23 gennaio 2019

Viva lo "sfretto"... ma il pellet dove lo metto?

Oltre che per far la rima l'uso della parola "sfretto" con questo smarcato accento "banfiano" serve per sottolineare l'improbabile nomina di Lino Banfi (nome d'arte di Pasquale Zagaria "... ama la mamma e la polizia!" come rappresentante italiano alla commissione dell'unesco. 
Che l'unesco fosse una farsa non avevo dubbi, basta solo pensare che gli alberi di ulivo a Lecce possono essere tranquillamente sradicati per far passare il gasdotto TAP, mentre "50 metri" più in su, nella zona tra Brindisi e Bari, gli uliveti sono stati dichiarati patrimonio mondiale proprio dall'unesco, ma nonostante l'inutilità apparente dell'ente solo a Di Maio poteva venire in mente di nominare Lino Banfi (da tutti soprannominato Nonno Libero dopo la sua partecipazione alla fiction "Un medico in Famiglia"*), ma vista la sua attitudine recitativa non dovrebbe stupire e sicuramente non avrebbero chiamato una Cuccarini o uno Scamarcio che sono dichiaratamente contro al pensiero unico come dogma religioso.
Questo era doveroso parlarne perché trattasi del tema caldo del giorno, però è una postilla nell'articolo di oggi in cui parliamo del decreto sicurezza... messo "a rischio" dalla marcia con sit-in di un paio di pellet accompagnati da varie associazioni pro-pellet per impedire la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo). Ovviamente il centro è stato già sgomberato, quindi non c'è molto da fare, ma i responsabili frignano per la sorte dei 107 dipendenti che solo quando il "governo" li mette in mezzo ad una strada si ricordano che esistono e hanno i loro diritti chissà se erano dipendenti o "volontari" (ovviamente senza stipendio, ma con un costo da dipendenti in modo da far risultare spese più alte e lucrarci).
Ad ogni modo questa fase del decreto sicurezza, a quanto dice l'Huffpost, precipita (come dire che perde valore) a Castelnuovo per questa marcia ""Gran parte della comunità è qui, insieme a noi. Sono certo che sarà pronta ad accogliere chi ne avrà necessità". Riccardo Travaglini sospira. Attorno a lui, nella marcia silenziosa organizzata in paese, a Castelnuovo di Porto, per manifestare solidarietà agli ospiti del Cara, tanti concittadini, "venuti per far sentire la propria vicinanza a questi ragazzi, bambini, donne e uomini che sono parte della nostra gente", aggiunge il sindaco.", ma c'è un problema "“In 24 ore è stato smantellato quanto di buono era stato fatto in questi anni”, ha denunciato Riccardo Travaglini primo cittadino di Castelnuovo, rivendicando di aver contribuito all’accoglienza di 8mila richiedenti asilo sul suo territorio. La cooperativa Auxilium, che si occupava della gestione della struttura, ha lamentato la perdita dei 107 posti di coloro che lavoravano nel Cara. “Fra poche ore decine di persone si troveranno a girovagare per le strade di provincia a due passi da Roma, in pieno inverno: questa non è sicurezza”, annuncia una nota del Comune. “I bambini e gli adulti verranno confinati, senza aver consentito loro nemmeno di salutare i compagni di classe, i compagni di squadra o i nuovi amici del paese. Alcuni sono titolari di permessi di soggiorno, altri senza carta d’identità”" infatti "“Fra poche ore decine di persone si troveranno a girovagare per le strade di provincia a due passi da Roma, in pieno inverno: questa non è sicurezza”" lasciare che i pellet vaghino allo stato brado nelle campagne non è sicurezza, ma non come pensa il sindaco di Castelnuovo, ovvero che non è sicuro per i pellet che rischiano di morire di freddo e di cui onestamente "chissenefotte", il problema è che non è sicuro per gli italiani trovarsi di fronte ad un branco di scimmie non ammaestrate e "catturate" allo stato brado.
Poi qualcuno mi dice che non devo odiare la chiesa che la chiesa fa solo del bene... a chi devo ancora capirlo dal momento che i propri fedeli li ha abbandonati da tempo... infatti ci si mette anche il prete (pellet) della comunità "Il parroco chiede che “non vengano trattati come bestiame”. Ieri un corteo di giovani, sindacati e associazioni è partita dalla parrocchia in direzione dell’ormai ex centro di accoglienza. “Vogliamo esprimere solidarietà a questi poveri ragazzi, non sappiamo dove andranno a finire almeno 200 persone”, ha detto padre Torres, “ci preoccupano molto gli effetti su coloro che non hanno ottenuto lo status di rifugiati e hanno i permessi umanitari in scadenza, dove andranno?”. “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”" (fonte Il Primato Nazionale) e tiriamo in ballo anche il vangelo dove padre José Manuel Torres si sostituisce a Cristo nel chiedere perdono per i Romani che lo stanno impalando sulla croce... ma lasciamo stare... piuttosto se noi sapessimo davvero quello che stiamo facendo? O meglio se Salvini effettivamente non li sta mettendo in mezzo ad una strada, ma chi non ha ottenuto lo status di rifugiato viene rispedito in africa (o qualunque altro paese di merda da cui proviene), allora non è un problema di sicurezza e noi non li si sta ammazzando come sostenuto ieri da quell'idiota di Gino Strada.
Di conseguenza spero che Salvini non si limiti ad una mera mossa politica in cui chiude un centro ne smista i residenti in altri e libera in mezzo ai boschi (Francia docet) chi non ha alcun diritto di stare qui.

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