23 gennaio 2020

Tutti i cortocircuiti sul "caso" Sinisa.

A quanto pare le elezioni in Emilia-Romagna sono divenute la nuova guerra civile spagnola.
Lo so qualcuno potrebbe obbiettare che anche noi abbiamo avuto una guerra civile (anche se solo gli Storici la considerano tale), ma la differenza è che l'iberica, avvenuta nei 3 anni che precedenti alla seconda guerra mondiale, costituì il campo di prova sul campo di battaglia della guerra ideologica che si scatenò nel '39 (anno in cui si concluse lo scontro in Spagna con la vittoria franchista).
Salvini ed il resto della fauna politica ci hanno abituato da tempo ai siparietti elettorali fatti di colpi bassi e provocazioni politiche (e con questi giochetti ormai stantii ci distraggono dalla ormai consueta, consolidata e quotidiana invasione delle nostre coste e dagli altri problemi del paese di cui fingono di non accorgersi solo per non doverli affrontare), ma a differenza dell'Umbria, dove il Centro-destra ha conseguito un risultato storico, in vista delle elezioni di domenica lo scontro sembra più acceso. Queste sostanzialmente le ragioni per cui ha il sapore della guerra civile spagnola, seppur con la differenza che nella penisola iberica si scontrarono Italiani, Tedeschi, Spagnoli Nazionalisti, Portoghesi (oltre a Irlandesi, marocchini, rumeni e volontari da Norvegia, Brasile, Francia, Inghilterra, russi bianchi, ecc) contrapposti a Spagnoli repubblicani, Sovietici, Messicani, Francesi, comunisti vari, Polacchi e Argentini (pre-peronisti voglio sperare)... Insomma non PiDioti e finti leghisti.
Questo tipo di "campagna" elettorale (in stile americano) punta ormai all'offesa personale e, come ho detto, allo contro delle provocazioni. L'ultima "vittima" di questo tipo di scontro è diventato, suo malgrado, Sinisa Mihajovic che, da uomo di destra (senza aggiungere troppe sigle o etichette) quale è sempre stato, ha mostrato la sua simpatia a Matteo Salvini. 
Apriti cielo (e vomita la peggior ipocrisia di cui sei degno)! 
Sul capo dell'ex calciatore hanno iniziato a cadere valanghe di merda "“il vecchio amico del criminale Arkan che sostiene anche Salvini” [...] “Però si fa curare dalla sanità pubblica bolognese e non a Belgrado. Vuole un cambiamento? Ritorni a casa sua, magari con un cappotto di legno” [...] “Questo è il ringraziamento nei confronti della sanità della Regione che gli ha salvato la vita”" ovvero i commenti di chi si dimentica presto, ammesso che lo abbia mai saputo, che al mondo ci sono anche uomini che non tradiscono i propri ideali anche se porterebbe loro molti meno problemi, "ma non finisce qui" (diceva buon anima di Corrado) infatti la canea prosegue "“Questo per farvi capire che a volte le disgrazie uno se le merita” [...] “Speriamo muoia entro domenica” [...] “è un morto che cammina, che respira ancora grazie ai suoi soldi, le persone comuni non hanno purtroppo avuto questo privilegio” [...] “La chemio ha effetti collaterali bisogna capirlo” [...] “Mihajlovic sosterrà Salvini in Emilia Romagna, con un tumore già ci convive”". 
Al corto circuito mentale dei cosiddetti haters (non so nemmeno se vale la pena indagare a fondo per capire se questi galantuomini siano o meno zecche oltre che imbecilli) ci eravamo abituati da tempo per cui non farebbero neanche più notizia.
Prima che vi possiate porre il dubbio se anch'io sia impazzito di colpo e diventato un amico degli zingari, lasciatemi finire l'argomentazione... 
