29 gennaio 2019

Adrian... il rivoluzionario conformista

Da un paio di settimane è partito il nuovo programma "evento" di Adriano Celentano, "Adrian". Come ormai è sufficientemente noto di tutto il panorama della musica italiana rimane l'unico che è sopravvissuto, almeno sinora, al taglio del cordone ombelicale che dalle "conzonette" infantili porto al Metal prima e al Black Metal poi. Sicuramente ha resistito più a lungo in quanto, da appassionato di cinema, apprezzavo le sue commedie con attrici di spessore (e non solo nelle misure generose) che lo hanno portato all'età della "ribellione" artistica in tutti gli ambiti della sua carriera. Commedie scomode come John Lui o album altrettanto provocatori quali Il re degli ignoranti, ma non certo privi di banalizzazioni, un po' come il M5S che le dice tutte così che non sia facile poterli contraddire o accusarli di aver cambiato opinione... le hanno espresse tutte.
Così succede in Adrian un programma interessante per quanto riguarda la forma (più che il contenuto) infatti l'evento è diviso in tre parti. La prima parte di teatro, gli spettatori assistono ad uno spettacolo teatrale con vari ospiti fissi a dire il vero, quindi accanto ad Adriano troviamo Giovanni Stori (del famoso trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ma senza i soci o ex soci), Nino Frassica (la cui comicità è ferma ai tempi di avanti tutta), Francesco Scali (famoso tra  le altre apparizioni per la serie Don Matteo), Natalino Balasso (che non essendo tra gli onnipresenti rappresenta, forse, l'unica ondata d'aria fresca)... poi c'è lei Ilenia Pastorelli l'habitué dei monologhi.
La seconda parte invece e la proiezione della serie animata a cui ha partecipato Milo Manara (tra i principi del fumetto erotico italiano insieme a Crepax e Serpieri) che di recente, dopo le proteste delle femministe, prende le distanze dalla serie animata del "Molleggiato", in fatti "Il fumettista italiano ricorda come sia stato chiamato a bordo del progetto per assumere lo specifico ruolo di Character Designer, il cui lavoro si è tradotto nella realizzazione di una serie di studi di personaggi, di sfondi e di ambientazioni, allegando a questi anche alcuni storyboard delle principali scene del serial animato." alla serie di proteste, a cui lo stesso disegnatore ha dovuto piegare la testa, solo Balasso rema contro corrente "Ci ha dovuto pensare il comico Natalino Balasso, non proprio un becero maschilista, a rispondere alle polemiche: "Se chiami Milo Manara a fare i caratteri, secondo te disegna le palme?"." In effetti non sento le femministe protestare quando scimmie mezze nude pubblicizzare un deodorante per ambienti (anche se con il tempo le donne oggetto stanno un po' scomparendo).
La terza parte è praticamente un Back stage della puntata.
Diciamo che questo tipo di format è un po' diverso da quelli che ci portano a dire "stasera in televisione non c'è un cazzo da vedere..." non dovrei immischiarmi nella bolgia delle critiche dei beceri... però gli stessi a criticare la non conformità del programma ai soliti (bassi) standard... sono gli stessi che si lamentavano che la televisione è ormai uguale a se stessa. Sostanzialmente se non c'è un "reality" show con vip struccati la TV è immondizia, ma magari la Tv è immondizia proprio perché ormai ci sono solo "reality" (che di vero non hanno nemmeno il titolo) con VIP struccati.
Gli ascolti di Adrian (la serie animata) e della sua introduzione (da me definita prima parte) aspettando Adrian sono un tracollo di puntata in puntata (strano però che gli ascoli risalgano proprio nella puntata in cui Adriano canta due canzoni del suo repertorio classico... a pensar male... ad introdurre l'esibizione canora una risposta alle critiche sugli ascolti in una scenetta in cui si confessa al frate Nino Frassica (vi ricorda niente?) "“Confesso di aver sabotato coscientemente l’audience di Canale 5 dicendo solo 13 parole“.  A dirlo è proprio Adriano Celentano nel corso della terza puntata di Adrian, il suo controverso show su Canale 5. [...] “Lo farò ancora per altre sei puntate, fino a che non resterà un solo ascoltatore: lui salverà il mondo”" ora fin qui sarei stato felice di essere il ribelle che si gustava le 8 o 9 puntate dello show e risultare l'eletto se, quella di Adriano, fosse stata una rivoluzione, ma alla fine è risultata una rivoluzione conformista ovvero, per citare il gruppo Oi! i Porco69 nella canzone Il Male "Tutto è cambiato per rimanere uguale... se tutto questo è bene noi siamo il male", infatti nella prima parte del programma i frati Frassica e Scali interrogano diversi candidati per valutare se siano meritevoli, o meno, di salire sull'arca di Noè... tra i vari scartati l'unico che ieri sera si è meritato l'accesso alla nave è stato il Generale "Daniele Zovi, ex comandante dei forestali, diventato scrittore, che parla dei pregi delle piante, da cui gli uomini hanno molto da imparare, anche per il modo in cui comunicano e cooperano tra di loro, anziché farsi la guerra. L’ex Generale interagisce