31 maggio 2018

Il complottismo come la peperonata...

...si ripropone, ma è dannatamente buona!!!

Salute a voi "oh avidi lettori!"
Da troppo tempo non proponevo un po' di sano complottismo fatto in casa, ma purtroppo le notizie giornalistiche che parlano di un (non) governo fantoccio, non rende facile trovare argomentazioni generose a sufficienza da permettere uno scritto di peso.
Le notizie di questi giorni invece portano una boccata d'aria "pulita" a questo tema a me piuttosto caro. Partendo da lontano potremmo riprendere la favoletta di Confucio che disse se regali un pesce ad un uomo, lo sfamerai per un giorno. Se gli insegni a pescare, lo sfamerai per tutta la vita. Beh nel caso dell'africa più che a insegnargli a pescare toccherebbe insegnargli a cacciar cavallette, ma il concetto è chiaro.
La notizia che mi lascia perplesso, da cui questo scritto prende spunto, riguarda la solidarietà relativamente all'invio di vestiti ("usati") verso il continente negro. Io pensavo male dell'iniziativa, ma la realtà è ben peggiore. Infatti alcuni indumenti vengono rubati dai punti di raccolta e finiscono sulle bancarelle dei mercati rionali, quelli che sopravvivono alle varie "frontiere" di saccheggiatori, ed arrivano effettivamente in africa, vengono venduti presso i loro mercati. Alla fine il costo della merce risparmia sul costo di acquisto all'ingrosso derivato dai costi di produzione quali manodopera, costo dei materiali, sui costi di trasporto (in quanto gli aiuti umanitari non hanno dazi, non pagano tasse, ecc. quindi rimane meramente il costo del viaggio). Se non fossero venduti al mercato (perché l'africa è piena di "poveracci"), il fatto che vengano regalati dalle ONG, che operano sul territorio, mette di fatto in ginocchio l'industria locale.
Già. Perché l'idea che abbiamo dell'africa, anzi l'idea che ci trasmettono dell'africa, è quella dei bambini col pancione piena di aria fritta, cavallette e mosche (quindi vanno a mangiare al cinese le merde), in effetti se fosse così non esisterebbero case (nessuno le costruirebbe), non ci sarebbero le università (presso cui i pellet conseguono fior fior di lauree prima di venire in Italia a spacciare), ci sarebbero schiere di contadini sfortunati che si ritroverebbero a  lottare con un'emergenza siccità costante.
Questo vorrebbe che lo credessimo "save the children" affinché coi nostri soldi gli compriamo gli aliscafo con cui vanno a prendersi i negri in Libia. In effetti però l'africa è fatta anche di industrie, tra cui le fragili industrie tessili, e le relative sartorie, che hanno lo scopo di creare stoffe e tessere indumenti per la popolazione, ma di ecco che di colpo si ritrovano a fare i conti con la piagnucolosa concorrenza sleale dei radical chic che, per lavarsi la coscienza (e non dar ragione ai fascisti), promuovono le iniziative di solidarietà anziché permettere alle industrie locali di svilupparsi. 
Se le poche e fragili industrie africane finiscono a zampe all'aria (come succede alle nostre a causa della sleale concorrenza cinese) quello che ne consegue è che i pellet si intascano la "liquidazione" e seguono il lavoro. Ovvero "i vestiti arrivano dall'Europa... andiamo in Europa!". Il problema è che il primo "porto" che incontrano è italiano e da noi la situazione non è certo rosea rispetto alla loro. Le nostre principali aziende de-localizzano, i vestiti (anche quelli firmano) riportano l'etichetta made in Cina, l'industria automobilistica (perché tanto una ce n'è) mantiene sul territorio poche linee di produzione e la maggior parte del lavoro viene svolto tra polonia e romania, regge ancora l'industria alimentare, ma per il semplice fatto che i pellet che sbarcano, pur di non tornare al loro paese, accettano uno stipendio da fame per la raccolta dei prodotti agricoli.
Lo stipendio da fame che gli viene passato non gli permetterebbe di vivere dignitosamente nel nostro paese (troppo caro), ma il fatto di arrotondare delinquendo, come spesso affermato (con statistiche risalenti ormai ad una 15 di anni fa, quindi ora saranno anche peggiori) per cui il 70% dei pellet arrotonda lo stipendio con lo spaccio o il furto, viene facile accettare lo stipendio "ufficiale" da schiavo.
