Evidentemente la mia mente è portata naturalmente a giungere a grandi concetti fondamentali, partendo dall'analisi di quanto mi circonda.
Secondo una ristretta visione del mondo o esiste Dio, il dio senza nome delle religioni semitiche (Dio, Jhvh, Allah e le altre trasfigurazioni minori) oppure esiste la Scienza. La Natura è governata da Dio o dalle leggi scientifiche più o meno rilevate dagli agli uomini comuni da una ristretta cerchia di "illuminati".
Si esclude a priori la visione, il concetto, la percezione del mondo perpetrata per secoli dagli antichi "scienziati", filosofi, "religiosi" delle ere pre-cristiane secondo cui ad ogni aspetto della natura corrispondeva un Dio. Dietro ogni evento naturale si celava un determinato comportamento divino. Ad esempio cadeva un fulmine "Zeus stava punendo qualcuno! O era furioso per qualcosa!", i tuoni "era a causa di Vulcano che lavorava alla sua forgia", ecc.
La scienza ha dichiarato che dio non esiste ed ha passato la propria esistenza a dimostrare tale teoria, ma esattamente come i religiosi (monoteisti) non possono dimostrare esistenza di dio, così gli scienziati non riescono a dimostrare, scientificamente, la sua inesistenza.
Hanno provato ad opporre al creazionismo, come se il credere che la vita sul pianeta sia stata creata da un'entità superiore (gli Déi) sia una corrente di pensiero e non una prova sotto gli occhi di tutti, l'evoluzionismo. Peccato che non di tutti gli "animali" si può ripercorrere la loro "involuzione" sino a giungere al "brodo primordiale", che nell'Edda poetica corrispondeva al ghiaccio primordiale, soprattutto dell'animale centrale dell'evoluzione ovvero l'essere umano.
In più occasioni abbiamo affrontato il problema dell'evoluzione dell'animale "uomo" che si vorrebbe discendente dalle scimmie, ma (purtroppo per gli scienziati) non è mai stato individuato l'anello di congiunzione tra l'Homo ergaster. Su vaccapedia c'è un bello schema che spiega che (a prescindere da tutto) l'uomo è nato in Africa, ma si è spostato in Europa ad ondate successive. In due grandi migrazioni chiamate "out-of-africa 1" e "out-of-africa 2". Nella prima si generò l'Homo neanderthalensis (uomo di Neanderthal), soppiantato, nella seconda migrazione, dall'Homo sapiens. In buona sostanza, secondo gli scienziati, la natura avrebbe per ben 2 volte bruciato l'arrosto e per ben 2 volte risolto la situazione mettendo l'arrosto in congelatore per farlo tornare "crudo".
Potremmo dire che 'sta pagliacciata non serve ad altro che a giustificare l'invasione dei pellet in Europa, in Asia e nelle Americhe, ma non è l'argomento in discussione... magari più tardi se avanza tempo.
Tornando al discorso in oggetto. Secondo l'evoluzionismo le specie si sono evolute per garantire la propria sopravvivenza. Questo spiegherebbe l'allungamento del collo delle giraffe, le enormi orecchie degli elefanti che servono alla dissipazione del calore, ecc.
Questo è abbastanza chiaro nei grandi animali, ma negli infinitamente piccoli organismi? La zanzara è tecnicamente un insetto, ma il suo comportamento è quasi parassitale. Di fatto la zanzara succhia il sangue per poter deporre le uova a fronte dell'enorme quantità deposta (circa dalle 100 alle 500 uova per ogni esemplare femmina, a seconda della specie). Ma aldilà dell'utilità che può o no avere la zanzara all'interno dell'ecosistema (e della catena alimentare). Ai fini evolutivi, della propria sopravvivenza, la zanzara è un esempio pessimo se si crede ad un'evoluzione animale e vegetale soggette alle comuni leggi del caos. Infatti in termini evolutivi (della legge del più forte) il nemico naturale della zanzara dovrebbe essere il pipistrello (in grado di ingerire oltre 500 esemplari in una sola notte), ma non è l'unico predatore contro gli adulti di zanzara.
