9 luglio 2020

Ben tornati nell'800.

Potrei commentare dei ricatti dell'ANpI di Schio (VI) e delle vilenze antifasciste. Potrei parlar male di Berlusconi verso cui, finalmente, Prodi apre ufficialmente un possibilità di governo insieme*. Potrei commentare che anche gli intellettuali di sinistra si stanno rendendo conto (e per fortuna che sono intellettuali) che la situazione attuale non è più a mero svantaggio dello storico nemico il "fascista", ma sta iniziando a intaccare persino la loro libertà... potrei parlare di tutto questo, ma oggi è giorno di polemiche e di impartire dure lezioni.
Il discorso sarà duro, per cui mi scuso in anticipo se non terrà conto delle esigenze lavorative dei singoli individui, bensì punterà il dito verso l'intera categoria cito subito il grande Alberto Sordi, così che comprendiate il tenore dell'articolo... "Lavoratori...
Inutile dire che, appartenente alla categoria, le affermazioni esposte in questo articolo possono essere, in alcuni se non molti casi, attribuiti anche al sottoscritto. Ciò non toglie che mi arrogo il diritto di affermare che un cambio di rotta è necessario.
Andando con ordine... Prendiamo consapevolezza che siamo schiavi. Il problema del "padronato", o chi per esso, non è che noi popoli europei, ed italiano in particolare, non siamo abbastanza schiavi secondo il loro desiderio, anche se per certi versi il problema è proprio quello, il problema è che, per essere schiavi, abbiamo un costo eccessivo, troppe pretese, troppe lamentele, ecc. insomma siamo schiavi troppo evoluti. C'è quindi necessità di nuovi schiavi, ben educati ad essere schiavi e che si lamentano di frusta e catene solo quando si trovano sul set di un film troppo realistico. In cui si rendono di non essere sul set di "Radici" per cui, prima o poi, arriverà qualche zio Tom a salvargli allora ecco che si ribellano. Sino ad allora però loro crogioleranno nell'idea illusoria che stanno facendo un lavoro che l'italiano non vuole più fare e, di conseguenza, rafforza il proprio ego con l'illusione di essere indispensabile.
E si pensi che è la medesima leva con cui, meno di 20 anni fa, gli imprenditori scardinavano il mondo del lavoro italiano, europeo ed occidentale. Non era insolito assistere a scene quali "Non ti sta bene lavorare 20 ore al giorno ad uno stipendio da fame essendo obbligato a provvedere alla produzione giornaliera?!? nooooo?!? Guarda che non sei indispensabile... dietro di te ce la fila e se la fila si assottiglia troppo ci son sempre i nergi!!!" Beh quando le nostre file si sono sfoltite ecco che si sono rimpinguate quelle degli "invisibili" negri e quando anche loro si sono "evoluti" diventando cittadini, ecco giungere dal mare barconi di immigrati clandestini con tanta voglia di far soldi e poca o nessuna di lavorare. Il risultato è stato la progressiva, quanto inesorabile, desertificazione del nostro strato produttivo, le delocalizzazioni e le altre bestialità con cui lo stato con la complicità di tutte le forze politiche e sindacali hanno progressivamente messo in ginocchio la Nazione.
Ci aggiungiamo il contorto punto di vista di tali moralizzatori delle macchinette quali i comunisti marxisti secondo cui i Baby Boomers (che ho scoperto recentemente essere i vagliardi nati tra il 46 ed il 64 del secolo scorso... quelli nati prima si chiamano fascisti, quelli nati dopo, ma prima del 2000 si chiamano bamboccioni probabilmente) dovrebbero imparare dai "millenials" (quelli nati dopo il 2000) ad essere liquidi mentalmente e flessibili lavorativamente. La flessibilità lavorativa ce l'hanno insegnata sulla nostra stessa pelle con la frase "...dietro di te c'è la fila.", sulla liquidità si dovrebbe capire cosa è richiesto, ma secondo i moralizzatori delle macchinette comunisti marxisti, dovrebbe coincidere con il concetto di vedere i negri come il pellet... una risorsa insomma. Secondo questo loro concetto infatti non possiamo più pensare il mondo (e tutti gli ambiti della vita umana con esso) in termini microcosmici, bensì in termini macrocosmici. Ovvero non pensare più a curare il proprio orticello, ma nemmeno curare l'intero campo agricolo di cui il nostro orticello fa parte. Bensì pensare  a curare il nostro orticello in un contesto di equilibrio con tutti i campi del pianeta, ma anche questo non basta perché dobbiamo anche essere attenti alle abitudini alimentari dei coltivatori degli altri campi anche a discapito del pane quotidiano che vorremmo poter mettere in tavola alla nostra famiglia.
In termini meno filosofici, non è più possibile, né evidentemente tollerato, pensare in termini di nazionalismi individuali, ma si deve ragionare in termini globalisti, perché anche l'Europa (delle banche) è un concetto superato. Quindi qual è l'obbiettivo auspicabile, creare un esercito di schiavi ancora più schiavi, in quanto privi dal vincolo delle proprie radici, ma ben assicurati alle solide catene del ricatto economico. La soluzione più ovvia non è, purtroppo, più applicabile in quanto, per tornare al baratto e spezzare così le catene del vil denaro, diventerebbe fondamentale un'implosione tecnologica tale da farci tornare all'età della pietra, ma non possedendo però le capacità manuali, in molti di casi, e di omeopatia necessarie per curarci con le erbe e gli infusi. Quindi come possiamo invertire la rotta come si sta rendendo necessario? 