Spesso viene detto che lo possono anche fare gli italiani... ma ci rendiamo conto della logica perversa? Del meccanismo contorto in cui ci hanno e vogliono che ci proiettiamo e incastriamo?
Lo stipendio non ti basta? piuttosto che protestare, fatti furbo... RUBA! SPACCIA! RAPINA! Non è questa la logica. La logica non può vertere alla delinquenza, piuttosto farsi che non ci siano più migrazioni massive di popoli (un vero e proprio NO GLOBAL) e che il costo della vita sia commisurato agli stipendi o gli stipendi commisurati al costo della vita.
Questo non è possibile finché ci sarà una folla enorme di delinquenti che (non avendo nulla da perdere e tutto da guadagnare) accetterà degli stipendi ben al di sotto del costo della vita.
Nel costo della vita non inserisco solo lo stretto indispensabile che permette la mera sopravvivenza (un tetto sulla capoccia e 4 pareti intorno al culo, 2-3 pasti al giorno e pagare quelle 2 bollette di base per scaldarsi e illuminarsi senza dover dar fuoco ai mobili), ma anche un minimo di svago.
Il piano l'ho già svelato in più occasioni... il fine ultimo dell'élite è quello di accumulare beni (non soldi che valgono quello che valgono) e potere. Oltre ad una montagna di debiti cosa abbiamo in Europa che il resto del mondo ci invidia? Sicuramente una Storia (antecedente all'altro ieri), possediamo la culla della civiltà (e secondo me anche quella della vita), abbiamo risorse naturali, rinnovabili e pressoché infinite (vento, sole e acqua). Il giorno in cui la nostra società cesserà davvero di essere dipendente dal petrolio, anziché questa finta indipendenza dagli idrocarburi per cui ci sostituiscono un derivato del petrolio (benzina e gasolio) con un altro derivato del petrolio (il metano), l'Europa si ritroverà nuovamente al centro della forza economica mondiale... a patto che nel frattempo non se le sia "vendute" (o meglio cedute) per risanare i debiti. 
Al momento la Germania sta accumulando denaro, ma come detto è un bene effimero, se nel frattempo hanno privatizzato quelle che sono le risorse naturali alla base della loro economia. Mentre il nostro "Bel paese" sta finendo a zampe all'aria in quanto non riusciamo a sfruttare adeguatamente le risorse naturali di cui siamo ben forniti per rincorrere, sin dall'800, una rivoluzione industriale che era al di fuori della nostra portata. Tempo ne è passato e, grazie a determinati accordi bilaterali ben precisi, avevamo colmato il divario tra la penuria di materie prime ed il fabbisogno delle stesse.
Ora non tutto questo non è più importante in quanto i "numeri", imposti dagli accordi di Maastricht, sono sin troppo al di sotto di quelli che ci permetterebbero di sollevare la nostra economia ben oltre ai limiti della mera estinzione del debito.
Perché fa paura che i paesi periferici dell'€urozona si svincolino dal giogo? Oltre a quanto già affermato ieri (la teoria del limone spremuto sino all'ultima goccia), se smettessimo di essere "schiavi" di un sistema economico che ci dice quanto possiamo produrre, quanto possiamo vendere e a quanto possiamo vendere (per non far salire troppo la nostra economia), di fatto potremmo saldare i nostri debiti per mezzo della nostra indipendenza da tali regole soffocanti (ovvero grazie al libero mercato).
Attualmente invece viviamo una situazione di vassallaggio, di fatti ci viene detto che siamo "liberi" di decidere della nostra economia, purché si rispettino le ferree regole imposte dalla U(B)E.
Quindi la nostra crescita rimarrà costante (mercato permettendo) affinché i nostri giornali "scandalistici" possano affermare che la nostra economia è stabile, affermarlo senza mentire troppo, e allo stesso tempo noi si resti schiavi del meccanismo.
Io non sono ovviamente un economista di conseguenza non ho in mano né il quadro completo della situazione economica, né i possibili mercati con cui poter commerciare al di fuori dell'Europa se, l'Europa, non volesse più commerciare con noi perché usciti dall'euro non siamo nemmeno più "amici". Ho ben chiaro, però, il fatto che dietro a questa crisi politica ci sia un piano ben preciso e criminale.