Sicuramente il più letale è l'homo brutalis (detto anche il "brutto con la ciabatta"), che non si limita alla distruzione dell'esemplare adulto solo durante la nutrizione, a spese dell'homo brutalis, ma la caccia continua anche quando la zanzara si posa per permettere alle uova di essere irrorate dal pasto di sangue. Dicevamo che se solo la zanzara fosse silenziosa, non provocasse quindi quel fastidioso ronzio notturno secondo per fastidio solo al suono di alcune chitarre Black Metal (di cui quella degli HellraiserS ne è un fulgido esempio) e consumato il pasto non iniettasse nella vittima una tossina in grado di provocare irritazione, gonfiore e prurito implacabile che cessa solo dopo che l'Homo brutalis si è spellato sino a giungere al sanguinamento della puntura (e conseguente espulsione della tossina stessa), sarebbe sicuramente in numero maggiore e la perpetrazione della specie sarebbe sicuramente più efficace.
Madre Natura però è più lungimirante di qualche scienziato che, ad oggi, non è in grado di dimostrare le proprie teorie se non barando con le formule matematiche pur di giustificare la propria esistenza e ha posto delle condizioni ben precise per mantenere un perfetto equilibrio tra tutte le specie animali al fine che nessuno sia dominante su tutti gli altri.
Come dice l'agente Smith del film Matrix, l'unica eccezione a questa regola è determinata dal genere umano, il quale si comporta più da parassita che da uomo (forse perché troppo assoggettato alla cultura ebraica che incapace di produrre qualsiasi cosa ha bisogno di accumulare ricchezze al fine di potersi permettere l'acquisto dei beni di cui necessita.
L'uomo è privo di zanne, è privo di artigli, non ha ali per volare o muscoli scattanti per poter effettuare grandi balzi, non è dotato di una velocità straordinaria. Infatti l'anello di congiunzione, tra l'uomo e la scimmia, più veloce al mondo corre a 37,578 km/h, per pochi metri (100, infatti già sui 200m la velocità scende anche se di poco 37,52 km/h), straordinaria certo per un simile esemplare, ma non certo paragonabile con i grandi felini. Per i felini passiamo infatti dai 58km/h del leopardo ai 120 km/h (come punta massima) dei ghepardi. Fossero solo veloci... ma prendiamo l'esempio principe della pigrizia felina, anzi il re... il leone intanto viaggia sugli 80 km/h e possiede degli artigli in grado di squartare una prenda e le sue zanne sono in grado di dilaniare e masticare la carne di antilopi, gnu ed altre bestie quali i pellet (ma solo quando costretti). A livello di arte predatoria sono degni di nota i rapaci da gufi e civette ad aquile e condor con artigli e becchi affilati.
Arriviamo quindi all'uomo che per mangiare una bistecca frollata ha bisogno di coltello e forchetta. Infatti non possiede artigli o zanne acuminate (i nostri canini non sono più così forti da stritolare le ossa anche se, tecnicamente, potrebbero servirebbero per "tagliare" i pezzi di carne più resistenti) quindi per sopravvivere la natura ci ha dotato di intelligenza e pollice opponibile (in grado perciò di impugnare utensili). L'intelligenza l'abbiamo sprecata credendoci, anche se non tutti, superiori alla natura anziché parte di essa. Questa superbia è stata la causa della distruzione dell'habitat in cui dovremmo vivere. L'evoluzione della tecnologia ha portato ad naturale allungamento della vita media, ma ad una progressiva degenerazione della qualità della stessa... viviamo più a lungo, ma viviamo di merda. Siamo stati convinti, da una forza innaturale, a credere che per vivere, nel vero senso del termine, abbiamo più bisogno del cellulare, della TV, del PC e altre suppellettili piuttosto che del cibo.
Non voglio nemmeno entrare nella polemica relativa al fatto che uno degli aspetti fondamentali, della vita animale, è stata distorta prima e distrutta poi, ovvero l'aspetto riproduttivo. Che sia giusto o meno l'uso degli anticoncezionali o l'accoppiamento omosessuale per la pura ricerca del piacere e non della perpetuazione della specie. Infatti è un aspetto tipico delle società occidentali ("evolute") che sacrificano la propria specie o razza a favore di quelle africane, o asiatiche, nel nome del profitto o della carriera e raggiungono alla consapevolezza della propria discendenza solo quando si raggiunge la stabilità lavorativa oppure la stagnazione del rapporto di coppia (questo escludendo gli "incidenti" derivati da una disinibita promiscuità sessuale). Ovviamente parlo a livello statistico non intendo certo imputare le rare eccezioni di quelle coppie che hanno voluto e ricercato il consolidamento della propria famiglia generando dei figli.
