Anche lo avessi intitolato "la F1 che non t'aspetti" evitando così una denuncia per razzismo, la sostanza non cambia... Lewis Hamilton non sa leggere!
Lo ha abbondantemente dimostrato nelle ultime 3 gare (quella di Monza, del Mugello e quella di ieri in URSS), ma andiamo per ordine.
La FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile), come la maggior parte degli sport, si è piegata, anzi inginocchiata, alle puerili proteste dei negracci americani che lamentano discriminazione rispetto ai "bianchi" privilegiati. Privilegi che i bianchi (se non i radical chic dei centri sociali e di cui solo loro godono) non percepiscono anzi, spesso percepiscono, almeno in Europa, una contro discriminazione tale per cui i pellet godono di privilegi (ricorrendo anche all'accusa di razzismo se la bella ragazza bianca non accetta di essere stuprata da un branco di scimmie appestate) che ai cittadini autoctoni e regolari non sono riservati.
Per genuflettersi meglio alle proteste dei BLDM di cui, come scritto in articoli precedenti, anche la suddetta scimmia privilegiata di casa Mercedes s'è fatta portavoce, la FIA ha deciso che all'inizio di ogni gran premio i piloti nell'ascoltare l'inno nazionale, del paese del circuito ospitante, sono obbligati ad indossare la maglietta dei BLDM e, se non si sentono in colpa nel non farlo, a inginocchiarsi. Nei miei scritti avevo fatto notare che Leclerc e pochissimi altri non hanno ceduto al ricatto morale, mentre la maggior parte dei piloti si inginocchia puntualmente ad ogni GP (Gran Premio) con indosso la maglietta discriminante citata pocanzi.
La Ferrari, per non correre rischi rispetto alle lagnanze del pellet nato su suolo britannico, è andata oltre alla semplice genuflessione. Infatti, per non correre rischi di essere accusata di razzismo, ha pensato bene di intervenire sulla meccanica del veicolo. Da un lato il mondo dell'ingegneria automobilistica ringrazia il genio italico per aver scoperto che la laccatura della vernice delle auto da corsa (lo strato che si mette sulla vernice per renderla lucida) pesa quasi mezzo chilo che poteva invece essere risparmiato lasciando la vernice opaca, così l'auto di Maranello si presenta alla stampa con un bel colore rosso scuro (qualcuno potrebbe dire amaranto) anziché il consueto rosso brillante. Gli scaramantici potrebbero puntare il dito contro questa scelta dal momento che quest'anno il cavallino rampante sembra azzoppato, ma la verità è che mentre si scervellavano nel vano tentativo di trovare grammi da togliere sulla vettura non si sono accorti che il reparto ingegneria dei motori ha, di fatto, progettato e montato il motore del "126 Bis" auto prodotta in Polonia (il Molise d'Europa), mentre per la componente elettrica, ovvero il motore elettrico della power unit ibrida delle monoposto di F1, si sono affidati al motore del "Folletto"... sì mi riferisco proprio alla ditta di aspirapolvere di cui Matteo Binotto, credo, fosse rappresentante porta a porta.
In questo modo si sono assicurati che la Ferrari non fosse in grado di competere nemmeno con le tartarughe che, con il calendario covid di quest'anno, quasi ogni domenica le superano mostrandogli tanto di corna dal "finestrino".
Ad essere stata accusata di razzismo e discriminazione, come accennato prima, è stata la stessa federazione che ha colto subito la palla la balzo per applicare il regolamento anche al pellet ospitato in Inghilterra.
Nelle ultime due gare infatti, succitate, i commissari di gara hanno deciso di applicare, anche per Hamilton, il regolamento di F1 anziché il regolamento di "F1 - nigga edition" (composto dalla sola copertina ed un numero variabile di pagine nere per non offendere il privilegiato della F1).
Le ultime due gare sono la prova inconfutabile di quanto sostenuto da me in passato... ovvero se avessero applicato il regolamento anche per il negraccio anziché 6 mondiali con 90 vittorie all'attivo... avrebbe primeggiato forse in una per culo, in quanto, come dimostrato proprio a Monza con la vittoria di Gasly, seguito da Sainz e Stroll) una gara per culo la può vincere chiunque.
A Monza, sotto regime di safety car, ignora il segnale di pit lane chiusa e si ferma a fare il pit Stop, penalizzato di 10 secondi, si presenta dai commissari di gara tutto incazzato dicendo "Perché mi avete inflitto 10 secondi di penalità? Non c'era niente ad indicare che la pit lane fosse chiusa"... gli è stato risposto "tranne la bandiera bianca con la x in mezzo che indica proprio pit lane chiusa!"... "ah ok" ed è tornato al suo posto. Ieri in Russia ha per ben 2 volte fatto le prove di partenza* all'uscita della pit lane... anziché nella zona (molto trafficata) che è designata a tale scopo subendo 2 penalità da 5 secondi ciascuna. Penalità che, da regolamento, viene scontata al primo pit stop o sommata al tempo finale quando il pilota ha già effettuato i pit stop obbligatori e non effettua altre soste ai box... Ed anche in questa occasione ha dimostrato nessuna conoscenza del regolamento protestando (via radio) con il team che lo ha obbligato a scontare la penalità ai box.
Evidentemente o non sa leggere (che essendo negro è assolutamente possibile) o ritiene di essere talmente superiore al regolamento di F1 (probabilmente scritto dai bianchi per impedire ai negri di vincere 6 titoli mondiali) da non dovercisi attenere.
Resta il fatto che quando la FIA non lo discrimina... lui non vince un cazzo.
*Prima del giro di ricognizione e prima ancora di portare le vetture sul rettilineo di partenza, i piloti hanno facoltà di eseguire delle prove di partenza, ovvero simulare la partenza del GP prendendo confidenza con asfalto e frezione per evitare slittamenti, pattinamenti o imballamenti del motore che potrebero comprometterne la gara. l'aria preposta a tale scopo, se ben ricordo (e se è uguale per tutti i circuiti, dovrebbe essere dentro la pit lane poco prima della linea in cui viene tolto il limitatore dei box... di certo non è al fondo della pit lane dove le vetture sono già lanciate per uscire in pista e dove trovarsi davanti una scimmia che va le prove di partenza potrebbe provocare incidenti mortali.
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