Una volta, tanto tempo fa, il canale di Focus (sul digitale terrestre) era ad un numero piuttosto alto (intorno al 50 o forse oltre il 60), che raramente raggiungevo durante lo zapping (o scarrellamento di canali). Poi San Silvio Berlusconi da Arcore ha deciso che il canale focus dovesse passare da un numero che nessuno si filava ad uno a cui molti (compreso me) quanto meno passavano scarrellando, così "Italia2" è finito sul 120 e Focus sul 35, come unica conseguenza si verifica che una volta sono riusciti ad incastrarmi mostrandomi un documentario sulla vita degli uomini di Neanderthal.
La prima cosa che mi attrae del documentario proposto è il fatto che, esattamente come in qualsiasi altro "branco", i cosiddetti "uomini delle caverne" o (in modo dispregiativo nell'accezione moderna) "trogloditi" esisteva una gerarchia, innanzi tutto nella distribuzione del cibo, dove i primi erano gli individui che potevano garantire la sopravvivenza del gruppo. I cacciatori e i guerrieri erano preposti al procacciamento del cibo, a difendere il gruppo da assalti esterni (altre tribù, animali selvatici, ecc.), a procurare nuove abitazioni (caverne più grandi, più ospitali o più vicino alle fonti di acqua e cibo) scacciando i precedenti ospiti quali essi fossero.
Avendo questa funzione di primaria importanza, gli uomini adulti (nel vigore degli anni) occupavano nel gruppo una posizione primaria, al secondo posto venivano le donne (per la loro funzione di genitrici di vita), poi le future generazioni (i figli) e per ultimi i vecchi (che fino all'ascesa del fascismo non avranno diritto alla pensione di anzianità).
Visto con gli occhi moderni, in cui il debole va difeso a oltranza ed il forte osteggiato fino all'estinzione, tale gerarchia (volutamente posta in risalto) passa il concetto di spietatezza per cui i deboli (bambini e anziani) fossero sacrificabili, ma analizzando tale pratica o abitudine, dal mero punto di vista logico e, per quanto doloroso, senza farsi coinvolgere dai sentimenti, anche gli uomini delle caverne ad un certo punto avranno visto gli anziani della tribù morire senza che questi fossero stati sbranati da una tigre dai denti a sciabola. L'istinto primordiale della riproduzione avrà certamente portato, anche se l'approccio fosse decisamente più animalesco, a far scoprire ai nostri avi che penetrando una donna del gruppo questa avrebbe generato una nuova vita.
Di conseguenza gli anziani erano prossimi alla morte, indeboliti e purtroppo incapaci di contribuire alla sopravvivenza della tribù. I bambini non avevano la forza, le capacità di contribuire alla sopravvivenza della tribù, ma mentre i primi era inutile nutrirli (ovviamente se ce ne fosse stato per tutti il turno sarebbe arrivato anche per loro), i secondi erano sostituibili con il ciclo successivo... entrambi sacrificabili.
Chiaramente introducendo la componente sentimentale, ed introducendo la convenzione sociale di nucleo familiare, non si può rimanere indifferenti innanzi alla morte di un figlio, di un nonno o di un genitore.
Tornando in tema, il documentario introduce anche un concetto molto sottovalutato in passato ovvero quello del legame sociale all'interno della tribù o del gruppo. Nel filmato i Neanderthalensis vengono (visivamente) rappresentati con il solito aspetto primordiale, "monosopracciglio", fronte pronunciata, cavità e setto nasale largo e piatto (funzionale a riscaldare l'aria gelida dell'Europa prima della sua inalazione nei polmoni), dentatura a cazzo di cane e mascella allenata al masticamento della carne cruda (stereotipata dal momento che con la scoperta del fuoco anche i Neanderthal avevano preso l'abitudine di cuocere la cacciagione). Il legame sociale, vista la rappresentazione animalesca degli "europei", era costituito dallo "spidocchiamento". Ovvero quella pratica tipica dei primati, ma anche di altre specie, di eliminare vicendevolmente i parassiti dal corpo... "Io spulcio te! Tu spulci me!"
