17 settembre 2018

L'ultimo regno (the last kingdom)

Approfitto della messa in onda nello scorso fine settimana, delle ultime puntate della seconda serie, per parlarvi di questa produzione britannica.
Il telefilm (o come si direbbe oggi, la serie TV) è basata sulle storie narrate nei romanzi della saga "Le storie dei re Sassoni" scritti da Bernard Cornwell pur trattandosi di un'opera, in parte, di fantasia si basa su fatti storici realmente avvenuti e storicamente ricostruiti (alcuni esempi li riportiamo negli elogi successivi).
Le storie narrate nelle prime due stagioni e relativa a quel periodo storico successiva all'invasione Sassone della Britannia, avvenuta a partire dal 410 d.c. circa, e relativa colonizzazione dell'isola, una volta stanziatisi i regni sassoni della britannia il potere politico passo di regno in regno tra i "re" sassoni della Northumbria, della Mercia e del Wessex (la Mercia è la regione in cui si trova l'attuale Londra e la foce del suo fiume Tamigi confine naturale tra Mercia e Wessex).
Il telefilm inizia con l'invasione danese della Northumbria, l'uccisione dell'ultimo re e signore di Bebbanburg (castello di Bamburg, in Inghilterra settentrionale) ed il rapimento del legittimo erede Uhtred di Bebbanburg. Il bambino dapprima è uno schiavo dei suoi rapitori, in seguito (dando prova di coraggio e lealtà nei confronti della "sua" famiglia) viene adottato definitivamente e cresciuto secondo gli usi e i costumi danesi... compresa la religione "normanna" e la "maestria della spada".
Dimostra in breve di essere un abile guerriero al punto che re Alfred (noto alla storia come Alfredo il grande), cristiano fino al midollo, lo vuole come suo campione pur non sopportando la sua blasfemia pagana.

In questo telefilm ho fatto davvero fatica a trovare difetti, senza riuscirci per altro, intanto "storicamente" non esistevano pellet nella Britannia dell'800 ed effettivamente non se ne vedono nelle prime due serie, faccio che sottolinearlo subito nel caso nella terza stagione si piegassero all'esigenza di far diventare Londra il paradiso multiculturale e multietnico (di gente che si scanna per le strade) che è oggi.
Inoltre a differenza di altre serie sui vichinghi (quali Vikings ad esempio) la storia non è incentrata su chi "tromba" chi... o su chi tradisce chi... certo il fatto che alcune alleanze potessero cambiare in corsa per una maggiore o minore convenienza è abbastanza consolidato, ma, almeno a livello di singolo uomo, viene anche mostrato il valore della parola data... stretto un accordo (se i termini dell'accordo sono rispettati) la parola viene mantenuta, se i termini cambiano o non sono rispettati l'accordo salta. Un esempio è quando re Guthred cerca l'amicizia del nuovo signore di Bebbanburg Aelfric, zio di Uhtred, per l'assedio di una fortezza danese. In cambio del suo aiuto chiede la testa di suo nipote, che ha offerto la propria amicizia e la propria spada a Guthred, erede legittimo al trono da lui usurpato.
Insomma questo era abbastanza normale per l'epoca soprattutto in fase di successione del trono tra gli eredi legittimi e quanti invece volevano prenderne il possesso. Così come erano normali i matrimoni combinati per fini politici, dove, soprattutto le figlie, che non erano incluse nella linea diretta al trono del regno, venivano usate per imparentarsi con i re vicini che in cambio elargivano alla moglie terre e titoli tramandabili ai propri figli (maschi che potevano così vantare pretese sia sui titoli dei "nonni" che su quello dei genitori.
Per qualcuno potrebbe essere un difetto, ma per una persona che ama la distinzione tra un film di genere drammatico ed un film di genere pornografico... tocca aspettare sino alla seconda serie per vedere un seno nudo (nonostante le abitudini normanne sul come "corteggiare" una schiava sono ben evidenti sin dalla prima puntata).

In definitiva metto le prime due stagioni nella lista dei consigliati... poi vedremo se si mantiene "puro" o se cede al soldo.

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