27 agosto 2018

Il terrorismo rosso colpisce ancora...

... tramite i magistrati.

A differenza degli "anni di piombo", in cui i rossi si facevano largo nelle piazze a colpi di mitra e bombe, da qualche decennio i sessantottini ed i loro "degni" eredi terrorizzano il mondo occidentale non solo con una vergognosa ondata di violenza (in nome di un presunto antifascismo), ma in particolare con una serie di atti intimidatori verso gli oppositori del pensiero "unico" perpetrato da giudici compiacenti.
Qualche "sciocco" (per dire apertamente "coglione") potrebbe illudersi di essere tutelato per quella pseudo concessione offerta di poter salutare "romanamente" i morti o dopo aver segnato un gol (ragione questa questa di cui non vedo l'esigenza, ma tant'è...).
La verità è decisamente diversa. Infatti su ciò che conta davvero forze dell'ordine e magistrati o non intervengono o intervengono a sproposito.
Se pensate alla scorsa campagna elettorale, quella che ha visto formarsi un governo ad oltre 3 mesi di distanza dal voto alle urne, si ha un chiaro esempio di come i cosiddetti "autonomi" abbiano messo a ferro e fuoco le città in cui una forza politica, riconosciuta come legittima dal Viminale, di come abbiano aggredito e privato della propria libertà esponenti delle forze politiche opposte, ecc. senza il minimo interesse mediatico, delle forze di polizia (che nel caso di Torino ha addirittura dato ragione ai manifestanti che li avevano aggrediti con bombe carta riempite di bulloni, piombini e altri pezzi di ferro per aumentarne il potere distruttivo) o della magistratura che o non ha mai aperto o ci lavora a tempo perso (come nel caso del esponente di Forza Nuova che è stato fermato, legato e picchiato a sangue a Palermo e che dal 21 febbraio ad oggi non ha ancora idea di chi sia stato).
Certo è difficile trovare il tempo di indagare su un'aggressione politica ai danni dei "fascisti" vittime di un reato accertato, e rivendicato dagli stessi autori, quando si hanno (mesi dopo) urgenze quali indagare il ministro degli interni "Il ministro dell’Interno Matteo Salvini adesso è indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale."
Partiamo subito col dire che, dalle mie reminiscenze degli studi di diritto, sono piuttosto sicuro che il diritto europeo sia sovranazionale al diritto degli Stati membri, ovvero se una norma Nazionale è in conflitto con la vigente normativa europea la legge nazionale ha "tot" giorni di tempo per adeguarsi alla norma europea per non incappare in sanzioni amministrative (ci fanno la multa). Ora come ci ricordano ogni qualvolta invochiamo di uscire dall'U(B)E, non possiamo farne parte solo quando ci fa comodo. Allora che la magistratura italiana si adegui alla considerazione dell'articolo 5 al comma 1 paragrafo f della "Convenzione Europea dei Diritti dell'uomo" (a prescindere dal fatto che si parla dei diritti dell'uomo e non di quelli dei pellet...) 

ARTICOLO 5
Diritto alla libertà e alla sicurezza
1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno
può essere privato della libertà, se non nei casi seguenti e nei
modi previsti dalla legge:
(f) se si tratta dell’arresto o della detenzione regolari di
una persona per impedirle di entrare illegalmente nel
territorio, oppure di una persona contro la quale è in
corso un procedimento d’espulsione o d’estradizione.

Stando a quanto previsto da questo punto pare che se Salvini in quanto Ministro degli Interni tra le funzioni del ministero ci sono:

"Il ministro dell'interno è il vertice politico dell'amministrazione dell'Interno. Da lui dipendono la Polizia di Stato , il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e i prefetti. Egli è inoltre componente del Consiglio supremo di difesa.  

Le principali funzioni del ministero sono regolate dal decreto legislativo 30 luglio 1999, nº 300[4] e consistono nell'assicurare:

garanzia della regolare costituzione degli organi elettivi degli enti locali e del loro funzionamento, regolamentazione della finanza locale e dei servizi elettorali, vigilanza sullo stato civile e sull'anagrafe e attività di collaborazione con gli enti locali
tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e coordinamento delle forze di polizia
amministrazione generale e rappresentanza generale di governo sul territorio
tutela dei diritti civili, ivi compresi quelli delle confessioni religiose, di cittadinanza, immigrazione e asilo
Attualmente, i suoi compiti sono disciplinati dai decreti del presidente della Repubblica 5 giugno 1976 n. 676 e 7 settembre 2001 n. 398."