Di fatto le colonne fondamentali per il benessere di ogni essere vivente sono 3: riposo, nutrimento e riproduzione.
Tutto il resto è "fuffa".
La ricerca spasmodica del divertimento, dell'edonismo puro dove se non vivi sempre al 100% delle proprie possibilità, spesso con l'utilizzo di droghe naturali o sintetiche, è, ancora una volta, un meccanismo che prescinde dalla natura. Nel ciclo naturale della vita la colonna del riposo non può essere divelta o soppiantata dall'uso di droghe, pena la distruzione dell'organismo e, nelle forme più cancerogene (ovvero di diffusione sistematica e veicolata) dell'intera società.
Lo stesso vale per le altre colonne. Senza la sintesi degli alimenti in energia, a lungo andare, il nostro corpo non avrà nemmeno l'energia per la riproduzione cellulare, se vogliamo parlare come gli scienziati, o non avrà la benzina per permetterci l'assunzione stessa di cibo innescando così un meccanismo di autodistruzione.
Per la riproduzione... il tema non è banale effettivamente vedendo gli elementi che emergono giornalmente verrebbe da rimpiangere la scelta che la Natura o gli Déi hanno optato nel confronto del genere umano. Ciò nonostante resta un aspetto fondamentale nel regno animale. Certo è che in tale regno viene perpetrata la specie dell'individuo migliore, mentre (sempre statisticamente quindi non sentitevi offesi né direttamente né indirettamente) nell'animale uomo viene perpetrata la specie dell'individuo mediocre. Questo fenomeno si verifica specialmente dal secondo dopo guerra in poi dove, non verificandosi più guerre e dando l'accesso ai farmaci ad una massa sempre maggiore di individui, viene portata avanti la progenie migliore al pari della peggiore. Senza alcuna selezione naturale, a causa di malattie o tare genetiche, queste ultime vengono propagate all'interno della specie. Bisognerebbe fare come a Sparta e gettare i bambini giù dalla rupe?
Non voglio arrivare a sostenere certi eccessi, anche perché si rischia di alimentare troppo la fauna di lupi, orsi e altri predatori, ma certo è che per la società spartana ha funzionato bene finché tale pratica è stata mantenuta e la vita spartana non fu corrotta dall'introduzione del denaro (e dal concetto di debito).
Tirando le somme di questa lunga filippica (per restare in tema di era antica), se la Natura fosse solo governata dalle leggi scientifiche, sinora, dimostrate la Natura stessa non esisterebbe in quanto sproporzionatamente sbilanciata verso i predatori, ma quello che è certo è il fatto che prima dell'industrializzazione, e la forsennata corsa alla speculazione economica, l'uomo era perfettamente integrato nel mondo che lo circondava, le risorse naturali erano sufficienti per il suo sostentamento e per quello della sua comunità. L'equilibrio tra predatori e prede con, da qualche parte nel mezzo, l'uomo era perfetto. L'uomo si confrontava, e si scontrava, alla pari con la Natura in un perfetto equilibrio tra ciò che la Natura da e ciò che la Natura toglie.
La scienza tenta persino di sostituirsi agli Déi ed alla natura forzando "l'evoluzione" da loro stessi sostenuta come avvenimento scientifico indipendente dalla volontà divina. Nascono così degli improbabili ibridi tra uomi e animali (nasce così l'uomo-porco) o tra animali e divinità. Ancora una volta arrivano secondi rispetto alla sapienza contadina che sin dal medioevo sono giunti a tale consapevolezza che si può leggere nell'adagio piemontese, tradotto alla bisogna per voi, che recita "non è il maiale a diventare vecchio, bensì il vecchio che diventa maiale. Oppure nel sin troppo facile accostamento di Dio, senza nome, a varie forme animale (che per rispetto nei confronti dei credenti non riporterò, ma a cui tutti voi, sono certo, state pensando).
Di certo le risposte non possono nemmeno lasciate esclusivamente alle religioni monoteistiche e semitiche che, alla domanda "perché cadono i fulmini?", rispondono ufficialmente "mistero della fede!" perché non potrebbero mai ammettere che ogni tanto girano anche a Dio.
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