Era da tempo immemore che non godevo di una mezza stagione, proverbialmente sparite a metà degli anni '80 del secolo scorso. Quest'anno, pur con i disagi che ne sono conseguiti (dovuti più che altro al fatto che la gente non sa più che in autunno piove), ho finalmente rivisto il ritorno del signor autunno. Soprattutto a partire dagli inizi di novembre la piogge, da subito torrenziali, hanno dato pochissimo spazio al passaggio del sole. Addirittura abbiamo assistito alla prima nevicata, anche se non ha attecchito al suolo in quanto troppo caldo per permettere ai candidi cristalli di resistere a lungo.
Il giorno in cui a Torino nevicava, vedeva la città dare un disdicevole benvenuto alla mentecatta che nel parlare di surriscaldamento globale, la città veniva ammantata di bianco.
Dell'intervento della figlia più adottata e schiaffeggiata del momento pochi, se non nessuno, ne ha fatto parola, ma sappiamo per certo che essersi spostata a bordo di un auto elettrica blu guidata dal padre, che si è recata presso il teatro regio dove è stata accolta dal sindaco Chiara Appendino (a che pro andare al Regio... ma vabbé). Purtroppo non avevamo a portata di mano un Vittorio (Feltri o Sgardi sarebbe stata la stessa cosa) per tirarle due schiaffi e costringerla a tornare a scuola.
Chiusa la parentesi climatica più oscurantista auguro a voi, miei fidati lettori, un buon solstizio d'inverno (per domani 21 dicembre).
C'è una splendida tradizione cristiana Pagana di cui i monoteisti si sono appropriati indegnamente, la Tradizione di portare in casa un ramo di sempreverdi (un pino o meglio un abete) per preservarne la vita per la primavera, una sorta di buon auguro per la prosperità della casa nella successiva stagione primaverile.
L'unico peccato è che, per rendere il tutto più gioioso, con l'avvento del cristianesimo all'austero albero si è iniziato ad aggiungere di tutto, dai bastoncini di zucchero alle "palle luminose", è stata invece rispettata la tradizione di lasciarvi dei doni sotto le fronde. Effettivamente erano doni della natura ed anche in questo caso era più una questione funzionale (per la miglior conservazione del cibo) che consumistica, che chiaramente non esisteva.
Ci sarebbe anche da affrontare, aldilà delle celebrazioni "paranatalizie", il valore, l'importanza del Solstizio d'inverno. Ai tempi dell'Antica Roma la celebrazione del solstizio d'inverno durava 5 giorni, ragion per cui si è deciso di utilizzare il 25 come data natale di cristo, in quanto l'inizio dell'inverno sanciva due punti importanti.
Il primo, materiale, l'inizio dell'inverno indicava la fine del periodo lavorativo nei campi, la natura (e ci allacciamo al secondo punto quello spirituale) si riposa, cade la neve a coprire i campi impedendone la lavorazione, si chiudono le campagne militari (quasi sempre almeno).
Il secondo, quello spirituale, si riferisce al ciclo vitale della natura di cui, il solstizio d'inverno, sancisce la morte. Le tenebre trionfano sulla luce, è il giorno più corto dell'anno (riferito alle ore di luce), da questo giorno in poi le giornate tornano ad allungarsi sino ad arrivare al trionfo della luce nel solstizio d'estate.
So che questa informazione ormai è nota persino agli "zingari", ma è sempre bene ricordarlo.
Quindi dal punto di vista Tradizionale, il solstizio d'inverno ha un importanza fondamentale, in quanto rappresenta il riscatto della luce sulle tenebre. Questo, ancora una volta, dimostra che i cristiani non si sono inventati nulla, hanno solo sfruttato quanto era già presente e funzionante. Il fatto che la luce fosse forza del bene e le tenebre del male era noto già tempo e si basava semplicemente sulla paura dell'ignoto rappresentato dal buio "Chissà cosa si annida nell'ombra? Cosa striscia nelle tenebre?" sebbene la luce proietti comunque delle ombre, la luce permette di vedere non nasconde nulla mostra tutto.
Entrando nell'argomento parlando del cristianesimo andremmo fuori tema in quanto non si può parlare di luce e tenebre senza chiamare in causa Lucifero, figura immaginaria totalmente (o quasi) cristiana.
Secondo alcune tradizioni più tarde (anche del cristianesimo stesso) la figura di Venere e Lucifero si sovrappongono, ma questa, con tutto il rispetto per Otto Rahn che riportò questo aspetto in uno dei suoi scritti, è una stronzata. In primo luogo perché Lucifero è un angelo asessuato, mentre Venere la più bella tra le Dee. Aldilà dei tempi di "nascita" differenti, ci sarebbe la "questioncina" che l'identificazione di Venere quale stella del mattino (ma anche della sera) risale a tempi antichissimi, mentre quella di Lucifero è decisamente più recente.
Come volevasi dimostrare si va fuori tema...
Basti pensare che luce e tenebre si sono sempre affrontati e rincorsi, entrambi consci della propria rivalità e della propria vita simbiotica l'una non può esistere senza l'altra, pronti a sopraffarsi e a sorreggersi, a superarsi e ad attendersi per l'eternità.
Passando dalla Tradizione all'attualità le forze al servizio delle tenebre (che li punirà con forza) stanno tentando di spezzare l'equilibrio, di creare il regno delle tenebre dove non ci sia più spazio per la luce, dove l'uomo comune, potrà solo disperare senza speranza alcuna. La natura trova sempre il modo di equilibrarsi, ed è per questo che si sta cercando ogni mezzo possibile per sconfiggere la natura e per far sì che l'uomo stessa veda, nel tentativo della natura di riequilibrarsi, il segno del suo odio nei nostri confronti. La natura punirà i colpevoli e gli stolti. Quando qualche fenomeno si vide portar via la casa dalla furia impietosa della Dora in piena, molti piansero la sfortuna dello stolto che ebbe il lampo di genio di costruire la propria abitazione sull'argine del fiume. Altri esempi di stolti simili che, pur di perpetrare un abuso edilizio, poggiarono le proprie fondamenta in zone sismiche, a rischio alluvioni, ecc. quando gli antichi (al secondo disastro naturale) abbandonavano il villaggio e si spostavano anche di centinaia di chilometri pur di trovare un luogo consono al fiorire della propria comunità.
Ma alla Morte, alla tenebra, viene negato il suo ruolo livellante, attribuendole un odio che non nutre. La vita, la luce, non è più un merito, ma un dono a cui tutti hanno diritto. Questa però è un'altra storia che vale la pena accennare, ma troppo lunga da raccontare associata a questo articolo.
Di conseguenza...
Buon Solstizio d'Inverno.
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