18 aprile 2018

"La di peggio gente"...

A voi, miei cari lettori, non ho mai risparmiato le idee che esprimo liberamente su questo mio diario. In quanto ritengo che alle persone di buona volontà, che hanno la pazienza e la costanza di seguirmi quotidianamente, sia dovuto rispetto e sincerità.

Poi ci sono le bestie.

Quella sporca negra di merda mantenuta dagli stessi italiani a cui da dei razzisti spesso e volentieri, ovvero ogni volta che si toglie la banana da quel culo di merda che definisce faccia (mentre io chiamerei più appropriatamente in lingua italiana "muso") e "scoreggia" (mi sto riferendo ovviamente alla Kyenge), ha aperto una vecchia diatriba tra lo scrivente e i moralizzatori delle macchinette.
In questa società, cosiddetta, civile ormai si fa il processo alle intenzioni, alle idee inespresse ed alle possibilità di reato. Ovvero dal momento che hai una bocca e la pensi in un determinato modo, potenzialmente potresti proferire una determinata affermazione. Tradotto, per coloro che non vivono alle macchinette, nel mio caso significa "sono di destra, ho la bocca, indipendentemente che io abbia mai insultato uno sporco negro di merda (o pellet che dir si voglia) automaticamente io l'insulto lo proferito". Capita così che, per essere stato citato (decontestualizzato) in una conversazione, sia io a beccarmi dell'ignorante.
Beh per fortuna il moralizzatore ha studiato tanto, così posso "chiedere scusa se la mia ignoranza e inferiore alla sua!", già perché se a lasciare la merda di cane, nel giardino di casa del moralizzatore, fosse stato un italiano qualunque e non un italiano traditore della propria razza e per giunta con "la di peggio scimmia" o la scimmia stessa, a seconda di chi sia a portare a spasso sto povero Zibi (il cane della scimmia che a forza di leccare la faccia di merda della Kyenge è pure diventato stitico), la frase "sono bestie si comportano da bestie", non solo l'avrebbe condivisa, ma probabilmente l'avrebbe affermata per primo.
Ho sempre sostenuto, e pare il caso di ribadirlo, che peggiori delle sottospecie umane (che vanno dai negri ai pentiti) delle cosiddette "sottominoranze", ci sono solo gli ipocriti a cui i moralizzatori delle macchinette appartengono a pieno diritto (oltre ad essere a loro volta una "sottocategoria").

Nell'istante in cui vi scrivo sotto alla mia finestra c'è una scimmia che bercia al telefono mentre chiede, nella sua lingua di merda, alla vodafone (o quale che sia la propria compagnia telefonica che offre un servizio di assistenza clienti) le istruzione per poter raddrizzare le banane col culo... mi viene spontaneo di suggerirle di tornare in Africa e chiedere il manuale di istruzioni alla scimmia che l'ha partorita (a cui appartiene la responsabilità di averle fatto un culo largo come una portaerei)... Evidentemente mi ha ascoltato.

Tornando a noi, nonostante i moralizzatori delle macchinette siano liberal-progressisti quindi tolleranti verso tutte le minoranze religiose, politiche, razziali e sessuali (purché queste non comprendano cattolici, fascisti, bianchi ed eterosessuali) troppo spesso mi capita di assistere (o subire personalmente) a scene in cui "scherzosamente" si insinua l'ambigua natura sessuale di un altro individuo, il suo orientamento politico, appartenenza razziale o fede religiosa. Eppure sono pronti ad invocare e ad invitare altrui individui al rispetto o alla tolleranza e del politicamente corretto.
Ho già espresso in altre occasioni che per me l'integrazione di uno sporco negro, di un lurido giudeo di froci, pentiti, deviati, ecc. dovrebbe avvenire tramite l'introduzione dei soggetti nel complesso processo produttivo del teleriscaldamento... in mancanza di una chiara posizione delle organizzazioni sindacali e della sanità in merito dei concorsi di rischio derivanti dall'inquinamento... mi tocca ribadire che l'integrazione passa necessariamente attraverso il comportamento "normale" nel verificarsi di una medesima situazione. Ovvero se una determinata persona si mette in una situazione  che richiede da parte tua l'esclamazione "ma che faccia di merda!", tale affermazione deve necessariamente essere espressa qualora il soggetto in questione abbia, effettivamente, la faccia color merda. Diversamente se si cambia reazione, la si attenua o la si lascia correre (perché evidentemente in quanto razza inferiore non sarebbe nemmeno in grado di capire che il sorprenderlo a cagarti nel prato non ti renderebbe felice) in quel preciso istante si fa una discriminazione peggiore rispetto a quella "dell'ignorante" che lo chiama "negro". In quanto dalla persona diretta che lo offende si aspetterà un atteggiamento ostile, mentre si sentirà preso per il culo dalla persona che vorrebbe offenderlo pesantemente, ma lascia correre perché è negro, quindi, suppone il pellet, incapace di capire che il gesto è stato fuori luogo.
Ora secondo voi (e non mi aspetto certo una risposta dal momento che ribadisco, quanto espresso in presentazione ormai un anno fa, "le vostre opinioni sono preziose... per cui tenetevele") avrei potuto esprimere in un qualsiasi momento (in un luogo di lavoro) simili affermazioni? Ovviamente no... ma ciò nonostante risulta che io ho sempre offeso i negri per il semplice fatto di essere di destra.

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