5 dicembre 2019

Allerta corto circuito.

Dovrei titolare così ogni articolo che tratta l'argomento sinistra (o ANpI), libertà e democrazia. Infatti ogni qualvolta che costoro ne parlano il loro cervello va, inevitabilmente, in corto circuito.
A margine, origine o conseguenza del corto circuito cerebrale troviamo la feroce lotta per l'imposizione del pensiero unico, ma gli strumenti sono quelli adoperati da tutti i totalitarismi e anche se vogliono farci credere che nella categoria rientri anche il nazifascismo, la Storia, quando studiata anziché data per scontata, impartisce una lezione diversa. Una lezione sulla, seppur sottile, differenza tra dittatura e totalitarismo passati per sinonimi, ma che sinonimi non sono.
All’istituto “Da Vinci” di Civitanova Marche l'ANpI organizza un convegno/presentazione del libro "Dopo Mussolini — I processi ai fascisti e ai collaborazionisti" con la partecipazione dell'autore Andrea Martini. Fin qui niente di nuovo sul fronte orientale, l'indottrinamento degli studenti al pensiero unico è cosa nota da tempo (anche se pur sempre oscena), quello che continua a provocare in me la voglia di tornare in piazza con manganello alla mano e un bel boccione di olio di ricino è il loro nascondersi dietro a un dito sperando che noi non si faccia caso nemmeno al dito. Non solo vediamo il dito, ma vediamo anche lo stronzo che ci si nasconde e dietro e il deretano in cui se lo dovrebbero infilare quel cazzo di dito. Mentre sul palco del teatrino della menzogna che si andava narrando autore e ANpI se la cantavano e se la suonavano a colpi ringraziamenti e propaganda, "Durante l’intervento di Martini molti alunni hanno deciso di allontanarsi dall’aula, con l’avvallo di alcuni docenti. Ma il picco di maggior tensione si è registrato quando ha preso la parola il professor Matteo Simonetti, che ha dichiaratodemocra di aver assistito ad un «comizio e ad un dibattito a senso unico», sostenendo «la necessità di un incontro che preveda un contraddittorio». «È vietata solo la ricostituzione del partito fascista, ma va comunque garantita sempre libertà d’opinione, nell’ambito delle regole democratiche» ha detto Simonetti, che ha poi puntato il dito contro i libri di scuola, spesso «scritti con ricostruzioni storiche inesatte»" avesse bestemmiato in chiesa lo avrebbero perdonato... "Martini si è detto «preoccupato» per le tesi esposte, Marconi ha parlato di «provocazione». «Si vergogni — ha tuonato il consigliere comunale Pier Paolo Rossi — se lei oggi può dire quello che dice è solo perché siamo in democrazia e perché c’è chi ha lottato per ottenerla»" ed ecco il primo corto circuito... In verità, visto che l'ultimo governo prima della "democrazia" fu quello fascista... se voi oggi potete dire quello che dite è perché qualcuno ha lottato per ottenerla, perché "A NOI!" non è permesso dire quello che pensiamo in questa democrazia, salvo accettare, di buon grado, di essere linciati, denunciati e (se il giudice ha la luna storta) condannato per aver espresso liberamente un pensiero.
Oltre agli studenti, che si sono alzati e sono usciti (preferendo tornare a fare lezione piuttosto che ascoltare l'ennesima propaganda di sinistra), l'unico che da ragione al prof. è "il preside dell’istituto, Pierluigi Ansovini, secondo cui il comportamento del docente è da ritenersi nei «limiti della libertà di espressione e insegnamento», ricordando che «nessuno è andato fuori dai termini della liceità» e sostenendo che «il professore ha solo riferito delle posizioni storiografiche, condivisibili o meno: poi tutto nella storia è soggetto a revisione, il negazionismo quando si tratta di rivedere certe posizioni storiche è legittimo, che ci piaccia o no»."
Sicuramente se ci basassimo sul mero significato etimologico del termine "democrazia", non è scritto da nessuna parte il fatto che in una società con questa forma di governo debba esserci libertà di espressione, pensiero, opinioni, ecc. ma andrebbe loro ricordato che democrazia significa, letteralmente, potere del popolo (che è roba da fascisti), non significa "antifascismo militante, bandiera rossa sulla feccia urlante" se domattina il popolo italiano si svegliasse con un legittimo sentimento di odio razziale e anticomunismo militante i liberal-progressisti-radical-chic non possono far altro che fare un esame di coscienza e levarsi dai coglioni perché questa è la forma di governo che i loschi individui continuano a difendere senza comprendere accusando chi non la pensa come loro di essere nemici della democrazia, ma il "démos", il "«popolo»" ha il sacrosanto diritto anzi dovere di esercitare il proprio dovere e chi non si sente populista, vuol dire che ha sbagliato nazione, forma di governo, epoca e probabilmente anche "il fottuto sport" dal momento che costoro nella Russia Bolscevica (e stalinista) probabilmente sarebbero stati fucilati.
