1 giugno 2018

Festa della repubblica!

Partiamo subito dal presupposto che la data è completamente errata. Indicare come data di nascita il 2 giugno (che è poi la data in cui si svolse il referendum istituzionale del 1946 in cui si chiedeva agli italiani se volevano diventare una repubblica o restare una monarchia) è una bestialità oltre che una inesattezza storica.
Per la seconda parte, relativa all'inesattezza storica, sarebbe il caso di specificare che storicamente (sin dai tempi di Roma Antica) si sono susseguiti periodi repubblicani a quelli imperiali. Volendosi concentrare solo sul periodo successivo all'unità d'Italia (17 marzo 1861), sarebbe stato più corretto indicare ad esempio la data inizio, o di scioglimento, delle Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, preposta alla stesura della nostra, ormai calpestata costituzione. quindi scegliere una data a caso tra il 25 giugno, ed in questo caso sarebbe andata bene ai torinesi e agli altri cittadini italiani il cui comune ha come patrono San Giovanni (24 giugno) ed il 31 gennaio (non so quale santo ci sia nei dintorni, ma sicuro a qualcuno sarebbe andata bene).
Invece in buon stile italico (del periodo) s'è preferito celebrare la sconfitta di coloro che, nel bene o nel male, hanno voluto l'unità d'Italia seppur sotto forma di Regno.
Per quel che mi riguarda la data della festa della repubblica poteva cadere tranquillamente il 23 settembre.
D'altronde la prima Repubblica Italiana è quella Sociale di Mussolini che vaccapedia definisce una repubblica presidenziale de iure (ovvero per legge), ma de facto (di fatto) una dittatura... resta il fatto che secondo la legge l'RSI (Repubblica Sociale Italiana), la cui capitale era Roma, anche se non fu mai sede di governo i cui ministeri furono suddivisi tra le città di Milano, Verona, Brescia e del piccolo comune di Salò, che dispregiativamente dà il nome alla repubblica stessa per sminuirne il valore politico (non tanto della città quanto piuttosto della Repubblica).
Non voglio star qui a farvi una lezione di storia né, tanto meno, di politica, ma il Duce era ed è sempre stato un socialista (che all'epoca rappresentava le idee sociali care alla "sinistra"), ma capì presto che per trasformare il socialismo da un'utopia a realtà politica non serviva a molto promulgare una serie infinite di leggi, ma era necessario educare il popolo al concetto di comunità.
La Grande Guerra fece un primo passo chiamando a combattere uomini da tutta Italia per "liberare" il Trentino e l'Alto Adige (fatto di cui agli abitanti del sud poteva non interessare), ma serviva un bene più alto far diventare una Nazione geografica una Nazione di popolo. Benito comprese che mancava ancora qualcosa in quanto eravamo tutti italiani, ma prima ancora eravamo Piemontesi, Lombardi, Toscani, Laziali, Pugliesi, Siciliani, ecc.
Sostanzialmente serviva comprendere il concetto di comunità (non di comune stile hippie) e fu proprio durante l'RSI che poté perpetrare appieno (senza l'ingerenza regale o ecclesiastica) una politica Nazionale e Socialista (quale ad esempio la socializzazione delle industrie, delle officine e dei terreni agricoli, impossibile da attuare in un momento storico in cui le terre appartenevano ai nobili).
De facto l'unica Repubblica Italiana che riconosco è quella Sociale. Tutte le altre sono dittature mascherate male.

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