20 giugno 2019

Il Viaggio della speranza (seconda parte i "Keep of Kalessin")

Forse nella vana speranza di attirare più gente, rispetto alla scorsa settimana, l'evento slitta di un'ora avanti. Da un lato è più comodo, avendo l'inizio concerto un po' più distante dall'ora d'inizio, dall'altro slittare la fine da mezzanotte all'una si paga in due modi... il primo dopo una giornata di lavoro passare da casa per nutrire la Belva, cambiare abbigliamento e ripartire all'una di notte lo si paga, il secondo, arrivando a casa all'ora beata, il mattino seguente scrollarsi di dosso il cuscino che si aggrappa con tutte le sue forze alla tua faccia è davvero difficile.
Ciò nonostante il gruppo è di quelli che hanno una certa notorietà e sono bravi per cui meritano il viaggio, le corse e la levataccia dell'indomani.
La mia vana speranza invece era riposta nel fatto che, avendocelo già portato una volta, in quest'occasione il navigatore non si sarebbe perso, ma non è andata così. Questa volta però io conoscevo la strada quindi non è riuscito a farmi smarrire nei sensi vietati di Paderno Dugnano.

Come la scorsa settimana ad aprire il concerto ai Norvegesi, ci sono due band di supporto. I primi sono gli americani Malphas, che difettano su 5 aspetti... 

1. qualcuno avrebbe dovuto dire al batterista che in Italia le band metal devono rispettare una certa etica nel vestire... e presentarsi con una maglietta arcobaleno che rimanda ai papponi negri degli anni '70 non ci fa proprio una bellissima figura; 
2. il batterista asiatico?!? "ma che davero?";
3. a proposito di etica nell'abbigliamento... il fatto che la maglietta sia nera non salva il bassista dalla critica relativo al fatto che sopra vi è stampata l'immagine di un alieno pudicamente nudo seduto su una poltrona circondato da funghi luminosi;
4. ricordano un po' troppo i Megadeth, nello specifico dell'album "System has Failed" suonato peggio, che per quanto migliore dei suoi più recenti predecessori, non è certo all'altezza del primo quinquennio di attività (1986-1992) in cui raggiunsero il loro apice. Per cui tornando ai Malphas bravi, ma non convincenti al 100%;
5. Sono americani.

Ho scoperto in seguito essere di Filadelfia (la città della libertà), non perché sei libero di fare il cazzo che ti pare, ma è perché storicamente è da lì che prese inizio la rivoluzione americana. Se non consideriamo il fatto che fai un complimento al bassista in un mezzo inglese masticato (non certo per la maglietta, ma per lo spettacolo, comunque gradevole) che questo parte a parlarti nello slang del ghetto che forse nemmeno gli altri del gruppo riescono a capire se non sono di "Filly" anche loro.

Chiusa la parentesi americana, appena prima di scoprire che l'unica scimmia presente (che già richiamava alla mia memoria l'incredibile scena del doppio concerto Sepultura/youssou n'dour*, e ancora oggi mi chiedo il perché...) era tra il pubblico per loro. L'unica nota positiva è che è arrivata in ritardo, ha cacciato gli €uri per l'intero costo del biglietto e poi si accomodata fuori insieme ai suoi amichetti, è la volta dei finlandesi Shade Empire, all'inizio tutto bene un estremo metal classico, sullo stile della 3° ondata Black Metal, eseguito in modo ammirevole anzi suonato decisamente bene. Poi le cose cambiano di punto in bianco arriva un playback di una ragazza (per carità una bella voce) che canta una linea vocale dalle cadenze Nu Metal... Preso a piccole dosi il Nu Metal non è nocivo per l'uomo, ma estrapolare quelle cadenze dalle proprie linee melodiche si corre il rischio di far risultare il brano uno strano cocktail o miscuglio se preferite (o "coda di gallo" se preferite la dicitura del ventennio fascista) di metal e pop. Se si tratta di un brano non è un grosso problema i problemi insorgono quando ci aggiungono anche il playback di tastiere che avrebbero dovuto eseguire gli assoli e di una tromba stile jazz. Vero è che ho sempre rimproverato il fatto che, se in ambito musicale, ci si attiene a certi canoni a lungo andare si finisce per essere criticati di plagiare i riff o lo stile di qualcun altro, mentre quando si cerca di fare qualcosa di innovativo (per quanto inatteso) si subisce la critica di non essersi attenuti ai dettami che genere e gradimento del pubblico impongono.

