L'aria che si respira nell'Area, quanto si parla dei tempi andati della prima metà del '900, è che ci sia una sorta di soglia invalicabile che separa la forma del Fascismo mussoliniano con quello hitleriano. Ne ho già parlato in qualche occasione, ma spero sempre che ripetere la "lezione" aiuti a far capire il concetto alla base di esso.
Intanto va detto che la prima distinzione è quella di escludere in qualche modo il "nazismo" dai fascismi del secolo scorso e farlo passare come una forma politica a sé stante, forse alcuni credono, in questo modo, di essere considerati più rispettabili agli occhi dell'opinione pubblica italiana, forgiata dalle costanti martellate di Enrico Mentana, Gad Lerner, David Parenzo (probabilmente ebreo come la moglie Nathania Zevi), Alan Friedman, ecc.
Purtroppo questa visione del mondo che ci circonda non è solo utopistica, ma soprattutto dannosa sempre per la medesima ragione che non rappresenta altro che l'ennesimo strumento in mano al sistema (marcio e borghese) per separare le idee politiche affini e continuare a perpetrare la propria opera a danno della popolazione ignara e complice inconsapevole o colpevole.
Come scritto in altre occasioni l'idea è che sul Duce sono state scritte le peggiori menzogne, quanto scritto invece su Hitler è tutto assolutamente vero. Premettendo... "ma magari!", sono assolutamente convinto che quanto scritto sul cancelliere tedesco sia assolutamente la bibbia, ovvero un'accozzaglia di menzogne in cui gli unici a uscirne bene sono gli ebrei. In quest'ottica sì è la Bibbia. La realtà dei fatti è un po' diversa ovvero o mentono su tutto o hanno ragione su tutto oppure, verosimilmente, qualcosa è vero, qualcosa è un po' gonfiata, qualcosa è una stronzata inventata di sana pianta. In quest'ottica andrebbe anche fatto presente che fascismo repubblicano di Mussolini (applicato nella RSI) definito come Socialismo Nazionalista che era alla base della stessa ideologia fascista pensata dal Duce. Infatti il fatto che inizialmente fosse socialista (partito che originariamente era di sinistra, prima che finisse in mano a Craxi) fa ben capire quanto fosse affine all'ambito sociale che oggi viene contrapposto così radicalmente da economisti e politici privi di ideologia. Sostanzialmente da un lato c'è il sociale dall'altra l'economia (ovvero il "volemose bene" contro il vil denaro). Questo per far comprendere come, in un simile contesto, viene visto il fascismo, ovvero come un capitalismo senza scrupoli che si accanisce contro i pellet che cadono dai barconi, perché rappresentano quanto di più lontano dall'élite della società, più che il becero razzismo in sé. Conseguentemente non trova collocazione nemmeno quel "fascismo" all'acqua di rosa dei vari movimenti più o meno extra parlamentari venendo inclusi in una "destra" che qualsiasi persona di destra non solo rifiuta, ma schifa (o almeno dovrebbe).
In questa scenografia si colloca la distinzione tra Nazionalismo e Nazionalsocialismo, ovvero una sorta di "discriminazione" nei confronti di quanti, in Italia ammesso che esistano per davvero, si rifanno all'ideologia del Führer in quanto passa un po' l'idea che se "ci si rifà al nazismo... si è filo germanici!" quindi, di conseguenza, anti italiani. Andrebbe sfatato questa panzana in quanto scaturisce da uno strano miscuglio tra le due guerre mondiali dove la prima ci vedeva contrapposti ai "tedeschi" nella seconda, seppur alleati fino all'ultimo, viene passato un presunto odio nei nostri confronti. Come scritto in altre occasioni non è proprio così, ancora oggi, infatti, in Germania è facile che la popolazione sia più benevola nei nostri confronti. Non so se è perché abbiamo patito una sorte affine durante e, soprattutto, dopo la guerra o se è perché in Germania amano tutto ciò che non è tedesco, ma resta il fatto che è più facile avere solidarietà da un cittadino tedesco che da emigrante italiano (provato sulla mia pelle, in quanto i parenti di persona cara mi sfruttavano per fare le proprie commissioni).