con Giovanni Storti e alla fine viene autorizzato a salire sull’arca. " secondo Zovi infatti sotto i nostri piedi (quando camminiamo nei boschi) c'è una fitta rete di radici degli alberi che si scambiano informazioni, risorse, ecc sostanzialmente come a Pandora (il mondo di Avatar) dove tutto è interconnesso tra loro. Secondo l'ex comandante l'armonia che regna nelle piante, che si vede nei boschi composti da alberi di specie diverse, gli permette di crescere nella biodiversità e di arricchirsi da esse. Infatti non si vedono, secondo lui, boschi di soli faggi, di soli abeti, di sole querce (ah no?), ma c'è un guazzabuglio di specie diverse che copulano, si accoppiano fra loro, ecc. Infatti quante volte ho visto ciliegi dare arance in primavera, o limoni dare nespole in autunno... ah sì quando la "dementocrazia" chiama in causa esseri viventi (perché le piante, a differenza  delle bistecche morte nel mio frigorifero, sono esseri viventi... e chi è poi l'assassino vegano di merda?) che non sono in grado di mandare a fare in culo chi dice una serie infinità di cazzate. Infatti nel mondo vegetale non ci sono né guerre né conflitti di altro tipo... già... e le piante simbiotiche che si attorcigliano al tronco di un albero fino ad ucciderlo? E la gramigna?
Lasciate che vi presenti quest'ultima "È molto competitiva, presenta un esteso apparato radicale [...] ed è considerata una pianta infestante di prati e campi. [...] Cynodon dactylon è probabilmente originaria dell'India, da dove si è diffusa sino a divenire presente in tutto il mondo" per piante infestanti si intende (e poi concludo la lezione di botanica) "Con i termini pianta infestante (oppure malerba o popolarmente erbaccia) si intende una pianta che, non rivestendo alcuna funzione ritenuta utile per la produzione agricola, va a danneggiare le piante esistenti entrando in competizione con esse o parassitizzandole" e meno male che sto immigrazionista era il capo della forestale...
Dopo un'altra parentesi inutile di Giovanni ecco arrivare Ilenia Pastorelli che fa un monologo sulla "mentalità" maschilista del mondo secondo cui le violenze sulle donne sono colpa delle donne stesse e punta il dito su quelli che sono i cliché più classici... "hai la gonna corta... te la sei cercata. Hai i pantaloni attillati e se ti arriva una pacca sul culo... te la sei cercata. Fai un sorriso al cameriere che ti ha aiutato a mettere il cappotto sali in macchina ed il tuo fidanzato ti tira uno schiaffo... te la sei cercata [...] tu denunci le violenze, ma ti fanno le solite domande 'ma lei com'era vestita?' e sai già cosa stanno pensando... te la sei cercata!" se bevi come una spugna fino a ridurti da non stare in piedi e sali in macchina di uno sconosciuto perché lui e carino e a te rode il culetto... dimmelo tu se te la sei cercata oppure no. Volete far entrare pellet senza un minimo di controllo? Ora godeteveli?
Certo è, e questo l'ho sempre sostenuto, che non il fatto che una donna si vesta in modo da esaltare la propria femminilità non è una giustificazione alle violenze... ma bisogna comunque usare il buon senso ovvero se dopo esserti ubriacata accetti di andare a casa con uno zingaro ed un pellet (ed il giorno dopo non ti ricordi nemmeno se puoi o non puoi aver accettato di farti sbattere dagli schifo) quella non è più colpa del genere maschile, ma possiamo parlare almeno di concorso di colpa?
Dopo tutto ciò arriva il cartoon e con esso un'altra mezza via tra la ribellione verso il sistema "moderno", con un prepotente ritorno alla semplice vita di campagna (tanto cara al Molleggiato e se devo dirla tutta piuttosto condivisa da chi vi scrive) ed un abbraccio a coloro che sono lo strumento con cui il Sistema si mantiene al potere. Il mio, stranamente, non vuole essere un discorso razzistico in questo caso, ma una vera e propria analisi critica al Sistema. Infatti la prima battaglia da vincere è quella dello sradicamento delle persone dalla propria terra, da qui parte la sconfitta di un popolo. Al tempo di cui parla Celentano non era difficile trovare persone che morivano senza aver visto altro del mondo che il fazzoletto di terra su cui erano nati. Erano considerati "stranieri" gli abitanti che venivano dal villaggio vicino. Ora possiamo pure dare la colpa all'ignoranza eppure è di questo tipo di ignoranza di cui Adriano si è nominato Re. Perché l'istruzione ha portato l'uomo a dimenticare la lingua delle pietre citando una sua canzone
"Non è soltanto di spazio che avete bisogno 
ma del respiro delle pietre con le quali si è interrotto 
un dialogo antico oppure di udire il brontolio di un tuono lontano 
o il rumore di un torrente che fa rotolare i sassi " (Il Re degli Ignoranti dall'omonimo album).
Quindi sì sarei stato volentieri il tuo ribelle se non fossi già piegato al conformismo del banale... perché dubito di tutti? Come chiedi nel cartone animato... perché dite tutti la stessa cosa anche se in con lingue diverse e quello che dite non ha senso.

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