7 luglio 2020

Il ricco e viziato Hamilton si ricorda di essere un pellet

"«Chi è peggio, il bullo che ti picchia e ti tormenta o chi si volta dall’alta parte per non vedere?». Inizia con una domanda-provocazione l’intervento con il quale Lewis Hamilton, il pilota di Formula 1 di maggior successo nella storia del Regno Unito, ha dato voce alla rabbia e alla frustrazione che prova nei confronti dei pregiudizi e del razzismo che ancora macchiano la quotidianità britannica e l’ambiente sportivo nel quale lavora." (fonte Corriere.it) Avrei voluto iniziare con questo articolo la settimana dopo la prima gara del mondiale di F1 che ha visto la vittoria del "Boscaiolo" finnico Valterri Bottas seguito (sul traguardo) dal compagno di squadra Lewis Hamilton. Purtroppo l'improvvisa morte del maestro Ennio Morricone, era decisamente più importante del piagnisteo di un bambino viziato e coccolato solo perché negro. Di cosa parla il negro della formula 1 nelle sue dichiarazioni? Per scoprirlo tocca tornare indietro di qualche anno quando si espresse così sulle proprie "origini"... "il pilota della Formula 1 ha dichiarato che era un sogno per la sua famiglia “uscire dai bassifondi” – prima di “correggersi” e dire “beh, non lasciare i bassifondi, ma insomma uscire dall’anonimato e fare qualcosa”." Dichiarazioni che non sono piaciute di certo agli abitanti di Stevenage, la città in cui è cresciuto che hanno così commentato "Il leader del comune di Stevenage ha detto che il comportamento di Hamilton è “deludente” e che la gente si è sentita “molto offesa”. Un utente di Twitter, originario di Stevenage, ha così ironicamente commentato le dichiarazioni del pilota: “Quando era in questi “bassifondi”, mi chiedo fino a quanto ha dovuto camminare ogni giorno per raccogliere l’acqua potabile…”." (fonte Il Primato Nazionale). In questi mesi di incertezza Hamilton, come altri, si sono sentiti vicini al movimento dei blDm se da un lato il 6 volte campione del mondo ha l'appartenenza razziale dei rivoltosi, dall'altra il trattamento, di favore, che spesso gli viene riservato non può certo essere considerato discriminatorio. Non conosco come egli venga trattato nel box o negli uffici stampa a telecamere spenta, ma posso testimoniare sul trattamento ricevuto in pista, dove quasi mai gli vengono comminate delle sanzioni, in termini di posizioni, secondi e/o punti. Non viene mai squalificato e quando succede fanno in modo che altri piloti subiscano la medesima sorte affinché la sua posizione in griglia, di partenza o d'arrivo, non subisca un tracollo e resti pressoché invariata. "Hamilton, che è tuttora l’unico pilota nero della Formula 1, ha annunciato anche la creazione, assieme alla Royal Academy of Engineering, di un organismo, la «commissione Hamilton», il cui obiettivo sarà di interessare più ragazzi di colore a materie come la matematica, le scienze e la tecnologia e di incrementare la diversità nella Formula 1, che dovrebbe essere «varia e complessa come il mondo in cui viviamo»." ora qui ci verrebbe in aiuto un certo autore di cui farò il nome nella recensione che sancirà, con tutta probabilità, la chiusura di questo Blog (ma ne parleremo più avanti) che nel suo libro sosteneva che certe razze non cono inclini a certe abilità, ma possono raggiungere buoni livelli in quanto adeguatamente "ammaestrate". Per la citazione esatta, che qui ho riassunto, toccherà aspettare che finisca di rileggere suddetto libro.
"la brutalità della polizia e il razzismo sistemico che colpiscono le minoranze etniche sono realtà che «tutti i neri conoscono», senza eccezione.
Lui stesso, ha sottolineato, è stato costretto a imparare a reagire già da bambino — sulla pista da kart c’era chi gli tirava cose addosso — e la situazione non è migliorata sui circuiti di Formula 1" cioè i meccanici o i piloti di formula 1 gli tiravano cose addosso? "«Ho letto ogni giorno il più possibile per cercare di saper il più possibile di quello che è successo nella nostra lotta contro il razzismo, e questo ha riportato alla memoria tanti dolorosi ricordi della mia gioventù. Memorie intense delle sfide che ho affrontato quando ero bambino, come credo che molti di voi che abbiano sperimentato il razzismo o qualsiasi tipo di discriminazione abbiamo vissuto»" tutto molto toccante, ma totalmente privo di dettagli, ora un negro può darsi che sappia cosa sia la discriminazione, noi italiani lo sappiamo per certo e a discriminarci sono i nostri governanti, i nostri connazionali e i pellet che, sicuri della impunibilità da parte del sistema, ci trattano come merce, ma lui ricco, viziato e coccolato pilota di formula uno lo sa?
