16 settembre 2020

Da Willy a "Don Matteo"

L'usanza "il nemico del mio nemico è mio amico" va bene se il nemico del mio nemico non è, a sua volta, mio nemico. L'escalation di violenza, prevedibile e da me prevista più volte in queste pagine, sta raggiungendo livelli abbastanza inquietanti. Quello che preoccupa, anche questo prevedibile e da me prevista più volte in queste pagine, è il fatto che i crimini commessi dai "bianchi" sono subito inquadrati come crimini fascisti, razzisti e d'odio, mentre per i "crimini" compiuti dai pellet, si cerca di opporre le scuse più improbabili e fantasiose possibili.
Partendo dal recente omicidio di Willy, il corpo non era ancora arrivato all'obitorio che sui giornali si parlava di assalto fascista, solo perché la vittima, originario di Chissenefrega, era un "povero negro". Non sono stati necessari più di 5 minuti a blogger improvvisati e giornalisti non asserviti, per scoprire che uno degli aggressori, il fascista che ha sferrato il colpo fatale, era un ascoltatore di musica rap e trap, i cui ideali (ammesso ne abbiano) hanno poco o niente a che fare con gli alti ideali fascisti e/o nazionalsocialisti. Addirittura era un fan di Fedez, come avevo scritto nell'articolo "https://insanityhellraiser.blogspot.com/2020/09/continuo-pensare-che-siano-imbecilli.html" precedente.
Della stessa regola, di "crimini" fondati sull'odio, non si sente mai parlare a parti invertite. Non se n'è sentito parlare per Pamela Mastropietro, dove non sono stati espressi alcun tipo di giudizio sulla ferocia degli assassini e, secondo me, qualcuno avrà anche pensato che la ragazza, in quanto tossicodipendente in riabilitazione, se l'è pure andata a cercare, così come se l'è andata a cercare Desirée Mariottini la ragazzina, drogata (anche se sui giornali passa per esserlo abitualmente), stuprata e uccisa da un branco di scimmie a pochi passi da un centro sociale in zona San Lorenzo (e ancora le proteste dei "residenti" abusivi che accusavano giornalisti e istituzioni di strumentalizzazione dell'accaduto invece di dare legittimamente fuoco agli aggressori). Mi soffermo poco sulla vicenda "willy" non perché sia un pellet arrivato da Fanculonia (anche se onestamente la sua morte non mi tocca molto né nei modi né nella tragicità della scomparsa), ma per il semplice fatto che ho già commentato nell'articolo dedicato.
Arriva poi la notizia del tunisino che uccide un prete a coltellate, il nemico che uccide il mio nemico, di sicuro non mi dispiace nulla della faccenda tranne forse, ancora una volta, del doppio peso e misura degli "strilloni", tanto per citare "Lui è tornato", pronti a cercare qualsiasi attenuante, per il pellet, o a inventarle se proprio non ne dovessero saltare fuori. Così subito diventa un malato di mente che prima uccide con feroce precisione e poi si costituisce alle forze dell'ordine. Forse qualcuno potrebbe pensare che "consegnarsi" spontaneamente ai gendarmi sia sintomo di squilibrio mentale, dato che tutti cercano di "farla franca", ma per un pellet espulso (per ben 6 volte senza mai esserlo davvero) che gode di una sorta di immunità "culturale/razziale" consegnarsi è solo un pretesto per andare a scroccare vitto e alloggio nelle patrie galere, se mai ci dovesse finire.
Come detto gli strilloni fanno a gara a chi gli trova/crea l'attenuante più fantasiosa e gustosa, se poi si riesce anche a strumentalizzare in modo da far ricadere la colpa sui fascisti... tanto meglio.
"È stato ucciso due volte, don Roberto Malgesini. Dalla persona che lo ha accoltellato davanti alla chiesa di san Rocco di Como, dove operava e ospitava alcuni senza dimora e migranti. Ma anche, durante la giornata, da una destra assetata di propaganda sovranista che si è lanciata sul suo corpo, innalzandolo a simbolo dei danni dell’accoglienza incontrollata." (fonte wired.it) perché non è esattamente il simbolo di un "accoglienza incontrollata" (immigrazione selvaggia), accoglieva, nutriva e forniva alloggio ai pellet senza tetto e uno di loro lo ha accoltellato... ignorando la canina legge del "non mordere la mano che ti nutre", la dialettale "non si sputa nel piatto in cui si mangia", la zingaresca "non si caga dove si mangia"? 