Basta leggere le parole del commissario U(B)E al bilancio Gunther Oettinger quando afferma "I mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta", tale affermazione potrebbe spiegare le bizzarrie dei mercati all'eventualità di un governo "giallo-verde", come piace dire ai giornalisti-terroristi, ed la mancata volontà di Mattarella di accettare certi nomi in certe posizioni chiave, assolutamente in grado (per capacità personali e convinzioni ideologiche) di traghettarci fuori da questo inferno. Paolo Savona è assolutamente uomo dei poteri forti e convinto europeista, allora perché non viene "digerito" dai mercati? Perché è assolutamente in grado di svolgere il proprio lavoro. Se la volontà espressa dal popolo, attraverso il voto, e dal governo legittimamente eletto fosse quella di uscire... lui potrebbe farlo... storcendo il naso, magari, perché la propria convinzione andrebbe in tutt'altra direzione, ma sarebbe perfettamente in grado di farlo.
"Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti" affermava Oettinger  e ancora "ogni intervento di salvataggio da parte delle autorità monetarie nei confronti di Paesi membri in difficoltà “è soggetto a regole molto chiare. Intervenire sui mercati dei titoli di Stato di Paesi vulnerabili può essere utilizzato solo se il paese in questione accetta anche un programma di aggiustamento. L’Italia conosce le regole. Forse dovrebbe dargli di nuovo uno sguardo”"... mmm... a parte suonare come minaccia se accettiamo che l'aiuto dell'Europa, dobbiamo anche accettare che sia l'Europa a gestire la nostra politica. Di fatto dovremmo rinunciare ad ogni velleità di Nazione e Patria ed accettare di diventare banalmente un mercato. Un mercato in cui sia l'economia a stabilire la nostra politica e i nostri politicanti, la nostra economia, le nostre tasse, la nostra costituzione, ammesso che ce ne lascino una... perché vi ricordo che l'U(B)E di fatto è un entità sovranazionale senza una costituzione che garantisca i diritti dei propri cittadini, ma è un'entità il cui "stato di diritto" non è altro che un insieme di accordi economici spesso unilaterali, "concordati" o imposti da un parlamento europeo non eletto dai cittadini, bensì nominato dai parlamenti nazionali... ma dal momento che il nostro parlamento verrà deciso dalle commissioni europee... chi determinerà i "nostri" rappresentanti al parlamento europeo?
Ad alimentare il terrorismo economico, che ci costringe a questa schiavitù, arrivano le dichiarazioni di Markus Ferber, europarlamentare della coalizioni di cui fa parte la Merkel, che afferma "Lo scenario peggiore sarebbe quello dell’insolvenza dell’Italia. Poi la troika dovrebbe invadere Roma e prendere in mano il ministero delle Finanze". Cioè se noi smettiamo di pagare, l'economia tedesca ed europea va dal culo... perché gli strozzini loro ci guadagnano nel prestare denaro finché la vittima è ancora viva e accetta di restituire il prestito ai tassi esorbitanti imposti, e inoltre la troika... se ne sente sempre parlare, ma cosa è esattamente? Sicuramente voi lo sapete, ma un ripassino non fa male... "nell'ambito della politica dell'Unione europea, rappresenta, secondo quanto riportato nel sito del Parlamento europeo, "l'insieme dei creditori ufficiali durante le negoziazioni con i paesi", ed è costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale [...] A seguito della grande recessione, la troika si è occupata dei piani di salvataggio dei paesi all'interno della zona euro il cui debito pubblico è in crisi, per scongiurare il rischio di insolvenza sovrana, concedendo prestiti ed esigendo in cambio l'istituzione di politiche di austerità (vedi crisi del debito sovrano europeo). L'organismo collegiale è oggetto di un'indagine avviata ai primi di gennaio del 2014 dal Parlamento europeo per verificare il livello di democraticità e di trasparenza degli interventi, messo in discussione da alcune parti."
Come si legge (soprattutto nelle ultime righe) Ferber vorrebbe che noi finissimo a zampe all'aria e che il nostro ministero delle finanze fosse un organo della troika, che dal 2014 è sotto indagine per accertarne democraticità e trasparenza d'intervento... come dire vorrebbe che alla nostra mafia (che già governa il nostro paese) si sostituisse una mafia europea... ciò detto... avevo torto nel dire che il comportamento dell'U(B)E è molto simile, se non del tutto uguale, allo stile mafioso?

Nessun commento:

Posta un commento