4 luglio 2018

Abbiamo un Governo.

Sono davvero diverse decadi che aspetto di poter dire la frase: "Finalmente abbiamo un Governo!", dove la "G" maiuscola non è posta a caso, ma badate bene che è ben diverso da abbiamo un Governo Serio frase che temo non potrò pronunciare in questa vita e dubito potranno pronunciare i miei posteri.
Se penso che per poterlo dire ho dovuto attendere la strana "Salvini / Di Maio" rabbrividisco, ma almeno, per ora, lo posso dire. Magari sarà tutta una facciata, probabilmente dopo aver fatto la voce grossa con l'Europa a mezzo stampa firmeranno qualunque straccio di accordo con cui imporranno alla cittadinanza la vendita su "e-bay", o su "Amazon", dei nostri organi interni reni in primis, ma per ora pare proprio che la strana coppia stia davvero lavorando per quello che reputa il bene del paese e dei cittadini.
Certo non ho ancora visto i pellet, stanziati innanzi alla stazione Centrale a Milano, manganellati dalle forze dell'ordine, i Rom arsi vivi in piazza con l'accusa di furto aggravato e "zingaraggio" (ovvero la colpa di essere zingari), ecc.
I segnali però ci sono.
Il fatto che stiano mettendo mano al "jobs act" di Renzi che, esattamente come per la lotta alle provincie, ha semplicemente cambiato nome ai precari e ai contratti di precariato, prima si chiamavano contratti fuffa ora si chiamano contratti a Tempo Determinato (ovvero a scadenza come il latte), inoltre, come  affermato dalla giornalista Luisella Costamagna durante la trasmissione "Stasera Italia" (prima di essere cacciata dal programma per non essere mai più invitata), all'interno della riforma sul lavoro (che effettivamente toglieva un po' di stronzate quali i contratti a progetto, sostituiti da altre forme contrattuali fuffa) veniva anche abolito l'articolo 18 e la tutela dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Quindi, e arriviamo all'affermazione della Costamagna, ha "precarizzato" i lavoratori dipendenti. Tirando le somme i precari sono ancora precari e i cosiddetti lavoratori "col posto fisso" non hanno più il posto fisso.
Inoltre tra le altre scuse ci sono i buchi, sempre nel jobs act, in cui le imprese ricevono incentivi per aprire l'attività, così, all'imprenditore, opportunamente imbeccato dal proprio commercialista, è sufficiente chiudere un'azienda, licenziare tutti i dipendenti e riassumere (quelli che interessano) nella nuova azienda finanziata dallo stato. In questo modo il dipendente perde tutte le tutele acquisite nell'arco degli anni quali scatti di anzianità, livelli, ferie, tfr (che viene pagato salvo in caso di fallimento in cui i dipendenti sono gli ultimi a vedere i soldi), ecc. per essere assunti nel nuovo capannone aldilà della strada come neofiti con contratto a tempo determinato o indeterminato a orario ridotto solo sulla carta (mezza giornata in busta ed il resto in nero, se arriva), ma con orario lavorativo pieno... a volte.
Non sono ancora informato su quella che sarà, effettivamente, la modifica ai contratti ho solo sentito che al momento la durata massima dei contratti a tempo determinato sono ridotti da 36 mesi a 24 e da un massimo di 5 ad un massimo di 4, il che significa (con nessuna differenza con l'attuale procedura) che l'azienda ha un anno in meno di tempo per decidere se vale la pena assumerti o lasciarti a casa.
Può sembrare una tragedia perché un anno di lavoro in più e meglio che un anno a cercare lavoro, per contro però si perde un anno di vita in più qualora l'azienda avesse deciso (dopo la prima settimana di collaborazione) se lasciarti a casa o assumerti. Può sembrare una cosa da poco per un giovane laureato che ha tutta la vita lavorativa e privata davanti, ma una persona di una certa età, che col passare del tempo, rischia di raggiungere l'età in cui non si è più appetibili alle aziende è un tempo infinito.
Quindi per ora sembra tutto come al solito tranne che per i tempi che le aziende avranno a disposizione per ruotare i propri schiavi come dire: "Se non volete investire nella formazione delle persone e sfruttare la gente appena imparato il mestiere, ora sarà più difficile!".
Arriva anche una stangata alle aziende che "delocalizzano" ovvero quelle che chiedono l'aiutino per restare a galla e usano i soldi per portare il lavoro in "Zingarovia" (Romania, Polonia, ecc.), le aziende che, intascato il contributo statale per la salvaguardia d'impresa, sposteranno la produzione a fanculonia potrebbero vedersi recapitare una "multa" sino 5 volte, o più, superiore all'importo ricevuto.
Non bastasse la politica del lavoro (con il "decreto dignità" pentastellato) Salvini continua a tuonare sull'immigrazione. La Lombardia ha già dichiarato che sarà la prima a censire gli zingari che si accampano a cazzo qua e là, mentre il ministro dell'interno minaccia l'Europa dicendo che se gli stati membri decideranno di chiudere i propri confini all'Italia, l'Italia farà lo stesso nei confronti dei pellet... quasi quasi spero che l'Austria porti i mezzi blindati sul Brennero così che noi si possa iniziare a cannoneggiare le navi che si accostano troppo alle acque territoriali italiane.

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