Risultato mi ha fatto piacere ritrovarmi nel piazzale del cortile a parlare e brindare con la band, anche se poi è arrivato il solito "sborone"** (che se la tira come se avesse attraversando le Ande per essere lì quando abita a 300m... parole sue) a tenere banco della conversazione.. ad ogni modo "Kippis! Kaverit." (Cin cin ragazzi).
Mentre lo sborone era lì ad elencare i luoghi italiani in cui è possibile fare o vedere concerti (tutti a fanculonia e come se ai finnici gliene potesse fregà de meno)... io sento che all'interno del locale il sound check dei Norvegesi si avvia alla conclusione e dico ai giovani... "io entrerei" immancabile l'intervento dello sborone, che ne ha viste di ogni, "Tranquillo è solo il sound check"... faccio in tempo ad entrare e a portarmi in prima linea che le luci si abbassano e parte l'introduzione dello spettacolo. I 4 sul palco non si risparmiano e per un tempo indefinito (con il 2% di batteria sul cell chissenefrega di che ora sia) menano fendenti sonori come se non ci fosse un domani mi guardo al primo stacco mi guardo intorno saremo si e no una ventina di anime... cambiare orario non ha certo fatto leva sul pubblico, ma se il pensiero dominante è quello espresso da un collega appassionato che alla proposta di accompagnarmi nella trasferta milanese mi risponde "Così lontano?!?" in effetti... se consideriamo dove si svolgono ultimamente i concerti (Parma, Bologna, Udine Verona)... Milano è proprio nel buco del culo del mondo... infatti immancabile la mia frecciatina ah beh puoi andare a Parma se per te è più comodo...
Alla fine a sbraitare, come sempre, il sottoscritto e pochi altri che fanno più che altro coreografia... tant'è che non hanno nemmeno capito che il cantante chiedeva se volevamo ci suonassero una determinata canzone... sconsolato dalla mancata risposta si volge verso di me dicendo "A quanto pare stiamo suonando solo per te!" o un più probabile, ma meno romantico "la suoneremo solo per te!"... purtroppo non mi risulta facile capire l'inglese soprattutto se pronunciato con il fiato corto di un chitarrista cantate che ha appena finito di "sgracchiare" brandelli di gola su microfono, palco e pubblico (ingrato).
Di conseguenza, e concludo, dormire appena 3 ore è valsa assolutamente la pena per rivedere questo gruppo che avevo conosciuto, musicalmente, ad un festival dalle parti di Torino, ma che per varie ed eventuali non avevo più potuto rivedere dal vivo, ma assolutamente "pollice verso" per la risposta del pubblico poco presente (anche quello fisicamente nel locale)... e se dev'essere un vecchio a restituire l'energia spesa dalla band siamo messi davvero male... e mi sa che i tempi del "porcaro" fuori dai concerti con la gente che già due ore prima dell'apertura si affolla fuori dal locale a gridare e cantare (con la voce resa stonata dall'alcol) sono finiti.

*in quell'improbabile concerto misero, nello stesso concerto, Sepultura e youssou n'dour (un gruppo di pellet caduti male da un barcone) quello che fece impressione è il fatto che durante i Sepultura il pubblico era composto interamente da uomini bianchi vestiti di nero, all'alternarsi del gruppo... il pubblico era composto completamente da negri vestiti di bianco.
** lo definisco lo sborone perché "ah io ho fatto il musicista a livello professionistico e per mangiare suoni anche gli 883!" sarà, ma io campo grazie al mio lavoro e a livello musicale, senza mettermi a suonare Laura Pausini, abbiamo ottenuto un contratto discografico con la Vacula Production con cui (se va di culo) forse ci paghiamo la prossima incisione senza aggiungerci altro, ma almeno posso guardare indietro e dire ho sempre suonato ciò che ho amato.

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