Per tali ragioni sembra, quanto meno, inverosimile che non sia di sua competenza (e quindi che abbia commesso abuso di ufficio) in quanto non ha impedito ad una nave della guardia italiana costiera di attraccare nel porto di Catania, bensì di far entrare illegalmente dei pellet.
L'idea del vicepremier è quella di adottare, in tema immigrazione, il modello australiano (che descriverò a breve secondo le mie conoscenze in materia), ma qualcuno (a sinistra) ha già borbottato "non siamo mica un isola in mezzo all'oceano!"... vero! L'Italia non è un'isola in mezzo all'oceano, bensì una penisola che confina esclusivamente con nazioni dell'U(B)E, di conseguenza non avendo confini terrestri con paesi di merda (anche se in verità di paesi di merda intorno all'Italia ce n'è più di uno), si può tranquillamente considerare i confini "naturali" dell'Italia i medesimi di quelli dell'Australia, della Nuova Zelanda, ecc.
Se 'sti zozzi si sbarcassero in un qualsiasi aeroporto da un volo proveniente da un paese extra U(B)E, non dovrebbero passare una dogana che, trovandoli senza documenti, li ricaccerebbe indietro a scarpate nel culo? Credo proprio di sì. Allora perché se anziché dal cielo arrivano con uno zatterone dobbiamo dargli a tutti i costi la cittadinanza?
Inoltre per la stessa (il)logica del "buonismo" imperante... si ha da un lato gli accordi stretti dall'ex ministro Minniti, che i compagni del PD considerano la quintessenza della lotta all'immigrazione (con gli sbarchi ridotti dell'80% rispetto al 2017), da un lato sventolano il fatto che la Libia non è un porto sicuro. Allora in base agli accordi di Minniti... i pellet raccolti in acque libiche dove devono essere portati? In Italia? Allora Minniti non ha risolto un cazzo, ma ha avuto solo il culo che nei primi mesi del 2018 il clima nel Mediterraneo non era propizio alla navigazione.
Li riporta in Libia o in qualche altro stato nordafricano? Allora perché questo governo se li deve portare a casa?
Secondo il modello australiano quando arrivi in aereo devi passare una dogana che ti fa le pulci su tutto e se percepisce che qualcosa nella tua storia non regge, o i cani antidroga ti snasano come farebbe Homer Simpson con il bacon, tu piede in Australia non ce lo metti. Prima di tutti ti perquisiscono i bagagli, se nei bagagli qualcosa fornisce loro (ai doganieri) un sospetto, passano alla perquisizione "personale" (sia dei vestiti che delle cavità corporee) infine se trovano delle irregolarità, ti rispediscono a casa (se sei uno straniero), se invece sei australiano, e arrivi da uno di quei posti sospetti per il traffico di droga (nel nostro caso potrebbero essere Olanda e Svizzera in cui l'uso, non lo spaccio, di droga è legale) vieni perquisito e se ti trovano addosso delle sostanze illecite o qualcosa che non puoi importare sul territorio nazionale o ti "arrestano" segnalandoti alla Polizia o, se è un reato amministrativo, ti fanno la multa.
Non esiste alcun paese al Mondo (ad eccezione di quelli europei) in cui il tema immigrazione è trattato con la regola "avanti Savoia! C'è posto per tutti... purché siano clandestini!".
A prescindete dal fatto, come già detto in passato, che io andrei in giro per l'Italia con una ronda armata a cacciare in mare tutti quelli che puzzano di straniero (zingari, negri o giudei che siano), ma se proprio devono entrare nel nostro paese, che lo facciano legalmente. Si presentino alla frontiera con documenti in tasca e cappello in mano come facciamo noi quando emigriamo (o emigravamo in passato visto che spesso mettono a confronto le due esperienze).
Mi pare inoltre che paghiamo fior di quattrini alla Libia per collaborare alla lotta dell'immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani, quindi, stando così le cose, o stiamo pagando bande criminali di tagliagole e schiavisti ("grazie ministro Minniti") ed allora smettiamola di pagarli e di andare a prenderci i negri nelle acque libiche... oppure, se continuiamo a pagarli, iniziamo a considerare la Libia porto sicuro o è nostro obbligo intraprendere una missione militare a favore di un nostro "partner" per renderla Libia un porto sicuro. Non è possibile considerare lo Stato nordafricano in tutti e 3 i modi, cioè un partner prezioso nella lotta all'immigrazione, un criminale ed uno Stato con cui stringere accordi.
Quindi nell'interesse del territorio italiano e della sua cittadinanza o rompiamo gli accordi con la Libia (smettiamo di mandargli navi buone, smettiamo di pagare fior di quattrini, ecc) o interveniamo militarmente per ristabilire le legittime autorità governative (se è con loro che Minniti ha stretto gli accordi e non con i tagliagole dell'Isis) oppure consideriamo la Libia un porto sicuro a cui riportare i pellet quando vengono tratti in "salvo" vicino a tali coste... diversamente diventa un servizio taxi esattamente come quello offerto dalle navi ONG sequestrate dalla maggior parte delle autorità marittime europee, con la sola differenza che sta volta si tratta della nostra marina che, ancora una volta, da prova di sé, ovvero, della propria codardia e del proprio tradimento verso il Tricolore ed il popolo italiano.

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