Inoltre "Durante lo spazio dedicato agli interventi del pubblico, i relatori avrebbero invitato a «scendere in piazza in modo violento» contro le manifestazioni di stampo destroide. A quel punto è intervenuto Simonetti sostenendo che, «nel momento in cui si decide di trattare argomenti estremamente delicati come questo, occorre una pluralità di opinioni e fonti, in linea con un vero approccio storiografico». Per tutta risposta, i relatori hanno dichiarato che «in una democrazia non tutte le opinioni possono essere accettate» e «quando si parla di Resistenza non occorre una controparte». A quel punto «al professore è stato strappato il microfono dalle mani», e uno dei consiglieri comunali di Civitanova lo ha accusato «di non essere degno di insegnare»" viva la libertà d'espressione che l'ANpI si vanta di averci fato dono...
Gli studenti il giorno seguente hanno pubblicato un comunicato stampa in cui affermano (anche se sembra ci siano delle parti aggiunte dall'autore de Il Primato Nazionale) "«Abbiamo ritenuto opportuno seguire la conferenza, poiché gli argomenti trattati potevano essere spunti di riflessione», spiegano i ragazzi sottolineando come «la presentazione del libro ha avuto un ruolo estremamente marginale, specialmente nella seconda parte della conferenza, che, man mano, ha iniziato a prendere una sempre più evidente piega politica. Questo “malcelato schierarsi” ha provocato una reazione abbastanza forte da parte degli stessi studenti: sono stati alcuni di loro infatti, a chiedere ai professori di poter andarsene ritenendo poco appropriato l’approccio con cui venivano ricostruiti i fatti storici» [...] «Abbiamo visto come la paura del diverso pensiero possa accecare qualcuno e radicalizzarne la posizione, impedendo così una qualsiasi forma di dialogo civile. Quando poi questi valori vengono schiacciati dagli stessi che, fino ad un minuto prima, ne erano fieri portatori, ecco che la libertà per cui tanto hanno lottato i nostri predecessori viene frantumata» [...] sottolineando «quanto sia soffocante la censura, specialmente se giustificata dal buon nome della democrazia»"
Inutile dire, a questo punto, che urge un sostanziale cambio di rotta. D'altronde sono più di 70 anni che siamo ostaggi di briganti che hanno compiuto i crimini più ignobili nascondendosi nell'impunità di averlo fatto per la libertà che oggi loro stessi ci negano. In fondo quelli che, dal dopo guerra, continuano a far parte dell'ANpI non sono certo né i laici né i cattolici, bensì le bestie rosse che in Venezia Giulia si sono alleati con i "titini" per violentare e torturare Norma Cossetto e altre ragazze (anzi bambine) che durante la guerra gli provocavano qualche prurito sessuale, ma, a causa del fascismo e della sua "ignobile" legalità, non potevano sfogare.
Così se un ponte pedonale a Genova non è intitolato "ufficialmente" a nessuno, viene attribuita ufficiosamente al partigiano "Attila" (A come Atrocità, doppia TT come Terremoto e Tragedia, I come Ira di dio, L come Lago di sangue, A come ANpI). Quando il comune decide di dedicare quella passerella ad un eroe italiano "alla memoria di Fabrizio Quattrocchi, Medaglia d’oro al Valore civile della Repubblica italiana," l'ANpI ordina ed il comune sospende la cerimonia "“In merito alla intitolazione di un ponte della Valbisagno (attualmente senza nome) alla memoria di Fabrizio Quattrocchi, Medaglia d’oro al Valore civile della Repubblica italiana, il Sindaco su invito della famiglia Quattrocchi – che non avrebbe gradito alcuna cerimonia divisiva per la popolazione genovese – ha deciso di sospendere la manifestazione prevista per il 2 dicembre”".


Evviva la democrazia! ...Naturalmente per come la intendono loro eh!!!

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