8 maggio 2020

Il sospetto c'è ed è di quelli pesanti.

Se qualcuno a palazzo Chigi o nella compagine di "maggioranza" in seno al governo, speravano di darla bere a noi plebaglia facendoci illudere che siamo "ancora" in trattativa con l'U(B)E per gli eurobond, la notizia di stamane stronca in cuoro nostro ogni speranza.
L'ultimatum del Bundestag alla BCE è di quelli che lasciano il segno. Ovvero, secondo la cancelleria tedesca (opportunamente imbeccata da"gli imprenditori tedeschi Heinrich Weiss, Patrick Adenauer e Juergen Heraeus") la Banca Centrale deve dimostrare, alla Germania, che nell'acquistare titoli di stato degli stati dell'eurozona abbia rispettato le regole. Titoli di stato che a noi hanno fruttato poche briciole, che dovremmo restituire sputando sangue, mentre la Deutschbank iniettava nell'economia tedesca 500mld di euro tanto per gradire.
"La Bce ha tre mesi di tempo per chiarire gli obiettivi del cosiddetto Quantitative easing, il piano di acquisto di titoli pubblici. A dirlo è la Corte costituzionale tedesca chiamata a stabilire la legittimità del Pspp, il piano di acquisti varato dalla Bce ai tempi di Mario Draghi". Sostanzialmente la Corte costituzionale tedesca afferma "L’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Istituto di Francoforte, insomma, “viola in parte” la Costituzione tedesca. Questo perché il governo tedesco e il Bundestag “non hanno esaminato le decisioni della Bce”. Ora quindi l’Istituto di Francoforte dovrà dimostrare che il Qe sia proporzionato agli effetti economici e fiscali generati. Altrimenti la Bundesbank non potrà più partecipare all’esecuzione delle decisioni della Bce" il che tradotto significherebbe che "che le misure prese da un organo europeo “non sono coperte dalle competenze europee” e per questo “non potrebbero avere validità in Germania”". Ciò detto i tedeschi sperimentano oggi quello che a noi italiani loro, con la muta complicità dell'U(B)E, ci infliggono dall'inizio di questa follia comunitaria chiamata Unione (Banche) Europea(e). Dopo aver dichiarato l'incostituzionalità di certe manovre della BE, insieme alla tacita minaccia di abbandonare l'unione "L’Unione europea è appesa a un filo. La sentenza della Corte costituzionale tedesca, infatti, non poteva non sortire effetti. Anche perché quella sentenza rappresenta per la Bce un vero e proprio ultimatum. In soldoni: o la Banca centrale europea dimostra che il Quantitative easing (Qe) non è sproporzionato, oppure la Bundesbank – principale azionista della Bce – non vi parteciperà. Facendo di fatto saltare l’eurozona.", la Lagarde "ha già risposto, e non nella maniera più gentile: «Noi rendiamo conto al Parlamento europeo e ricadiamo sotto la giurisdizione della Corte di giustizia», non certo sotto quella della Corte tedesca o del Bundestag. Tradotto: i vostri ultimatum non ci tangono." (fonte Il Primato Nazionale).
La mia personale speranza è che questa follia di unione delle banche cessi di esistere e con essa l'intero ammontare del nostro debito... dato che non sapremo a chi restituirlo.
"In parole povere, la Lagarde ha letteralmente snobbato la Corte costituzionale tedesca, che secondo lei non ha l’autorità per metter bocca nell’operato della Bce. Eppure, se Karlsruhe non ne ha l’autorità formale, ne ha però la facoltà sostanziale. Qualora la Corte interdisse alla Bundesbank di partecipare al programma varato dalla Bce, la banca centrale tedesca si troverebbe infatti tra due fuochi: rispondere allo Stato tedesco o all’istituzione di cui è azionista di maggioranza? Qualora prevalesse il (legittimo) interesse nazionale, le misure della Bce ne uscirebbero di molto ridimensionate. Mettendo, di fatto, una seria ipoteca sul futuro della zona euro." (stessa fonte)... vedremo.

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