7 dicembre 2018

Deridere i francesi è cosa buona e giusta, ma...

In quanto tale sono stato educato a deridere, disprezzare e, all'occorrenza, odiare i francesi sia per i trascorsi storici (i Savoia, che hanno occupato Milano, erano pur sempre di origine francese) remoti, prossimi (la vendetta contro i tedeschi col trattato di Versailles), sia culturali (i parenti serpenti).
Eppure a loro un merito va riconosciuto. Quando protestano lo fanno tutti, non lasciano il merito esclusivamente alle zecche o ai pellet. Ricordo, ai tempi in cui l'italica moneta "sonante" era la Lira, che poco prima della nostra protesta popolare per l'aumento del costo del carburante a ben "L. 2000", fu proposto in Francia un aumento analogo (e venitemi a raccontare che si tratta di un caso). In quell'occasione la protesta scaturì dagli autotrasportatori (i "camionari") che decisero di scioperare. "Ecchissene" direte voi "per un giorno i francesi avranno circolato comodi senza il traffico dei mezzi pesanti..." ehhhh non proprio... infatti come forma di protesta i camionisti parcheggiarono, in maniera molto ordinata, i loro mezzi pesanti in modo tale da impedire la circolazione delle auto, ma questo fatto è risultato irrilevante dal momento che l'aumento coinvolgeva tutti francesi, tra i mezzi parcheggiati si vedevano anche autovetture che, compatibilmente con la protesta, avevano parcheggiato a loro volta. Insomma la nazione è rimasta paralizzata fino a quando il governo non ha ceduto ritornando sulla propria decisione.
Come detto pocanzi anche in Italia ci fu una protesta simile e quella è stata l'ultima volta in cui ho potuto dirmi orgoglioso dei miei connazionali, infatti (allora) non solo gli automobilisti indissero uno sciopero del carburante (ovvero per un certo periodo semplicemente non fecero rifornimento), fin quando il governo non abbassò nuovamente la benzina al di sotto delle L.2000 di cui sopra. Ma gli stessi benzinai si unirono allo sciopero di fatto chiudendo l'esercizio e (a differenza di oggi che sono quasi del tutto automatizzati) all'epoca i distributori self service stavano iniziando ad affacciarsi sul mercato, ma solo negli orari notturni, ovvero di chiusura.
Certo di lì a poco la protesta fu vanificata dall'introduzione (in quel posto agli italiani) dell'euro che come regalo di bentrovati portò il costo della benzina a 1,036 €/l (ovvero L.2000ca) se pensiamo al costo che ha oggi altro che sciopero dovremmo dar fuoco al parlamento perché fingono di togliere le accise, ma le trasformano in tasse... quindi nonostante per anni si sia pagata l'accisa sulla guerra in Libia e la tragedia del Vajont, soldi che in oltre 50 anni loro (le comunità colpite dalla tragedia) non hai mai beneficiato e nemmeno mai visto, ecc. ora sono state tolte, ma il carburante costa sempre di più.
Ora ci sono i "gilet gialli" a protestare per l'aumento del costo del carburante, ai quali si sono affiancate le solite zecche, per le quali ogni scusa è buona per sfasciare tutto... ovviamente pur rispettando il diritto di protesta (a coloro che si stanno già scandalizzando ricordo, ancora una volta, che anche il fascismo era un movimento rivoluzionario, ragione per cui si parla di "rivoluzione fascista") quello che non riconosco sono i metodi protestare sino allo scontro con le forze dell'ordine è "rivoluzione", dar fuoco a palazzi, negozi e auto di privati cittadini è vandalismo (al limite della mera delinquenza). D'altronde da chi non ha idee per costruire una nazione non ci si può aspettare nulla di più che mera distruzione.
La scorsa settimana s'è parlato di infiltrati (all'interno della manifestazione) che hanno esasperato gli animi e portato allo scontro e per domani è previsto "l'assalto finale" (seguiranno il 3, la clonazione, gilet gialli vs gendarmi, gilet gialli vs gendarmi 2, prometheus e infine, per ora almeno, covenant) "La tensione è salita alle stelle. In vista di domani, infatti, i gilet gialli hanno chiamato la quarta mobilitazione. Che viene presentata e percepita da molti come l’«assalto finale» per ottenere le dimissioni di Marcon. Viste le violenze che si sono susseguite nei giorni scorsi, il governo ha predisposto lo spiegamento di circa 89mila poliziotti, 8mila nella sola Parigi. La capitale, infatti, è la più a rischio." nello stesso articolo de Il Primato Nazionale irrompe l'ipotesi di un colpo di stato "Le notizie che filtrano dagli 007, inoltre, sono allarmanti: «Siamo davanti a un tentativo di colpo di stato», avrebbe detto una fonte citata da Le Figaro."...
Chi vivrà saprà, resta il fatto che, almeno in questo, i francesi dimostrano di essere uniti e non si fanno spaventare dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine... quando c'è da protestare loro ci sono (anche se poi barattano un Luigi XVI con un Napoleone "qualsiasi"). In questo noi dovremmo imparare. Effettivamente, come detto, in passato ci sono stati momenti in cui anche qui ci sono stati momenti in cui il popolo faceva sentire la propria voce, ma via via è stata messa a tacere prima con la carcerazione delle persone chiave della protesta (il cosiddetto taglio della testa del serpente) e conseguentemente con la martellante menzogna che vede gli italiani come fannulloni, "caciaroni" e furbetti pronti ad arrangiarsi con ogni mezzo e alla fuga, privi di qualsiasi valore, amor proprio e qual si voglia velleità.
