14 luglio 2017

Marciare su Roma... e poi proseguire fino a Lampedusa.

Dal momento che le istituzioni democratiche si sono "dimenticate", ammesso lo abbiano mai saputo, di governare una Nazione chiamata Italia i cui cittadini si chiamano italiani. Forse sarebbe il caso di ricordarglielo noi. potremmo partire da Livigno e Bardonecchia, da San Dorligo della Valle e Predoi scendendo a passo di marcia fino a Roma impiccando pellet e traditori lungo la via. Una volta giunta nella capitale chiedere (tramite il linciaggio) le dimissioni del governo attuale, lo scioglimento delle camere e l'allontanamento di tutti i burocrati che al momento sonnecchiano a spese nostre, dagli usceri ai presidenti dai segretari ai sottosegretari, fino ai portaborse. Se le condizioni igieniche degli ambienti sono ottime gli addetti alle pulizie possono mantenere il posto di lavoro. Una volta liberata Roma la marcia potrà estendersi fino ai limiti estremi della Nazione.
Ieri abbiamo parlato degli inutili, dimenticando però un certo "Beppe" Sala inutile sindaco di Milano che si schiera contro il suo stesso partito, contro la Polizia di stato, contro l'assessore alla sicurezza (Carmela Rozza) il cui mestiere è garantire la sicurezza nel comune Lombardo. Dal momento però che Sala continua a richiedere sempre più pellet i quali non hanno altro intento che delinquere (diversamente starebbero nei centri di accoglienza o al lavoro anziché bivaccare nei pressi della stazione centrale e spacciare e derubare i turisti di corso Como).
All'elenco degli inutili salta agli "orrori" della cronaca un sedicente "poliziotto democratico" Massimo Montebove che in un delirio post traumatico (almeno spero) arriva a scrivere: "La Germania hitleriana fu uno Stato razzista. L'Unione Sovietica fu uno Stato multirazziale. Dopo lo scoppio della guerra il Terzo Reich trattò i polacchi e altre popolazioni slave dei territori occupati come "untermensc", esseri inferiori destinati a servire il popolo dominatore; mentre l'Urss, dopo la fine del conflitto, considerò ideologicamente "fratelli" i comunisti degli Stati satelliti." Massimo Montebove su Huffington post. Forse il poliziotto democratico si dimentica il come lo stato multirazziale trattò effettivamente i Polacchi, fucilando sommariamente gli ufficiali dell'esercito e soggiogando la popolazione o di come trattò i "fratelli" socialisti quando questi volevano cessare di essere satelliti dell'URSS. Critica e denuncia che arrivo persino dalla sinistra più estrema italiana da Berlinguer a Guccini (che con la canzone "primavera di Praga" dava solidarietà all'allora popolo cecoslovacco) o altre canzoni del periodo quali "avanti ragazzi di Buda", erroneamente considerata una canzone fascista che però celebrava la rivolta socialista di Budapest "democraticamente" stroncata dai carri armati sovietici con l'imbarazzante silenzio delle "democrazie" occidentali... quasi a sottolineare "cazzi loro!" o ancora la democratica scelta unilaterale dello stato sovietico di costruire l'infausto muro tra Berlino est e ovest affinché i "fratelli" tedeschi non potessero lasciare il paradiso comunista. Se questa è l'idea di democrazia di Montebove... quasi preferisco il modello cinese (colpo alla nuca e fine della commedia).

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