12 dicembre 2019

Onore al Leone delle Fiandre

I meno informati, "gli agnosti e i paragnosti" potrebbero pensare che nell'articolo si tratterà di una rievocazione storica delle imprese militari di Leon Degrelle, politico belga e fondatore del movimento rexista (di ispirazione cattolica) nonché Colonnello/comandante della "28. SS-Freiwilligen-Grenadier-Division der SS "Wallonien"". Parlando di meno informati costoro dovrebbero sapere (per cui non ritenersi offesi) che Degrelle era vallone, quindi francofono, mentre le Fiandre sono storicamente abitate da fiamminghi, quindi di lingua olandese. Per cui, nonostante l'eroismo di un politico (e tale era) che si arruola volontario, all'indomani dell'invasione alla "Russia Bolscevica", nell'esercito tedesco come soldato semplice raggiungendo il grado di colonnello sostenendo tramite numerosi scontri corpo a corpo con il nemico.
Potrei parlare di lui e ne avrei ragione, ma non era fiammingo.
Parliamo invece di sport e di uno sportivo dai molti soprannomi, ma un solo nome Fiorenzo Magni, "il terzo uomo", "il Leone delle fiandre".
Premetto che per me il ciclismo è quello sport in cui miro a dei tizi vestiti in pantafusò corti e magliette colorate, solo che lo faccio con la macchina e non con un fucile dalla canna storta in qualche baraccone del luna park.
Ciò detto Fiorenzo Magni fu grande campione in un tempo in cui il panorama ciclistico era un monopolio di due grandi campioni quali "Fausto Costi" e "Gino Bartali". L'unico, guadagnandosi perciò il "titolo" di terzo uomo, a strappare loro (nel '48 e nel '51) due giri d'Italia e vincendone un terzo nel '55 risultando, ad oggi, il più vecchio ad aver vinto "il giro". Vinse, per tre volte consecutive (dal '49 al '51), il giro delle Fiandre guadagnandosi così il titolo, che gli permane tuttora, di "Leone delle Fiandre", numerose altre tappe al tour (de France) e al giro e 4 tappe alla "vuelta" (il giro di Spagna).
Se non avete mai sentito parlare di Fiorenzo non è solo perché, come me, siete degli "ignorantoni" di ciclismo, ma, soprattutto, perché fascista. "Nato a Vaiano (Prato) il 7 dicembre 1920, Fiorenzo Magni caratterizzò il dopoguerra con le sue imprese, un po’ nell’ombra dei due campionissimi e per via della sua fede politica. [...] Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fece una scelta di grande cuore, coraggio e coerenza: scelse l’adesione alla Repubblica Sociale Italiana, inquadrato nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Nel gennaio 1944, accadde che il suo reparto ebbe uno scontro a fuoco con una banda di partigiani, guidati da Lanciotto Ballerini. Quest’ultimo rimase ucciso assieme ad altri ed il colpevole fu identificato in Fiorenzo Magni, seppur arrivato allo scontro quando Ballerini era già senza vita. Assolto nel febbraio del 1947, evitando 30 anni di carcere, beneficiò in parte anche dell’amnistia Togliatti.
Nel 1946 gli fu impedito di gareggiare, poiché aderente al fascismo. Nel 1948, a 27 anni, vinse il suo primo Giro d’Italia. Polemiche finite? Tutt’altro. Il sindaco comunista Menichetti di Prato gli rivolse i complimenti per la vittoria della Corsa Rosa, finendo al centro di feroci contestazioni e venendo costretto alle dimissioni dal suo partito. [...] Quando nel 1951, a 90 anni dall’Unità d’Italia, non venne invitato alla cerimonia d’apertura del Giro presso l’Altare della Patria – sempre col la scusa del suo essere fascista – egli rispose con la sua seconda affermazione nella Corsa Rosa." (Fonte Il Primato Nazionale)
Negli anni '60 guidò la compagine azzurra nel ruolo di CT "Nel nuovo millennio ci fu qualche timido tentativo di “riabilitazione”. Nel 2004 fu insignito del collare d’oro al merito sportivo e nel 2012, nella sua ultima apparizione al pubblico, nel salone d’onore del Coni, viene presentata la prima e unica biografia ufficiale, “Magni. Il terzo uomo”, curata da Auro Bulbarelli.", ma nel pratese il suo nome continua ad essere impronunciabile "Sul sito del Comune di Prato ancora non appare tra i pratesi illustri e nel suo comune di nascita il consiglio bocciò la proposta di intitolazione di una pista ciclabile." Sicuramente è un esempio che si staglia contro questa politica incapace di riconoscere meriti all'avversario ed in cui vede solo il nemico da oltraggiare in tutto e per tutto. Ciò nonostante "Fiorenzo Magni un grande campione ed un personaggio che ha influenzato il mondo sportivo."

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