27 febbraio 2019

La prossima frontiera della propaganda

"Il muro di menzogne crollerà! E noi risorgeremo puri e immacolati!" con queste parole, secondo il film La Caduta Joseph Goebbels prendeva commiato dai gerarchi e dal popolo tedesco.
Le stesse parole possono essere usate per il muro di menzogne costruito dai media, per giustificare la propaganda e la politica anti italiana dei precedenti governi. 
Ci raccontavano che chi arrivava in Italia scappava dalla guerra (ma provenivano tutti da zone "tranquille" dell'africa e del mondo), ci raccontavano che venivano a fare il lavoro che gli italiani non vogliono più fare (ma mi ritrovo ad avere pellet come colleghi e non siamo in mezzo ai campi di Marte a raccogliere il cotone), ci raccontavano che non c'erano terroristi a bordo dei barconi (ma dal rapporto sulla sicurezza dei servizi segreti è emerso che tale pericolo è concreto), ci raccontavano che le ONG salvavano i migranti dall'affogamento (ma è emerso che si davano puntello e quando ad arrivare per primi erano i libici i pellet si tuffavano in mare secondo istruzioni ricevute), ci raccontavano che i centri smistamento in Libia erano Lager in cui i pellet venivano torturati e per questo riportarli a casa (togliendo l'introito alla ONG) era un crimine contro l'umanità (si le ONG pensano davvero che i pellet siano esseri umani), ma... "Per approfondire la dibattuta situazione dei centri di detenzione governativi libici, gestiti dal Governo di Tripoli, e le presunte “inimmaginabili torture” subite dai migranti ivi detenuti, abbiamo intervistato Valeria Fabbroni, direttrice dei programmi di Helpcode." Helpcode sembrerebbe una ONG come tutte le altre, ma si legge ancora "A differenza delle ben più note Ong, Helpcode è impegnata in Paesi quasi dimenticati dall’umanitarismo odierno, senza proclami politici e slegata completamente dalla rete di influenze che abbiamo spesso evidenziato. Completamente trasparente in merito ai dati economici, Helpcode ha beneficiato nel 2018 dei fondi dell’Unione Europea e del Governo italiano per i progetti in Libia, Tunisia e Mozambico. In Italia, l’organizzazione è intervenuta anche “in contesti di emergenza per cercare di alleviare disagi e sofferenze ai bambini e alle famiglie colpite da disastri naturali”. In particolare, dal mese di agosto 2016 Helpcode è attiva con progetti a sostegno delle famiglie e di riattivazione economica nelle aree del centro Italia colpite da fenomeni sismici." Quindi esistono ONG a non interessano solo i pellet? Magari guadagneranno soldi anche dalle disgrazie del centro Italia, ma almeno a beneficiare degli aiuti sono cittadini italiani in reali difficoltà e situazione di disagio. Durante l'intervista a Valeria Fabbroni viene posta la fatidica domanda "Spesso la stampa italiana e quella internazionale descrivono i centri di detenzione governativi libici come luoghi nei quali i migranti vengono torturati. Può chiarire queste insinuazioni, che colpiscono anche l’impegno di organizzazioni come la vostra?" alla quale risponde in questo modo "Non abbiamo mai testimoniato ne osservato, nemmeno tramite i nostri collaboratori che sono nei Centri di detenzione governativi libici ogni giorno, casi di tortura. Anzi, per me è necessario che si possa testimoniare che abbiamo trovato direttori dei centri di grande umanità e coraggio, che cercano di fare del loro meglio in una situazione di per se complessa. Certo, i centri sono luoghi duri e difficili, dove ci si rende conto che ogni migrante ha una storia, un nome, un passato ed un dramma da raccontare; ma ciò non vuol dire che siano oggetto di tortura."
A tal proposito se dovessimo dar retta alla fantasia (basata su fatti reali) dei telefilm americani (o più realisticamente alle dichiarazioni dei pentiti delle ONG greche) secondo i cui esistono persone pagate per "istruire" i richiedenti asilo al fine di manipolare il giudizio di chi deve permettere o negare l'accesso ad un profugo (altra parola finita nel libro degli indici della nuova inquisizione), viene facile immaginare come le torture ricevute in Libia siano frutto di una storiella "vera" creata ad hoc per il pubblico piagnisteo.
Ci raccontano inoltre che chi viene qui non è un delinquente (ma si scopre poi che la maggior parte di essi appartengono o sono affiliati alla mafia nigeriana che, in un prossimo futuro farà la concorrenza alla triade cinese con quanto ne consegue), ci raccontavano che erano perseguitati a causa della loro religione (ma spuntano moschee come funghi e le chiese si riempiono solo quando è giorno di mercato (quando i rifugiati scambiano bambini, di solito rubati, con cibo) a svelare i retroscena di quest'ultima favola non è Matteo Salvini, bensì il prete pro-pellet parroco della chiesa di Santa Maria Assunta di Rustega (Padova) che si è sfogato sulle pagine de il Gazzettino "“Il viavai di stranieri che chiedono con insistenza aiuti m’impediscono serenità e pace nei momenti di una possibile quiete”, confessa il prete al Gazzettino. “Non tutti sono educati e sanno accontentarsi di quanto si può dare loro. Da un po’ di tempo anch’io mi trovo con stanchezze e malesseri vari. Sono perciò arrivato alla decisione di spostarmi per i pasti e la quiete notturna e un po’ pomeridiana alla canonica di Camposampiero. Don Claudio mi accoglie volentieri”" Insomma "Don Scattolon è sempre stato uno di quei parroci in prima linea per il sostegno agli immigrati e per l’integrazione: a tal punto da arrivare ad ospitare nella propria abitazione un magrebino di 33 anni che doveva scontare gli arresti domiciliari. Il malvivente, incriminato per spaccio, aveva reso un inferno la quotidianità del parroco, con incessanti richieste di denaro (che ci doveva fare poi, se stava ai domiciliari?) e comportamenti assolutamente ingestibili, fino a che don Marco si è visto costretto a rinunciare all’impegno preso." ora si trova costretto a lasciare casa sua e ad andare a dormire da un'altra parte, ma come dice Il Primato Nazionale (fonte delle citazioni odierne ad eccezioni di quella de La Caduta che è frutto della mia memoria) "Chi è causa del suo mal" pianga sé stesso.

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