La notizia di oggi è di quelle ghiotte.
Il Grande Fratello, il presidente di Oceania e non il programma di merda (che dalla quantità di plastica in scena ricorda il Muppet Show), anzi il Grande FaceBook, su cui è permessa ogni forma di oscenità politica e non (purché non sia di destra), ne ha commessa un'altra delle sue.
Dopo essersi venduta i nostri dati personali per fini elettorali, ha censurato l'inserzione pubblicitaria di una concessionaria di Treviso. La colpa del censurato si potrebbe pensare che, da buon veneto, possa essere stato l'uso eccessivo di un intercalare molto diffuso nelle terre d'oriente che consiste nell'associazione di divinità a svariate forme animali oppure aver postato un video in cui lo si vede impegnato a somministrare grappa di Bassano ad un neonato tramite il biberon. Nella peggiore delle ipotesi verrebbe in mente che potrebbe trattarsi di un'ammissione pubblica di sue certe simpatie politiche troppo estreme per cui aveva lanciato una campagna "rottamazione... acquista un auto ti diamo un mitra in omaggio!". Forse ha insultato la Boldrini definendola il presidente più sciocco che l'Italia abbia mai avuto il dispiace di eleggere alla camera... e si sa quanto la Sgualdrini sia particolarmente suscettibile all'uso del maschile nei suoi confronti.
Macché nulla di tutto questo. La gravissima colpa del proprietario è quella di aver aperto un concessionario dandogli il proprio cognome... ovvero "Concessionario Negro".
Il solerte censore non ha gradito è ha respinto la pubblicazione del post con la solita motivazione fuffa "“Non sono consentite inserzioni che contengono volgarità, che fanno riferimento alle caratteristiche delle persone che le vedono (ad es. razza, etnia, età, orientamento sessuale, nome) o che le infastidiscono”." (Fonte Il Primato Nazionale)
"L’errore involontario sta proprio nel nome della concessionaria – ovvero un cognome diffuso in Italia – che ricalca quella che negli Stati Uniti è chiamata “la parola con la N”." o per dirla a modo loro la "Nword" perché gli americani sono talmente ridicoli che non si limitano a non pronunciare una parola sconveniente, la bandiscono dal proprio vocabolario e vi si riferiscono allusivamente... chissà se i razzisti del Texas orientale usano offendere i pellet dicendo loro "sei uno sporco Nword!" (e similia) o se non si limitano e chiamano i pellet con il loro nome ovvero "negro".
Ancora una volta gli spunti più interessanti arrivano dai commenti all'articolo in cui alcuni utenti danno il meglio di sé, in un caso si ipotizza l'impossibilità, a breve, di consumare un noto miscuglio di amari (comunemente detto cocktail, composto da parti uguali di gin, bitter campari e Vermut rosso) che ha un nome offensivo... ma si avete capito di quale parlo... di quel "Coda di gallo" (come si usava dire negli anni '20) al centro di quel triste siparietto televisivo in cui due oche stavano starnazzando del nulla e ad un certo punta una delle due dice "Oggi ho un bruciore di stomaco che non ti dico..." le fa eco la seconda che le chiede "come mai ti brucia lo stomaco?!?" risponde la prima "eh ieri ho esagerato e mi sono fatta 5 negroni!" e qui il momento più alto della TV "Ah complimenti!!! Se dopo esserti fatta 5 negroni ti brucia solo lo stomaco!!!" Spero di non dovervi spiegare il doppio senso di sto pattume.
Un altro utente scrive che "Negro deriva dal latino nigrum ovvero fa riferimento al colore nero.....onestamente non ci trovo alcunché di male......che mondo ragazzi!" Onestamente caro lettore del "Primato" io non trovo nulla di male nemmeno nella parola "SporcoNegroDiMerdaBisognereLavartiColFuocoSoloPerAttenuareIlFetoreDelTuoPuzzoOrrendo", sì credo sia una parola unica... composta come si usa fare in tedesco... eppure qualcuno ritiene "Negro" offensivo... di conseguenza presto o tardi il colore "Nero", e la Nword che lo identifica in lingua spagnola, sarà bandito dai paesi di lingua castigliana e catalana dove infatti sono rispettivamente "negro" e "negre".
Ah sì lo psicoreato... non vedo l'ora che scattino le manette per i pensieri "impuri".
Ma nel frattempo nessuno si scandalizza se nelle scuole italiane approda un associazione che si identifica nella specifica e particolare visione della sessualità infantile propagandata da Mario Mieli che sostiene, in uno quei libri che in tempi sempre più meno recenti sarebbe finito in un falò, "«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino […] l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. […]. La pederastia […] “è una freccia di libido scagliata contro il feto” (Francesco Ascoli)»" diciamo che se non fosse morto sarebbe toccato ucciderlo, ma permettere ad associazioni per l'infanzia di "insegnare" nelle nostre scuole elementari... non costituisce un reato per cui sarebbe il caso di reintrodurre la pena di morte in Italia?
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