"E' prevista nella tarda mattinata di oggi l'autopsia di don Roberto Malgesini, il sacerdote 51enne ucciso a Como da un senzatetto con prolemi psichici. Un accertamento disposto dal procuratore di Como Nicola Piacente e dal pm Massimo Astori in un quadro probatorio già molto nitido, alla luce della confessione e di tutti gli elementi che convergono in un'unica direzione." (fonte ilgiorno.it) probabilmente dall'autopsia risulterà che il prete non è morto per le numerose coltellate ricevute, bensì di covid assolvendo in questo modo il pellet che lo ha ucciso. 
Il giornale prosegue con la tesi dei problemi psichici infatti al fondo dello stesso articolo si legge "Durante l'interrogatorio di ieri, Ridha Mahmoudi ha 'giustificato' il suo gesto con la paura di ritornare nel suo Paese d'origine visto il provvedimento di espulsione che pende nei suoi confronti da aprile. Nelle sue parole poco lucide pronunciate davanti agli inquirenti, il prete che lo sfamava a colazione e che gli aveva procurato anche un avvocato per difendersi nei suoi processi non lo avrebbe aiutato nell'evitare un possibile rientro in Tunisia."
"«Aveva problemi psichici e dei provvedimenti di espulsione non eseguiti», dichiara il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi." (fonte Il Primato Nazionale) Oh madona di Bisarun fa murì tuci i Bernascun (Oh madonna di Bizzarone fa morire tutti i Bernasconi) Citando Frontaliers noto programma della tv svizzera RSI, RadioTelevisione Svizzera (Italiana) (l'equivalente, almeno a livello di nome, della nostra RAI). Mentre si prodigano a cercargli attenuanti dalle sue stesse dichiarazioni emerge un quadro un "tantinello" diverso "“Era giusto così”, stando a quanto riportato da Il Giorno, l’immigrato lo ha dichiarato alla polizia. Mentre davanti al suo legale, Davide Giudici, ha detto che il sacerdote è “morto come un cane”. [...] Ci sono però ancora tanti punti oscuri nei trascorsi di Ridha Mahmoudi, la cui vita in Italia è costellata di precedenti penali di vario tipo. Nome, luogo e data di nascita dell’omicida tunisino compaiono dal 2005 anche con una variante. Si sarebbe identificato spesso come Ridha Mahmoudi Ben Youssef, identità a cui sono legate: denunce per resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e un maltrattamento. Reati riuniti in un cumulo di pene con poi una sospensione condizionale. Le verifiche sulla doppia identità dell’immigrato magrebino sono ancora in corso, l’unica certezza è che dal 2015 Mahmoudi era stato accolto, sfamato e assistito da don Roberto Malgesini. Il sacerdote che ieri ha massacrato a coltellate." (fonte Il Primato Nazionale) e aggiungerei... e ben gli sta.
Infatti continuo a sperare di vivere tanto a lungo da vedere il tracollo delle istituzioni e delle forze dell'ordine sotto il crescente peso di una immigrazione clandestina, ostile non solo alla cultura occidentale, ma anche, e soprattutto, alla razza che l'ha sempre caratterizzata, e ai martellanti colpi di una propaganda progressista coadiuvata e culminante in una magistratura che non prende provvedimenti nemmeno nei casi più raccapriccianti ed eclatanti dell'ingiustizia e discriminazione sociale che si sta facendo in questi ultimi anni. Crollo che porterà, mi auguro e da qui il desiderio di esserci, all'affermazione della giustizia privata... tradotto aspetto il giorno in cui potremo sparare dal balcone alla feccia che cerca di assaltare la nostra casa.

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