"Banalmente" tornando ad essere Uomini e Donne in grado di camminare eretti, anziché mezze pippe che si gettano a carponi quando veniamo sbattuti in cassa integrazione o in ferie e ci costringono lo stesso a lavorare, magari pure in nero. Certo quando si ha bisogno di mangiare non ci si può permettere di fare troppo gli schizzinosi, e per mangiare servono i soldi, quando basterebbero i prodotti che terra ci regala regolarmente. Eppure si può non piegarsi senza entrare necessariamente in contrasto con l'azienda o il datore di lavoro. Ad esempio, nel caso degli operai è più facile non è che ti puoi mettere a costruire una macchina o un frigorifero nel cortile di casa o in cantina, servono necessariamente i macchinari che la fabbrica mette a disposizione. Nel casi di informatici e altre categorie la cui attività può essere svolta anche da remoto... basta non accendere il PC del lavoro, se ci contattano telefonicamente (dato che per legge siamo obbligati ad informare il datore di lavoro, anche se non necessariamente per telefono, a fornire i nostri recapiti) basta farsi negare, ovvero non rispondere al telefono. Per ora, almeno, l'amministrazione pubblica che si occupa di questioni lavorative è ancora sufficientemente a favore del lavoratore per cui nessuno vi potrà contestare, nemmeno il capo più stronzo, di non avergli risposto al telefono perché eravate in ferie. Certo più si sale di grado più queste libertà vengono meno, il prezzo che si paga per fare i bei soldi, ma più restate a livello della schiavitù a cui vi relegano, più potete far valere i vostri diritti, ripeto, senza entrare apertamente in contrasto con il padronato.
I comunisti, che nel frattempo da proletari sono diventati padroni, hanno dimenticato, ammesso abbiano mai fatto davvero quelle lotte, dei diritti che i lavoratori hanno conquistato, a detta loro, con il sangue sulle barricate e nelle piazze, ma tale dimenticanza potrebbe essere legata al fatto che fonti storiche, sempre più uffciali, confermano che quelle conquiste furono imposte al Re d'Italia da Sua Eccellenza il Duce d'Italia Cav. Benito Mussolini e se negli anni 70/80 si ha avuto la necessità di riconquistarle è per quella malsana epurazione che venne fatta, sino al '47 e oltre (quindi a guerra finita), da parte dei partigiani, o presunti tali, ai danni di tutto ciò che era fascismo... icone, leggi, soldati e gerarchi e parenti di...
In certi ambienti si fa un gran parlare di Battaglie, di guerra e di guerrieri e poi, ad ogni occasione, si rinuncia alla battaglia preferendo invece chinare il capo sostenendo che ci sono battaglie più importanti da combattere... anche se, onestamente, non si capisce quali dal momento che alle guerre di questo secolo non ho visto, e qui mi aggiungo all'elenco, frotte di "camerati" presentarsi volontari alla frontiera dello stato belligerante più affine alla loro visione del Mondo. Non li ho visti presentarsi in Ucraina per difendere la Crimea dall'ingombrante neo-imperialismo russo. Non li vedo nemmeno, salvo rarissimi casi, scendere in piazza per difendere le icone della nostra cultura Italiana deturpata da chi italiano lo è, ma non ci si sente fiancheggiante pellet che italiani vorrebbero far diventare, ma di cui non gli frega un cazzo di essere. Vedo tanti, purtroppo come me, che scrivono parole, pubblicano cose, ma concretamente non fanno nulla perché infettati dal morbo della borghesia, che non ha colore politico se non quello di Arlecchino che indossa tutti i colori e nessuno a seconda della convenienza del momento. Troppo si ha da perdere e si punta il dito sul prossimo che troppo ha ancora da perdere. Eppure eventi potenzialmente scatenanti ne leggiamo quotidianamente sui giornali, più o meno scientificamente accreditati, siano essi contenuti in cronaca, politica o nella sezione esteri... ma tutto sfocia con una condivisione sui social e qualche commento sprezzante. La mia battaglia, per quanto possa valere, la porto avanti combattendo le ingiustizie in cui mi imbatto sul posto di lavoro che sia dal toccare il mio sacro diritto a prendermi tutte le ferie che mi spettano al difendere i diritti di colleghi (da me giudicati meritevoli, quindi non i moralizzatori delle macchinette che sostengono e difendono il governo mentre distruggono lo stato sociale del paese) che si vorrebbero far lavorare quando sono in infortunio... tanto paga l'INAIL che, fondata nel 1933, è roba fascista anche quella.

Quindi concludo dicendo che in questa come altre fasi della vita le chiacchiere stanno a zero e c'è invece la necessità di lottare finché noi pochi eletti, noi poveri stronzi, ancora ci ricordiamo quanto si stava meglio, quando si stava peggio, perché tra un po' non ci sarà più nessuno che si ricordi il perché è necessario difendere i posti di lavoro non solo dalla medio-alta borghesia, ma anche, se non soprattutto, da chi si sostiene fare gli interessi del popolo e vorrebbe trasformarlo in un consumatore fatto e finito. Una mucca da ingrassare sul divano allevandolo con serie TV di dubbia moralità, vendite online e consegne a domicilio, mentre si sputtana il reddito di cittadinanza acquistando i pacchetti "premium" di siti zozzi o chat piccanti. Per ora siamo schiavi e possiamo ancora ribellarci, quando saremmo carne da macello potremmo solo scegliere in quale mattatoio farci macellare... forse.

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