Il filmato si interrompe bruscamente (perché ho cambiato canale), nel momento in cui nel filmato viene introdotta la "variabile" homo sapiens.
Mi sono bastati pochi fotogrammi (sarà per il mio occhio allenato alla genetica dei tratti somatici) per notare che gli homo sapiens mostrano davvero poche differenze con i pellet che, in questi giorni, stanno cadendo dai gommoni nel mediterraneo (io resto dell'idea che sarebbero da denunciare anche per inquinamento marittimo per aver fatto, per la prima volta nello loro miserabile vita, il bagno... e averlo oltretutto fatto nel Mare Nostrum).
Come anticipato a questo punto il documentario ha cessato di avere attrattiva nei miei confronti e solo in quel momento mi sono accorto di essere su Focus e quindi che avrei potuto cambiare canale molto prima.
Quindi ormai è ufficialmente assodato che i Neanderthal sono stati sterminati dall'arrivo degli homo sapiens che, stando a Focus, avevano pressoché l'aspetto degli odierni pellet, e ovviamente migrarono dall'africa dando di fatto origine all'umanità "moderna" (successiva ai 40.000 anni fa).
Da qualche parte in mezzo vennero creati gli ebrei perché loro non discendono dalle scimmie (invece il resto dell'umanità si), ma da qualche parte c'è la questione Noè e del diluvio universale. Se indicativamente 10.000 anni fa "dio" distrusse l'umanità, ad eccezione dei 3 figli del patriarca e delle rispettive mogli, o discendiamo dai pellet o dai giudei. Accipicchia che alternative... quasi quasi capisco quelli che sostengono siamo stati impiantati qui dagli alieni.
Concentrandoci però sull'aspetto "scientifico" della creazione umana, non possiamo non considerare nell'equazione un paio di aspetti fondamentali. Il primo, come sicuramente già paventato in altri scritti, consiste nell'analizzare la migrazione in funzione dell'evoluzione. Il secondo è quello di considerare l'invasione dell'Europa, da parte degli homo sapiens, dal punto di vista strategico militare.
Per fare questo, però, non possiamo escludere dal contesto le teorie condivise e diffuse dal Conte Varg "Grishnackh" Vikernes in arte Burzum che, grazie alla sua notorietà, fa di buon grado pubblicità alla moglie, e madre dei suoi splendidi figli, l'antropologa Marie Cachet.
Il primo aspetto, quello evolutivo, mostra che se effettivamente noi europei discendiamo dagli homo sapiens, che erano stranamente simili agli attuali negri, significa che noi siamo più evoluti dei pellet (dal momento che loro sono rimasti scimmie e noi siamo diventati umani). Purtroppo però questo aspetto si scontra con la mia personalissima teoria denominata "dell'arrosto bruciato", ovvero prendendo per buona la "scoperta scientifica" che vuole la pigmentazione della pelle essere correlata al "picchiare" del sole, quindi in africa ci sono i negri perché il sole picchia in modo diretto (capelli, pelle e carne sono bruciati), salendo verso nord diventiamo sempre più chiari (fino ad arrivare al biondo, quasi platino, dei normanni). Se ciò fosse vero, associandolo alle migrazioni, significherebbe... "donne avete bruciato il vostro arrosto?!? Non preoccupatevi!!! Potete ancora salvare la vostra cena!!! Vi basta mettere l'arrosto bruciato nel congelatore, per farlo tornare crudo!".
Potete immaginare che verosimilmente questa teoria non può funzionare, nemmeno applicato alla carne ancora viva. Anche se il negro non ha più necessità di essere scuro, magari gli si schiarisce leggermente la carnagione, ma che diventi biondo con gli occhi azzurri?!?
Disgustoso... e piuttosto impossibile se parliamo di una sostituzione completa di popolo, quella che vuole i Neanderthal sterminati dai sapiens.