Sicuramente, come ho detto so per certo che se avessero applicato a lui, come per tutti gli altri, il regolamento della F1 lui forse avrebbe vinto due mondiali... dico forse perché onestamente quando ha iniziato la sua carriera io ero abbastanza deluso dalla F1, nonostante il suo esordio abbia coinciso con l'ultimo titolo mondiale conquistato dalla Ferrari, sicuramente avrebbe vinto il mondiale dell'anno scorso dove, con l'arrivo di Mattia Binotto, la Rossa è di fatto sparita. Già il 5° ad esempio, nel 2018 regolamento alla mano sarebbe, ad essere generosi, finito al 4°-5° posto in classifica. Hamilton si è sentito discriminato in questi anni di F1, dall'esordio su una macchina già competitiva senza dover fare alcuna gavetta a differenza dei piloti della sua generazione, alle punizioni che non gli sono state inflitte... pare che la federazione sia stata incline ad accogliere le sue lamentele, almeno in questa prima gara, infatti "Tre posizioni di penalità per Lewis Hamilton nel Gran Premio d'Austria 2020 di Formula 1: la notizia arriva a meno di 60 minuti dall'inizio della corsa. A metterci lo zampino è stata la Red Bull, che ha fatto reclamo. Red Bull che, insomma, non sembra mollare l'osso con la Mercedes: dopo aver chiesto - invano - chiarimenti sul DAS, la scuderia di Milton Keynes ha di nuovo bussato alla porta dei commissari, domandando la revisione della decisione presa ieri in merito a Lewis Hamilton. L'inglese, finito sotto investigazione per non aver rispettato le bandiere gialle nella Q3, era stato graziato, ma ora sarà costretto a retrocedere in quinta posizione. E per Hamilton la gara si preannuncia in salita. ", non contento, dopo aver ignorato le bandiere gialle esposte per un incidente al suo compagno di squadra (che probabilmente nel paddock gli tira le pigne in testa) ha pensato bene di mandare per campi Alexander Albon, pilota red bull, colpevole di averlo superato in curva e per giunta all'esterno, onta gravissima da subire per un 6 volte campione del mondo che, semplicemente, non ha allargato la propria traiettoria per spingere fuori pista il rivale, ma ha dimenticato di azionare lo sterzo allargando quanto più poteva la propria traiettoria (con gli appelli all'ingiustizia da parte dei cronisti che sostenevano come lui non avesse sterzato per spingerlo fuori).
Durante il cosiddetto lockdown, tradotto dall'inglese "il metodo di merda con cui il governo ha affrontato la crisi prima di fotterci con quella economica", la furia dei negri americani e di mezza Europa si è lasciata andare ad atti di pura inciviltà, criminalità e delinquenza, molti "bianchi", traditori della propria razza, hanno fatto a gara a chi si prostrava meglio ai nuovi padroni davanti cui inginocchiarsi e, in alcuni casi, baciargli, letteralmente, i piedi. Anche la Mercedes, trovandosi in casa un pilota scimmia, ha corso ai ripari e ha deciso di cambiare il colore della propria monoposto dal classico argentato a nero. Ci tengo far sapere che i colori delle auto, quando non influenzate dagli sponsor, non sono decisi a caso secondo il gusto degli ingegneri, ma corrispondono ad una precisa assegnazione che fu data ad ogni Nazione nelle prime gare del mondiale, all'Italia fu assegnato il colore Rosso (così che Ferrari, Alfaromeo in F1, ma anche le auto della Fiat e delle altre marche del gruppo hanno una maggior produzione di tale colore non è casuale), all'Inghilterra toccò il verde (il verde Lotus tanto per intenderci), alla Germania l'argento (Mercedes appunto, ma anche BMW, Opel, ecc.) e via discorrendo 
(
Fonte vaccapedia, ma solo per velocità di ricerca)
In questo precipizio c'è però gente che non si è adeguata alla massa, la federazione aveva lasciato liberi i piloti di manifestare la propria vicinanza ai blDm, anche se credo che sbattersene il cazzo e andarsene non fosse contemplato, e Charles Leclerc, il monegasco in forza alla Ferrari ha optato per la scelta coraggiosa, ovvero di non inginocchiarsi. "“Credo che ciò che conta siano fatti e comportamenti nella nostra vita quotidiana piuttosto che gesti formali che potrebbero essere considerati controversi in alcuni paesi. Non mi metterò in ginocchio, ma questo non significa affatto che sono meno impegnato di altri nella lotta contro il razzismo”" come ho detto non penso che sbattersene il cazzo sarebbe stato tollerato e non mi aspettavo certo che un giovane pilota con tutto da perdere dicesse "sai me ne fotte a me de li sporchi necri?"... ma almeno non si è piegato alla pressione della massa... Dai Charles ci si vede domenica... di nuovo in Austria.

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