Ieri ricorreva il solstizio d'inverno. Potrei farvi una lunga filippica sul significato più intimo che questa festa ha per il mondo, e non solo quello pagano o esoterico, ma... onestamente il "Grinch" lo ruberebbe.
Per i quei miei lettori che non hanno dimestichezza con la cultura statunitense prendo in prestito le parole di vaccapedia... "Il Grinch vive in una grotta in cima al Monte Crumpit, situato sopra il paese di Chistaqua. Il Grinch è un personaggio burbero con un cuore "di due taglie più piccolo", che odia particolarmente il Natale. Alla Vigilia di Natale si stufa infine di vedere le decorazioni e sentire tutta la musica e i canti nel villaggio, e desidera di poter impedire al giorno di Natale di arrivare a Chistaqua. Quando vede il suo cane, Max, con la neve su tutto il muso a forma di una barba, decide di travestirsi da Babbo Natale e rubare il Natale."
Vabbè ma questo non sta bene di cervello, penserete voi, ebbene sì ho mangiato troppo panettoni di "merda" che mi hanno fatto "sbroccare".
Ci raccontano la fuffa che a natale bisogna essere più buoni, essere felici, ecc. dopo che, ovviamente ci hanno fatto " 'nc'zzare come una bestia" si ricordano che è natale anzi Natale, perché non si festeggia un compleanno qualsiasi (ovvero un "natale" qualsiasi) bensì il Compleanno quindi il Natale.
Cosa c'entra tutto questo con il solstizio d'inverno? Beh il fatto che il natale sia un indegno sostituto del Solstizio d'Inverno è noto pure ai sassi nei fiumi. Sia per quella strana mania di illuminare le case con "fuochi" colorati (le luci di natale) esattamente come per celebrare san Giovanni (il 24 giugno con il solstizio d'estate passato da poco). Anche l'usanza di mettere un albero in casa era un usanza pagana, ma lo si faceva per dare continuità alla vita ovvero si metteva un albero in casa non perché ci si aspettasse che un ciccione ributtante ebro e gonfio di coca cola passasse da un camino, da cui una puzzetta di topo farebbe fatica a scendere, per buttarci sotto due pacchetti di regali da riciclare verso qualcun altro alla prima occasione utile. Bensì perché originariamente nei paesi scandinavi il clima era talmente rigido che si pensava potesse uccidere le piante allora se ne preservava una da piantare in primavera (il solstizio indica l'inizio dell'inverno, quindi non è ancora il cuore dell'inverno che si raggiunge invece tra gennaio e febbraio).
Ma il Grinch di cui sopra sta riuscendo a distruggere anche il lato "meno peggio" della versione cristiana, ovvero l'aspetto comunitario. Il natale, come le altre feste comandate, è a prescindere un momento di aggregazione comunitaria, ovvero, per quelli che non frequentano molto determinati ambienti, è un momento in cui la comunità, che può essere identificata con la famiglia, con gli affetti più cari, gli amici, i vicini di casa e perché no l'intera città, paese, villaggio (se si sentono particolarmente partecipi della vita comunitaria della terra in cui vivono). Onestamente non so se la messa di natale sia un evento disertato o ancora sentito, ma anche quella era un'occasione per ritrovare l'intera comunità parrocchiale che si ritrovava per lo stesso evento. La mia memoria va all'infanzia in cui ci si trovava tutti assieme a cena dai "nonni" e alla mezzanotte si potevano aprire i regali, portati dal ciccione di cui sopra, che "magicamente" venivano, tutti gli anni, lasciati dietro a quella porta chiusa in fondo al corridoio (solitamente sempre spalancata).
Ma la magia non va a braccetto con lo scetticismo per cui, anche noi bambini (che ormai sapevano benissimo) si rispettava la tradizione e si lasciava credere agli adulti che aspettavamo babbo natale.
Anche in questo caso la festa del Solstizio portava, nel suo significato più profondo un momento di aggregazione comunitaria. Oggi come oggi (con gli inverni che sono primavere mancate), la vita continua anche nei campi, ma al tempo in cui la vita era di tipo rurale il Solstizio non segnava solo l'inizio dell'inverno, ma anche la fine dei lavori. Si avevano 9 mesi di tempo per fare le scorte, con le prime nevi i campi diventavano impraticabili e, di conseguenza, non lavorabili. Certo ora come ora 4 fiocchi ingialliti e la gente non sa da che parte girarsi e maledice chiunque sia responsabile della mancata influenza che gli avrebbe permesso di stare a casa, ma ai tempi di cui vi parlo i campi venivano coperti da minimo 2 metri di neve che, in quel caso, se scavi per l'aratura sotto alla neve che togli c'è altra neve. Quindi, per chiudere il discorso iniziato 10 righe fa, il solstizio "imponeva" alla comunità di ritrovarsi in una grande festa intorno al fuoco per condividere un momento prima che l'inverno li costringesse nelle proprie case per i mesi successivi.
Se pensate al Grinch come persona... anch'io ho un paio di nomi in mente, ma se lo pensate come entità astratta, sicuramente può essere accomunato alla modernità... ma come mi ricordavano proprio ieri... la modernità non può essere una scusa per giustificare la distruzione di un'identità più Sacra che noi stessi abbiamo contribuito a distruggere. In altri paesi, un esempio su tutti il Giappone, la modernità e tecnologia sono di gran lunga superiori all'occidente eppure hanno un rapporto con la propria storia, con la propria identità e con il proprio passato anche quello cosiddetto "nero" (ma questa è un altra storia) se vai a Tokyo e incontri una fanciulla vestita da geisha non vedi intorno mosconi che le fanno una foto come fosse una matta da condividere su FB (anche se persino in Giappone... la mamma degli imbecilli è sempre incinta), l'equivalente italiano sarebbe che qualcuno andasse in giro vestito da centurione (ma se non sei davanti al Colosseo per i turisti ti arrestano per apologia di fascismo), oppure gettarsi una tunica bianca bordata di rosso addosso, ma se non ti prendono per finocchio passi quanto meno da coglione.
Insomma miei cari lettori riposatevi mangiate, state in famiglia e se volete maledite il Grinch e i pellet che presto ci ruberanno anche il Natale.
Ps: salvo fatti di eccezionale rilevanza mi dedicherò ad alcuni lavori personali che sono indietro da tempo per cui riprenderò a scrivere il 2 gennaio visto che l'uno starò ancora vomitando le lenticchie.
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