20 aprile 2017

La musica. La colonna sonora della nostra vita.

Parlando di musica si entra in un mondo talmente vasto che se ne potrebbe parlare per anni senza giungere da nessuna parte e allo stesso tempo senza ripetersi mai. Quindi non parleremo del fatto se sia meglio il Black Metal Norvegese o il Folk inglese, l'Indie Rock o se si possa, almeno, considerare musica il pop, la tecno e l'underground (definizione che non ha senso se non accostata al genere di riferimento in quanto qualunque genere può avere la propria variante "underground" ovvero sotterranea). Non parleremo in senso stretto nemmeno di musica classica, lirica, ecc. Ma semplicemente di Musica.
Una delle mie insegnanti di lettere un giorno, in cui stavo discutendo con un collega di scuola, mi chiese di  farle ascoltare la mia musica. Preso dall'entusiasmo le lasciai un CD con il miglior Black Metal Norvegese mai suonato fino ad allora, dopo l'ascolto, alla restituzione del disco, le chiesi un parere (già! non sono un pavido che teme l'opinione altrui) lei mi rispose che non era male, ma che non la sentiva come colonna sonora della sua vita.
Quest'espressione ha fondamentalmente cambiato la mia vita... in verità no, però è un'espressione che mi ha portato a riflettere sul ruolo che la musica svolge per ognuno di noi. Sia essa di massa o di nicchia rappresenta la colonna sonora delle vicissitudini che viviamo.
Nella quotidianità dell'andare al lavoro, nella rarità dell'innamoramento, ecc.
Se pensiamo alle musiche dei film può sembrare assurdo, in quanto i momenti d'azione sono accompagnati da una musica vivace, i momenti di intimità sono accompagnati da musiche sensuali e quelli di innamoramento da musiche più dolci. Ma bisogna valutare che nei film le musiche sono create o ricercate appositamente per amplificare le sensazioni o i sentimenti che le immagini ci trasmettono. Sono messe ad hoc per far leva sulla nostra "sensibilità". Ad esempio chissà quanti hanno nello stereo un disco di Barry White pronto alla bisogna nell'eventualità che una donna li segua a casa in conclusione del primo appuntamento. Francamente io no di certo. Nella migliore delle ipotesi nel mio stereo, mal funzionante, si può trovare un disco "Dark Ambient" o "Doom Metal"... insomma non proprio quello che in "Guardia del corpo" con Kevin Costner indicherebbero come ideale per creare atmosfera (a meno che non ci si sta preparando per un funerale), però sono tra i generi che ascolto abitualmente quindi è ipotizzabile che in qualsiasi momento faccia parte della musica che mi accompagna.
Mi è capitato di incontrare persone che sostengono di non ascoltare musica (affermazione errata, ma lasciamo correre) in verità è impossibile non ascoltare musica a meno di non possedere nessun mezzo di comuncazione di massa (o mass media) perché dall'invenzione della radio in poi in ogni dove esiste e viene trasmessa musica, semplicemente costoro (come in altri ambiti della propria vita) non prendono alcuna decisione, non fanno nessuna scelta, semplicemente lasciano che sia qualcun altro a scegliere per loro. Così la colonna sonora della loro vita sarà la sigla delle trasmissioni televisive, le colonne sonore dei film o la musica trasmessa per radio nei vari palinsesti.
Tutte queste ragioni portano ad una sola conclusione la musica che ascoltiamo, scelta da noi o impostaci da altri, dice ciò che siamo. Va da sé che più la "nostra" musica è commerciale meno siamo originali e a poco serve andare a scovare il gruppo o il cantante più sconosciuto del pianeta se di fatto ascoltiamo musica neo melodica che viene abitualmente trasmessa per radio.

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