24 febbraio 2020

I pellet vogliono scappare l'Italia li trattiene

Partendo dal presupposto che l'Italia non caccia nessuno, nemmeno se questi se lo merita, infatti dal 2014 ad oggi è stato accompagnato all'aeroporto un solo clandestino pronto per il rimpatrio, ma costui si è facilmente divincolato dalla ferrea morsa degli agenti di custodia perdendosi nuovamente tra le larghe maglie della sicurezza nazionale e della burocrazia nostrana. Abbiamo detto fino alla nausea che quello dell'accoglienza è un vero e proprio business atto a dare un lavoro a chi non ha voglia di lavorare e a gonfiare le tasche di chi prende la maggior quota percentuale sul traffico di esseri umani.
Ancora oggi, in piena emergenza sanitaria, le nostre frontiere restano (a gambe) aperte per chiunque ad eccezione dei voli provenienti dalla Cina. Nonostante l'isolamento aereo con la Cina siamo il 4° paese al mondo per casi di infezione (solo perché al 3° compare un "others", altri, con 691 casi) e i primi in Europa... e finalmente l'Italia è nuovamente prima.
Il consiglio dei ministri, e i vari presidenti di regione, continuano a dire che l'immondizia che arriva dalla Cina non è pericolosa per la salute, ma tocca, come sempre a me, far loro presente che non sempre i container cinesi contengono oggetti inanimati o carne morta.
La stranezza di questo virus, aldilà delle beghe politiche di chi dice a chi che ha sbagliato, è l'evoluzione avuta sui media, ovviamente imbeccati dai no-vax 5 stelle, per cui la sera prima non c'era alcun pericolo rientro dal concerto dei "Goblin" per trovare Lombardia e Veneto isolate ed il resto del nord Italia in via di segregazione. Scuole chiuse, divieto di assembramento, sospensione delle attività ludico-sportive, culturali, musei, ecc.
Forse qualcosina in più avrebbe dovuto essere fatta perché un conto è non farsi prendere dalla psicosi, un conto è svegliarsi dopo 2 mesi dallo scoppio dell'epidemia e sentire ancora il governo dire non è il caso di sospendere il trattato di Schengen (pazienza, tanto ci pensa l'Europa a fare quello che l'Italia non vuole fare*), ma almeno evitiamo di portarci in casa altra merda che è già appestata di suo e, semplicemente, ingolfa le strutture sanitarie che, anche se le consideriamo da terzo mondo, sono sicuramente migliori di quelle a casa dei pellet (gialli o neri) che curano ancora la gente agitandogli davanti al muso un bastone con piume di pollo attaccate sopra.
Il problema dell'immigrazione clandestina non è solo una questione razziale, epidemico o etico (se odi i negri non li fai entrare, se ci vuoi scopare li accogli in casa), ma anche una questione burocratica. La burocrazia qui da noi sarebbe fatta in modo tale che un losco individuo si presenti alla frontiera con i documenti in bocca in modo tale da accertarne l'identità in ingresso e (si spera) in uscita. Ciò significa che prima o poi l'intruso potrà, o dovrebbe, avere intenzione di levarsi dai coglioni. Questo è possibile solo se il non invitato è entrato regolarmente all'interno dei nostri (stuprati) confini... se si può parlare di stupro nei confronti di una "donna" costretta alla prostituzione da un governo "pappone" che dopo averla imbottita di droga la spinta a concedersi a chiunque che, senza troppi scrupoli, non si degna nemmeno di bussare per entrare, ma lo pretende come diritto internazionale.
Certo a Boldrini e compagni suonerà strano, anzi assurdo, anzi una fake news il fatto che, di tanto in tanto, qualche pellet capisca che questa non è "l'america", che gli hanno decantato in patria, fatta di mantenimento, opportunità e gente da fottere, in base al sesso di appartenenza, in un modo o nell'altro. Eppure succede che, essendo entrati nel nostro paese clandestinamente (chissà perché noi ci si fissa su questo termine) chi abbia voglia di lasciare il paese non lo possa fare perché privo dei documenti necessari.
Il problema è tutto qui?
Non solo ovviamente. Non avendo documenti l'individuo non può allontanarsi volontariamente dal nostro paese. Allo stesso tempo, mancando degli accordi bilaterali con i paesi di origine di certa feccia, che non è scappata da guerre, pandemie o persecuzioni di altro tipo, non possono essere rimpatriati dallo Stato. Quindi si sono strapagati il viaggio per venire fino a qui, hanno spacciato abbastanza per tornare a fare i nababbi nel loro paese, ma non ci possono andare perché permesso di soggiorno temporaneo e/o rilascio del documento che attesti oro lo status di rifugiato (a vario titolo) non sono documenti sufficienti per permettergli di lasciare il nostro paese. Potrebbero far appello alle ONG, ma per loro sarebbe assurdo, dopo averli "salvati" dalle acque, riportarli in Libia dal momento che le stesse usano la pericolosità dello stato nordafricano come scusa per portarceli tutti a casa nostra.
Insomma appena capiscono che stiamo peggio di loro se ne tornerebbero volentieri a casa, ma non possono perché di fatto non risultano essere mai entrati in Italia... e continuiamo a tenerli e a mantenerli.

*ufficialmente Schengen non è sospeso, ma molti stati europei bloccano e verificano i passeggeri provenienti dall'Italia anche e soprattutto se sono italiani. "La richiesta del nostro governo a Bruxelles di avere un “piano europeo” di contenimento si scontra con la consapevolezza dell’Europa di non avere i mezzi necessari per affrontare, su larga scala, questo tipo di emergenza. Per cui ogni Paese europeo mette in atto proprie strategie al fine di contenere l’epidemia da Coronavirus, coordinandosi con l’Organizzazione mondiale della sanità. Inutile, a questo punto, riflettere sul concetto di “Europa unita”, che, per la verità, unita non è mai stata, ed ora anche la stampa europea ed internazionale ci chiede come mai siamo il quarto Paese al mondo per casi di Coronavirus."

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