21 agosto 2018

La RAI contro sé stessa.

Ieri sera, mentre sonnecchiavo sul divano tra una grattata al panciotto della belva (che mi rosicchiava l'avambraccio) ed un rompicapo sul telefonino, sentivo scivolare in sottofondo i servizi del Tg1 che si perdevano tra la tragedia (come sempre ampiamente annunciata dal fatto che siamo in Italia) di Genova e le accuse di stupro mosse CONTRO Asia Argento da un attore di Hollywood (minorenne all'epoca dei fatti) per la serie chi è senza peccato scagli la prima pietra, mentre chi ha colpa alzi il pugno e si atteggi con fare impacciato e imbarazzante a diva e paladina contro gli abusi sessuali.
Al termine dei servizi, tra cui quello sul destino della nave "Diciotti" che ha sostituito gli scafisti delle ONG nella tratta dei pellet in acque territoriali italiane (anche quando "salvati" nella SAR di Malta che continua a rifiutarsi di prendere la sua quota di negri), la giornalista legge un comunicato in cui "l'USIGRAI E DEL CDR DI RAI SPORT" denuncia le TV a pagamento per il monopolio (e relativi orari di merda) sul campionato italiano di serie A di calcio ormai spalmato su 3 giorni per facilitare le dirette televisive.
Nello specifico nel comunicato si legge (almeno gli stralci più salienti): "Vedere il calcio in tv ormai è un privilegio per pochi. Per i pochi che possono pagare costosi abbonamenti. [...] sabato e domenica è cominciato il campionato di serie A, ma poco o nulla si è potuto vedere sulle tv non a pagamento. Ormai gli interessi dei signori dei diritti tv e quelli dei club di calcio stanno negando il calcio in tv al grande pubblico. [...] I giornalisti della Rai chiedono alle istituzioni un intervento nell'interesse dei cittadini: gli affari non possono vincere sempre e su tutto. Noi lo denunciamo da tempo e continuiamo a batterci nel silenzio assordante della politica e di chi dovrebbe agire a tutela di tutti i telespettatori." (fonte Rainews.it certo che detto da un'azienda che fa pagare l'abbonamento in bolletta elettrica...)
So che starete già pensando: "ma che ce frega, ma che ce 'mporta?!? Scrivi un articolo sulle denunce RAI???" ovviamente NO! la parte divertente arriva subito dopo la sigla TG (il comunicato è stato letto per ultimo poco prima della chiusura), ma la prima pubblicità trasmessa dopo la sigla è stata quella di SkySport (per la serie viva la coerenza)... quella pubblicità in cui tutti i (pseudo)tifosi d'Italia cercano una sedia (poltrone, divani, ecc) da portare allo stadio per godersi lo spettacolo della nuova stagione calcistica. Ora mi piacerebbe puntualizzare il fatto che l'obbiettivo delle TV a pagamento (che trasmettono sport) è quello di svuotare gli stadi (e riempire i divani e non viceversa), per cui la pubblicità è piuttosto ingannevole, ma, aggiungendo della poesia dove non c'è, si potrebbe ipotizzare che il senso di tali pubblicità è quello di far "vivere" le emozioni dello stadio comodamente dal divano di casa. Per quelli che hanno potuto vivere lo stadio "quello vero" delle coreografie, dei cori e perché no (se capitano) dei tafferugli, sanno che andare allo stadio e vedere la partita dal divano non è la stessa cosa. Non solo per la visuale distorta che si ha (stile tribuna VIP che si possono permettere solo pochi abbienti), ma soprattutto per l'emozioni condivise, per gli schemi di gioco che si percepiscono e si vedono prendere forma nell'arco dei 90', delle azioni di gioco senza moviola che fanno vedere falli da rigore inesistenti (quasi sempre dati a favore della juve) e tentati omicidi in area che, delle 80.000 persone presenti solo la terna arbitrale pare non abbia visto (quasi sempre se commesso dalla juve).
Tutto ciò nello spot "#mettetevicomodi" in cui tifosi di tutte le squadre di serie A girano per la città a caccia appunto di "cadreghe" per assistere al campionato... da sottolineare come, mentre tutti (o quasi) se le portano da casa i 2 napoletani rubano i sedili di un auto... questa piccola chicca andava citata a a tutti i costi.
Tornando al tema dell'articolo diciamo che se leggi un proclama contro il monopolio sullo sport delle TV a pagamento, forse la mossa più azzeccata non è quella di mettere subito dopo la pubblicità di Sky sport.

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