18 marzo 2020

Il volto nascosto del fatalismo.

Chiaramente ispirato all'articolo di 7gg fa, è doveroso l'approfondimento sul tema del fatalismo, ovvero di quella, piccola parte di una ancor più esigua minoranza, che effettivamente crede di essere guidata dal fato o dal destino.
Prima di iniziare devo però precisare il (*) che ieri ho inserito nell'articolo, ma non ho potuto approfondire (perché me ne sono completamente dimenticato). L'asterisco riguardava l'effetto avuto sull'Europa nella crisi del '29 che ha inevitabilmente portato alla seconda guerra mondiale. Questo asterisco in effetti potrebbe anche essere utilizzato in questo articolo, ma andiamo per ordine.
La propaganda del nostro beneamato Führer, di fatto, verteva su tre macro pilastri fondamentali, l'abbattimento delle restrizioni imposte da Francia e Inghilterra alla Germania sconfitta nella prima guerra mondiale, il superamento della crisi economica del '29 (che aveva portato in Germania ad una situazione tanto disastrosa che erano necessari miliardi di marchi per poter comprare un chilo di pane... la famosa, brutta, immagine delle persone in coda con le cariole piene di mazzette di banconote mentre si recano a fare la spesa) e non ultimo, ma strettamente legato ai primi due punti del programma, la soluzione finale della questione ebraica (che secondo gli "storici" vuol dire sterminio, secondo Hitler era l'operazione Madagascar). Con le inopinabili argomentazione della crisi del '29, incentrate su valore del denaro annullato, disoccupazione alle stelle e mercato interno inchiodato al palo. Hitler pote essere eletto e diventare cancelliere, prima, Führer del Reich, dopo la morte di Hindenburg, nel '34 e, secondo la storiografia ufficiale, portare il mondo alla guerra.
Qui rientriamo sul tema del fatalismo ovvero... senza la crisi del '29 Hilter sarebbe potuto diventare lo stesso l'uomo più conosciuto, odiato e amato di tutti i tempi? Secondo le leggi del destino assolutamente sì. Il suo nome era scritto da tempo sulle pagine del fato, nella trama delle Norne, ecc. Quindi tutto era destinato ad accadere. Così, anche se gli speculatori giudaico-massonici non avessero scatenato volontariamente la crisi economica alle porte degli anni 30, probabilmente avrebbe trovato altre argomentazioni per raggiungere il potere e far sì che il mondo intero conoscesse gli orrori del comunismo e dell'ebraismo.
A questo punto andrebbe affrontato lo spinoso tema, la subdola domanda che certi cattolici da palazzo si sentono in dovere di sollevare... in tutto questo come si colloca il libero arbitrio?
Va da sé che l'idea del libero arbitrio è una truffa. Non è altro che un'invenzione ebraica per distruggere l'idea che tutto è vincolato alle leggi del Fato e dare l'illusione all'uomo (in cerca di una dimensione religiosa non troppo restrittiva) di essere il centro della potenza divina di essere gli esseri supremi a cui dio (o meglio Jhvh) ha donato potere assoluto, ma tempo limitato. Eppure tutto il nostro libero arbitrio, secondo il protestantesimo hollywoodiano, è parte del grande disegno di dio.
Quindi com'è la storia? Siamo liberi di porre liberamente le nostre scelte o le nostre scelte sono parte del grande piano che l'onnipotente ha disegnato per noi?
Questa è la solita via di mezzo tipica dei preti che non hanno risposte avendo come unica fonte un libro che non è stato scritto per noi bensì dagli ebrei per gli ebrei. Sto chiaramente parlando della "Torah" nota ai più con il nome di "Antico Testamento".
Infatti verrebbe da chiedere quale sia stata la "libera" scelta di un bambino nato morto o di un bambino morto pochi minuti dopo la nascita certo da qualche mese a questa parte la risposta più plausibile sarebbe che il bambino dopo essere nato ha sentito le infermiere dire che l'Italia è governata da 5 stelle e PD insieme e abbia arbitrariamente di lasciarsi morire di stenti o abbia volontariamente trattenuto il fiato sino a suicidarsi... ma la verità è che arbitrariamente noi non abbiamo alcuna libera scelta o, per dirla meglio, le scelte a cui siamo posti ogni giorno ci portano inevitabilmente al punto in cui dobbiamo essere in quel momento.
Nella cinematografia moderna troviamo "I guardiani del destino" a trattare il tema del destino contrapposto al disegno "superiore", trasposizione cinematografica del racconto "Squadra riparazioni"  di Philip K. Dick (lo stesso autore de "la svastica sul sole" da cui è stata tratta la serie tv "l'uomo nell'alto castello"). In cui appunto c'è un disegno per tutti a cui tutti sono legati e dei guardiani che controllano che nessuno comprometta questo disegno, l'unica eccezione, innanzi a cui gli stessi guardiani devono soccombere, è di fronte al vero amore. Ora, al di là della melensa eccezione cinematografica, la verità in cui credo è che tutto sia stato ampiamente disegnato, tessuto, inciso nelle rune, ecc. per cui i lavori che svolgiamo, i torti che subiamo o a cui ci ribelliamo, le relazioni che attraversiamo o manteniamo, sono scritte. Le nostre scelte al riguardo rappresentano la strada che decidiamo di percorrere per giungere all'evento successivo ovvero l'allineamento degli eventi delle persone che, insieme a noi devono partecipare alla parte successiva del nostro destino.
Chiaramente il meccanismo, osservato dal punto di vista assolutamente razionale, funziona sia se pensato come macro appuntamenti, ovvero quei passaggi chiave (in verità molto pochi nella vita) che cambiano radicalmente l'esperienza di una persona, sia visto nelle micro vicissitudini dell'individuo, giunto ad un bivio prendere la strada di destra o quella di estrema destra... nel momento in cui pensiamo che stiamo scegliendo liberamente di prendere una piuttosto che l'altra, di aver "fregato" il destino decidendo, in quel preciso momento, di andare a fare un giro invece di tornare a casa dopo il lavoro, in verità quella scelta in quel preciso momento è stata stabilita perché è quella che ci porterà al punto in cui il destino ci vuole in quel momento.
Allo stesso modo se serve una pandemia mondiale per far capire ad un quotidiano quale "Il Giornale" che questa U(B)E non ha senso e che per l'invasione del continente Europeo c'è un piano ben determinato (anche se nella loro "penna" non si è ancora materializzato) dimostra ancor di più che al destino non ci si può opporre, ma tutti i nostri sforzi per opporsi ad esso o per allinearsi ad esso, non son altro che le scelte che ci sono state poste innanzi per giungere al destino che ci attende. In questo mi riallaccio brevemente al mio scritto della settimana scorsa, lasciarsi cadere addosso il destino o corrergli incontro ha impatto solo sulla nostra percezione rispetto ad essa, o la percezione che hanno gli altri rispetto al nostro destino.

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