3 aprile 2018

Pulitevi i piedi in Italia... prima di entrare in Europa

Che il peso politico dell'Italia sia a gravità 0 o peggio è risaputo, ma da decenni non solo da giorni, mesi o anni. Prima ancora del caso "marò". Prima ancora del tradimento di Berlusconi a Gheddafi (e così dei nostri interessi in Libia).
Leggendo un po' in giro pare che tutti si indignino per il "caso" Bardonecchia dove i doganieri francesi, in base ad un accordo siglato nel 1990, sono entrati in alcuni locali della stazione della cittadina di confine (in provincia di Torino) per arrestare un pellet sospettato di spaccio di stupefacenti per sottoporlo all'esame delle urine.
Indignazione da tutti gli ambienti politici che tendono a dimenticare gli accordi che siglano con gli altri paesi.
Sostanzialmente lo sanno anche i marciapiedi che permettere ad una polizia "straniera" di fare controlli sul proprio territorio equivale ad accettare di diventare un protettorato quando non una nazione occupata, ma forse lo Stato italiano avrebbe dovuto pensarci prima di siglare l'accordo. Soprattutto a fronte del fatto che l'accordo permette equità di azione ovvero anche gli agenti doganali italiani potrebbero varcare il confine per effettuare controlli sul territorio francese... insomma non è la solita prevaricazione francese nei nostri confronti. A quanto pare la scarsa memoria italiana ha inventato un caso sul nulla... sicuramente avrà a che fare con il fatto che il pellet in questione era ospite di una ONG (Rainbow4Africa, ovvero arcobalenoPerL'Africa) che si occupa di, ospitare appunto, i richiedenti asilo che intendono andare in Francia. Altro problema è che per l'appunto sono richiedenti asilo, non possiedono ancora lo stato di rifugiati per cui la Dogana francese ha tutto il diritto (sempre in base l'accordo del 1990) di effettuare controlli (entro un certo raggio) in territorio italiano soprattutto per contrastare quella che, con la chiusura della "via di Ventimiglia" è diventata la nuova tratta per i pellet clandestini diretti oltralpe. Sulla vicenda si mobilitano tutti (oltre alle proteste del presidente della ONG) dal sindaco di Bardonecchia al prefetto di Torino che andrà in visita alla ONG per congratularsi dell'operato svolto nel favoreggiamento del reato di immigrazione clandestina.
Come dicevo i "nazionalisti" alzano la voce contro i doganieri francesi per aver svolto il lavoro che, davvero, gli italiani non vogliono più fare (cioè combattere la delinquenza e l'immigrazione clandestina), ma tendono a non accorgersi, o a sorvolare, sul vero caso diplomatico sulle dichiarazioni del primo ministro israeliano Netanyahu che ha unilateralmente deciso di cacciare eritrei e sudanesi indesiderati spedendoli in Italia, Germania e Canada, secondo non ben precisati accordi che ha stretto con la politica d'Israele "anti-bianchi". In questo caso persino l'Italia si è dichiarata sorpresa dall'accordo che, in effetti, non ricordava di aver siglato con i giudei il cui primo ministro si è trovato costretto a ritrattare dicendo che il nome dell'Italia era a puro titolo d'esempio.
In tutto questo si va a incastrare, ovviamente sotto tono (quando non sotto il più totale silenzio), il rapporto annuale della Svezia in campo di sicurezza che vede il livello di crimini violenti, legati a stupri, omicidi e crimini legati alle gang, in crescita esponenziale nel paradiso dell'integrazione e della tolleranza... fulgido esempio del radioso futuro europeo. Anche in questo caso "io", in quanto tale, sono arrivato prima delle testate di massima visibilità dichiarando (da almeno 2 anni) la Svezia zona di guerra, e la presenza, in città come Stoccolma e Malmö, di "no-go zone" ("Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate") in cui nemmeno la polizia ha il coraggio di entrare e città in cui si verificano attacchi alle stazioni di polizia con granate e altre armi che normalmente si trovano solo in zone di guerra (appunto).
Anche in questo caso il becerume umano arriva a dire "Avete voluto mussulmani e negri? Ora godeteveli. Solo i pazzi possono aprire casa propria a orde di selvaggi, fanatici e delinquenti di tal genere." dimenticandosi, o facendo finta di scordare, di quale sia la situazione italiana dove, di qui a breve, se non vincerà un partito di estrema destra tipo PNF (Partito Nazionale Fascista), faremo una fine peggiore. In quanto oltre ai pellet ci ritroveremo orde di schifo con le croste in testa che patteggeranno per negri e affini a discapito della propria specie di appartenenza.
Già il giorno di pasqua, passeggiando per le vie del centro, ho provando un profondo senso di disgusto nel vedere le nostre adolescenti "amoreggiare" con i coetanei allogeni, sicuramente cagati appena sbarcati in modo tale da godere della cittadinanza e, per i genitori, della clausola sulla ricongiunzione familiare per cui ne caghi uno sulla spiaccia ne puoi portare altri 5.000. Non solo le ragazzine, cresciute a moralità 0, ma anche adulti che si crogiolano nel proprio meticciato biologico (e spirituale) in barba alla distruzione della razza e della specie umana, in favore dell'archetipo antropomorfo allo stato primordiale... ovvero il negro.
Qualcuno potrebbe obbiettare, a torto, che il mio sia mero razzismo, eppure se persino Cassius Clay (il pellet campione del mondo di pugilato) arriva a dire che il meticciato biologico è un atto contro natura... Perché noi bianchi dobbiamo svendere e distruggere la nostra stessa razza? Inoltre se volessimo credere alla fanfaluca alla "favoletta" che il genere umano si sia sviluppato in Africa (affermazione che è stata smentita dal ritrovamento del dente fossile ritrovato in Germania e risalente a oltre 5 milioni prima di "Lucy", la simil-scimmia ritrovata in Etiopia, visto il nostro stadio evolutivo, (nel bene o nel male) rispetto a quello dei pellet, significa che gli uomini europei hanno, o almeno avevano, qualche milione di anno d'evoluzione in più. Ciò dimostrerebbe, in forma ancor più "razzistica" la superiorità dei bianchi sui negri.
Tirando le somme non parlo dei tempi di Roma antica, periodo in cui dominavamo il mondo, o dell'Impero d'Italia (ai tempi del fascismo) in cui il mondo guardava a noi italiani come all'ago della bilancia sui destini del mondo, ma prima che entrassimo nella zona euro eravamo spesso sul podio delle potenze economiche mondiali (non solo d'Europa), mentre ora siamo lo zerbino del mondo su cui chiunque passi di qui si pulisce i piedi.

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