Tornando a quanto avviene sul patrio suolo, non passa assolutamente l'idea che l'ispirarsi ad un'ideologia piuttosto che all'altra è dovuto a come sono stati affrontati "i nemici di dentro e di fuori". Mentre in Germania, citando il film "La Caduta", è stata condotta una guerra "a viso aperto contro il giudaismo e il bolscevismo", in Italia si stringevano accordi con la chiesa che nascondeva gli ebrei, in Italia venivano lanciati attori di teatro ebraici (quali Gassman) che poi si sono rivolti contro il padrone che li ha nutriti, coccolati e protetti, in Italia si costruiva un Impero di pellet e zingari (di cui adesso paghiamo le conseguenze. La Germania ha, se non sterminato davvero, internato gli ebrei ha provato, per quanto possibile, di escluderli dalla vita pubblica del paese ha conquistato un Impero (anzi un Reich) di francesi, olandesi, belgi, scandinavi, finnici, ecc.
Viene anche imputato al nazismo quel paganesimo esplicito dimenticandosi di far presente che non tutti i nazisti erano pagani (o neopagani), ma solo le SS e ignorando quanto accadeva in Germania tra i due culti.
Un aneddoto su tutti riguarda quando il parroco del paesino, posto ai piedi della collina su cui sorge la fortezza di Himmler, comprese che il castello sarebbe diventata una scuola ufficiale delle SS in cui, presumibilmente, si sarebbero effettuati "strani" rituali pagani... si disse preoccupato. Himmler, appresa la preoccupazione del prelato, non fece quanto ci si sarebbe aspettato da lui, non fece deportare il parroco verso Dacau, ma banalmente ci andò a parlare personalmente. Il parroco disse al Reichsführer "se non siete contro Cristo, mi aspetto di vedervi tutti quanti a messa!" e il capo delle SS rispose "a patto che lei venga a trovarci su al castello!" la domenica successiva tutti gli ufficiali delle SS si presentarono in chiesa per la messa... non è dato sapere se il parroco ricambio la visita di cortesia, ma immagino che da quel momento in avanti si instaurò un rapporto di buon vicinato.
Quello che stride meno nell'essere "neopagani", rispetto alle ideologie fasciste, è relativo alla presenza di divinità della guerra Thor, Marte, Ares, ecc. che più "giustificante" rispetto al "partito dell'amore" proposto da Gesù.
Ciò non significa assolutamente che essere o rifarsi a quel tipo di fascismo significhi essere anti italiani, ma più banalmente affrontare il nemico, qualunque esso sia, con fredda determinazione arrivando a prendere i provvedimenti più duri e radicali piuttosto che lasciare in giro testimoni bugiardi (vedi i 2.000.000 di ebrei scampati allo "sterminio"). Nel caso si rivelasse tutta una menzogna, l'olocausto intendo, mi tocca ringraziarvi per averci insegnato a trattarvi.
Diciamo che il Duce non era un debole, ma la sua "bontà" nel non voler urtare la sensibilità delle varie correnti di pensiero italiane (monarchici, borghesi, ecc.) alla fine lo hanno portato ad essere circondato di tutti quei nemici di cui non ha avuto cuore di sbarazzarsi con quello che ne è conseguito. Mentre Hitler si rammaricò di non essersi liberato, a suo tempo, degli ufficiali dell'esercito (i vari Von) che alla fine obbiettavano i suoi ordini o gli nascondevano informazioni cruciali, arrivando infine a progettare un attentato alla sua vita.
In conclusione se quella storia ha insegnato qualcosa, la lezione è che, a dispetto del detto popolare, i nemici non vanno tenuti ancor più stretti che gli amici... ma vanno fisicamente eliminati, solo così gli si impedisce di nuocere, quindi rifarsi a quel fascismo vuol dire come già detto essere pronti a colpire i nemici interni prima ancora di quelli esterni in modo tale da non trovarsi colpiti alle spalle da coloro che le spalle dovrebbero proteggerci.
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