Il secondo aspetto da considerare è quello strategico/militare. Ovvero secondo gli scienziati i negri... cioè volevo dire i sapiens si sarebbero spostati verso Nord durante l'ultima, nonché la peggiore, glaciazione che l'essere umano abbia mai visto (dal cui disgelo potrebbe essere scaturita la leggenda ebraica del diluvio universale). Già mi immagino la scena dei sapiens che marciavano verso Nord, per combattere contro i Neanderthal, mentre tutte le forme di vita animale si spingevano verso sud in cerca di cibo che, nell'incrociare codesti pellet gli gridavano (gli animali) "a stronzi 'ndo cazzo 'nnate?!? Se sta a ghiaccià tutto!!!" a modi cartone animato "Era glaciale" in cui il mammut camminava in senso inverso alla migrazione perché "la glaciazione non esiste" e "cazzo gliene lui c'ha la pelliccia!"
Oltre a questo aspetto strategico, muovere guerra in "inverno", va anche considerato che si trattava di una invasione, quindi di una guerra in territorio ostile e conosciuto contro un nemico stanziale in quelle terre da almeno 160.000 anni.
Quindi ricapitolando, tanto per mostrare la superiorità razziale dei negri, i sapiens hanno mosso guerra contro un nemico forte nella conosceva del territorio (e all'epoca non c'erano i pacifisti, qualunque elemento estraneo alla tribù era un nemico da distruggere), durante la peggior glaciazione di tutti i tempi e contro un nemico abituato, strutturalmente (dal punto di vista della conformazione fisica) agli inverni dell'emisfero nord.
Questo è quanto sostenuto e, per certi versi riscontrato, dalla Cachet moglie del "Conte Burzum", ed in effetti alcune teorie parallele su una diversa sedimentazione dei detriti, non più sovrapposta (ovvero uno strato sopra l'altro), bensì in ondate successive secondo il diverso peso specifico dei sedimenti (quindi uno "strato" accanto all'altro, ma "stratificato" secondo il proprio peso specifico), potrebbe ribaltare completamente la datazione dei Neanderthal e dei sapiens, così come avvenuto per il complesso monolitico (simile a quello di Stonehenge) trovato nel sottosuolo tedesco risalente a circa 7000 anni fa (antecedente alle piramidi) che rischia di riscrivere la storia sulla culla della civiltà (attualmente mediorientale).
Effettivamente... per fortuna hanno "vinto" loro!!!
Ciò significa che tra 10.000 anni i negri arrivati in Europa torneranno ad essere bianchi, biondi e con gli occhi azzurri... "Hitler x 10.000" anni altro che Reich millenario.
L'involuzione delle stirpi africane non vanno ricercate né nelle teorie strampalate di Darwin (secondo me volutamente deviate a posteriori), né in quelle nazionalsocialiste di "Rosenberg, come esplicò nelle sue pubblicazioni, considerava gli africani una razza inferiore al pari degli ebrei e delle altre popolazioni semitiche, esprimendo disprezzo anche per gli slavi. Al vertice della "gerarchia delle razze" individuava, in conformità all'ideologia razziale nazionalsocialista, gli ariani (nordici, mediterranei, dinarici, alpini ed est baltici), discendenti dalle antiche popolazioni indoeuropee." basta aprire un qualsiasi quotidiano e quando leggi le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Elementare del Sudafrica Angie Motshekga che sostiene: "l’educazione non è importante come si crede. Gli africani sono sopravvissuti senza per migliaia di anni." e nonostante si tratti del Sudafrica non è una bianca razzista a dirlo, bensì una negra di merda, per capire il livello a cui sono rimasti o ancora: "Lo stesso ministro Motshekga recentemente si è dovuto scusare a nome del Congresso Nazionale Africano (Anc) poiché, a partire dal 1994, lo stato dell’educazione scolastica sudafricana si è deteriorato fino alla quasi totale distruzione. «Avremo bisogno di altri 25 anni per poterlo riportare a condizioni accettabili»"... dal '94... ma non è l'anno in cui è finito l'apartheid?!?
Di esempi simili ce ne sono moltissimi altri ma il rischio è quello di andare fuori tema.
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