20 gennaio 2020

Craxi... quando il più pulito ha la rogna.

In occasione del 20° anniversario della sua morte è uscito, ed è tuttora nelle sale italiane, il film "Hammamet", di Gianni Amelio, che ci dovrebbe raccontare dei giorni in esilio di Bettino Craxi, interpretato nella pellicola da Pierfrancesco Favino.
Non conosco molto la storia personale di Craxi dopo essere andato in esilio in Tunisia per sottrarsi alla giustizia italiana (perché questo era... un ladro) quindi il film meriterebbe la mia attenzione... se fosse un film storico anziché la solita mistificazione "rosso-rosso scuro" affinché, dopo tutto quello che ci ha mangiato, noi gli si perdoni ogni colpa e lo si riporti a casa (almeno la sua salma), magari con tanto di picchetto d'onore e lauto risarcimento alla famiglia che non ha potuto essergli "Ufficialmente" vicina negli ultimi giorni di malattia e nell'ora della morte... amen!
Giusto sabato sera, in un locale che non frequento quanto vorrei trovandosi a fanculonia (seppur ufficialmente ancora in provincia di Torino), ho potuto affrontare una discussione con un quasi coetaneo che mi dipingeva Craxi come il miglior statista degli ultimi anni e, con una nota di rimpianto nella voce, della sua capacità di portare l'Italia a livelli economici mai visti dai tempi del boom economico degli anni '50. Dello stesso avviso è anche Il Primato Nazionale il quale, in questa occasione, non mi trova d'accordo scrivendo "in Hammamet non c’è sguardo penetrante, non esiste alcuna volontà di andare a indagare sul golpe che portò alla fine della Prima repubblica. Craxi non è il nemico di finanzieri e governi stranieri che vogliono fare strage della quinta potenza economica del pianeta (ché questo era l’Italia negli anni del craxismo), ma è solo il capro espiatorio di una repubblica di «magnoni». Fine."  certo Craxi è diventato il simbolo di mani pulite, ma non il capro espiatorio. Insieme a lui sono caduti la maggior parte dei ministri e dei partiti all'ora conosciuti. Sicuramente il portare alla luce quello che era, non solo sotto gli occhi, ma prassi di tutti, dal bidello delle elementari al presidente della repubblica è cosa nota. Il nostro "giovane e piccolo" paese era la quinta potenza mondiale, dato storico innegabile, ma se la nostra intera economia si basava sulla corruzione su più livelli, forse è stato un bene che sia stata distrutta. Certo queste mie parole oggi possono incontrare lo sdegno di molti. Così come molti scagliano la prima pietra contro Craxi credendo che il loro passaggio di mazzette sia più spregevole del nostro accettare un piccolo sconto dell'idraulico (rinunciando all'inutile scartoffia che è la fattura). Eppure a livello morale non c'è nessuna differenza e, seppur in quegli anni fosse una prassi appunto, avendo accettato questo tipo di compromesso abbiamo, consapevolmente o inconsapevolmente non c'è differenza, contribuito al proliferare, al dilagare e all'affermazione  di un sistema corrotto in cui hanno trovato terreno fertile le mafie nazionali e internazionali.
Non è tutta merda ciò che è marrone.
Craxi non ebbe solo colpe, oltre ad aver avuto il merito di trascinare l'Italia in un'epoca d'oro (opaco), con tutto quanto accennato fin qui, ebbe il merito di essere Italiano e di non permettere a nessuno di calpestare la sua patria. Merita di essere ricordato il caso Sigonella, la base dell'aeronautica siciliana, teatro di un incidente diplomatico che solo grazie alla determinazione di Bettino non fu più grave.
La nave da crociera Achille Lauro salpa dall'Egitto in direzione di israele, a bordo si infiltra un commando di palestinesi affiliati all'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) dirottano la nave chiedendo la liberazione di prigionieri palestinesi detenuti nello Stato ebraico.
"Il clima si faceva sempre più incandescente, e portò ad una situazione di forte contrasto tra l’amministrazione Reagan ed il governo italiano, presieduto dal socialista Bettino Craxi. La nave si trovava in acque siriane. Da parte americana, si insisteva per l’uso della forza; da parte italiana, la volontà prevalente era diretta ad instaurare una trattativa con i sequestratori. A seguito di pressioni della stessa Autorità Palestinese, la Achille Lauro tornò in Egitto. Da lì, il governo del Cairo ordinò che miliziani e rappresentanti palestinesi fossero immediatamente trasportati a Tunisi, dove l’Autorità medesima aveva allora sede, a bordo di un Boeing 747. Tuttavia, gli americani si frapposero, e diramarono a tutti gli aeroporti sorvolati dal velivolo (in Tunisia, Grecia e Libano), di rifiutarne l’atterraggio. Entrarono allora in azione, dando avvio alla procedura di intercettazione per il tramite dei propri caccia, che dirottarono il Boeing presso Sigonella."
Craxi acconsentì all'atterraggio del velivolo su suolo italiano a condizione che fosse il proprio governo (di cui era presidente del consiglio) a gestire la crisi. Gli americani, probabilmente pensando di trovarsi di fronte uno stato fantoccio anziché una potenza sovrana, vollero forzare la mano e puntarono le proprie armi sui militari italiani (il gruppo V.A.M., Vigilanza Aeronautica Militare, addetto alla sicurezza dell'aeroporto). La delta force fu a sua volta circondata dai carabinieri giunti sul posto e arrestarono gli specialisti americani.
Nei giorni successivi il governo si rifiutò di consegnare tanto i comando palestinesi, quanto quelli americani. Questo, sostiene qualcuno, fu la causa per cui gli americani imbeccarono Di Pietro affinché affondasse l'allora classe politica aprendo le porte alla finanza internazionale che ha spolpato la nostra economia e aperto le porte a quei traditori di Prodi, D'Alema, Amato e a tutta la feccia priva di spina dorsale e di qualsiasi identità nazionale che non ha solo tollerato, ma più volte favorito la distruzione del nostro apparato produttivo e con esso l'eccellenza italiana nel mondo.
Craxi non era un santo e, per me, non lo è tuttora. Però sicuramente ha il merito di essere stato uno degli ultimi politici italiani.

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