22 novembre 2019

Sophie Scholl, Salvo D'Acquisto e la giustizia Nazista... Seconda parte Salvo D'Acquisto.

Sull'episodio che portò al sacrificio di Salvo D'Acquisto non sembrano esserci molti dubbi. Alcuni paracadutisti delle SS, accasermati in un ex complesso della guardia di finanza. Nella perquisizione conseguente all'occupazione della caserma, mentre rovistavano in casse di munizioni abbandonate, una granata (o forse una bomba artigianale per la pesca di frodo) è esplosa investendo la squadra incaricata. La detonazione uccise due soldati e ne ferì altrettanti. La reazione dei tedeschi sembra esagerata, infatti attribuirono l'accaduto ad anonimi attentatori locali e, chiesta la collaborazione della vicina stazione dei carabinieri (temporaneamente sotto il comando di Salvo D'Acquisto per l'assenza del maresciallo), minacciarono rastrellamenti qualora i responsabili non fossero stati identificati entro l'alba. Ho scritto che la reazione sembra esagerata, ma va considerato lo stato di tensione generale del momento, quel codardo di Badoglio aveva appena venduto l'Italia agli americani tradendo, e pugnalando alle spalle, l'alleato germanico. Già dal 9 settembre (la dichiarazione dell'armistizio fu resa pubblica il giorno precedente, "l'orribile 8 di settembre") l'azione dei partigiani nella provincia di Gorizia (insieme alla resistenza slovena) si fece aspra. Ci sarebbe inoltre da chiedere la ragione per cui i finanzieri, nell'abbandonare la caserma, non portarono con sé le casse di armi ed esplosivo sequestrato. Per cui, prima di valutare come esagerata la reazione tedesca, andrebbe chiarito se si trattò di un attentato organizzato dai partigiani o di una "negligenza" dei finanzieri (in combutta con i partigiani stessi).
Ai fini di questo articolo la causa scatenante la rappresaglia (con relativo rastrellamento) è indifferente, ma è bene ricordare che, nonostante ogni riferimento non risulti nei documenti digitalizzati di recente, il diritto alla rappresaglia era riconosciuto alla nazione occupante in reazione ad un atto illecito compiuto dalla Nazione occupata nei confronti delle forze occupanti. Si fa spesso riferimento all'articolo 2 della convenzione di Ginevra del 1929, di cui è possibile trovare riferimenti al suo svolgimento, ma non è possibile trovarne le norme. Altri articoli online fanno riferimento all'articolo 42 della convenzione dell'Aja del 1907, ma in questo caso posso affermare, con relativa certezza, che ho è un riferimento errato o la digitalizzazione è stata fatta da un documento contraffatto. Certo stiamo rasentando il limite del complottismo, ma considerate che, quello contro i tedeschi nel 1946, è stato il primo processo tenuto contro gli sconfitti dove non si è giudicato solo il comportamento in guerra, ma, soprattutto, la loro ideologia. Infatti, e poi torniamo al nostro eroico carabiniere, prendendo per buona la dichiarazione affermata in sede processuale ""le misure di rappresaglia in guerra sono atti che, anche se illegali, nelle condizioni particolari in cui esse si verificano possono essere giustificati: ciò in quanto l'avversario colpevole si è a sua volta comportato in maniera illegale e la rappresaglia stessa è stata intrapresa allo scopo di impedire all'avversario di comportarsi illegalmente anche in futuro."".
Premettendo tutto quanto sopra, non ci resta altro che analizzare il "caso" Salvo D'Acquisto.
A seguito dell'incidente occorso ai soldati della 2. Fallschirmjäger-Division nella caserma dismessa dalla Guardia di Finanza nei pressi Torre Perla di Palidoro, fu deciso il rastrellamento di 22 persone scelte a caso tra gli abitanti della zona (dal momento che i responsabili, inesistenti se vogliamo credere alla storia raccontata dagli storiografi di regime, non furono identificati). Come scritto in testa all'articolo era stata chiesta la collaborazione dei Carabinieri, all'epoca arma militare con funzioni di polizia, per supportare le indagini e assistere all'eventuali esecuzioni. Tra i 22 condannati, dopo un processo tenutosi in piazza in cui si fece ancora appello ai responsabili di farsi avanti,  era presente anche un ragazzo "Ennio Baldassarri (13 anni), il più giovane del gruppo, ma fatto scendere dal camion prima di andare al luogo dell'esecuzione" (fonte vaccapedia).
Giunti sul luogo dell'esecuzione i prigionieri furono costretti a scavare una fossa comune (pratica comune anche in altre realtà non solo quella nazista) ma testimoniarono "«all'ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D'Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell'interprete. Cosa disse il D'Acquisto all'ufficiale in parola non c'è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l'ultimo ad allontanarmi da detta località.»" (stessa fonte) uno dei rilasciati, datisi immediatamente alla fuga, fece in tempo a udire il vicebrigadiere gridare "Viva l'Italia" seguito da una scarica di mitra. "Si girò e vide un ulteriore colpo sparato da un graduato al corpo già riverso per terra. Vide i soldati ricoprire il corpo con il terriccio, spostandolo con i piedi. Il comportamento del militare aveva infatti colpito gli stessi tedeschi, che il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, le riferirono: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte."". Sicuramente questo è un gesto eroico, nulla da dire, dove il carabiniere ci mette la faccia e sacrifica la propria vita per la salvezza dei cittadini posti sotto la sua responsabilità e protezione, chissà se i partigiani che, durante la guerra, colpirono vigliaccamente anche i carabinieri furono grati a D'Acquisto per il suo gesto eroico o lo deprecarono a insensato gesto di un indottrinato fascista. Non c'è, ovviamente, prova alcuna Salvo che fosse fascista, ma considerando il fatto che, per i partigiani, tutti i soldati erano fascisti ed essendo, quello dei carabinieri, un corpo militare a tutti gli effetti, l'equazione è abbastanza facile da risolvere.
Come dicevo, a differenza di 5 straccioni e un professorone che si limitavano a spedire volantini in forma assolutamente anonima, D'Acquisto ci mise la faccia e diede la vita per salvare degli innocenti (o presunti tali se quanto considerato prima fosse effettivamente plausibile).

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