Menzogna alla quale, grazie anche all'acclamazione di certi "capolavori" letterari e cinematografici, hanno creduto per primi gli stessi italiani.
Ad esempio "La Grande Guerra" di Monicelli ci ha mostrato il volto pavido dei soldati di trincea pronti ad imboscarsi alla prima occasione, innegabile che essendo una guerra di massa nel regio esercito ci fossero elementi di ogni sorta pavidi inclusi, eppure dai diari dei soldati austriaci (ritrovati e considerati, dagli storici, attendibili) emerge un aspetto non solo diverso, ma diametralmente opposto, ovvero la paura che attanagliava il cuore del nemico quando sentivano la "squilla" della carica italiana perché sapevano che l'attacco sarebbe stato violento e sprezzante della vita (propria e del nemico che subiva l'assalto).
Sul secondo conflitto mondiale ci sarebbe da sbizzarrirsi con gli esempi negativi se il film "El Alamein - la linea del fuoco" di Enzo Monteleone risulta il meno peggio in un assalto in cui persino il nemico riconosce (con la frase riportata su una lapide dal 7° reggimento bersaglieri) "Mancò la fortuna, non il valore!" nel film, infatti, si vede solo l'ultimo assalto inglese (quello disastroso per l'asse) e non l'intera battaglia che durò giorni con risultati alterni e gravi perdite da ambo le parti.
Eppure anche in questo caso un militare di enorme esperienza, e al di sopra di ogni accusa di crimini di guerra, come il Grandammiraglio Karl Dönitz quando si trova ad aver a che fare con i sottomarini italiani ed i loro equipaggi (in questo caso sottoposti al suo comando) da un lato rimprovera l'assoluta incapacità di non avventarsi sulla preda*, ma lo straordinario coraggio e impeto di lanciarsi in attacchi, contro forze nemiche numericamente superiori, e ottenere da essi il massimo risultato possibile.
Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi di pagliacci e buffoni di corte che si sono alternarti per mostrare il volto pavido dei soldati italiani ce ne sono stati molti. Nomi ovviamente illustri quali Alberto Sordi, Vittorio Gassmann**, Totò (nome d'arte del Principe Antonio de Curtis omaggiato dall'attore americano Tony Curtis, padre della bellissima Jamie Lee Curtis) e tanti altri che dopo essere diventati famosi grazie al Regime hanno sputato nel piatto che li ha sfamati per anni. Leggasi Anna Magnani, Amedeo Nazzari e Gino Cervi (alias Peppone).
Ad ogni modo, come recitava il Colonnello P. (alias Fabio de Luigi che prendeva per il culo Melissa P.) "Serva accorri ci sono dei francesi da deridere!!!", prendere per il culo i francesi per il loro modo di parlare, per i modi effemminati (anche se traducendo le parole che pronunciano si rivela una volgarità assurda e da qui "scusate il francese!" quando "scappa" una parolaccia), ecc. però nel loro modo di essere coesi quando c'è da protestare perché la riforma riguarda tutti e non solo una parte della popolazione, dovremmo prendere esempio e cacciare a scarpate chi cerca di strumentalizzare (agli occhi della plebaglia e a favore del governo) una marcia ed una protesta legittima quale ad esempio il "movimento dei forconi" che era spontaneo e legittimo, ma l'opinione pubblica è stata ancora una volta condizionata dalle menzogne degli "strilloni" di regime e dall'infiltrazione (oculata e strumentale) delle solite zecche che l'unica cosa che sono stati in grado fare è stato vandalizzare la statua di Lucifero che capeggia in piazza Statuto a Torino (espresso con disappunto e non come un elogio).


*Il Grandammiraglio Dönitz venne nominato quale comandante della flotta sottomarina dell'Asse, a lui si deve la tattica del "branco di lupi che consisteva (sostanzialmente) nell'individuare un convoglio nemico segnalarne la posizione e attendere l'arrivo di altri sottomarini in zona prima di procedere all'attacco,  durante la battaglia nel Mediterraneo furono sottoposti al suo comando anche diversi sottomarini italiani i quali però non si limitavano a seguire il convoglio in attesa dei rinforzi, ma si scagliavano all'attacco. Questo è ciò che rimprovera l'Ammiraglio ai sommergibilisti italiani, ma allo stesso tempo riconosce il coraggio di lanciarsi da soli contro il convoglio, solitamente, ben protetto dai cacciatorpedinieri e caccia alleati.
**Vittorio Gassmann è di madre ebraica, alla faccia che con le leggi razziali, in Italia, gli ebrei erano deportati oppure non potevano lavorare. Eppure "il Mattatore" giocò la finale di pallacanestro, del campionato universitario con la "Bruno Mussolini" e debuttò a teatro nel 1943 (ma come in piena guerra si andava a teatro? Sì altra fanfalucca per cui in Italia si piangeva solo miseria e basta).

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