23 gennaio 2018

Melting pot... un crogiolo d'immondizia.

Il termine melting pot significa letteralmente crogiolo (una sorta di pentolone resistente alle alte temperature per la fusione di leghe e metalli, ma credo che in inglese sia anche il calderone in cui si prepara il minestrone o lo stufato direttamente sul fuoco).
Questo il termine usato dai moralizzatori delle macchinette per definire la politica di "immondiziamento" dell'Europa (anche se il termine più corretto sarebbe imbastardimento, dal momento che qui arriva solo immondizia e che poi si sparge nel resto del vecchio continente...).
Stamane, venendo al lavoro, leggevo i cartelloni pubblicitari della "lega nord", a quanto pare almeno a nord non temono di perdere voti, che recitava "prima gli italiani!", peccato che già le notizie recenti smentiscano tali parole. Senza andare a scomodare quegli articoli in cui nelle città governate dal centro destra degli italiani non gliene fregasse un cazzo.
Inoltre al danno si aggiunge la beffa, se vi ricordate, avevo parlato in precedenza di una legge (piuttosto datata) che imponeva alle aziende di assumere una certa percentuale di dipendenti o disabili o stranieri (dove molte aziende preferivano avere a che fare con i pellet piuttosto che con i disable) in cambio di uno sgravo fiscale, è stata avanzata una proposta per estendere tale legge anche ai rifugiati (apparentemente purché il loro stato di rifugiato sia riconosciuto almeno dal 2016) per cui alle aziende che assumono rifugiati nel 2018 gli sarà riconosciuto un'agevolazione. Tutto questo alla faccia di quelli che sbraitano "prima gli italiani", ma di queste cose non parlano mai nelle trasmissioni televisive... forse perché sono i primi a firmarle?
Nel frattempo dal Regno Unito arrivano alcuni dati confortanti sull'esito della politica "equality act" entrata in vigore nel 2010. Ovvero una serie di leggi che, a partire da metà degli anni '60, sono state introdotte per tamponare i problemi di integrazione tra la classe operaia "bianca" ed i pellet che dal 2° dopoguerra giunsero nel Regno Unito da colonie ed ex-colonie. Iniziarono subito a fare una politica stile Italia ovvero prima i pellet, così la smettono di delinquere, poi gli inglesi che, nel frattempo, hanno perso lavoro, casa e famiglia. Si sono accorti che era una cazzata, ma ovviamente tornare indietro non si può allora hanno addrizzato il tiro introducendo un ulteriore legge che permetta, in modo quasi del tutto arbitrario, di discriminare il negro se si dimostra per capacità inferiore ad un bianco in fase di assunzione. Se per sbaglio i due candidati (uno bianco e uno negro) dimostrano di avere le stesse capacità (almeno curriculari)? Facile si deve favorire il negro. Per la stessa ragione è finita sotto accusa la polizia londinese, composta per la maggior parte (soprattutto nei posti di potere) da maschi bianchi. Quindi nel 2014 il sindaco conservatore di Londra Boris Johnson, ha lanciato una campagna per reclutare in polizia solo cittadini che avessero vissuto nella città 3 dei 6 anni precedenti (puntando sul fatto che la popolazione della capitale inglese fosse composta per il 40% da minoranze di vario tipo e sottogenere), operazione riuscita in quanto nel 2015 affermò, con orgoglio, che la presenza di minoranze in polizia era passata da 1/4 ad 1/3.
Integrazione perfettamente riuscita anche se sotto il "governo" di Sadiq Khan i crimini in città siano aumentati esponenzialmente, ma la cosa non preoccupa nemmeno Cressida Dick (donna e leccapassera) che durante una conferenza stampa alla domanda sul problema delle "rape gangs" asiatiche ha liquidato la questione con una risposta di "berlusconiana" memoria ovvero "il problema non esiste è un'invenzione dei comunisti!" anche se nella sua versione, certo meno romantica della mia, ha dichiarato che è una questione vecchia di secoli (senza ovviamente portare alcun esempio) lasciando tutti stupefatti.

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