Ovviamente in questo articolo, dal titolo volutamente ironico, non saranno inventate e sgranate (come rosari) 61 ragioni per ascoltare Black Metal, ma è un chiaro riferimento ad uno dei tanti cialtroni che, blaterando due "stronzate" pensano di essere dei musicisti. Il fatto inoltre che le due "stronzate", enunciate a ritmo di Rap, siano contro l'Italia "razzista" fa ancor di più salire in me il desiderio di ascoltare quel Black Metal "identitario" e anticristiano delle regioni scandinave.
In una sua performance lo "scimmione" incita all'odio razziale volgendo epiteti (s)coloriti, in un idioma malfermo, verso l'Italia, gli italiani e Salvini definendoli razzisti... ma magari!!! Maledetto gorilla puzzolente... MAGARI!!! Magari fossimo un popolo di razzisti di quelli, come descritto in uno dei commenti di seguito all'articolo su Il Primato Nazionale, che danno fuoco ad una croce, impiccano un negro a un albero e poi, insieme allo sceriffo e al parroco del paese, vanno al bar a farsi due risate e qualche pinta di birra.
Purtroppo la realtà dei fatti e ben diversa. A dar man forte a questa manica di cialtroni che, elargiscono odio come caramelle drogate davanti alle scuole, salvo poi "frignare" (sulle spalle del questore) se i toni delle discussioni sfociano nella violenza degli scontri da cui spesso escono malconci, si trovano una schiera di "artisti" (oltre al succitato "scimmiotto") che cavalcano l'onda della moda per vendere qualche copia in più o strappare qualche applauso o copertina.
Una ragione di più per scegliere un genere di nicchia, il Black Metal appunto, in cui non è raro incappare in esplici riferimenti o, non troppo, velate allusioni all'estremismo nazi-fascista. Certo molto spesso queste tematiche cozzano contro l'indole spregiudicatamente satanica di certi gruppi e fa pensare che il "tutto" sia più un espediente scenico per scioccare la massa dei perbenisti, come quelli di Merylin Manson che si veste da Nazista e metà della band e di origine ebraica (senza considerare il fatto che l'omosessualità o l'asessualità non erano principi fondanti del nazionalsocialismo).
Come ho detto recentemente più volte, rimango maggiormente colpito, in modo favorevole, da quei personaggi pubblici che hanno il coraggio di andare contro la massa e la moda, se non ciò afferma con determinazione la personalità ed il pensiero dell'artista, piuttosto che da una manica di ipocriti che, nel privato, le vaccate che dicono non se le sognerebbero nemmeno di notte e nei loro incubi peggiori.
Naturalmente il fenomeno non è circoscritto solo alla nostra penisola. Tra gli esempi possiamo citare anche gli Iron Maiden (una delle più famose band Metal inglesi) che si professavano comunisti, nonostante accumulassero milioni di "sterline" ad ogni concerto e ad ogni album (per fortuna hanno avuto almeno la decenza di cambiare lo "stato su FaceBook" da comunisti a socialisti) e cristiani nonostante il loro album più famoso ("The Number of the Beast" il numero della bestia) mostrasse in copertina la mascotte della band manovrare il diavolo come una marionetta, i Megadeth (altrettanto nota band statunitense) fondati dall'ex Metallica Dave Mustaine professatosi per anni anarchico anticomunista, salvo poi aggiungerci un po' di antifascismo e successivamente abbracciare le politiche estere di George Bush jr. (insomma è vero che si può cambiare idea, ma non sembra proprio un esempio di coerenza).
Se potessi scegliere preferirei ascoltare non politicizzata, a meno che naturalmente non sia musica "politica", ma dal momento che spesso i gruppi apolitici fanno politica, allora preferisco ascoltare gruppi marcatamente politicizzati. Alcuni esempi della cosiddetta musica d'area in passato li ho fatti e, se ce ne sarà occasione, ancora ne farò. La differenza consiste nel fatto che se ascolti una canzone di un gruppo Oi! o RAC (Rock Against Communism, Rock Contro il Comunismo), in cui a volte vengono inclusi anche gruppi NSBM (Black Metal NazionalSocialista), sai che stai ascoltando musica politicizzata, ma lo sapevi ancor prima di mettere la "puntina" del giradischi sul vinile (tanto per fare un po' di nostalgismo), mentre non dovresti aspettartelo da canzoni POP (intesa nella sua accezione originale che sta per POPolare) eppure spesso la musica di massa è farcita proprio di messaggi politici ben precisi e distruttivi sia per l'orecchiabilità della musica che per la ripetitività dei testi... ad esempio non ci si aspetta che parlando di una storia d'amore (come sempre complicata se non sarebbe Amore) si faccia un uso così sconsiderato del termine "storia". Nella canzone "Dimentico Tutto" scritta da Nesli ed interpretata da Emma Marrone, che a mio avviso a livello artistico ha il cognome giusto, ma probabilmente l'odore sbagliato (giusto per non confondere la merda con la cioccolata), il ritornello
"E tanto dimentico tutto
dimentico tutti
i luoghi che ho visto, le cose che ho detto
i sogni distrutti
la storia non è la memoria, ma la parola
non vedi che cosa rifletti
sopra un mare di specchi si vola"
Vengono mescolati un po' a caso riferimenti ad una storia d'amore tormentata a velate considerazioni al fatto che la Storia non significa nulla e conta solo il presente in quanto il passato viene (o deve essere) dimenticato così come i suoi protagonisti. Almeno questa è l'impressione che ho sempre avuto ogni qualvolta avessi il dispiacere di imbattermi in questo tormentone, ragione più che valida che mi ha spinto all'abbandono dei mezzi pubblici in favore all'adozione dei mezzi privati di locomozione (la mia radio certe "cagate" è incapace di trasmetterle).
