al futuro della nostra civiltà significa far piombare, come suggerito dal'autore, in un nuovo medioevo. Infatti sarebbe come passare dall'era romana, in cui ogni casa aveva l'acqua corrente ed un sistema fognario integrato, alla "civilizzazione" medievale in cui la gente faceva i propri bisogni nei secchi per poi gettarli a cazzo dalla finestra.
Infatti non sono uniche, bensì sempre più usuali, le scene di pellet che fanno i propri bisogni in mezzo alla strada per farsi poi il bidet nelle fontane pubbliche. Ci imputano la colpa della colonizzazione dell'africa, in cui abbiamo comunque portato infrastrutture, ordine e servizi (quali pozzi e ospedali), in meno di 70 anni (fatto che ho già denunciato più volte) hanno devastato tutto tornando al livello di civilizzazione dell'età della pietra. Una razza intelligente, anche se non necessariamente superiore, avrebbe avuto la capacità di capire che avere un pozzo d'acqua a due passa da casa è più comodo che dover fare giorni di marcia in mezzo alla savana, esponendosi ai pericoli che ne consegue, è decisamente meglio e che se anche è stato costruito dal "gaddivo buana biango" può essere sfruttato e si può imparare per manutenerlo e costruirlo. Questo non è avvenuto. Non vogliamo parlare dell'africa in cui, secondo la piagnistea cultura occidentale non ci sono i presupposti infrastrutturali per lo sviluppo di una civiltà moderna (nonostante la presenza di risorse naturali e quanto portato loro dall'Europa), si potrebbe parlare dei "ghetti" americani dove i negri preferiscono, ancora una volta, la struttura in tribù (chiamate gang o bande) dove con la legge del branco (di scimmie) ci si scanna per il superfluo e non per le necessità. Basti guardare alle grandi crisi (quelle dopo gli uragani e in questi giorni relativi alle rivolte contro la brutalità della polizia) i primi esercizi ad essere colpiti dalla furia animalesca sono stati i negozi di abiti e scarpe firmate (Nike in primis) e di televisori per poter rubare un soprammobile, in quanto, senza allacciamento via cavo, si fissa uno splendido schermo nero.
Nel prossimo capitolo, quindi anche nel mio prossimo scritto (la parte seconda relativa allo Stato) quest'aspetto diventerà ancora più evidente, ma già qui si possono ottenere i primi riscontri di quanto predetto, previsto e, quasi, "premonizzato" dall'autore. La negrizzazione degli USA ha portato l'abbattimento delle statue di Colombo (un tizio che ha solo scoperto l'America, anche se ci sarebbe da discutere pure su questo ma non è il luogo) con un travestito negro che si è preso qualche legnata dagli sbirri... secondo questo principio le piazze di mezza Europa dovrebbero ospitare la statua di qualche ultrà, compresa una mia a grandezza naturale di fronte allo Stadio delle Alpi... se basta qualche legnata per soppiantare le icone di uomini che hanno fatto la storia del mondo. Tutto questo senza considerare la bruttezza dell'individuo che, seppur Colombo non fosse un Adone, è proprio 'na munnezza.
Nessun commento:
Posta un commento