25 novembre 2019

Con il solito teatrino i figuranti della politica ci nascondono le inculate.

Dopo mesi dal proscioglimento, non capisco il perché, stiamo ancora parlando di Carola. Invece di marcire in una cazzo di cella d'isolamento per resistenza a pubblico ufficiale e atti di pirateria, sta zecca maledetta fa persino le sue "comparsate" in TV (ospite nelle solite trasmissioni "Faziose") a spese nostre.
Mi giunge in questo momento una nota dalla regia che secondo la Gruber, definire Carola una zecca è offensivo, evidentemente la giornalista ha il filtro rosso attivo, perché non mi ricordo di levata di scudi a difesa della deputata di FdI Giorgia Meloni definita "zoccola" da un consigliere comunale del PD bergamasco.
Ci parlano a vanvera di fascismo, antifascismo, Carola, rispolverano termini inutili, rovistano nei meandri di chi ha detto cosa a chi senza mai arrivare da nessuna parte o preoccuparsi minimamente del fatto che, di fatto, stiamo diventando un totalitarismo mal celato dietro ad una parola vuota (almeno dal punto di vista dei contenuti politici, etici e ideologici). Con la parola "democrazia" credono, anche se glielo stiamo permettendo piuttosto bene, di poterci privare della libertà (e se fosse per un bene comune superiore comune sarebbe anche apprezzabile), ma soprattutto delle nostra capacità dialettica. L'introduzione di neologismi, inutili (ed infatti sono stati fortemente voluti dalla Boldrini che rappresenta non solo l'inutilità politica del suo schieramento, ma soprattutto l'inutilità totale del suo starnazzare come oca), appiattiscono non solo il linguaggio, ma anche la capacità di formulare pensieri articolati superiori al mero riferirsi agli istinti primordiali (dormire, bere, mangiare, riprodursi), con l'aggiunta di pochi altri espliciti riferimento all'edonismo più gretto quali ad esempio "sfondarsi" di droghe e alcool. 
L'intento della classe dirigente (e non mi riferisco al Paperon de Paperoni sul Cayenne con il cambio automatico perché non sa guidare una 500, ma avere il "macchinone" è uno status sociale) ha bisogno di decerebrati e mentalmente disturbati incapaci di formulare frasi di senso compiuto che contengano esclusivamente la parola "scopare". Come ironizzato, ma non troppo lontano dalla realtà, nel film "Italiano Medio" di Maccio Capatonda, non gli offenderebbe per nulla somministrare ai cittadini una pillolina che li costringa ad utilizzare solo il 2% del proprio cervello. Per ora tale pillolina porta il nome di "politicamente corretto" se ti allinei sei un figo, ma di fatto privo di qualsiasi capacità di pensiero logico, se non ti allinei sei un emarginato, un populista, un sovranista e (perché no) un nazista.
Se ci si azzarda a dire "evitiamo che partano" si è disumani, lasciarli in mano a traghettatori criminali (mal celati dietro alle più disparate sigle di ONG) e se gli stronzi, che non galleggiano, affogano è colpa dei sovranisti che non sono andati a prenderli direttamente in Libia con i propri yacht.
Non c'è nemmeno più un confine tra il legittimo salvataggio in mare e la tratta di schiavi o il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, si danno direttamente "puntello" nella zona della Saar italiana, ma per i buonisti benpensanti (anche se le leggi salviniane sono deliberatamente ignorate), la colpa delle "tragedie" in mare è sempre dei fascisti. 
Dopo avervi gettato negli occhi il fumo della fomentazione ideologica, a dimostrazione che del fatto che saprei giocare sporco anch'io, cosa ci nascondono davvero?
Una di quelle proposte per cui gli italiani hanno invitato Renzi ad andare direttamente affanculo (o almeno così l'ha voluta intendere lui), ovvero il MES (Meccanismo di Stabilità Economica) che non solo mette in mano all'U(B)E (o chi per essa) la pistola puntata alla tempia della nostra economia, ma la legittima a tirare il grilletto se sostanzialmente cerchiamo una soluzione (tipo quella proposta nei primi giorni del governo rosso scuro/verde di 5 stelle e Lega).
Come avevamo visto allora, la regola del non si può sforare il 3% di deficit è formalmente vincolante, ma fermamente ignorata la Francia può tranquillamente sforare il tetto sino al 3,8% (o quanto era) l'Italia non può avvicinarsi nemmeno al 2,4. Tutto questo cosa ha a che fare con il MES, probabilmente vi starete domandando, il problema è esattamente questo "Il primo punto riguarda la suddivisione, adottata nell’ambito delle procedure operative, tra “buoni” e “cattivi”. I criteri sono quelli noti da tempo: un rapporto debito/Pil inferiore al 60% o in via di riduzione di 1/20 l’anno della distanza che separa dall’obiettivo, un deficit inferiore al 3% e tutta un’altra serie di indicatori sullo stato di salute di un’economia (in accordo, s’intende, con i desiderata Ue)." (fonte Il Primato Nazionale).
Questo è solo un primo problema tra gli altri troviamo "[...] Come già anticipato, il sostegno non sarebbe tuttavia escluso. A patto, però di accettare una serie di condizioni che potrebbero, in determinati casi, portare anche alla ristrutturazione del nostro debito pubblico. [...] Non per la ristrutturazione in sé (abbiamo visto che non è automatica), bensì per quel che comporta il solo fatto di renderla possibile in un futuro prossimo. Qui entrano in gioco le aspettative: il debito pubblico non sarebbe più ciò che è per definizione, vale a dire lo strumento “a rischio zero” per eccellenza. [...]  E’ più che plausibile, infatti, che modificando il loro profilo di rischiosità, il mercato possa chiedere rendimenti maggiori. Con effetti a cascata sulle finanze pubbliche" e alla pistola sostituiscono un pezzo d'artiglieria... Le uniche a guadagnarci sarebbero come al solito le banche non questa volta e non le nostre almeno "Oltre al Mes, l’Ue intende calare anche il carico dell’unione bancaria. Si tratta di una riforma ancora in fieri, ma le cui proposte aggiungerebbero guai ai dolori. Fra esse, spicca infatti quella del ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz, che ha chiesto di introdurre meccanismi di penalizzazione per gli istituti di credito che detengono in portafoglio titoli di Stato, i quali verrebbero così soppesati ai fini dei requisiti patrimoniali non al valore nominale, bensì “soppesati” in base al loro rating. Ne consegue che molte banche italiane, assai esposte su questo fronte, si ritroverebbero con importanti deficit patrimoniali." Potrei sbagliare, ma se dovessero risultare esposte a chi si rivolgerebbero per sanare il deficit patrimoniale che si ritroverebbero in portafoglio? Non puzza tanto (e finalmente ci stiamo arrivando) alla crisi in cui è stata gettata l'Argentina?
Farò le mie ricerche in proposito per valutare se i due scenari (quello verificato e quello che stanno delineando) possano essere in qualche modo accomunabili.

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