Nella lunga lista nera non posso non citare i "Modena City Remblers" musicalmente mostruosi e pregevoli artisti, ma dai testi alquanto discutibili quando contrappongono il testo di "Un giorno di pioggia"
"E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via."
parlando dell'Irlanda alla cover di "bella ciao!" (che per ovvie ragioni mi rifiuto di riportare).
In questi casi ovviamente impari che per certi gruppi musica e politica sono la stessa cosa, anche se non lo vorresti. Così dovresti separare il testo dalla musica (se il livello musicale è sopra la media), ma è più facile a dirsi che a farsi soprattutto in questi casi in cui la comprensione del testo è immediata. Quindi inevitabilmente si arriva (o almeno per è stato così) alla dolorosa decisione di abbandonare l'ascolto della maggior parte degli artisti di musica italiana in quanto politicamente sempre più "corretti".
Partendo dal presupposto che tale scelta risulta più facile se, come me, si ha iniziato ad ascoltare "Metal" (in generale) prima ancora di aver imparato il concetto stesso di musica difficile quando invece si è cresciuti con Ramazzotti che ti strilla nelle orecchie "una terra promessa".
Per queste e tante altre ragioni sono felice che gli Déi mi abbiano concesso il dono di apprezzare il Black Metal non ultimo quella di non correre il rischio di trovarmi ad un concerto di pellet che ciondolano sul palco come scimmie ubriache (e straffatte di metanfetamina).
Oggigiorno anche il Black Metal è stato sdoganato come un qualsiasi bene globalizzato, ma nelle sue radici più profonde è stato un fenomeno musicale esclusivamente europeo, nonostante abbiano tentato di denigrarne o addirittura falsarne le origini inserendo, tra i pionieri del genere, gli statunitensi Slayer con l'album "Show no Mercy" (non mostrare pietà), ma ben presto si intuisce che, vista la passione del compianto Jeff Hanneman per la "militaria" del terzo Reich, non è la mossa più azzeccata. La prima ondata del Black Metal, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 (anche se in questo momento storico non ha ancora un nome ben definito), è costituita dagli inglesi "Venom", gli svizzeri "Celtic Frost" ed "Hellhammer" (che presumibilmente ispirerà il nome del batterista dei norvegesi "Mayhem"), dei danesi "Mercyful Fate" e gli svedesi "Bathory". Toccherà aspettare quasi un decennio prima di arrivare al feroce (e non è un esagerazione) Black Metal scandinavo le cui band, quali i già citati Mayhem, "Burzum", "Emperor", "Immortal", ecc. letteralmente insanguineranno e bruceranno l'intera scandinavia travolta, in quei primi anni, da un ondata di omicidi, di aggressioni e di distruzione delle storiche chiese cristiane norvegesi costruite (nei primi anni della forzata cristianizzazione scandinava) interamente in legno.
Anche in questo caso taluni cercano di separare l'aspetto musicale da quello "politico/religioso", ma quando il primo EP di Burzum "Aske" (1993) mostra in copertina una chiesa bruciata ed il cellofan racchiude, oltre al disco, un pacchetto di cerini... fare tale distinzione diventa quasi impossibile soprattutto in aggiunta al fatto che il fondatore della band (ed unico membro) è anche il fondatore del movimento Nazionalsocialista Scandinavo.
Chiaramente quando un fenomeno di nicchia diventa di massa (vedi "la notte del diavolo" nel film "il Corvo") inevitabilmente si inquina, si corrompe... solo così si può comprendere come la purezza di un genere esclusivamente europeo sia potuto essere esportato in sud america diventando l'ombra di sé stesso con gruppi che scimmiottano il black metal (volutamente minuscolo) con sonorità fortemente latine e "rappeggianti"... insomma un'onta che andrebbe lavata col fuoco e col sangue.
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