Ed infatti (puntuale come la morte) arriva il commento Massimo Mezzetti assessore regionale alla Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità "“E pensare che, se dessimo retta a chi dice ‘negli ospedali dell’Emilia-Romagna va data la precedenza prima agli emiliano-romagnoli…poi agli italiani…poi agli altri’, un serbo, non residente in Emilia-Romagna, non potrebbe curarsi”"... dal momento che la discussione abbandona il ruvido della strada, ring su cui a combattere è Bergoglio (almeno a giudicare dal modo con cui schiaffeggia le donne orientali che gli stringono la mano), il leader della Lega si sente legittimato ad entrare a gamba tesa "“L’assessore regionale dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, dice che per la Lega un serbo come Mihajlovic non potrebbe essere curato in ospedale. Mezzetti non è stato ricandidato e con questa scemenza ne intuiamo i motivi: non è adatto a ricoprire un ruolo pubblico e fa polemica sulla salute di una persona” spiega Salvini. “Orgogliosi di governare tante Regioni con Sanità d’eccellenza, onorati della stima di Sinisa e fieri di poter liberare l’Emilia-Romagna dalla sinistra di Bonaccini e Mezzetti. Speriamo che Bonaccini censuri la scemenza del suo assessore, e che magari ci parli anche di Jolanda di Savoia”" (riferito al comune ferrarese a cui Bonaccini ha fatto "togliere" tre dipendenti pubblici precedentemente "prestati" al comune di Jolanda di Savoia).
Mezzetti si difende dicendo di ritenere di non essere stato offensivo nei confronti di Sinisa.
In effetti Mezzetti in questo caso ha giustamente sottolineato un cortocircuito presente in questa Lega ed in tutto il centro destra (sin dai tempi di Berlusconi, Bossi e quel traditore di Fini). Ovvero considerare italiani anche chi, come Mihajlović (e con tutta la stima verso l'ex giocatore di Sampdoria, Lazio e Inter), italiano non è.
Infatti aldilà delle migliori intenzioni di uno rispetto all'altro, non c'è alcuna differenza tra chi entra legalmente in Italia per cercar fortuna e chi entra illegalmente per cercar fortuna delinquendo... nessuno dei due è giuridicamente italiano. Per cui la lega, e con lui Salvini, Meloni, ecc. hanno poco da obbiettare che Sinisa non è uno straniero come i pellet importati dalle ONG.
Certo a livello di ordine pubblico meglio l'allenatore del Bologna piuttosto che uno stupratore appestato caduto male da un barcone, ma nell'affermazione "prima gli italiani" non vale di più di un cittadino italiano (autoctono).
Purtroppo al costume del mal pensiero si accoda anche la giornalista che ha scritto l'articolo sullo "scontro" Salvini-Mezzetti affermando "Quello che Mezzetti finge di non capire, è che Mihajlovic abita in Italia nel 1992, è allenatore di una squadra italiana e paga le tasse al nostro Paese. Non proprio l’immigrato-tipo degli ultimi anni, nullatenente, nullafacente e con dubbia fedina penale che affolla le sale d’aspetto dei pronto soccorso di tutta a Penisola. Una lievissima differenza, ma sappiamo che l’assessore in cuor suo la conosce."
Come ho appena scritto, è vero che l'ex calciatore non corrisponde all'identikit dei pellet trasbordati dai barconi alle navi ONG, ma la differenza nei confronti di "prima gli italiani" finisce lì.
Chi non ragiona in termini razziali, ma solo in termini di legalità e tasse può constatare differenze più profonde che anch'io riconosco, ma andrebbero anche prese in considerazione le ipotesi che, se nessuno si oppone in modo definitivo allo Ius Soli (ad esempio) quelli che oggi sono sbarcati male, domani saranno più italiani di un Sinisa che, in Italia dal '92, resta serbo com'è giusto che sia. Dal momento che Il Primato Nazionale, se non è considerabile una pubblicazione "ufficiale" di Casapound è molto vicina al partito di estrema destra. E se le voci che mi giungono da un mio lettore, che partecipa sempre molto volentieri agli eventi nazionali, sono fondate la sezione romana del movimento pare sia molto tollerante, oserei dire ossequiante, nei confronti dei tesserati pellet.
Fossero anche discendenti di ascari eritrei o di "belle abissine liberate", dal momento che non fanno più parte dell'Impero non hanno più alcun diritto di cittadinanza... ovvero "Non ci sono negri italiani!!!"

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